Foto a
sinistra: San Fili 1991 - Piazza san Giovanni - Festa degli emigranti.
Sul palco i
maestri Giorgino Curatolo (sulla sinistra intento a suonare il suo magico
mandolino) con l'amico Vittorio Rossiello (alla chitarra).
L’indimenticato
Giorgino Curatolo accompagnava con una pianola i primi film muti che vennero
proiettati a San Fili.
Foto Pietro
Perri.
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Quando ho iniziato questa
ricerca popolare, l'ho fatto anche e soprattutto per ricordare un caro amico
deceduto a poco meno di cinquant'anni, in perfetto silenzio, agli inizi di
quest'ultima estate: Luigi (Gigino) Luchetta. Poco tempo dopo averla conclusa,
ho dovuto registrare anche la morte di Luigi (Gigino) Zuccarelli. Entrambi
questi personaggi sono legati alla "storia del cinema teatro di San
Fili" e quindi la presente ricerca è dedicata a loro.
Gigino Luchetta ha fatto parte
per tantissimi anni dell'ultimo staff che ha gestito il cinema teatro di San
Fili. Per tantissimi anni l'abbiamo trovato, puntuale, sulla porta del cinema a
tenere l'ordine all'apertura della cassa... anche lui ha fatto parte della
stupenda storia del cinema di San Fili.
In questa seconda parte della
trattazione della storia di quello che fu il nostro cinema comunale (i cui
locali non raramente ospitavano anche compagnie teatrali), oltre a Gigino
avremo anche il piacere di ricordare tantissimi altri personaggi a tutti noi
familiari. Alcuni di questi passati a miglior vita, altri che ci deliziano
tuttora con la loro piacevole presenza.
Questa serie di articoli in
ogni caso non vanno visti come un attacco all'amministrazione comunale in
carica o a quelle che l'anno preceduta... ma come una tiratina d'orecchie a
tutta la comunità sanfilese, che spesso e volentieri si limita semplicemente a
criticare o, secondo un antico detto cinese, si siede sulla sponda del fiume ad
aspettare che passi il cadavere del proprio nemico.
Un detto stupendo ed
intelligente, se non si rivelasse, a lungo andare, tragicamente crudele nel
momento in cui effettivamente si vede un cadavere trasportato dalla corrente
del fiume... ma non è quello del nemico come ci si augurava... è quello di se
stessi, ossia quello della comunità sanfilese!
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Il cinema
teatro di San Fili: una storica insegna!
Sull'entrata principale del
cinema teatro di San Fili si può notare tutt'oggi una stupenda insegna in marmo
con sopra scritto (seguendo l'ovale dell'insegna) "Cinema Teatro
Comunale" e al cui centro si può ancora osservare il massimo simbolo dell'era
fascista, ovvero il fascio littorio.
Inutile dire che si nota un
vano quanto goffo tentativo di cancellare quel disegno di regime... persiste
indelebile come persistono le varie scritte e disegni murari dell'epoca che a
tratti si leggono e si vedono sui muri di Corso XX Settembre.
Il capitolo fascio è stato
chiuso in Italia, e quindi anche a San Fili, il 1945 (anno più anno meno)...
quanti comunisti sono passati senza batter ciglio sotto quell'insegna! ...
chissà se se ne sono mai resi conto.
Un caro amico mi ha più volte
raccontato che quell'insegna non sempre è stata così (come non sempre è stato
così il Cinema Teatro Comunale di San Fili), basterebbe staccarla, infatti, e
girandola ci si meraviglierebbe non poco nel trovare un'altra scritta che
indicava ben altra destinazione dei locali della struttura considerata:
"Scuola Elementare San Fili - Sindaco Ferdinando Gentile".
I locali del Cinema Teatro di
San Fili infatti sono stati anche "Scuola Elementare" e persino una
Chiesa dedicata a San Giovanni (di cui la piazza antistante, guarda caso,
prende il nome).
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Il cinema
teatro di San Fili: ricordando il Maestro Michele Rinaldi.
