SAN FILI BY PIETRO PERRI BLOG: 2010

A chi non ha il coraggio di firmarsi ma non si vergogna di offendere anche a chi non (?) lo merita.

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Ricordo ad ogni buon file l'indirizzo di posta elettronica legata a questo sito/blog: pietroperri@sanfili.net

venerdì 31 dicembre 2010

Il 2011 per San Fili e per i Sanfilesi? ... sicuramente migliore del 2010!

Una brutta annata, questa del 2010, per San Fili e per i Sanfilesi... speriamo nel 2011 che sia un anno di cambiamento e, finalmente, di rinascita: di rinascita sociale, economica ma soprattutto culturale e morale.
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Avevo pensato (e forse qualche caro mio compaesano aveva anche sperato) di chiudere questo nefasto (per San Fili e la Comunità Sanfilese) 2010 senza ulteriori considerazioni personali in merito, anche e soprattutto, a fatti che hanno drammaticamente colpito la nostra amata odiata cittadina in questi ultimi giorni.
Poi l’assoluto silenzio di chi aveva l’obbligo di parlare (un esempio? … i rappresentanti delle forze politiche e sociali presenti ed operanti nel nostro paese) ed un paio di segnalazioni pervenutemi tramite e-mail o come commenti a qualche mio post su socialnetwork Facebook mi hanno convinto a ritornare sui miei passi.
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Domenica 5 dicembre 2010 dopo aver pubblicato su Facebook (zona Note) una mia vecchia composizione poetica trovai (non so con quale collegamento con la poesia stessa) il seguente commento lasciato dal mio amico G.M.: “scrivi sugli allogi comunali chi paga il fitto pochissimi e poi che ci sei sugli allogi popolari che sono disabitati ciao”.
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Sabato 25 dicembre 2010 (Natale) trovai in una delle mie caselle di posta elettronica il seguente messaggio trasmessomi da M.C. (carissimo amico e compaesano cui però non riesco ad abbinare… il volto al nome): “Salve Pietro, Buon Natale e felice Anno nuovo - nel complimentarmi con lei per il grande lavoro fatto e che continua a fare attraverso il suo sito, ritengo che sia un impegno quasi morale da parte sua, citare in futuro le vicende di cronaca che in questo periodo hanno travagliato la nostra comunità. Capisco bene che vicende del genere non fanno parte della vocazione del suo lodevole progetto (culturale). Ma se mi permette la gravità dei fatti supera ogni razionale concettura. Tralasciamo il misero giustizialismo o la superficiale carità cristiana, Pietro, ma  la 'ndrangheta attanaglia i locali enti di governo.
Le rinnovo gli auguri, a presto.
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A G.M. chiesi a chi avesse votato alle elezioni del 29 marzo 2010 (quelle dove venni trombato per un voto). G.M. mi rispose che non era andato proprio a votare… che era un sacco di tempo che non andava a votare. Cosa potergli rispondere se non di rivolgersi a se stesso se le cose a San Fili e nei suoi confronti in particolare vanno male? … mi ha detto (almeno questo mi sembra fosse il concetto delle sue parole) che non sono altro che un egoista. Se fossi un egoista… credo che non starei qua a scrivere oggi.
Diversa fu la mia risposta ad M.C. dopo essermi sfogato sulla mia assurda situazione personale, gli chiesi una mano per proseguire (ovviamente assieme) la mia battaglia morale e culturale. Sono ancora in attesa d’una risposta che credo non verrà mai.
… non mi resta che proseguire (da solo) la mia guerra contro i mulini a vento. Una guerra che finora mi ha portato solo nemici. Una guerra che prima o poi mi farà registrale anche una inimicizia con me stesso.
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Ai miei cari amici G.M. ed M.C. per il nuovo anno vorrei regalare i versi (solo una strofa) d’una canzone che sentii cantare tanto tempo fa dalla grande ed indimenticabile Gabriella Ferri. Tali versi in questi giorni navigando su internet (interrogando Google) li ho trovati collegati alla tradizione popolare di una nota località cosentina… San Lorenzo del Vallo:
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« All'erta, all'erta li campani sona,
Li Turchi su calati alla marina,
Chi tena li scarpi rutti si li sola
Che jiu mi l'haiu sulati stamatina ».
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… a buon intenditor poche parole!
Inutile dire che le riflessioni di questo post iniziano da quando accaduto nel mese di dicembre 2010 a San Fili… e da quanto ci si sarebbe aspettati capitasse come logica conseguenza.
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Mi chiedo come mai, ad esempio, le forze d’opposizione amministrativa sanfilese, senza neanche pensarci una attimino, senza neanche fare (qualcuno) un piccolo esamino di coscienza per quanto avvenuto in un passato poi non tanto remoto nella nostra comunità (vedasi ammanco del miliardo nelle casse del nostro comune scoperto nel periodo 1996/2000), abbia immediatamente condannato la vicenda (mi riferisco all’inchiesta sulle false - ? - invalidi civili) di cui è stato (ed è tuttora) protagonista il nostro primo cittadino chiedendone le immediate dimissioni, chiedendo una presa di coscienza da parte della maggioranza consiliare sanfilese e non ha ancora speso una sola parola (carta canta… del “verba” poco me ne frega) questa stessa opposizione su quanto avvenuto a San Fili, nel nostro pittoresco paesino, in questo deprimente mese di dicembre 2010.
I giornali locali (“Gazzetta del Sud” e “Il Quotidiano”) in merito alla vicenda dell’incendio appiccato alla nostra “Casa Comunale” (tra l’altro anche per mano di un rispettabilissimo - ? -dipendente del nostro Comune) ne hanno detto di tutto e di più parlando di tangenti, di soldi incassati in nome e per conto del Comune di San Fili e non versati nelle casse del Comune stesso, di appalti truccati (“Il Quotidiano” segnalava il caso della piscina), di dubbie assegnazioni di alloggi popolari, di ipotetiche vessazioni (?) nei confronti di qualche dipendente comunale e via dicendo.
Bene ha fatto in questo caso, perché in un altro caso l’avevo giustamente condannato, il giornalista della “Gazzetta del Sud” Arcangelo Badolato chiudendo un proprio articolo sulla succitata vicenda con dei puntini sospensivi e ponendosi una feroce domanda: è possibile che nessuno finora si era accorto di niente di ciò che accadeva all’interno dell’Ufficio Tecnico del Comune di San Fili? … in poche parole quel dipendente assegnato a tale ufficio (quello indiziato in merito all’incendio alla nostra “Casa Comunale”) è un tassello del sistema, è il diavolo in persona o è solo l’ennesimo capro espiatorio di una situazione che, con enormi sacrifici, la nostra comunità si porta sulle spalle ormai da diversi anni a questa parte?
