SAN FILI BY PIETRO PERRI BLOG: maggio 2019

A chi non ha il coraggio di firmarsi ma non si vergogna di offendere anche a chi non (?) lo merita.

Eventuali commenti a post di questo blog non verranno pubblicati sia se offensivi per l'opinione pubblica e sia se non sottoscritti dai relativi autori. Se non avete il coraggio di firmarvi e quindi di rendervi civilmente rintracciabili... siete pregati di tesorizzare il vostro prezioso tempo in modo più intelligente (se vi sforzate un pochino magari per sbaglio ci riuscirete pure).
* * *
Ricordo ad ogni buon file l'indirizzo di posta elettronica legata a questo sito/blog: pietroperri@sanfili.net

martedì 28 maggio 2019

San Fili: risultati europee 2019.


Domenica 26 maggio 2019 in quasi tutta l’Europa (qualche Stato aveva votato un paio di giorni prima) si sono tenute le elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo.
Ovviamente si è votato anche in Italia e siccome San Fili fa parte dell’Italia si è conseguentemente votato anche nelle tre sezioni del nostro amato/odiato paesino.
A San Fili erano ufficialmente chiamati a votare 2500 elettori... se ne sono presentati meno di 1100 (per la precisione 1076 ovvero il 43,04%).

Ai 1076 voti espressi vanno in ogni caso sottratti:

1) 24 voti relativi a SCHEDE NULLE;
2) 6 voti relativi a SCHEDE BIANCHE.

Tolte questi 30 voti restano, per differenza, 1046 voti utili ripartiti tra ben 14 liste.
Ed ecco di seguito come sono stati ripartiti tali voti:

1) MOVIMENTO CINQUE STELLE: voti 370 (il 35,37% del totale);
2) PARTITO DEMOCRATICO: voti 238 (il 22,75% del totale);
3) LEGA SALVINI PREMIER: voti 200 (il 19,12% del totale);
4) FORZA ITALIA: voti 92 (l’8,8 % del totale);
5) +EUROPA - ITALIA IN COMUNE - PDE ITALIA: voti 28 (il 2,68% del totale)
6) LA SINISTRA: voti 25 (il 2,39 % del totale);
7) PARTITO COMUNISTA: voti 13 (l’1,24% del totale);
8) POPOLO DELLA FAMIGLIA - ALTERNATIVA POPOLARE: voti 13 (l’1,24% del totale);
9) EUROPA VERDE: voti 12 (l’1,15% del totale);
10) PARTITO ANIMALISTA: voti 3 (lo 0,29% del totale);
11) POPOLARI PER L'ITALIA: voti 2 (lo 0,19% del totale);
12) FORZA NUOVA: voti 1 (lo 0,10% del totale);
13) PARTITO PIRATA: voti 1 (lo 0,10% del totale);
14) CASAPOUND ITALIA - DESTRE UNITE: voti 1 (lo 0,10% del totale).

Tale risultato, tragico per quanto riguarda l’affluenza alle urne (purtroppo molti di coloro che non sono andati a votare neanche si rendono conto d’aver votato più e peggio degli altri), vede di fatti confermarsi nelle scelte extra-comunali il MOVIMENTO CINQUE STELLE come prima forza politica del nostro paese. Risultato che come sappiamo non trova riscontro nelle elezioni amministrative comunali.
Seguono a ruota il MOVIMENTO CINQUE STELLE il PARTITO DEMOCRATICO (decisamente uno zoccolo duro della nostra Comunità) e, credo sia giusto definirla in questo modo, la LEGA SALVINI PREMIER ovvero la new entry della politica locale.

I più votati (i primi tre) del MOVIMENTO CINQUE STELLE sono stati:

1) FERRARA LAURA con 109 voti;
2) GEMMA CHIARA MARIA con 12 voti;
3) FURORE MARIO con 6 voti.

I più votati (i primi tre) del PARTITO DEMOCRATICO sono stati:

1) CAPUTO NICOLA con voti 72;
2) IACUCCI FRANCESCO ANTONIO con voti 68;
3) NUCERA LUCIA ANITA IN MAISANO con voti 50.

