SAN FILI BY PIETRO PERRI BLOG: marzo 2021

A chi non ha il coraggio di firmarsi ma non si vergogna di offendere anche a chi non (?) lo merita.

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sabato 6 marzo 2021

La Cina è vi-Cina... molto più di quello che possiamo immaginare. (5-6)

Shangai - Tempio del Buddha di
Giada.
In questo post vi propongo due articoli pubblicati rispettivamente sul Notiziario Sanfilese del mese di gennaio 2021 (il numero 5 o quinta parte) e del mese di febbraio 2021 (il numero 6 o sesta parte).
Tali articoli (ovviamente a mia firma) sono il prosieguo del resoconto del mio viaggio in Cina svoltosi tra il 22 ed il 31 agosto del 2019... in tempi ancora COVID-19 non sospetti.
La quarta puntata di tale resoconto era apparsa sul Notiziario Sanfilese del mese di dicembre 2019.
Se tutto va bene dovrei concludere tale resoconto con la settima puntata che dovrebbe venire pubblicata sul Notiziario Sanfilese del mese di marzo 2021... tempo spazio e soprattutto volontà permettendo.
Ma ecco di seguito la quinta e la sesta puntata.
Questa volta parlo di Buddha e... di uno degli ultimi buddha vissuti.

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La Cina è vi-Cina... molto più di quello che possiamo immaginare. (5)

Chi conosce il mio modo di scrivere sa che spesso e volentieri, anche e soprattutto per non  “scocciare” il mio lettore con sproloqui fiume, divido alcuni miei articoli in più puntate con una sfaccettatura a se stante dell’argomento trattato. Ovviamente cercando di chiudere con una morale o un banale messaggio l’intera storia o articolo complessivo.
Un “progetto” questo che ho cercato di portare avanti anche nel raccontarvi il viaggio che io e mia moglie abbiamo fatto nel mese di Agosto del 2019 (in tempi non sospetti per quanto riguarda il discorso “COVID-19”).
Un progetto che sono stato costretto ad interrompere a dicembre del 2019 per dare spazio ad altri temi più interessanti per la nostra Comunità o, com’era giusto, per dare il meritato spazio ad altri collaboratori del nostro bollettino. Uno spazio, quest’ultimo, che è ancor più giusto tesorizzare nel reciproco rispetto di quanti collaborano al Notiziario Sanfilese stesso.
Per completare l’articolo sul resoconto del mio viaggio in Cina mi restavano due puntate.
Mi restava solo da trattare il discorso religioso e segnalare una piccola/grande pecca in un mondo così stranamente perfetto agli occhi di un semplice turista come chi scrive.
Un turista che può parlare solo di ciò che le guide locali gli dicono e di ciò che gli fanno vedere.
In questo numero del nostro bollettino parlerò brevemente della religione... mancata?

.^.

Quando pensiamo alla Cina non possiamo non pensare ad uno degli ultimi baluardi del materialismo comunista sulla terra. Come, qualcuno potrebbe obiettare, se comunismo e materialismo (o ateismo in questo caso) siano sinonimi.
Purtroppo è questo il concetto che ci hanno inculcato da piccoli prima e da giovani poi in tanti borghi del Bel Paese... ed anche in alcune sezioni politiche del nostro borgo. O almeno questo, a persone come me, ci è sembrato di capire e nessuno ha cercato di dissuaderci dalle nostre convinzioni. Qualcosa del genere sicuramente è avvenuto anche in Cina. Almeno nella Cina ipotizzata (sempre per quanto ci è stato fatto credere a tanti noi italiani di sinistra post sessantottini) da Mao Tze-tung.
Niente di più: i cinesi credono come noi. Certo non come noi cristiani (i loro dei infatti sono diversi dai nostri dei) ma... anche loro sono esseri umani e come tali non possono fare a meno di credere in qualcosa di più grande di loro. Credere, dopotutto, fa parte dei bisogni primari dell’essere umano.
Uno dei loro dei, sicuramente il principale, è Gautama Buddha (ovvero “l’illuminato Gautama”).
Ma Gautama Buddha è veramente un dio?
Personalmente, e per quanto mi è sembrato di capire (non sono un teologo, dopotutto) credo di no.
Gautama Buddha insegna la strada soprattutto per migliorare se stessi e comunque in ogni ambito della propria esistenza. Partendo anche dal concetto che migliorando se stessi si migliora anche ciò che ci sta intorno e quanti ci stanno intorno. Negli ultimi anni oltretutto è finito anch’egli vittima del capitalismo e quindi del consumismo imposto da chi manovra i capitali.