Dopotutto quando vogliamo, a San Fili, riusciamo anche a beccare chi ci sta truffando facendosi conteggiare un metro di spazzatura in meno nella sua abitazione. Perché, diciamo la verità, ormai il vero (per fortuna “unico”) criminale in Italia (e San Fili fa parte dell’Italia) è chi guida senza indossare le cinture di sicurezza (magari beccato in flagrante mentre percorre la pericolossissima piazza San Giovanni di San Fili), chi guida alle 15 del pomeriggio con un sole, in cielo, che spacca le pietre… senza i fari della macchina accesi, chi guida con un solo bicchiere di vino (magari di 135 millilitri) in corpo, chi dimentica di pagare la rata del mutuo o chi cerca stupide scappatoie per non pagare certe assurdità di tasse e balzelli di lieve peso economico (mentre altri si fottono e ci fottono pezzi di migliaia di euro a botta).
Criminale è chi lascia, sempre a San Fili, in sosta vietata o quasi il proprio mezzo di circolazione pur non creando grosse difficoltà alla viabilità: tale soggetto va multato! … magari poi a qualcuno (… giustamente?) la multa gliela togliamo pure. Dopotutto siamo umani… (?)!
Quest’anno mi sono sentito un criminale persino quando sono andato alla Caserma della Polizia stradale di Cosenza (in via Popilia) a dimostrare di aver pagato una multa (circolavo con i fari spenti alle tre del pomeriggio nei pressi di Ponticelli) circa sei mesi prima tramite il sito web delle poste italiane. Secondo i miei cari amici poliziotti il computer non poteva sbagliare... mi si leggeva in faccia che ero e sono un incallito criminale. E quando ho dimostrato la mia buonafede... ho avuto la vaga impressione che i miei interlocutori malgrado tutto restavano ancora in dubbio.
C’è qualcuno, per quanto riguarda San Fili, che doveva sapere e non poteva (e non può) non sapere? ... dopotutto, come diceva Toto’, “... cca nisciuno è fesso!” e “… facci’u fesso ppe piglia’ ppe fess’all’atri!”. E San Fili nel giro di poco più d’una decina d’anni per fessa c’è stata presa ben due volte (se è vera, e non ho dubbi di non crederlo, parte di quest’ultima vicenda).
… la coglionaggine, in politica, è un reato che dovrebbe essere contemplato nel codice di procedura penale! … è un reato nei confronti dell’intera Comunità e quindi anche di se stessi. Se qualche amministratore un giorno vi dicesse: “... erano troppo intelligenti, ci hanno fatto fessi! ... vergognatevi d’averlo votato! ... dopotutto avete votato ad un fesso.”.
Colpevoli (se ci sono, ovviamente… speriamo che la Magistratura questa volta faccia il proprio dovere e ci sollevi, una volta tanto, da qualsiasi dubbio in materia) da ricercare sia nell’ambiente della Casa Comunale che tra i normali (innocenti?) sanfilesi che hanno avuto a che fare, per vario titolo, con tale situazione.
Giusto la ciliegina per chiudere in bellezza, per San Fili e noi Sanfilesi, in bellezza questo assurdo 2010.
Ormai, ammettiamolo una volta per tutte (diversamente non ne usciremo mai fuori) è un situazione che ci è sfuggita di mano. In questi ultimi quindici anni si sono verificate a San Fili tante e tali gravi cose come non se ne sono verificate nell’arco del precedenti cinquanta anni: due illeciti (…? … almeno nel primo caso è stato verificato) ammanchi di una certa entità nelle casse del Comune di San Fili, l’attentato subito dal nostro primo cittadino (e non con stupide e ridicole pallottole spedite per posta ma con colpi di lupara consegnati a proprie mani ed al proprio domicilio), un suicidio di un romeno e l’omicidio suicidio ad opera di una badante ucraina, il tentato omicidio di un compaesano sembra a causa di uno sgarbo di poco conto, sequestro di armi varie, simulazioni di reati sullo stile della mitica compagnia di Totò nel film “La banda degli onesti” e chi più ne ha più ne metta.
… e poi ci sono i migliaia “... si dice ma io qui lo dico e qui lo nego!” che si registrano quotidianamente lungo Corso XX Settembre: troppi per non essercene qualcuno anche vero! … e quanto è avvenuto in questi giorni ce ne ha dato tristemente prova.
Ormai, sempre più (purtroppo non solo a San Fili… e dopotutto San Fili non è altro che lo specchio di quanto succede nel resto d’Italia) dalle nostre parti tutto è permesso… tranne il lecito. Ormai dalle nostre parti le persone oneste che vogliono sopravvivere eroicamente al sistema si trovano sempre più schiacciate tra l’incudine della piccola criminalità ed il martello delle democratiche Istituzioni.
Di chi è la colpa di tale decadimento della nostra comunità? ... di nessuno: la Scuola nega ogni responsabilità dando la colpa alle famiglie, le famiglie negano ogni responsabilità dando la colpa alla scuola ed alla società, l’Amministrazione comunale nega ogni responsabilità perché (giustamente) l’Amministrazione comunale (Consiglio e Giunta) non ha mai responsabilità in niente (mi chiedo allora cosa ci stia a fare quest’organo nei Comuni), la politica (ammesso e non concesso che si possa più parlare di politica ormai a San Fili) nega ogni responsabilità perché la responsabilità è dei tempi, la chiesa nega ogni responsabilità perché la responsabilità e dei fedeli sempre meno fedeli...
... a proposito: la colpa è solo mia perché ho la sfacciataggine di scrivere e scrivere ragionando (…o sragionando?) con la mia testa. Questa, forse, è ormai l’unica colpa reale nella Società Sanfilese di quest’assurdo inizio del Terzo Millennio.
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Una brutta annata, questa del 2010, per San Fili e per i Sanfilesi... speriamo nel 2011 che sia un anno di cambiamento e, finalmente, di rinascita: di rinascita sociale, economica ma soprattutto culturale e morale.
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Concludo queste mie riflessioni con il caro ricordo (anche per questo il 2010 è stata una bruttissima annata) degli amici Francesco Calomeni e Giuseppe Speziale… due grandi, stupendi personaggi che hanno saputo salutarci… in punta di piedi.
… un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
… e ovviamente auguri d’un Felicissimo 2011 a tutti.
… anche a me!
… /pace!