Del Cinema Teatro Comunale di
San Fili se n'è interessato, dall'America nei suoi bollettini, anche il
compianto Ciccio Cirillo. In uno di questi troviamo trascritta parte della
memoria storica che, in merito, è riuscito a salvare il "Sanfilese d'America"
(Ciccio Cirillo, per l'appunto). In uno di questi bollettini infatti leggiamo:
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"Nel 1926, innanzitutto, e
allora alcune imprese erano anche sacrifici finanziari, egli (Michele Rinaldi)
istituiva in San Fili il primo svago educativo: il cinematografo. In società
con Vittorio Rose.
15 mila lire per la compera
della macchina di proiezione e altrettanti per la riparazione della sala di
piazza san Giovanni, la quale dopo essere stata chiesa e poi scuola pubblica,
per adattarla a cinematografo era necessario abbattere alcune pareti, costruire
i palchi e la sala di proiezione e comprare le sedie. E dato che i film allora
erano muti, per dare all'ambiente un'atmosfera più armoniosa, Michele formava
la prima orchestrina che suonava in San Fili.
Praticamente il popolino non
frequentava il locale perché considerato uno svago di lusso. Vedere una donna
al cinema era una cosa impensata. Ma con tutto questo non mancava l'appoggio
delle famiglie più evolute quale i Crispini, i Gambaro, i Parise ecc. E loro
erano sempre in deficit. Resta classico il ricordo che per far vedere un po' di
film, più per curiosità che per altro, una donna del Piano del Mulino sveniva,
chiamando diavoli i personaggi che si muovevano sullo schermo.
Ed è stato Michele Rinaldi che
anni dopo portava il primo cinema a Rende.
Si ricorda nella nostra
adolescenza, negli anni dopo il 1930, che l'operatore cinematografico era
Gabriele Giorno, nostro coetaneo, e con Ruggero e Arrigo Crispini lo pregavamo
per avere spezzoni di film da usare nel loro proiettore giocattolo. E quando Gabriele
faceva l'avaro, escogitavamo sempre il modo, nella nostra furbità infantile,
come sfuggire alla loro attenzione per procurarceli da noi gli spezzoni. E
quanti ne abbiamo presi dalle casse dei film, facendo festa per
l'impresa".
* *
*
Il Cinema Teatro di San Fili
comunque ha una storia tutta sua, che non si limita certamente ai miei ricordi
di fanciullo (n.d.r.: vedasi la parte 1 e 2 di questa ricerca popolare
pubblicata su "l'occhio") ... una storia che inizia nel 1926 ad opera
dell'indimenticabile, impareggiabile, instancabile Maestro Michele Rinaldi, ma
che prosegue con i sempreverdi compaesani Speziale (Rocchino in particolare)
per finire alla parrocchia con a capo il nostro ex indimenticabile parroco don
Luigi Magnelli.
Il Maestro Michele Rinaldi è
stato un uomo questo che ha legato il suo nome a più di una cosa nella nostra
comunità: la banda musicale, il Festival della Voce, il Festival della Neve,
Miss San Fili, il cinema e chi più ne ha più ne metta.
Chi scrive, anche se per un
solo anno, ha avuto il piacere anche d'apprezzarlo nella sua qualità
d'insegnante di musica in un'aula della Scuola Media di San Fili (quando la
scuola era ospitata nel palazzo di Cesare Gentile "mmianzu u puantu",
all'incirca nel 1972).
A proposito: dalla sua morte
(avvenuta diversi anni addietro) qualche acculturata (?) amministrazione che si
è succeduta alla guida del nostro Comune gli ha per caso dedicato qualcosa: una
via, una piazza (non dico il Cinema Teatro Comunale) o magari un semplice
tombino? ... se gli hanno dedicato qualcosa... mi scusino l'ignoranza ma non ne
ero a conoscenza!
Una citazione, seppur breve,
riguardo alla nascita del Cinema Teatro di San Fili va fatta anche in riguardo
al nostro compaesano, maestro di mandolino, Giorgino Curatolo.
Giorgino Curatolo a soli 10
anni (dal 1926 al 1935) allietava gli spettatori, nella sala del Cinema Teatro
Comunale, con la sua dolce ed insostituibile musica quando venivano proiettati
i film muti.
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Il cinema
teatro di San Fili: l'epopea degli Speziale.
Se c'è una famiglia, o più
precisamente una magica coppia di fratelli, che ha caratterizzato buona parte
del dopoguerra rosa sanfilese, questa è certamente quella degli Speziale.
Parliamo in particolar modo di Rocchino e Marcello.