I più votati (i primi tre) del PARTITO DEMOCRATICO sono stati:
1) STAINE EMMA con voti 50;
2) SALVINI MATTEO con voti 33;
3) SOFO VINCENZO con voti16.

Dire buon lavoro a tutti (anche perché dal loro buon lavoro dipende la nostra stessa esistenza) credo sia alquanto scontato ed è per questo che, parafrasando il titolo d’un celebre film di qualche anno fa) concludo questo post/articolo con la frase... IL PARADISO PUO’ ATTENDERE.
Nel frattempo godiamoci l’Inferno cui siamo da decenni abituati e speriamo di poter a breve accedere ai primi gradini del Purgatorio.
*     *     *
Un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!

venerdì 24 maggio 2019

A San Fili trattano così i platani e le altre piante per “motivi di sicurezza”?


Il seguente articolo (dal titolo “A San Fili trattano così i platani e le altre piante per “motivi di sicurezza”?) è stato pubblicato sul Notiziario Sanfilese (il bollettino dell’Associazione culturale “Universitas Sancti Felicis” di San Fili) del mese di maggio 2019 a firma dell’amico Francesco “Ciccio” Gentile.
*     *     *
Agnosco veteris vestigia flammae.
(o adgnosco veteris vestigia flammae)
"riconosco i segni dell'antica fiamma", ovvero sento ridestarsi il fuoco non sopito della passione.
*     *     *
Un platano recentemente 
decapitato lungo corso XX
Settembre a San Fili.

Un tempo, non molto lontano, quando ancora ragazzi si andava a scuola, era in uso la “festa degli alberi”.
Orbene si ricorda, e chi non lo ricorda!, che durante l’anno scolastico vi era per l’appunto, una giornata dedicata alla cultura degli alberi. In quell’occasione si andava tutte le classi delle elementari insieme, in un posto prestabilito per piantare alcuni alberi.
Era una giornata gioiosa, dedita alla pratica ed alla cultura ecologica quella vera, autentica, senza tanti giri di parole vuote e retoriche, ma poche ed in memoria ed onore della natura sicché noi allora ragazzi, ci sentivamo partecipi di un rito antico, importante ed ossequioso della natura.
Ora non sappiamo in quale circostanza i nostri avi piantarono i platani lungo il corso XX Settembre, rimane il fatto che questi alberi sono lungo il corso da tempo immemore, ancor prima che nascessimo.
Ecco perché oggi, in molti di noi ed in particolare per chi scrive,  Agnosco veteris vestigia flammae”, ovvero, si ridesta non solo la vecchia passione, per quanto monta la rabbia, fredda  rabbia, nel vedere i vecchi maestosi alberi di platano, che in moltissime città continuano a svettare splendidi e temerari contro venti e tempeste, avversità di ogni tipo rimanendo imperterriti a sfidare il tempo e le inclemenze atmosferiche, con la forza di chi ha dalla sua la ferrea volontà di resistere a tutto e tutti.
Eppure in alcune città ed in particolare in San Fili, gli amministratori nostrani si accaniscono, con pervicace cattiveria, a capitozzare sistematicamente i nostri alberi.
Si proprio quelli che i nostri avi han piantato lungo corso XX Settembre…
Molti sanfilesi hanno rinunciato a protestare contro tale barbarie, altri lamentano flebilmente tale pratica, qualcuno si arrabbia, altri non sanno cosa dire o fare per paura di qualche ripicca o prepotenza dei “padroni” di turno.
Sono questi amministratori, miopi e attenti solo a mantenere “buoni” alcuni nemici delle piante, che hanno paura di qualche ramo che si spezzi, o che attraverso la caduta delle foglie, “sporchino” la strada.
Trattano così i platani e le altre piante, per “motivi di sicurezza”?
Sarebbe meglio tagliarli “in toto”, evitando loro, inutili dannose ferite annue.
E non solo i platani. Anche le acacie, notoriamente alberi da non potare, come d’altronde gli stessi platani, sono “potati”… con la loro capitozzatura.
Ora solo alcuni cenni sui platani, alberi che in tutte le città, sono rispettati e molto diffusi.
*     *     *
Platano: albero generalmente molto alto, a chioma globosa-allungata, fusto eretto e massiccio da cui si dipartono grandi rami, corteccia verdastra e liscia da giovane, poi bianco-grigiastra desquamata in placche ampie e sottili; foglie alterne, palmate a 3-5-7 lobi, da 10 a 30 cm di lunghezza, margine intero talvolta dentato sul lobo apicale, nervature evidenti, lungamente picciolate. Fiori riuniti in capolini tondi e peduncolati: i maschili giallastri ridotti ad un unico stame, i femminili rossastri, distribuiti all'apice dei giovani rami. Infruttescenze sferiche di 3-4 cm, ricoperte da peli rossastri allungati, lungamente peduncolate, riunite anche in gruppi di 2-3; a maturità liberano frutti piumosi.
*     *     *
Ed ecco i poveri alberi, ridotti a monconi come uomini a cui hanno staccato gli arti.
Che desolazione, che tristezza, e… questa estate, niente frescuraaa!
Viene così attuata non già la festa degli alberi, da ripristinare, ma LA FESTA AGLI ALBERI.
DESTINATI A MORIRE.
In un prossimo articolo parlerò dei danni derivanti dalla capitozzatura.
E… ad majora semper!
*     *     *
... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!