venerdì 24 dicembre 2010

Buon Natale e Felice Anno Nuovo... a tutti!

La foto è del 1997... giuro che non ho
fatto nessun lifting nel frattempo.
Non ho potuto fare a meno di mettermi per l'ennesima volta davanti al mio PC (Personal Computer?) e scrivere, almeno per una volta nella mia vita, qualcosa di sensato.
Cosa dovrei scrivere di sensato? ... ma il mio miglior augurio nei tuoi confronti, amatissimo lettore, di un Buonissimo Natale e di un Felicissimo Anno Nuovo.
Augurio di cuore ovviamente da estendere anche ai tuoi familiari (quelli con cui vai d'accordo, ovviamente) ed ai tuoi amici del cuore.
Un augurio che spero non ti trovi da solo, nella giornata di domani... in quanto è bruttissimo, non solo per i credenti ma anche per quelli come noi (o almeno come me) che da qualche tempo a questa parte hanno cessato di credere a scatola chiusa, passare il giorno di Natale da solo, e che effettivamente sia una giornata positivamente da ricordare anche negli anni a venire.
Per quanto riguarda poi il nuovo anno? ... che sia miglior di quest'anno che ci stiamo lasciando alle spalle se il 2010 per te è stato comunque un anno positivo, che sia un anno che ti aiuti facilmente a dimenticare fin dai primi giorni il 2010 in caso il 2010 non ti abbia soddisfatto per niente.
...un caro abbraccio a tutti i Sanfilesi nel Mondo (ma anche ai Cosentini, ai Calabresi e, perché no?, ai miei cari amici di Matera) dal sempre vostro affezionato Pietro Perri!
... /pace!

San Fili da Darwin Awards? … obiettivo mancato, per un pelo!

La locandina del film "The
Darwin Awards" del 2006.
San Fili da Darwin Awards? … a prima vista sembrerebbe di si, poi, letto bene il regolamento per l’assegnazione dei Darwin Awards, dobbiamo ricrederci: il prestigioso premio sembra (per fortuna) essere solo stato sfiorato dai Sanfilesi in questi ultimi giorni.
Ovviamente per capire a cosa mi riferisco devo prima spiegare brevemente cosa sono i Darwin Awards e per fare ciò mi aiuterò con un piccolo copia incolla dall’ormai insostituibile libera enciclopedia multimediale “Wikipedia”.
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Il Darwin Award è un ironico riconoscimento assegnato a qualsiasi persona che abbia aiutato a migliorare il pool genetico umano "rimuovendosi da esso in modo spettacolarmente stupido". Più sciocca è l'azione che comporta la perdita di capacità riproduttiva (e la conseguente rimozione di un insieme inetto di geni dal pool genetico - ad esempio uccidendosi o sterilizzandosi), migliori sono le possibilità che un individuo riceva il premio. I premi (…) vengono assegnati sul World Wide Web (…).
Benché molti dei vincitori del Darwin vengano premiati postumi, la morte non è necessaria poiché i vincitori devono solo rimuovere se stessi dal pool genetico. In alcuni casi i vincitori si sono resi incapaci di procreare ma sono ancora vivi.
Per vincere ci si deve comportare in maniera straordinariamente poco intelligente, ad esempio (…) usando un accendino per illuminare un serbatoio di benzina e assicurarsi che non contenesse materiale infiammabile (…).
Menzioni onorevoli possono andare a chi, non per propria colpa, non è riuscito completamente a rimuoversi dal pool genetico. Questi atti sciocchi e pericolosi sono degni di essere menzionati, se non altro per tenersi alla larga da queste persone al prossimo tentativo. Alcuni esempi (…) due persone ustionate mentre cercavano di appiccare il fuoco ad un videogioco da bar (…).
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I cinque requisiti (e qui, per fortuna per i nostri eroi paesani tristemente assurti alle cronache locali in questi ultimi giorni, casca l’asino… visto che non tutti i requisiti fondamentali sono stati rispettati) per ottenere il Darwin Arward sono:
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  1. Impossibilità di riprodursi - Il candidato deve essere morto o sterile (…).
  2. Eccellenza - Strabiliante assenza di capacità di giudizio (…).
  3. Auto-selezione - Essere causa della propria dipartita (…).
  4. Maturità - In grado di intendere e volere (…).
  5. Veridicità - L'evento deve essere verificato (…).
Inoltre i candidati devono essere stati scoperti nell'anno della candidatura. Ad esempio, se il vincitore di una gara di nascondino svoltasi cinque anni fa è scomparso, deve essere nominato entro un anno dal ritrovamento dello scheletro.
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Stupendo il film, del 2006, di Finn Taylor “The Darwin Awards - Suicidi accidentali per menti poco evolute”… peccato che ancora non ci sia stato un seguito (spero non per prematura, stupida, morte del regista o degli scrittori e degli sceneggiatori). Io l’ho visto e… mi sono fatto un sacco di risate… sulle tragedie, decisamente tanto meritate quanto stupide, dei protagonisti!
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Ma cosa c’entrano i Darwin Awards (ripeto, per fortuna mancati) con San Fili e i Sanfilesi? … se fosse per me li assegnerei ad alcuni nostri compaesani che in questi ultimi giorni ci hanno fatto guadagnare (a San Fili e a noi Sanfilesi) se non la prima pagina (almeno in una delle due notizie) comunque un bello spazio all’interno delle testate giornalistiche più quotate nella provincia di Cosenza. In un caso, poi, la notizia è stata riportata tra l’altro anche sui TG (TeleGiornali) nazionali.
Le due notizie (di cui riporto il titolo con il relativo collegamento) sono le seguenti:
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SAN FILI: S’INVENTA UNA RAPINA TEMENDO L’IRA DELLA MOGLIE.
Ovviamente non chiedete a nessun barista sanfilese se è lui l’eroe di questa stupenda vicenda… vi diranno tutti di no e magari negheranno di essere persino sposati. La notizia (di cui al surriportato collegamento) è stata pubblicata sul quotidiano “La Gazzetta del Sud” (cronaca di Cosenza) di martedì 14 dicembre 2010.
SAN FILI: DIPENDENTE INCENDIA IL PALAZZO COMUNALE.
… il guaio è che oltre al palazzo comunale è bruciato (speriamo, umanamente parlando, in modo non eccessivamente grave) anche il dipendente (… piromane? … decisamente dilettante!) ed il suo complice. Speriamo che quanto prima veniamo a sapere che sono stati entrambi scagionati da tale accusa e che veniamo a sapere che si trovavano in quel momento all’interno del palazzo comunale solo… per spegnere l’incendio e non per appiccarlo!
La notizia (di cui al surriportato collegamento) è stata pubblicata sul quotidiano “La Gazzetta del Sud” (cronaca della Calabria) di giovedì 23 dicembre 2010. Bellissimo il cappello fatto all’articolo dal bravissimo Arcangelo Badolati anche se in tale articolo lo stesso definisce San Fili “paese delle streghe” invece San Fili è “u paise de magare”.
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Inutile sottolineare che in questi giorni i miei colleghi di lavoro (lavoro in un ufficio pubblico di Cosenza) e tantissimi conoscenti extrasanfilesi venuti a conoscenza di questi fatti mi hanno decisamente… fatto martire: “Ma a Santu Fili e fimmine minanu?” oppure “Ma a Santu Fili un’ sapiti appiccica’ mancu nu fuacu?... senza rischia de vi cce vruscia’ puru vui!”.
… come avrei potuto ribattere a tali battute di bassa lega se non raccogliere la coda tra le gambe e ritirarmi alla mia postazione di lavoro?
… dopotutto sono di San Fili anch’io e me ne vanto (… non sempre! … e con buone ragioni!).
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… un caro affettuoso (natalizio?) abbraccio a tutti dal sempre vostro Pietro Perri.
… /pace!

giovedì 16 dicembre 2010

San Fili sotto la neve... giovedì 16 dicembre 2010.

