SAN FILI BY PIETRO PERRI BLOG: aprile 2016

A chi non ha il coraggio di firmarsi ma non si vergogna di offendere anche a chi non (?) lo merita.

Eventuali commenti a post di questo blog non verranno pubblicati sia se offensivi per l'opinione pubblica e sia se non sottoscritti dai relativi autori. Se non avete il coraggio di firmarvi e quindi di rendervi civilmente rintracciabili... siete pregati di tesorizzare il vostro prezioso tempo in modo più intelligente (se vi sforzate un pochino magari per sbaglio ci riuscirete pure).
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Ricordo ad ogni buon file l'indirizzo di posta elettronica legata a questo sito/blog: pietroperri@sanfili.net

sabato 23 aprile 2016

IV edizione EDUCAMP SAN FILI anno 2016.

NOTIZIA RIVOLTA AI GENITORI DEGLI ALUNNI DELLE SCUOLE ELEMENTARI E MEDIE DELL'ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE DI SAN FILI... ED ANCHE A CHI (AVENDONE I TITOLI) VOGLIA COLLABORARE ALL'EDUCAMP SAN FILI 2016.
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Il Comune di San Fili in collaborazione con l'Istituto Comprensivo Statale di San Fili presentano (organizzano) l'EDUCAMP SAN FILI edizione 2016. Un calderone di formazione postscolastica rivolta agli alunni (compresi tra gli 8 ed i 13 anni) che hanno frequentato nell'anno scolastico 2015/2015 la scuola nei pressi scolastici ricadenti nel territorio comunale.
Il periodo interessato è dal 20 al 30 giugno prossimo. Dieci giorni in cui chi aderirà (ovviamente per gli alunni decideranno i genitori) all'iniziativa... si divertirà studiando piacevolmente materie quali inglese, educazione fisica, educazione artistica, lettura e scrittura creativa e sperimentazione.
Per l'occasione (ovviamente per questi dieci giorni) siamo disposti ad ascoltare quanti (figure professionali) vorrebbero (con spirito di volontariato) collaborare a tale progetto.
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Pietro Perri (con delega alla Cultura e all'Istruzione del Comune di San Fili rilasciata dal sindaco Antonio Argentino).

martedì 19 aprile 2016

I risultati (sanfilesi) del referendum sulle trivelle... trivellanti.

Il 17 aprile 2016 in Italia si è votato per il cosiddetto “Referendum sulle Trivelle”.
Un quesito referendario in cui si chiedeva, in modo semplicistico, agli italiani “se volevano che, quando sarebbero scadute le concessioni, venissero fermati i giacimenti in attività nelle acque territoriali italiane anche se ci fosse stato ancora gas o petrolio da estrarre”.
Inutile dire che la maggioranza degli Italiani aventi diritto al voto ha deciso di non decidere o ha deciso di decidere non recandosi alle urne per esprimere la loro preferenza. In poche parole... anche stavolta non si è raggiunto il quorum (ossia è andato a votare meno del 50% più uno del corpo elettorale) e malgrado la stragrande maggioranza di quanti si sono recati alle urne abbia votato SI... e come se anche loro avessero votato NO o non si fossero recati neanche loro alle urne per esprimere la loro scelta.
Quindi? ... due a zero per il Governo guidato dal leader pidiessino Matteo Renzi (che continua ad affermare di essere un ambientalista che lotta per il proletariato) e palla al centro. Il centro per l’ennesima volta sono i banchieri italiani o gli imprenditori senza scrupolo che continuano a fare sciacallaggio sul suolo italiano.
Fatta questa doverosa premessa - decisamente di parte e quindi me ne assumo la responsabilità - vediamo un po’ come hanno votato gli aventi diritto al voto nella Libera Repubblica di San Fili giorno 17 aprile ultimo scorso... in merito al “Referendum sulle Trivelle”.
I dati che riporto li ho presi dal sito della Prefettura di Cosenza.