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La Cina è vi-Cina... molto più di quello che possiamo immaginare. (6)

Pietro Perri in piazza Tienanmen
a Pechino - Agosto 2019.
In fondo il mausoleo a Mao Zedong.

L’ammetto: quando entro in un luogo di culto (ovvero sacro per chi mi ospita in quel determinato momento), specie se in veste di semplice turista, non posso fare a meno di rispettare i canoni che m’impone la religione seguita in quel determinato luogo. Mi levo il cappello e faccio il segno della croce entrando in un tempio (chiesa) cattolico, ho tenuto il capo coperto quando sono entrato in una sinagoga o mi sono trovato nell’area sacra del Muro del Pianto a Gerusalemme, mi sono tolto le scarpe (ed i calzini ove mi veniva chiesto) entrando in una moschea, mi sono inginocchiato ovviamente davanti ad una statua del Buddha e mi sono inginocchiato persino quando ho calpestato il sacro suolo del tempio di Delfi in Grecia.
Una buona norma, questa del rispettare il luogo di culto in cui si entra che mi ha insegnato, tanti anni addietro, l’ex vescovo di Cosenza-Bisignano monsignor Dino Trabalzini, in occasione di un viaggio in Terra Santa.
Ho rispettato tale regola anche nel mio viaggio in Cina, terra dei Buddha passati a miglior vita e terra, forse, anche dei buddha viventi. Dei... santi uomini (difficile considerarli dei in quanto loro, per come mi sembra di capire, da “illuminati” si limitano ad indicare il metodo per trovare la propria via ma sta ai discepoli capire di quale via si tratti). Agli “illuminati” si può solo chiedere la luce. Ma se non coltiviamo in noi stessi tale scintilla dopo un attimo la stessa si spegne e ci rigetta nel buio in cui camminano i comuni mortali.
Mausoleo a Mao Zedong in
piazza Tienanmen a Pechino.
Mao Zedong, il quattro volte grande dei Cinesi, altro non era, o tale è considerato ed a ragione, se non un buddha vivente. Dopotutto è lui ad aver ridato la meritata dignità alla Grande Cina.
Eppure Mao Zedong tutto voleva, a sentir dire dai suoi biografi, tranne che essere venerato, alla sua morte, come un dio. Dopotutto lui era un Comunista con la C maiuscola consapevole che la religione è per buona parte, non del tutto, l’oppio dei popoli. “Ma... anche loro”, i cinesi, “sono esseri umani e come tali non possono fare a meno di credere in qualcosa di più grande di loro. Credere, dopotutto, fa parte dei bisogni primari dell’essere umano”.
Mao Zedong era consapevole di ciò e da illuminato qual era sapeva anche quale tipo di venerazione avrebbero subito le sue spoglie mortali. Fu per questo che il quattro volte grande dei Cinesi espresse in vita la volontà di essere cremato.
Speranza vana. Il suo corpo venne imbalsamato ed ora è debitamente venerato, in un mausoleo realizzato ad hoc, in piazza Tienanmen (porta della Pace Celeste).
Non ho potuto entrare all’interno del mausoleo che conserva le spoglie mortali di Mao Zedong. Ma, se mi fosse stato possibile, sicuramente mi sarei inginocchiato davanti al suo sarcofago ed avrei chiesto anche a lui di illuminare la mia via o di insegnarmi la giusta direzione.
Inutile dire che per la maggioranza dei cinesi è obbligatorio almeno una volta nella vita, per ovvie ragioni, fare un pellegrinaggio a piazza Tienanmen a Pechino.

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Un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!