Nevicata a San Fili nel Febbraio del 1991.
Foto Pietro Perri.
Stamane (giovedì 16 dicembre 2010) San Fili si è svegliata sono una stupenda coltre di neve bianca.
Si è svegliata sotto una stupenda coltre di neve bianca? … a dire il vero sotto una stupenda coltre di neve bianca, ieri sera, si ci è pure addormentata.
Fuori (purtroppo non mi è concesso di uscire all’aperto per un piccolo problema capitatomi ieri al rientro a casa… nu bellu scivulune supra u pianerottolo) ci saranno all’incirca un dodici o quindici centimetri di neve.
Fa comunque un freddo boia e ciò fa in modo che la neve, malgrado il sole che stamane vince sulle nuvole, la neve ci metta un bel po’ a tramutarsi in acqua e a gocciolare dai tetti delle nostre calde case.
… il silenzio, come il sole, vince sull’assordante rumoreggiare quotidiano.
E’ strana questa neve in questo periodo. E’ strana non per il fatto che abbia nevicato fuori stagione (dopotutto l’inverno, anche se ci vuole ancora qualche giorno per sostituirsi all’autunno, è pur sempre la stagione del cattivo tempo - punti di vista - e quindi anche della neve) ma per la quantità che se n’è accumulata al suolo.
Normalmente a San Fili in questo assaggio preinvernale la neve non ha mai superato lo spessore dei due o tre centimetri… così almeno ricordo io. Le vere e proprie (decisamente storiche) nevicate, infatti, a San Fili si sono verificate sempre nel mese di febbraio… ossia nel mese centrale della stagione invernale.
Quello che caratterizza questa volta questa strana, decisamente sottovalutata (malgrado gli avvisi dei meteorologi) nella giornata di ieri e non solo dal sottoscritto, nevicata è il fatto che è accompagnata da temperature decisamente basse.
La neve ieri non faceva in tempo a cadere (a toccare il suolo) che già ghiacciava. Ritornando dal lavoro (intorno alle 15,00) ho avuto grosse difficoltà a proseguire verso San Fili una volta giunto all’altezza di Monticelli (nei pressi della storica “Chiusa” poco sotto Villa Micelli)… e tali difficoltà non li avevo solo io.
Per fortuna giunto a Villa Miceli e deviato verso San Fili (invece di proseguire come al solito in direzione del bivio successivo (quello in località Macchia della Posta) c’era a nostra disposizione uno spazzaneve che ci ha scortato fino al centro abitato della nostra stupenda ed amorevole cittadina.
A Villa Miceli un pullman faceva scendere i propri passeggeri (nostri concittadini) ponendoli in mano al loro destino… ne ho caricato un paio che ho scaricato poi nei pressi del bar rosticceria “Le Magare” (ovvero dove una volta si trovava il distributore di benzina del nostro ormai dimenticato concittadino Sarro).
L’una era un’amica della famiglia Cribari e l’altro un ospite della Casa Famiglia della frazione Bucita. La prima insegnante per professione l’altro professore per comune dire.
L’uno dopo avermi fatto tutta una serie di complimenti e ringraziamenti per il fatto d’essermi messo a sua disposizione inizia a sciorinare la sua necessità di un paio di scarpe nuove: “Chissà se qualcuno di buon cuore tra i Sanfilesi”, ci dice, “in questo Natale si metterà una mano sulla coscienza e me ne regalerà un paio nuove!”.
… a buon intenditor poche parole. Riporto questo messaggio a te, affezionato lettore. Io il mio dovere, non lasciandolo a piedi a Villa Miceli, l’ho già fatto.
La macchina mi si blocca (le ruote girano a vuoto) proprio all’altezza di uno di quei dossi in plastica che hanno messo (dicono per rallentare il traffico) i nostri previdenti amministratori. Peccato che i nostri previdenti amministratori non abbiano previsto anche la neve ed il gelo: non sono stato l’unico a bloccarmi in tale punto e a non riuscire ad andare avanti se non grazia all’aiuto di due romeni che si trovavano dietro di me col loro camioncino.
Provo persino a mettere le catene. Sull’etichetta (ancora attaccata alla confezione) c’è scritto “facili da montare”… sarà! … dopo il terzo inutile tentativo preferisco rinunciare.
Qualcuno (mio compaesano?) s’incavola per il fatto (causa la mia incapacità a guidare) che mi ero bloccato in quel determinato punto costringendo anche lui a fermare la sua macchina. Prova a superarmi passandomi lateralmente… si blocca nello stesso punto anche lui: sono contento!
Lasciando Villa Miceli ho dato un’occhiata al proseguire della superstrada (ossia in direzione ponte di Santa Venere)… c’era una interminabile coda di macchine… dirette verso Paola o forse stupidamente dirette solamente alla nostra cittadina… per la deviazione sbagliata.
Difficile invidiarli. Difficile pensare (a chi era diretto nella cittadina tirrenica) cosa li avrebbe aspettati nel varco della Crocetta.
Giunto a San Fili cerco un posto dove lasciare la macchina… ritengo stupido proseguire per Bucita almeno con il mio mezzo.
Giungo, dopo solo un’altra sosta obbligata dal ghiaccio presente sul fondo stradale (nei pressi del negozio di alimentari di “Minuzzu u commerciante” - ovvero nei pressi della storica abitazione de “u Summichele”), in prossimità del bivio per la frazione Bucita. Finalmente, esattamente davanti all’abbiveratoju, trovo un punto per parcheggiare in modo, spero, accettabile la mia “Yaris now” rosso Ferrari.
Ripercorro l’intero corso XX Settembre per andare a fare un salto da mia madre: tutto a posto… tranne la stufa a pellet da pulire ed anche con una certa urgenza.
Conclusa anche questa parte della giornata ritorno al bivio per Bucita, guardo la strada che mi si spiana alla vista e decido che forse farmela a piedi fino alla frazione non è dopotutto una cattiva idea.
Per strada poche macchine (nessuna che si fermi per chiedere cosa ci faccio da quelle parti… e fanno bene. Se si fermano dubito che riescano a ripartire), ma si cammina, a piedi, decisamente bene. Giungo a Bucita intorno alle ore 18,00 (non più d’una trentina di minuti dopo) senza nessun problema di sorta: né una scivolata né un tentativo di scivolata… non avevo considerato il pianerottolo di casa.
Conclusione? … una spalla per fortuna semplicemente slogata ed il pollice del piede destro con l’unghia completamente nera. Meglio così, avevo pensato di peggio… anche se da’ fastidio.
Oggi… festa, così com’era ai tempi in cui felici, da fanciulli, si andava a scuola. Dopotutto fuori c’è la neve. Domani? … festa, anche se non ci sarà più la neve.
Mi piace la neve? … tantissimo! … mi piace sicuramente perché mi riporta agli anni della mia spensieratezza. Mi riporta ai giorni di vacanza da scuola, are paddrunate de nive e persino ara scirubetta.
Peccato che in quest’occasione causa la spalla slogata non posso giocare a paddrunate de nive e causa il mio diabete mellito non posso gratificare il mio palato con una rinfrescante e salutare scirubetta realizzata neve condita ccu mele de ficu.
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… un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
… /pace!

domenica 12 dicembre 2010

Mercoledì 22 dicembre... zampognari, e non solo, a San Fili.