Totale aventi diritto al voto 2231
Votanti 733 (pari al 32,85 %)

Hanno votato SI 685 elettori (pari al 94,09 %)
Hanno votato NO 43 elettori (pari al 5,91 %)

Schede bianche 3 (pari allo 0,40 %)
Schede nulle 2 (pari allo 0,27 %)

San Fili (la Libera Repubblica di San Fili), inutile dirlo (ma ci sarà poi da vantarsi di ciò) per l’ennesima volta non ha fatto altro, a scrutini avvenuti, se non rispecchiare il dato nazionale.
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... si vis pacem para bellum!

sabato 16 aprile 2016

C’era una volta a San Fili... il carnevale: la farsa. (2)

Nel “Notiziario Sanfilese” del mese di Febbraio e nel mese Marzo del 2016 ho riportato in vita (?) la farsa di carnevale “Za Cassanta” messa in sena per le piazze ed i vicoli di San Fili nel lontano Febbraio del 1950.
Il trascrivere la stessa ed il riportarla anche se su un insignificante volantino da divulgare gratuitamente tra compaesani in effetti è un modo come un altro che mi permette di affermare, senza paura di essere smentito, d’aver salvato un seppur insignificante... ulteriore briciolo di memoria storica della nostra Comunità: la Comunità Sanfilese nel mondo.
Anzi, visto che a salvarla è stato in effetti agli inizi degli anni Ottanta del XX secolo il compianto Francesco “Ciccio” Cirillo sul suo Bollettino del San Fili Fraternity Club of Westchester”, a dir la verità... ri-salvato.
Quanto prima in ogni caso con tale precisazione, con quanto scritto nei succitati numeri del “Notiziario Sanfilese” (il bollettino mensile dell’Associazione culturale “Universitas Sancti Felicis” di San Fili) per rendere fruibile ad un maggior numero di lettori tale farsa con la sua storia... riporterò il tutto in una nuova pagina del sito “SAN FILI BY PIETRO PERRI” all’indirizzo www.sanfili.net.
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Ritrovando il “Bollettino del San Fili Fraternity Club of Westchester, Inc.” su cui Francesco “Ciccio” Cirillo aveva riportato la farsa di carnevale tenutasi a San Fili nel mese di Febbraio del 1950 almeno due cose mi hanno convinto a riproporla sul nostro “Notiziario Sanfilese”: 1) la completa assenza d’iniziative pubbliche o private lungo corso XX Settembre nel periodo carnascialesco che ci siamo appena lasciati alle spalle e 2) il ritrovare tra i personaggi o le semplici comparse che hanno dato vita a tale rappresentazione tanti nomi a me - e credo a buona parte della Comunità Sanfilese ancora sparsa per il mondo - familiari.
Il mitico Andrea "Brunello"
Commis.
Tanti purtroppo passati, spesso anche tragicamente ed immaturamente, a miglior vita e qualcuno ancora fortunatamente vivo e vegeto tra noi. Un nome per tutti: Andrea “Brunello” Commis... lo sfortunato Fabrizio ovvero uno tra i personaggi più importanti nella farsa “Zia Cassanta”.
Cosa c’è di meglio dal poter porre, con uno come me che cerca di salvare un po’ di memoria storica della nostra Comunità, alcune domande in merito all’organizzazione ed allo svolgimento della citata recita se non ad un testimone vivente... sessantacinque anni dopo?
Ed è così che sono venuto a sapere che: nelle piazze o nei larghetti in cui veniva tenuta la recita la gente si disponeva in cerchio al cui interno entravano i personaggi di volta in volta interessati dalla scena; Francesco “Ciccio” Cirillo alias Pulcinella si faceva largo annunciando la sua entrata in scena soffiando ripetutamente in un fischietto; il suggeritore alias Serafino Serpe si muoveva addosso ad un ciuco; i vestiti seppur i nomi dei personaggi dessero ad intendere il contrario erano ricavati alla buona con roba vecchia di proprietà degli stessi personaggi.
« Ci vollero circa tre mesi », mi ha raccontato  Brunello Commis, « per preparare il tutto.
Quel giorno, debitamente vestiti, uscimmo dalla casa de Giuvann’e Catalanu e facemmo la nostra prima recita proprio vicino all’abbeveratoio nei pressi del bivio per la frazione Bucita.
La casa de Giuvann’e Catalanu si trovava ad una cinquantina di metri dal bivio. Oggi non esiste più perché è da tempo crollata ed il punto in cui si trovava è stato in parte assorbito dalla carreggiata stradale.
Altre rappresentazioni della farsa le facemmo, sempre e solo in quello stesso giorno, in piazza san Giovanni, mmienz’u puontu, aru timparieddru (n.d.a.: incrocio tra via Umiltà e via Destre), in piazza Rinacchio e aru Spiritu Santu. »
Sempre dalla viva voce di Andrea “Brunello” Commis vengo a sapere che il testo della farsa di carnevale “Zia Cassanta” seppur originale è più vecchio di quel che si potrebbe pensare. A dettarla a Ciccio Cirillo infatti in quell’occasione fu lo stesso padre di Andrea Commis. Stando a questa ulteriore precisazione la farsa dovrebbe risalire almeno ai primi anni del XX secolo.
In questi giorni (fine Febbraio 2016) ho provato a cercare qualche ulteriore informazione sulle farse di carnevale in generale e su quella sanfilese in particolare. Inutile dire che per quanto riguarda il secondo punto la risposta di Google, il più famoso motore di ricerca del web, è stata del tutto negativa. Per quanto riguarda invece il primo punto... sorpresa: in tanti paesini della Calabria, dopo anni di oblio assoluto, si stanno riprendendo le recite, ovviamente in periodo carnascialesco, delle vecchie farse di carnevale. Farse diverse paese per paese.
Inutile dire che la farsa “Zia Cassanta” non fu più ripetuta, dall’ormai lontano 19 Febbraio del 1950, tra le strade ed i vicoli del nostro amato/odiato paesino... ma chi può dire che ciò non possa avvenire in un futuro prossimo?
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... si vis pacem para bellum!