Tra gli anni Quaranta e gli
anni Sessanta li troviamo un po' dappertutto: a San Fili, fuori San Fili, in
Italia e persino all'estero... dovunque passavano lasciavano il segno. Un
segno, intendiamoci, ben diverso da quello del leggendario Attila... se
escludiamo i campi di calcio da loro calpestati.
Sono loro, infatti, a firmare
le memorabili serate del mitico "Riccio" (1951/1956) con tutto ciò
che al "Riccio" si collegava (balli, concerti, premi quali miss San
Fili ecc.). Sono sempre loro, in particolare nella figura di Rocchino, che nel
1943 acquisiscono una delle due quote, quella del dottore Adolfo Mauro,
relativa alla proprietà ed alla gestione del locale Cinema Teatro di San Fili.
L'altra quota resterà, anche se per breve tempo (ossia fino al 1947) nelle mani
di Salvatore Blasi.
Il 1947, infatti, Rocchino
Speziale diverrà, per la cronaca, unico proprietario e gestore dei questo
pubblico esercizio. E' bene precisare che l'immobile che ospitava il Cinema era
è resta di proprietà del Comune di San Fili, al Comune di San Fili, chi gestiva
il cinematografo, versava regolarmente un canone d'affitto.
Nel 1950 Rocchino Speziale
rimette per intero a nuovo l'intero stabile, a fine ristrutturazione (che
resterà in quel modo fino agli inizi del 1980... all'avvento della
"Spiga") all'interno della sala di proiezione si potevano contare ben
175 posti a sedere: 145 in platea e 30 in tribuna.
All'epoca le proiezioni si
effettuavano nei giorni di venerdì, sabato e domenica, oltre alle altre
festività nazionali e locali ricadenti nel corso della settimana. Rocchino
Speziale ricorda con piacere i suoi manovratori Ciccio Cirillo e Giovanni
Palermo (Checaro), Gigino Zuccarelli e Tonino Ciancio.
Un Cinema Teatro Comunale,
ossia, dicevamo, una struttura che oltre a servire per la regolare proiezione
dei film, spesso e volentieri ospitava anche compagnie teatrali d'una certa
importanza. Nel 1944 San Fili ha potuto apprezzare la bravura delle compagnie
teatrali "la Bizzarro" e "la Librassi", entrambe siciliane.
Nel 1958 Rocchino Speziale
parte per la sua avventura americana lasciando la gestione del cinema in mano a
Renato Maio. Al ritorno, nel 1963, la riprenderà (malgrado la situazione di
cassa non certamente rosea) in mano cedendola definitivamente (a bilancio
sanato) nel 1964 a don Luigi Magnelli che ne farà il cinema parrocchiale.
Inutile dire che per San Fili
in quell'epoca era un onore avere un cinema tutto suo, e ciò dimostrava
l'elevata capacità imprenditoriale delle generazioni sanfilesi passate.
All'epoca San Fili era il centro "progredito" dell'intero hinterland:
economicamente e culturalmente... oggi, malgrado le indiscusse potenzialità
strutturali e intellettuali, lo si può annoverare solo nella folta schiera dei
cosiddetti "paesi dormitorio".
Gli abitanti dei paesi e dei villaggi confinanti venivano a San Fili, la
domenica, per godersi un bel film in santa pace, tenuto conto che altri cinema
nella zona non se ne trovavano.
Rocchino Speziale mi racconta
che non raramente organizzava, esclusivamente per gli ospiti venuti dagli
abitati attigui a San Fili, delle proiezioni ad hoc (ossia esclusivamente per
loro), in quanto non sempre era possibile, nelle ore di proiezione normali,
garantire agli stessi, dopo tanto cammino, né un posto a sedere, né tantomeno
un posto in piedi... tanto era affollato in alcune occasioni il Cinema Teatro
del nostro paese.
* * *
Il cinema
teatro di San Fili: il cerchio di fuoco.
Qualcuno potrà anche non
crederci (chi scrive, ad esempio, non ci crederebbe) ma quello che stiamo per
raccontarvi non è il sunto della scena di un film, ma il resoconto di quanto
accadde in una giornata di quei lontani albori della seconda guerra mondiale a
san Fili.