Anche quest’anno, seppure in tono minore, l’Associazione culturale “UNIVERSITAS SANCTI FELICIS” di San Fili (CS) ha voluto salutare il Santo Natale con la consueta manifestazione denominata “PROGETTO NATALE INSIEME”... edizione 2010.
Ovviamente tutti sono invitati a partecipare a tale manifestazione che, da parte nostra (ossia da parte mia e degli organizzatori), siamo sicuri che sarà come al solito un successone non solo dal punto di vista puramente ricreativo ma anche e sopratutto dal punto di vista culturale.
Di seguito riporto la bozza, che sarà a breve data alle stampe, del programma di tale manifestazione.
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PRESENTA IL
PROGETTO NATALE INSIEME
EDIZIONE 2010

SALA CONVEGNI BIBLIOTECA COMUNALE “G. IUSI” – PIAZZA MARIO NIGRO / EX LOCALI NEGOZIO FRUTTA E VERDURA DI ROMANO E FRANCO ZUCCARELLI – PIAZZA SAN GIOVANNI / SAN FILI (CS)
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MERCOLEDI’ 22 DICEMBRE 2010
Piazza Mario Nigro - Sala convegni Biblioteca comunale “Goffredo Iusi” di San Fili.

ORE 17,00
INAUGURAZIONE MOSTRA FOTOGRAFICA “CICCIO CIRILLO” SUL TEMA  “I SANFILESI E LA NEVE”;
ORE 17,30
PRESENTAZIONE DEL LIBRO “TANTE NAVI TANTE STORIE” DI PASQUALE GUAGLIANONE. ALLA PRESENTAZIONE SARA’ PRESENTE L’AUTORE.
ORE 19,30
            V CUDDRUREDDRIATA SANTUFILISE
In prossimità della tradizionale festa del Santo Natale saranno offerti ai presenti gustosi cuddrurieddri e pitticeddre, fette di panettone, un buono e salutare assaggio di vino, viveri e bevande varie.
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GIOVEDI’ 23 DICEMBRE 2010
Piazza San Giovanni - Ex locali negozio frutta e verdura di Romano e Franco Zuccarelli.

ORE 18,00
APERTURA AL PUBBLICO PRESEPE ARTISTICO E STAND DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE “UNIVERSITAS SANCTI FELICIS”.

Nel giorno di mercoledì 22 dicembre 2010 per corso XX Settembre nonché nello svolgersi della presentazione del libro di P. Guaglianone e della “V cuddrureddriata santufilise” saranno presenti gli artisti Nando Brusco (cantastorie), Oreste Forestieri (zampognaro) e Biagio Accardi.
     
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… un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
… /pace!

mercoledì 1 dicembre 2010

C'era na vota 'a staffila... maestra di vita.

Se cerchiamo su internet (ma anche sui dizionari cartacei classici) il significato della parola “staffila” abbiamo grosse difficoltà ad imbatterci nel significato che davamo noi studenti delle Scuole Elementari Sanfilesi e coloro che insegnavano in tali Scuole fino alla metà degli anni Settanta, ossia fino a circa il 1975.
Oggi “staffilata” (un derivato della "staffila") può essere persino un tiro di pallone molto forte verso la porta o una critica pungente o persino una censura senza possibilità di contestazione… ovvero, in senso figurato, un colpo di staffile (sostantivo maschile).
Lo staffile (sostantivo maschile) non è altro che una “frusta formata da una lunga e robusta striscia di cuoio assicurata ad un manico” mentre la staffila (sostantivo femminile) pur facendo comunque un male terribile e pur ottenendo all’incirca il medesimo risultato (punire un sottoposto)… era tutt’altra cosa.
La staffila era uno degli strumenti di “correzione” (guida?) utilizzato da quanti insegnavano nelle Scuole Elementari di San Fili appunto fino a circa il 1975, ovvero fino al momento in cui la rivoluzione culturale del 1968 non ha rivoluzionato il modo d’intendere la Scuola ed il sistema pedagogico (pedagogia = guidare il bambino) in essa applicato.
La staffila non era uno staffile (ossia un manico cui era assicurata una striscia di cuoio, una… frusta) e non essendo uno staffile poteva essere formato da materiali di diversa natura ma pur sempre di materiali unici. La staffila aveva una misura variabile come variabile era il materiale con cui poteva essere realizzata: era lunga dai sessanta centimetri ad un metro. Poteva essere ricavata da una canna comune (arundo donax, ovviamente ripulita dalle foglie), da una lista di legno o da una verga di castagno.
In tutti i casi l’uso (il fine) era unico: realizzare un collegamento tutt’altro che amichevole tra la mano dell’insegnante (del “signor maestro”) con la mano dell’alunno. Un collegamento, appunto, semplicemente correttivo. Ovviamente in tale collegamento chi ci rimetteva (in quando doveva dare un cambio di percorso alla propria vita senza senso e senza via d’uscita) era sempre e comunque la mano dell’alunno.
L’alunno era obbligato a tenere il braccio dritto con la mano a pugno aperto e ad attendere, tutt’altro che in modo piacevole, che la staffila debitamente tenuta dall’insegnante, librandosi nell’aria finisse a colpire violentemente il palmo della mano del malcapitato.
Di staffilate, quando frequentato le Scuole Elementari di San Fili (1968/1972), ne ho assaggiato tantissime anch’io ma ciò che oggi ricordo e rimpiango non sono certo le carezzevoli (?) staffilate elargitemi (a volte anche in modo del tutto gratuito) dalla mia insegnante “signora maestra” Maria Ruffolo ma ciò che lei mi ha insegnato con esempi teorici e col proprio esempio di vita: mi ha insegnato l’italiano, mi ha insegnato a leggere ed a scrivere e considerando come s’incavolano spesso e volentieri alcuni miei lettori… credo l’abbia fatto decisamente bene.
Di questo all’insegnante “signora maestra” Maria Ruffolo gliene sarò sempre grato.
La staffila veniva usata per “correggere” un atto di maleducazione o ineducazione, veniva utilizzata per punire un errore di grammatica o di ortografia (a secondo se gli errori erano segnalati in rosso o in blu ovviamente cambiava il numero di staffilate da ricevere… in premio per il proprio impegno di attenzione e di studio) nonché il fatto che magari non si erano fatti i compiti per casa o semplicemente si era dimenticato a  casa un libro o un quaderno.
Tutti, nessuno escluso (o quasi) noi alunni eravamo soggetti alla tortura, a volte più psicologica che dolorosa, della staffila.
Ciò che ancora ricordo con terrore, infatti, non era il dolore del… dopo staffilata (ossia del momento in cui la staffila aveva ormai colpito il palmo della mia mano), bensì l’attesa che intercorreva tra l’alzata della staffila ed il suo scontrarsi violento con la tenera carne della mia mano.
… nell’atto dello staffilare a volte, penso… e penso pure male, c’era un non so che di volontà da parte dell’insegnante “signor maestro” di umiliare l’alunno, specie se l’alunno usciva da famiglie meno abbienti o da cui si sapeva si sarebbe avuta l’approvazione dei familiari.
… ripensando a quei giorni, ai giorni delle staffilate, riesco anche a capire Sakineh Mohammadi Ashtiani (almeno per quanto riguarda il discorso della fustigazione).
C’erano mille buone scuse, per un insegnante “signor maestro” per utilizzare la staffila. Era, dopotutto, anche quella una forma di pedagogia tra l’altro approvata dal novanta e più per cento dei nostri genitori di allora... non potevano fare altro: mettersi contro un insegnante “signor maestro” (una vera casta) significava far giocare ai propri figli anche il semplice diritto di concludere il primo ciclo di studi, quello delle Scuole Elementari.
A nulla, infatti, serviva lamentarci, rientrati a casa, d’aver preso qualche staffilata nel corso della mattina. A qualcuno di noi poteva capitare anche di buscare il resto (ovviamente con schiaffi e similari) dai nostri genitori… altri tempi.
E com’era brutto buscare una staffilata senza capire il motivo della stessa e magari con il signor maestro che si accorgeva troppo tardi d’averti dato una staffilata in più e si scusava dicendo: “... non preoccuparti, alla prossima occasione te ne darò una in meno”.
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... continua? ... credo di si!
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace!