Presentazione della guida "I Borghi più belli del Mediterraneo"... con gradita sorpresa.

Negli ultimi mesi del 2015, troppo impegnato nel dare giusto risalto alla stupenda manifestazione organizzata per celebrare degnamente il 90° anniversario dell’inaugurazione del Monumento ai Caduti di San Fili, ho tralasciato (o almeno rinviato) di pubblicare altre notizie che comunque, essendo legate alla cronaca positiva della nostra stupenda e viva Comunità, meritavano e continuano a meritare di essere pubblicate.
Tra queste notizie c’è anche quella relativa alla presentazione della guida “I Borghi più belli del Mediterraneo”. E, sorpresa tra le sorprese, tra questi borghi compare - non prendiamocela a male - anche il nome del nostro amato/odiato paesino: San Fili.
E allora? ... diamola, anche se con un po’ di ritardo, questa notizia.
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Il 2 ottobre 2015 presso lo “University Club” dell’Università della Calabria si è tenuta la presentazione della guida turistica “I Borghi più belli del Mediterraneo”.
Alla stupenda manifestazione c’era anche il nostro compaesano Tonino Salerno il quale non ha potuto che apprendere con soddisfazione del fatto che in tale guida turistica, curata dal dottor Claudio Bacilieri membro del Comitato scientifico dell’Associazione de “I Borghi più belli d’Italia”, era stato anche inserito il Comune di San Fili.
Inutile dire che il nostro compaesano Tonino Salerno non si trovasse lì per caso quella sera. Tonino qualche giorno prima infatti aveva ricevuto un invito ufficiale in qualità di titolare del “B.&B. Antica Calabria” di San Fili, giustamente inserito nella citata guida turistica in quanto struttura ricettiva locale.
Uno stupendo Bread and Brekfast quello realizzato e gestito dalla famiglia Salerno che merita di essere preso in dovuta considerazione da quanti volessero soggiornare nel nostro paesino e non hanno alternative a quella di dormire in una struttura pubblica. Noi ne abbiamo parlato nel Notiziario Sanfilese del mese di Agosto del 2014.
Diversi sono stati gli interventi succedutisi nel corso dell’incontro: sia da parte di docenti universitari che da membri della Fondazione Terzo Pilastro Italia e Mediterraneo, dell’Associazione de “I Borghi più belli d’Italia” e dei curatori della guida turistica “I Borghi più belli del Mediterraneo”.
Tutti i relatori comunque sono stati concordi nel riconoscere che il turismo è il volano della nostra economia e che i borghi d'Italia sono il perno centrale di questa economia.
Alla fine degli interventi previsti nella scaletta ufficiale è stata data la possibilità anche ai presenti di dire la loro sull’argomento base della serata: la bellezza dei nostri borghi ed il turismo. Tra i tanti ha preso la parola anche Tonino Salerno che, dopo aver ringraziato tutti i relatori ed in particolare l'autore per l'inserimento del borgo di San Fili in tale guida, ha ricordato ai presenti “... il treno che abbiamo perso con la chiusura ed il successivo abbandono, da parte di tutte le autorità locali, della vecchia ferrovia Paola - Cosenza che poteva essere utilizzata almeno a livello turistico (locomotiva a vapore) perché era l'unica ferrovia in Europa a scartamento ordinario con cremagliera.”
Purtroppo nel complesso della bellissima serata non poteva non registrarsi, anche e soprattutto a sottolineare quanto le Istituzioni siano sempre più lontane dal territorio e dalla cittadinanza amministrata, la classica nota stonata: tra gli assenti a tale importante appuntamento col futuro della nostra zona vi erano tanti sindaci e/o amministratori dei borghi citati nella guida stessa.
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Tra i borghi calabresi entrati a far parte della guida turistica “I Borghi più belli del Mediterraneo” edizione 2015 ci sono anche, oltre a San Fili, Oriolo, Civita, Altomonte, Badolato e Pentadattilo.
Dire che è un onore per San Fili e per i Sanfilesi essere stati considerati in tale pubblicazione... è dire poco.
Ne saremo degni?
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
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lunedì 11 aprile 2016