Si sa, in un paesino come San
Fili una notizia vola con la velocità della luce (a volte anche maggiore) da un
capo all'altro del paese... e così fu anche in quell'occasione: il tam tam dei
nostri anziani non poteva certo smentirsi con una tale chicca di notizia in
mano.
"Chi è
successu, cumpa! ... ppecchì fujenu tutti?"
"Chi è
successu!?! ... u cinima!!! ... s'è vrusciatu!!!"
E tutti via di corsa verso
piazza san Giovanni. La piazza era gremita di gente: curiosi, spettatori ancora
sotto shock, parenti in ansia, gente che organizzava il da farsi per evitare
danni irreparabili non solo alla struttura ma anche alle case circostanti,
scienziati (quelli non mancano mai) che cercano spiegazioni fantascientifiche a
fatti di ordinaria quotidianità.
Vittime? ... nessuna!
Ma torniamo indietro di una
mezz'oretta circa: Ciccio Cirillo, operatore di turno, aveva appena messo in
moto la fantastica Hermann (proiettore di origine tedesca) dopo aver caricato
la prima delle quindici bobine di pellicola (le cosiddette "pizze")
che componevano, in un rapido susseguirsi dei vari spezzoni, l'intero film in
programma in quella magica giornata.
Immediatamente, essendo
facilmente infiammabili, prese fuoco una delle bobine summenzionate e nel men
che non si dica il fuoco, propagandosi alle altre bobine fini per appiccicarsi
anche alla struttura chiamata cabina di proiezione.
La cabina di proiezione
all'epoca, pur essendo oggi come all'ora in quel punto rialzato immediatamente
all'entrata della sala visione... aveva una struttura, non solo portante,
realizzata completamente in legno. Il fuoco, quindi, ebbe buon gioco dal prendere
immediatamente il sopravvento in quanto venisse lui in contatto.
La gente, impaurita, scappò
immediatamente all'esterno, ma quello che sarà stato certamente l'argomento
principe della giornata, più che l'incendio in sé e per sé, crediamo sia stato
il titolo del film che si proiettava a San Fili in quell'occasione: "Il
cerchio di fuoco"! Ed un cerchio di fuoco è stata la prima ed ultima
immagine di quel film che gli spettatori di quella magica giornata videro
proiettata sullo schermo del cinema teatro di San Fili.
Una strana ed impossibile
combinazione? ... dite che ce la siamo inventata? ... tutto vero, a sentirla
dire ad una persona che all'epoca fu testimone la dei fatti. Una persona che
merita d'essere citata in questa serie d'articoli, non per il fatto che m'abbia
raccontato questa storiella, ma per il fatto che partendo come manovratore al
cinema di San Fili, diverrà uno dei manovratori di proiettori cinematografici
più ricercati della provincia di Cosenza: Luigi (Gigino) Zuccarelli... ossia il
fratello di Franco e Romano (con quest'ultima informazione sarà più facile
focalizzarlo, vero?).
U fattarieddru,
comunque, è avvenuto nel 1939 o giù di lì... e l'incendio, malgrado il clamore
suscitato, fu di modestissima entità... ma come storiellina meritava d'essere
raccontata (dopotutto il celebre regista Tornatore 'e chistu fattarieddru
nel suo film "Nuovo Cinema Paradiso" ne ha realizzato una scena
madre).
* *
*
Il cinema
teatro di San Fili: fame e commedie!
A parte la proiezione dei film,
il Cinema Teatro di San Fili fino agli inizi degli anni sessanta (e a saltelli
anche successivamente), andava famoso anche per il fatto di ospitare delle
compagnie teatrali. A volte, come scrive il prof. Francesco Cesario nel suo
libro "San Fili nel Tempo", le compagnie, specie d'estate, erano di
produzione nostrana... ossia con attori del nostro paesino.
Sul palco si alternavano quindi
cognomi quali Rose, Cesario, Gambaro, Pagliaro e via dicendo.
San Fili dopotutto ha sempre
avuto una particolare propensione verso la recita teatrale: ne è la prova
lampante l'esperienza fatta in questi ultimi anni dalla compagnia teatrale
"Felum" (me ne siamo interessati anche su "l'occhio")...
anche se, a dire il vero, ci era ben difficile capire se alcuni simpatici
protagonisti delle commedie portate in scena dalla "Felum" (vedasi
"E due liste", "a Vijilia 'e Natale" e non solo)
stessero recitando o stessero semplicemente vivendo uno spezzone della loro
quotidianità.