domenica 28 novembre 2010

Problemi alla scuola di San Fili? ... Brunetta e la Gelmini sono un'altra cosa. (2)

Ho ricevuto, giorno 19 novembre 2010, il commento che riporto di seguito in risposta al mio post “Problemi alla scuola di San Fili? ... Brunetta e la Gelmini sono un'altra cosa” pubblicato in data 14 novembre 2010. Tale commento è firmato dalla dottoressa Maria Rosaria Lauro Dirigente dell’Istituto Comprensivo Statale di San Fili. Ovviamente la pubblicazione dello stesso è stato autorizzato dall’autrice (autorizzazione che non ho avuto per alcuni commenti, ovviamente scrittimi da altri, pubblicati su Facebook appunto a commento sempre dello stesso post).
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Data: Fri, 19 Nov 2010 09:34
Oggetto: commento blog scuola San Fili.

Egregio Dott. Perri,
sono rimasta estremamente delusa e sconcertata leggendo il suo appassionato intervento su questioni riguardanti la scuola di San Fili in quanto contiene gravi e offensive insinuazioni nei confronti della  scrivente e dei docenti che in essa operano; insinuazioni scaturite da notizie che, come si sottolinea, sono state raccolte tramite sentito dire in una riunione tenutasi nei locali dell’Associazione da lei diretta.
 Premesso che non amo la polemica perché molto lontana dal mio modo di concepire i rapporti relazionali fra persone responsabili e pensanti, voglio fornirle utili elementi di riflessione e evidenziare alcuni punti affinché in futuro, qualora avesse voglia di scrivere sulla scuola,  raccolga le notizie che intende divulgare dai diretti interessati. La libertà di stampa è una grandissima conquista civile ma perché l’informazione sia credibile ha bisogno di certezza delle fonti e regole.

Punto 1.
Sicurezza delle scuole.
Da quanto ho letto, emerge che lei ignora la normativa di riferimento. Per dare risposta agli inquietanti interrogativi che si pone e pone (di chi sarebbe la colpa in caso di… come si possono dormire sonni tranquilli? basta una semplice lettera per scaricarsi del problema?) la invito a prendere visione della legge 626/94 e successive integrazioni.
Quanto alle responsabilità e al senso morale lasci questi pensieri alla sensibilità dei diretti interessati.

Punto 2.
Scarsa o quasi nulla presenza della scuola sul territorio.
Non è che la scuola di San Fili, specie in questi ultimi tempi, eccella in fattiva presenza sul territorio.
Non sto ad elencarle le innumerevoli manifestazioni pubbliche cui la scuola ha partecipato, ottenendo riconoscimenti per l’impegno profuso e la collaborazione offerta in quanto l’elenco sarebbe troppo lungo. Grazie all’impegno e al lavoro di tutto il personale scolastico, la scuola è stata portata all’attenzione di organismi culturali europei e internazionali fornendo occasioni formative di alto livello attraverso progetti elaborati in proprio, sfruttando occasioni e assumendosi enormi responsabilità.
Nell’anno scolastico appena trascorso la scuola ha collaborato con enti ed associazioni presenti sul territorio (compresa la sua) partecipando a concorsi ed eventi. In proprio, ha organizzato un convegno pubblico sul disagio giovanile con la presenza di qualificati esperti del settore. Ha partecipato, inoltre, al programma internazionale ECO-SCHOOL della FEE ( Foundation For Environmental Education) sui temi dello sviluppo sostenibile che attualmente vede coinvolte 14.000 scuole e 25 nazioni ottenendo il prestigioso riconoscimento della BANDIERA VERDE.
I ragazzi sono stati sensibilizzati ad assumere un ruolo attivo, attraverso percorsi specifici, utili alla riduzione dell’impatto ambientale della scuola con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza nei confronti delle problematiche ambientali e sviluppare comportamenti responsabili sia all’interno della famiglia che a livello di comunità locale.
Tutto questo le sembra poco?
Per quanto riguarda i risultati scolastici degli studenti, la informo che una buona percentuale di ex alunni che frequentano le scuole superiori di Rende e Cosenza, hanno ottenuto e ottengono eccellenti valutazioni mantenendo alto il prestigio degli insegnanti e della nostra scuola nel suo complesso.
Affrontando il tema della mancata presenza della scuola alla manifestazione del 7 novembre (domenica), si precisa che non si è trattato di dimenticanza ma essendo la manifestazione organizzata in giornata non scolastica, il corpo docente non ha potuto offrire la propria disponibilità per precedenti impegni personali assunti. Il rispetto della data del 4 novembre (giornata lavorativa) avrebbe certamente visto la totale presenza delle scuole di ogni ordine e grado presenti nel comune di San Fili.
Tengo a sottolineare che la nostra scuola, dove operano professionisti dell’educazione e non missionari, non limita ad un solo giorno dell’anno la riflessione su valori fondanti, eventi e persone che si sono sacrificate e continuano a sacrificarsi per il bene comune, ma ne fa testimonianza vera attraverso l’agire dei suoi componenti e oggetto continuo di insegnamento. Tanto al fine di contrastare, per quanto è possibile, quell’Italia a cui lei fa riferimento e alla cui immagine negativa contribuiscono in modo pesante altri soggetti.

