Francobollo dedicato dalle Poste Italiane a san Francesco da Paola nel 1957. Collezione filatelica Pietro Perri. |
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Omaggio ad un simpatico rettangolino
di carta appiccicosa.
Di Pietro Perri.
Curare
un’esposizione di qualsivoglia cosa non è facile, principalmente se si mira ad
evidenziare l’importanza di un qualcosa che, quotidianamente sotto gli occhi di
tutti, finisce nella sua consuetudine quasi per passare inosservato.
Il
francobollo è un po’ come la televisione; sempre lì, presente attimo dopo
attimo, ma più che asfissiante... divagante, consolante, remunerante.
Quante volte
la vista di un bel francobollo ha distolto il nostro pensiero, anche se per un
solo attimo, da una cattiva corrispondenza? ... e quante altre ancora ce ne
ha addolcito l’assenza?
Infinite
volte!
Il
francobollo risponde all’appello sempre e ovunque: non si limita alle strade
ben asfaltate e facilmente percorribili. Con qualsiasi mezzo (quadrupedi
inclusi) e con qualsiasi condizione metereologica, il francobollo riesce a
raggiungere le località più recondite e pittoresche.
Presente in
zona di guerra come in zona di pace: quante madri, quante mogli di combattenti
hanno spedito una lettera affrancata sicure che quel simpatico rettangolino
di carta avrebbe portato al proprio caro un pezzettino della sua amata
terra (un lembo di cuore peri il quale andava, forse inconsciamente,
immolandosi), della sua casa... di se stesso.
Il
francobollo arriva dove altri mezzi di comunicazione (telefono, radio ecc.) non
hanno ancora messo piede; sarà più lento, è vero, molto più lento... ma gli
altri mezzi di comunicazione non ne esprimono la stessa poesia, lo stesso
romanticismo.
Si legge (e
non è il solo caso) di una lettera recapitata dopo quasi sessant’anni dalla
spedizione (una lettera regolarmente affrancata): “era il ragazzo che scriveva
alla ragazza... un errore postale trasformatosi nel miglior regalo che una
coppia potesse aspettarsi in una ricorrenza così importante. La lettera venne
recapitata nel giorno in cui il ragazzo e la ragazza, ormai non più tali,
festeggiavano il loro cinquantesimo anno di matrimonio”.
Con ritardo,
ma anche in quell’occasione il francobollo riuscì ad assolvere egregiamente
alla propria funzione.
Il
francobollo, un semplice rettangolino di carta appiccicosa? ... molto, molto di
più 8e che rabbia quando qualcuno ha dimenticato d’apporlo alla corrispondenza
e ci si vede recapitare una tassata)!
A tal punto
viene lecito porsi la seguente domanda: cosa succedeva quando ancora il primo
francobollo non aveva visto la luce? ... ovvero: è mai possibile che la
corrispondenza prima dell’era del francobollo non venisse
recapitata o che, comunque, non raggiungesse le disparate raggiunte con
l’introduzione del francobollo stesso nel sistema postale?
Ovviamente... niente di più errato: la
corrispondenza (decisamente minima per l’epoca causa soprattutto
l’analfabetismo della gente) raggiungeva anche in siffatte situazioni le
località designate, solo che nel conteggio (vedasi l’Inghilterra agli inizi del
XIX secolo) le tariffe postali variavano in rapporto alla distanza del luogo di
destinazione , al peso, alle dimensioni e persino alla forma del plico, nonché
al numero dei fogli che lo componevano (ed il tutto anche nel perimetro
della stessa città): Non esisteva ancora una vera e propria unità
di servizio e di valutazione e la tassa normalmente era pagata, per ovvi
motivi, dal destinatario.
Molti erano
i casi di frodi e abusi indiscriminati (arginati solo dall’onestà più o meno
accentuata dai corrieri professionisti o improvvisati ch’essi erano): si
sentiva, in pratica, la necessità di controlli diretti da parte degli organi
statali.
Se l’era
del francobollo inizia nella prima metà del XIX secolo, il servizio postale
ha origini antichissime (la mitologia greca venera il dio Ermes,
messaggero degli dei, e sul pari dei Greci i Latini venerano il dio Mercurio):
si pensi che persino che la famiglia dei corrieri bergamaschi Tasso ottenne
l’esclusiva delle poste del Sacro Romano Impero.
Il
francobollo fin dalla sua prima apparizione ha rivestito una funzione
importantissima: facilitare e garantire la corrispondenza.
A detta
funzione se ne sono poi aggiunte altre non meno importanti quali la
divulgazione della cultura o la propaganda nazionalistica.
Studiando
complessivamente le emissioni dello Stato Italiano ai primi dieci anni della
Repubblica, si nota esplicitamente l’influenza che i vari regimi politici hanno
impresso su quel piccolo (ed apparentemente insignificante) simpatico...
rettangolino di carta appiccicosa.
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Un caro
abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace
ma... “si vis pacem para bellum”!