Bravi decisamente tutti.
Attori teatrali per diletto o
attori teatrali per fame (in quanto non sempre tale "lavoro" oggi
come allora, ossia negli anni trenta, garantiva un reddito costante e quindi un
buon pasto da mettere regolarmente sotto i denti).
Siamo appunto tra gli anni
Trenta e gli anni quaranta quando una fanciulla che faceva parte di una
compagnia teatrale ospite del Cinema Teatro di San Fili, sale sul fatiscente
palco dell'epoca ed inizia a cantare una canzone dell'epoca... poche battute e
la stessa cade svenuta a terra.
"Ed ora a richiesta",
furono le poche battute (prime ed ultime di quella giornata) della ragazzina di
appena undici anni, "canterò la canzone... Occhi Blu!".
Canzone a richiesta? ... forse
l'unica che conoscesse, ma anche questo faceva parte dello spettacolo.
Portata nella vicina abitazione
della famiglia di Giorgino Curatolo, si verrà a sapere che la poverina erano
ormai più giorni che non metteva in corpo altro che acqua. Rifocillata a dovere
(per quello che l'economia all'epoca poteva offrire ai sanfilesi), lei e la
famiglia non finiranno mai di ringraziare i Curatolo ed i Sanfilesi per la
gentilezza loro dimostrata.
Un palco decisamente fatiscente
quello del Cinema Teatro Comunale dell'epoca a San Fili, ma sicuramente
migliore di quello descritto nel citato libro del prof. Francesco Cesario: ai
suoi tempi (quelli che racconta, s'intende), infatti, il teatro altro non era
se non, d'estate, la Scuola Elementare di San Fili (una delle tante sparse per
il paese) riadattata opportunamente per lo scopo.
I banchi degli alunni servivano
per la realizzazione del palco e le sedie venivano rastrellate nelle abitazioni
vicine al teatro.
Parliamo, conseguentemente,
degli anni antecedenti il 1930.
Durante l'ultima guerra, poi,
si dice che una compagnia teatrale scappando da Cosenza (troppo a rischio di
bombardamenti, se ne venisse stabilmente a San Fili e facesse dei locali del
Cinema Teatro di San Fili il classico luogo "tutto casa e bottega".
Lì dentro si recitava, si mangiava e si dormiva.
Qualche attrice di alcune di
queste compagnie itineranti (un nome fra tutte, la moglie dell'indimenticabile
Annibale Nigro), c'è poi da dire, troverà a San Fili persino il coronamento dei
suoi sogni: la fede nuziale.
* *
*
Il cinema
teatro di San Fili: una scuola per la provincia.
Una delle cose che mi hanno
toccato di più nel portare avanti questa ricerca popolare sul cinema teatro di
San Fili (circa cinquant'anni di storia della nostra piccola comunità legata a
questa struttura), è stato il fatto di venire a sapere, parlando non solo con
gli interessati ma con tanti a loro vicini, che il nome di quasi tutti i cinema
della città di Cosenza, oltre ad alcuni cinema della provincia, sono stati
abbinati per tanti anni ai nomi di altrettanti nostri concittadini.
In diversi cinema di Cosenza,
infatti, gli operatori delle macchine di proiezione altro non erano se non dei
sanfilesi purosangue. Come mai tutto ciò? ... possibile che a Cosenza e
provincia per diversi anni non era stato possibile trovare apprendisti per tale
mestiere?
San Fili con il suo cinema
teatro, così come già segnalato per i barbieri e per tante altre professioni,
finisce in questo modo non solo per rivelarsi un paese all'avanguardia
(parliamo dei begli anni che furono... non certamente di oggi), ma anche e soprattutto
si scopre essere una scuola di formazione decisamente concorrenziale e
propositiva in diversi campi.
Non ci credete? ... eppure
tanti cinema dagli altisonanti nomi, alcuni chiusi da tempo altri ancora in
auge, hanno visto come operatori della macchina di proiezione diversi nostri
compaesani: l'Odeon, il Garden, l'Astra, il Citrigno, l'Isonzo e via dicendo.