Punto 3.
Ripicca da parte degli insegnanti e/o della Dirigente scolastica nei confronti degli amministratori comunali a seguito di qualche sgarbo subito dagli stessi.
La scuola non reagisce ad eventuali sgarbi ricevuti con azioni di ripicca e rivalsa ma si avvale del buon senso e di modalità civili per ricucire eventuali strappi che dovessero verificarsi in un sistema di gestione complessa come è quello scolastico.
L’Ente Locale ha delle precise responsabilità e degli obblighi nei confronti della scuola stabiliti da norme specifiche. Quando è necessario la scuola chiede il rispetto di tali obblighi. Questa legale procedura dà adito ad interpretazioni errate e viene percepita come segnale di screzi e dispetti di una istituzione nei confronti dell’altra solo se e quando entrano in gioco soggetti che vogliono strumentalizzare operazioni di routine e usare la scuola per alimentare maldicenze e pettegolezzi rovinando il clima di relazioni con negative conseguenze. Mi piacerebbe constatare, in futuro, un maggior senso di responsabilità in ognuno degli attori che in qualunque modo entrano in contatto con la scuola. Le stupide beghe di sopravvivenza quotidiana, le frustrazioni personali, lasciamole nei luoghi in cui si sono da sempre manifestate (piazze, negozi, bar, riunioni varie) senza tirare in ballo scuse e motivazioni che ledono l’immagine di professionisti ed istituzioni che da anni si battono affinché la cultura, quella vera, sia lo strumento principe per indurre modifiche a comportamenti non adatti ad una società civile che vuole crescere ed emanciparsi.