lunedì 6 maggio 2019

U giardinu aru Muragliune (Santu Fili ‘e na vota) / Don Luigi Magnelli.

Stupendo articolo (con poesia annessa) pubblicato sul Notiziario Sanfilese (ovvero il bollettino dell’Associazione culturale Universitas Sancti Felicis” di San Fili) del mese di aprile 2019... a firma del nostro compaesano (Sanfilese DOC) Caio Amnio Ostico (ovviamente si tratta di uno pseudonimo ma... io so benissimo chi è).
*     *     *
U giardinu aru Muragliune (Santu Fili ‘e na vota) / Don Luigi Magnelli.
Di Caio Amnio Ostico.

Il muro di cinta del giardino annesso
all’ex palazzo Gentile sede per tanti
anni della curia locale e dell’Azione
Cattolica di San Fili. La foto è del 1974
e fa parte dell’archivio dell’indimenticato
Francesco “Ciccio” Cirillo. Al centro
(all’angolo che fa il muro di cinta) si può
ammirare la statuetta della Madonna.

In un periodo di ricordo personale (n.d.r.: negli anni Sessanta), a San Fili, c'era "u giardinu" dell'Azione Cattolica "aru muragliune".
Com’è noto, almeno ai Sanfilesi, il muraglione (grande muro) era una pregevole opera borbonica, purtroppo, ridimensionata seppur solo nella sua sezione superiore, però, la più visibile e rappresentativa.
E l'Azione Cattolica aveva sede in un palazzo, credo, a quell'epoca, di proprietà della Curia ubicato di fronte e, pressappoco, a metà della lunghezza del muraglione.
Il "responsabile" delle mura e delle anime, era un parroco dalla faccia buona e dalle scarpe rotte, un po’ distratto (un classico, ad esempio, era la dimenticanza della sua malconcia 600, poi una 126) ma di grande, talvolta incompresa, cultura (basti citare il suo libro di altissima filosofia "Filosofia come Speranza" del 1987): DON LUIGI MAGNELLI.
Era, dunque, al campetto (detto "u giardinu") dell'AC (Azione Cattolica), che si radunavano quasi tutti i ragazzini dell'epoca appassionati del gioco del pallone.
Quello era, infatti e benché angusto, uno dei rari spazi "idonei" in paese. Un altro era "ara piccola" della stazione ferroviaria; più grande ma meno disponibile.
Il campetto della Madonnina era, praticamente, occupato tutto l'anno ma, naturalmente e soprattutto, da quando iniziavano le lunghe e profumate giornate di primavera sino a quando terminavano quelle più corte ma altrettanto profumate (di fichi e castagne) d'ottobre.
La statuetta della Madonnina era posizionata sull'angolo esterno-nord della recinzione del campetto e guardava verso il muraglione. Oggi, quella stessa statuetta, è saldata su una stele di cemento e guarda la piazzetta ricavata proprio là  dove c'era il campetto.
Le grida, le parolacce e, pure, qualche bestemmia davano giustamente, fastidio a tutti i vicini ma principalmente al cav. De Lorenzo il quale, proprio sul campetto, aveva un'affacciata della sua abitazione ed inoltre deteneva una chiave della porta d'ingresso esterna della recinzione che raramente, e nonostante tante "preghiere", concedeva per poter accedere al campetto stesso.