TRIVELLE SI TRIVELLE NO... INTANTO CHI CI GOVERNA CI TRIVELLA IL CERVELLO.

Dei criminali (non lobbisti - le lobby sono ben altra cosa - ma "prezzolati di cupole affaristico-mafiose") che si sono impossessati della guida della nostra Nazione svendendola ai poteri forti della finanza internazionale stanno cercando di far passare il votare "SI" al referendum del 17 APRILE 2016 o il semplice andare a votare onde garantire il raggiungimento del quorum in tale tornata referendaria come una vigliaccata contro l'occupazione.
Dicono, infatti, che votando SI o andando semplicemente a votare garantendo il quorum e quindi la vittoria del SI... e quindi bloccando le trivelle in parte del Mediterraneo e quindi a ridosso delle nostre cose (dico "le nostre" e non "le loro") avrà come logica conseguenza la perdita di migliaia di posti di lavoro: CAZZATE.
Al di là che sono posti di lavoro comunque a termine (le riserve del petrolio presente nel sottosuolo italiano sono a dir poco ridicole e non superano i due anni di estrazione o comunque nel loro insieme non coprono il fabbisogno del Popolo Italiano per non più di un paio d'anni... ammesso e non concesso che il Popolo Italiano di tale scempio ambientale ne vedrà qualche frutto) ma continuano a tacere i rischi legati all'estrazione del petrolio sul nostro territorio. Rischi e problemi che finora - da popolo civile - abbiamo demandato ai popoli del Terzo Mondo o alla Nazione Musulmana... ben lontana dalle nostre coste: terremoti, tumori e via dicendo.
Il termine PETROLIO non dimentichiamolo mai e sopratutto non dimentichiamolo il 17 APRILE 2016 è sinonimo di MORTE: per la nostra generazione e per le generazioni a venire.
E poi diciamolo una volta per tutte: noi non vogliamo posti di lavoro come i posti di lavoro dell'ILVA di Taranto o delle raffinerie di petrolio dove giornalmente decine di persone si ammalano di... mali brutti. Noi vogliamo una nuova e più equa distribuzione della ricchezza mondiale: che ci crediate o no oggi la metà della ricchezza mondiale è in pano a poco più di 85 persone... e miliardi di nostri "conviventi" muoiono letteralmente di fame ed agli stessi sono negate anche le cure primarie.
Io il 17 APRILE 2016 vado a votare e voto SI... perché non voglio che dei criminali al potere continuino a TRIVELLARMI IL CERVELLO.
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... si vis pacem para bellum!

U Catanànnu ‘e su paise. (“Ode aru curc’e Catalanu”).