Antonio Ciancio, tanto per
citarne uno, uscito dalla scuola del cinema teatro di San Fili, nel 1955
sostituirà, da bravo discepolo prima affiancandolo, Renato Maio nel
delicatissimo compito di "padrone e manovratore" della lanterna
magica gelosamente custodita sul palchetto realizzato sull'entrata della
struttura cinematografica del nostro paesino. Tutto ciò fino al 1960, anno in
cui andrà a svolgere tale compito al cinema "Sama" di Paola (su corso
Roma) alle dipendenze della ditta Sisca.
Antonio Ciancio resterà al
"Sama" fino al 1963. Dal 1965 al 1975 lo troveremo invece a lavorare
al cinema Astra di Cosenza... struttura che ha segnato tanti giorni dei
"filoni" miei e dei miei coetanei quando frequentavamo le Superiori
(non per il cinema Astra, quanto per il Supercinema al quale si accedeva per la
stessa entrata).
A prendere in mano le redini
del cinema di San Fili (per quanto riguarda il compito di operatore di macchina
da proiezione) nel 1963 troviamo il "juventino" Aldo Fava.
Quest'ultimo di fatto lascerà tale compito, non certo senza rimpianti (in quanto
ancora oggi ci delizia con periodiche proiezioni all'aperto) nel momento stesso
il cui il cinema di San Fili cesserà di essere tale... ossia con l'avvento, nei
primi anni Ottanta, dell'illuminata "Spiga".
Negli anni Sessanta, ma di
questo simpatico (... si fa per dire, poiché a noi fanciulli faceva tantissima
paura) personaggio vedremo se sarà possibile parlarne in seguito e più
dettagliatamente, a gestire la cassa troviamo il mitico "zu Franciscu
Mustacatu". Mangiafuoco, nei suoi confronti, altro non era se non un
personaggio del grande Collodi.
La storia del cinema teatro di
San Fili ovviamente non finisce qui. Ci sarebbe infatti tant'altro da
raccontare... e chissà che un giorno non mi decida a farlo!
Per ora mi limito semplicemente
a registrare per la cronaca i seguenti appunti:
Nel corso di alcune
ristrutturazioni operate alla struttura del cinema teatro, rifacendo il
pavimento non raramente venivano allo scoperto teschi o ossa umane. Una cosa
del genere mi riporta all'esagerazione di alcuni film dell'orrore: Dario
Argento, sicuramente si sarebbe divertito a far uscire dal pavimento braccia di
morti nel corso d'una scena in cui veniva proiettato sullo schermo un film
dell'orrore.
Il sonoro nel mondo
cinematografico farà la sua comparsa il 1927... ma lì si era ancora in America,
a San Fili sembra sia giunto con quasi una decina d'anni di ritardo. La colonna
sonora, comunque, era sostituita non raramente (come già detto) dal magico
mandolino di Giorgino Curatolo e dagli strumenti di altri bravissimi musicanti
locali.
San Fili, a quei tempi, non
bisogna dimenticarsi che aveva anche un'ottima banda musicale.
In alcuni casi, poi, se c'erano
film di guerra magari con battaglie in cui era previsto l'uso di cannoni,
dietro lo schermo qualcuno batteva fortemente su casse o altri aggeggi per
rendere più realistica, e quindi spaventosa per l'epoca, la scena.
Prima del sonoro le macchine di
proiezione erano a manovella (ossia non automatiche), gli stessi fotogrammi
della pellicola erano di 16 contro i 24 per minuto dell'epoca successiva. La
manovella era girata a mano dall'operatore e ciò faceva in modo che se
l'operatore in un certo momento iniziasse ad addormentarsi (cosa che
capitava!!!)... il film subiva un conseguente rallentamento di scena.
Non raramente si finiva per
vedere cavalli in corsa più lenti di uomini al passo e viceversa.
Così come capitava pure che nel
sostituire una delle bobine (pizze) che componevano il film, a volte si
invertissero le sequenze e ci si trovasse a vedere prima la morte del
protagonista e poi le sue stupende eroiche vicende in perfetta salute...
esattamente quello che ai giorni nostri succede nelle varie telenovela e soap
opere.
Proprio così: Beautiful,
Sentieri e Company... in parte sono stati realizzati anche dagli operatori ante
e post bellici del Cinema Teatro di San Fili... con qualche mezzo secolo di
anticipo.
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