L'ingresso avveniva generalmente dalle porte dell'AC (grazie a Don Luigi e/o sua sorella). Il frastuono che si levava era uno dei motivi che limitava (ma non sempre) le ore di gioco che, spesso, si protraevano anche ed oltre l'oscurità.
Si sfruttava la luce fioca di due lampioni comunali e non era raro che qualche genitore andasse a "ricogliere" il figlio incurante dell'inoltrato orario di rientro a casa.
I pretendenti al gioco erano tanti per cui si dovevano formare, ogni qualvolta fra discussioni e liti, più squadre (generalmente di 4/5 elementi l'una) che, a turno, si sfidavano in partite ognuna delle quali non finiva con meno di 20/30 reti da marcare nelle porte delimitate da 4 pietre e, talvolta, anche da qualche indumento o cartella scolastica di qualcuno più generoso dei giocatori.
Questo avveniva quando le pietre, che appunto dovevano fungere da pali, venivano rimosse e nascoste da mani più o meno anonime.
Un altro motivo per cui, alcuni giorni, si giocava di meno (o addirittura non si giocava) era dato dalla limitatezza, o mancanza, del numero dei palloni, generalmente di plastica visto che era rarissimo di cuoio.
Non tutti ne possedevano uno e, spesso, chi lo metteva a disposizione, pretendeva di giocare in continuazione, magari cambiando squadra... ma mai in porta (poiché quasi tutti non volevano giocare in porta, i portieri si stabilivano "a rota").
Molte volte, pur di giocare, si usavano palloni
*     *     *
U paddrune ara Madonneddra.
Di Caio Amnio Ostico.

Nun vidianu l'ura e jì aru muragliune
ppè potì iocà aru paddrune.
(I burbuni avianu fattu u muragliune
e, mò, puru iddru nun c'eni cchiuni).
Ara Madonneddra cc'era u giardinu
ricintatu, strittu e pocu longarinu.
Senza chiante, senza l'adduru d'i iuri
ma ccù l'aria 'mpregnata de suduri.
Nu ricuordu cumu fuossi ieri,
de amicizia e du iuocu d'i piedi.
Addrà, jianu giuvanieddri e quatrarieddri
a sall'ordà piedi, cu-uddru e capiddri.
De purvera o de zanga, sinne futtianu
'bbasta ca appriessu a paddra fuìanu.
Scarpe nove, vecchie o rutte,
ppè iocà eranu bone tutte.
Quattru petre ppè fà e porte
e chine sa sentia minava cchiù forte.
Quannu a paddra era bucata
ogni cavuce na sc-cuppettata.
Iocavanu ccuru sule o aru scuru
e valìa puru u vattimuru.
Cc'era chine daveru sapìa jiocà
e a paddra cumu u strummulu facia girà.
Sempre na lieticata e na zimpunia
ma, a cuntentizza 'ndè facce si lejia.
'Ncuna vota nu pede o nu vrazzu ruttu
ma mancu chiru era u cchiù bruttu.
U veru sciuoddru era ca ppè iuorni
u paddrune rimania sulu 'ndi suonni.
Gridate, maleparole e 'ncunu ca iestimava
puru ca a Madonneddra sentia e guardava.
E, forse, u Patreternu nemmenu si 'ncazzava
ca, pue, Don Luigi u cumpessava.
*     *     *
*     *
P.S.: in occasione della Santa Pasqua, ricordo, che mio nonno mi declamava questa breve ed antica filastrocca:

Sabatu Santu vieni curriennu
ca li figlioli stannu cianciennu
stannu vattiennu a capu aru muru
ca vuonnu fattu lu Santu cuddruru.
*     *     *
... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!