Il dialetto sanfilese? ... ormai si parla solo fuori San Fili.
Un caro compaesano ed amico (Oscar Bruno) da tantissimi anni emigrato in Canada mi ha mandato all’inizio di quest’anno una bellissima poesia dedicata al nostro storico... curc’e Catalanu.
Cos’è o chi è “u curc’e Catalanu” lo sappiamo benissimo tutti i Sanfilesi (almeno quelli con la S maiuscola) ma per chi non lo sapesse ancora o non sia sanfilese dirò brevemente che è un mastodontico e secolare (avrà almeno un quattro secoli di vita... visto la mole) albero di castagno... maschio (ovvero “curcio”, albero non innestato perché diversamente sarebbe “castagna ‘nzerta”) che si trova al centro della villa degli emigranti nella zona (ovviamente a San Fili) conosciuta come “u chijan’i mulini”. Zona che si trova alle spalle del Teatro comunale del paese.
Questo per i non Sanfilesi (e per i Sanfilesi senza la S maiuscola). Per gli altri è tantissimo di più: è parte della propria vita.
Per ritornare comunque al discorso sul... dialetto dimenticato, leggendo il titolo della poesia (... ode aru curc’e Catalanu?) qualcosa mi ha colpito nel titolo della stessa: il termine “catanànnu”.
Personalmente mi reputo un apprezzabile conoscitore del nostro dialetto o, a dirla meglio, del dialetto dei nostri padri e/o dei nostri nonni perché noi oggi a San Fili - diciamo la verità - neanche l’abbiamo più un dialetto: siamo riusciti a perdere, negli ultimi quattro lustri, anche questo.
La domanda che mi ero posto fin dall’inizio fu... ma esiste o è esistita veramente (almeno nel nostro dialetto o ex dialetto) una parola “catanannu” o si tratta di una semplice... licenza poetica? ... da non credere: è esistita e di ciò me ne ha dato conferma lo stesso Dizionario Calabrese dell’Accattatis. E sicuramente non poteva esserci miglior definizione, per il nostro amato “curc’e Catalanu” di quella appunto datagli dal nostro comune amico e compaesano Oscar Bruno: “Catanànnu-a, s. m. e f.  Bisavo, Bisava || E patre e nannu e catanànnu avanza » (L. G. Supera il padre, l’avo e il bisavo) || fig. Uomo o Donna molto decrepita: Va ca si’ ‘nu catanànnu; (...)”.
Detto ciò... godiamoci i versi di Oscar Bruno dedicati al nostro inossidabile... curc’e Catalanu.
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U Catanànnu ‘e su paise.
Di Oscar Bruno.

Jiènnu ppe’ sa via ppe’ ra muntagna.
Arrìeri na picca e su paise,
cce’ sta’ nu guardianu ppe’ difise
ca forza ne tene ppe’ guarda’.

E mo’, chi io vi cuntu de su curciu,
ca nuddru si ricorda quannu e’ natu,
e mancu chira manu chi l’ha chiantatu
ancora vìecchiu, e senza corchia, e’ misu ddra’.

Si u guardi, pare nu monumentu.
Peccatu ca nun si trova a Sangiuvanne,
furtuna ca nasciu a chiste banne
e unuratu, tutti, u vaud’a guarda’.

E forse da vecchiaia ancora parla.
Si l’addimmannu, quant’anni tene,
chissa’ si sangu scurra ‘nta le vene
e ancuna cosa, forse, ma po’ di’.

Mi fiermu ddra’ vicinu a ru guardare.
U vuegliu dumanda’, pecchi’ eni a sa via,
viju ca n’uecchiu sulu si muvia
forse guarda a mmie, ppe’ mi parla’.

E vide mo’, ca rape na gagli’e vucca.
Ccu na vuce, na picca, gargarusu,
“Ohi figlici, nun pensa’ ca sugnu paurusu,
ca troppu malitiempi e’ passatu cca’.”

Na castagna cadìu ‘nta nu grupu.
E vide mo’, nascìu nu bellu chiantune,
de picciriddru, pue, mi fici pue guagliune
passaru l’anni, e ancora sugnu cca’.

Nuddru mi voze fa’ nu ‘nzitu.
De tanti ca ne vidi e cca’ passare,
vuliennumi, ccu amure, maritare
sfurtuna mia, curciu restai cca’.

Era buenu si avia nu chiantunieddru.
Nu figliu, nu nepute, na mugliere,
ma tuttu cuntra a mmie de se manere
ohi figlici... ti dicu... nun cce’ pensa’...

Natra bella cosa mo’, ti vuegliu dire
“nu cane, brutta bestia, m’ha pisciatu.
Ma, bonusia, vascìai nu tacchiu, e l'e’ curramatu,
zueppu restau, de cca’ nun passa cchiu’.

E mo chi m’hau fattu su giardinu.
Si juri mi ‘mprufumanu la mente,
pensa ca cca’, primu, nun c’era nente
ppe’ grazia mia, s’addunanu chi cc’e’ cca’.

Vuegliu campa cchiu de quantu tiegnu.
L’anni li cuntu, ma pue se porta u vientu,
cuntali tu, e pue mi puerti u cuntu
e’ buènu, ca tuttu, pue si sa’.

Passa natra vota ppe’ sa via.
Ti vuegliu dire ancora autri fatti,
nun veni’ menu a chisti patti,
t’aspiettu, nepute bellu, nun tarda’.
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... si vis pacem para bellum!