Dott. Maria Rosaria Lauro
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Ho pubblicato (con piacere?) il commento pervenutomi tramite e-mail a firma della dott.ssa Maria Rosaria Lauro. Inutile sottolineare che condivido in pieno quanto affermato dalla stessa... dopotutto, da ignorante prestato alla cultura (sono un povero perito commerciale, ma non posso non ammettere che d'una stessa medaglia esistono almeno due facce e d'una realtà almeno cento verità diverse. Anche a San Fili, come dopotutto nel resto del mondo, esistono diverse verità e sono tali (tale incasinamento di vedute) che finiscono per creare una eccessiva confusione in cui solo i disonesti (gli eterni disonesti) alla fine ne usciranno vincenti... sperando per loro che le regole del gioco una volta tanto non siano cambiate. La mia verità, purtroppo, quella che vivo quotidianamente e quella che si prospetta in un prossimo futuro davanti ai miei occhi spesso contrasta con la realtà che vivono gli altri. ... io, malgrado continui a gridare da decenni "Attenti al lupo!!!" e malgrado continui a vedere il gregge del buonsenso diminuire quotidianamente di unità... continuo a sperare e continuo a lavorare affinché qualcosa cambi ed affinché non si addebiti allo scrivente la colpa di... non avere per lo meno scritto. Mi scuso con quanti (insegnanti), onestamente, se la siano sentita e presa a male per tale mio commento. Non voglio certamente offendere chi del proprio lavoro ne ha fatto una ragione di vita.
Riporto di seguito alcune mie considerazioni scritte su Facebook in risposta a quanti hanno criticato su tale network (non autorizzandomi poi ad utilizzare i loro commenti su questo blog) il mio post “Problemi alla scuola di San Fili? ... Brunetta e la Gelmini sono un'altra cosa”. Tali mie risposte ovviamente presenteranno degli “omissis” necessari ad evitare che venga gettata altra benzina sul fuoco in merito a tale piccola pacifica e civile discussione.
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Pietro Perri: 15 novembre ore 17,00
(omissis) ... per quanto riguarda poi il discorso sul quattro novembre... mi sembra che sia da più anni che la ricorrenza viene commemorata nella domenica successiva a tale data e non mi sembra che negli anni precedenti ci sano stati problemi di sorta in merito né che discorsi del genere siano stati fatti (da parte del corpo insegnanti) anche nel resto degli Istituti Comprensivi d'Italia.
... ovviamente mi auguro che l'Istituto Comprensivo di San Fili (di cui posso anche condividere, da umano cittadino, determinate prese di posizione)... si metta d'accordo col Comune di San Fili per rievocare in altra data (anche feriale) quello che per tutti gli italiani (e San Fili fa parte ancora dell'Italia)... tale data.
Un caro saluto.
Un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri. ... /pace!
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Pietro Perri: 15 novembre ore 17,44
(omissis) Quello che io mi auguro (anche se non ho avuto la fortuna/sfortuna di avere figli né tanto meno la fortuna/sfortuna di averli ed averli frequentanti l'Istituto Comprensivo di San Fili) e che comunque si faccia tutti un passo indietro (Scuola, Comune e Società) cercando di capire cosa ci ha portato ad un tale stato di cose e cercare di porre rimedio al tutto prima che si finisca in un baratro senza fondo e quindi senza via d'uscita.
... anche e sopratutto per il bene delle future generazioni.
... un caro saluto!
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Pietro Perri: 15 novembre ore 21,14
‎... se scrivo i commenti che raccolgo per strada e perché voglio che qualcuno sfati tali assurdità (?) di commenti. E tali assurdità (?) di commenti può sfatarli solo chi da adito (sia tale una persona fisica o una istituzione) agli stessi con il proprio comportamento (che spesso consiste anche nel non fare e non sempre nel fare).
Vivendo per strada (cosa che dovrebbero ricominciare a fare non solo i politici più o meno locali, ma anche il mondo della Scuola, la Chiesa e le stesse famiglie) purtroppo spesso e volentieri tocco delle realtà che mi è decisamente difficile capire e sopratutto capire da quale parte sta il giusto e da quale l'ingiusto, da quale la verità e da quale parte la menzogna.
A San Fili tristemente notando che si sta da qualche anno (forse esattamente da quando è stato pensionato da sindaco Luigi Bruno) a questa parte aprendo una stupida (competizione?) guerra tra alcuni rappresentanti dell'Istituto Comprensivo Statale e gli Amministratori comunali... cosa che fa tantissimo male agli studenti, alle future generazioni ed alla Comunità Sanfilese in toto.
Alcuni di questi commenti oltretutto nascono non nell'ambito della società civile (del mondo profano) ma da illazioni e mezze verità che fuoriescono proprio dalla bocca di soggetti che fanno parte del corpo insegnanti dell'Istituto Comprensivo di San Fili... e a questi soggetti, se permetti, ritengo legittimo credere... visto che il tutto si svolge nel loro ambiente di lavoro.
(omissis) il fatto di non essersi messi d'accordo su un festivo (tra l'altro indicato, per ovvi intelligenti motivi, anche come volontà dello Stato) o su un feriale (che tra l'altro rientra, se non erro, anche tra le ex festività soppresse e quindi largamente indennizzato anche in recupero di ore lavorative) non credo giustifichi far decadere un altro dei punti saldi di quella morale e di quegli ideali che dovrebbero essere inculcati nelle giovani menti degli studenti... prima che nelle stesse entri appunto in modo preponderante Facebook e tutte le diavolerie del mondo moderno.
La scuola (quella dell'obbligo) e nata innanzitutto per sopperire alle deficienze delle famiglie e non per assicurare un futuro lavorativo ai precari e a tanti soggetti che diversamente non sarebbero in grado di sbarcare il lunario. Ecco perché l'insegnamento (così come fare il medico o fare il prete) dovrebbe essere una missione e non una professione.
I genitori delegano non nel momento in cui mandano i figli alla scuola (obbligo tra l'altro imposto dalla legge) ma nel momento in cui pagano le tasse.
E ti assicuro che non sempre (quasi mai) io giustifico i genitori: già una volta dissi che a San Fili si era creato un certo compromesso (assurdo ed inumano) tra i genitori e la Scuola: l'uno non deve entrare in merito a quanto fa l'altro e tutti sono felici e contenti.
... non lamentiamoci se a San Fili la criminalità (e non solo la microcriminalità) aumenti sempre di più, se l'intolleranza verso il prossimo aumenti sempre di più, se a farla da padroni sono sempre più degli ignoranti o dei limitati mentali... questa società stiamo abbondantemente contribuendo a costruirla tutti assieme... anche io che di tanto in tanto almeno ho il coraggio di dirle certe cose sperando di riaprire il discorso prima che sia troppo tardi.
E non illudiamoci di essere al di sopra di un certo ambiente... quell'ambiente (che ci si creda o no) è al di fuori della nostra porta... e prima o poi saremo tutti costretti ad uscire (omissis).
... un caro saluto da Pietro Perri.
... /pace! (come amo chiudere i miei post sul blog).
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Pietro Perri: 20 novembre ore 10,00
Festività soppresse (nel 1977 - Legge 5 marzo 1977 n. 54):
6 gennaio Epifania
13 maggio Ascensione
2 giugno Festa della Repubblica
3 giugno Corpus Domini
29 giugno SS. Pietro e Paolo
4 novembre Festa delle Forze Armate.
A decorrere dal 1977 la celebrazione della festa nazionale della Repubblica e quella della festa dell'Unità nazionale (o ricorrenza dei caduti, o ricorrenza delle Forze Armate) hanno luogo rispettivamente nella prima domenica di giugno e nella prima domenica di novembre.
In cambio sono stati all'epoca concessi ai lavoratori quattro giorni di recupero infrasettimanali da usufruire entro il 31 dicembre di ogni anno. Negli ultimi anni tra l'altro sono state riammesse in rosso sul calendario le festività dell'Epifania (6 gennaio) e quella della Repubblica (2 giugno).
Per cui restano quattro feste soppresse e quattro giorni di recupero concessi... il conto torna.
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Pietro Perri: 20 novembre ore 17,38
‎... il mio non è un accanimento verso la Scuola né tanto meno verso la Scuola di San Fili... ma un cercare di capire dove sta andando a finire la nostra società e di chi è la colpa (o il merito) se la nostra società ha preso questa direzione.
Nei miei scritti (anche in questi commenti) ho sempre condannato (tranne pochissimi casi) non solo l'attuale Scuola (da venti o venticinque anni a questa parte) ma anche la Famiglia, la Religione, la Politica, la Televisione... ossia tutti quei mezzi (Istituzioni?) che dovrebbero lavorare (in simbiosi, possibilmente) per dare vita all'uomo di domani, all'uomo nuovo.
A San Fili la dispersione dei valori nelle nuove generazioni e sempre più accentuata (anche se qualcuno potrebbe obbiettarmi che ciò avviene nelle famiglie meno abbienti... ma non solo)... è un dato di fatto, basta guardarsi intorno. Una dispersione di valori che un giorno presenterà il conto a tutti noi, anche a chi non è responsabile di tale stato di cose.
La colpa? ... ognuno la addita ad altri: nessuno (o tutti?) è colpevole.
... anche per questo fatto mi piacciono tantissimo le parole di "sotto a chi tocca" di Martin Niemoller (parole che in questi giorni ho riportato sul mio blog).
Tutti hanno una giustificazione ed una verità... anche chi non sa e quindi farebbe a meno di tacere (per non fare una brutta figura e non mettere in problemi chi ascolta o chi legge).
La cosa che comunque mi fa piacere, in questa vicenda, è il fatto che tra alcuni attori della stessa ci sia stato (o quanto meno sia in corso) un chiarimento (mi è stato riferito di un certo incontro avvenuto al Comune di San Fili).
(omissis) Mi informerò sul fatto che nella Scuola sia stato imposto di prendere i giorni ex festività soppresse nel periodo estivo e sia sul perché è stata fatta tale imposizione e sia come mai i sindacati di categoria non si siano opposti ad una tale scelta.
Nel mio post (quello pubblicato sul mio blog) ho proposto tra l'altro (ovviamente proposta rivolta sia alla Scuola che all'Amministrazione comunale) di rifare una giornata dei Caduti a San Fili magari in un giorno feriale... purtroppo (e me ne dispiace) su questo fronte non ho avuto nessuna risposta... neanche nella lettera trasmessami dalla dottoressa M.L. Lauro tramite posta elettronica.
Per quanto riguarda poi il fatto che "Nessuno si è lamentato del degrado che c'è per le strade, del vandalismo che impera, della cattiva educazione di piccoli e grandi ecc. ecc ecc.??? Potrei continuare all'infinito" non posso non sottolineare il fatto che il mio post è nato proprio da un fatto di degrado presente a San Fili (il cornicione di un edificio pubblico che si stacca senza prendere gli opportuni provvedimenti) e più volte ho scritto (sempre sul blog e non solo su tale mezzo) delle strade piene di buche (prive dell'ordinaria manutenzione), dei cani randagi che popolano il nostro paesino, delle opere pubbliche realizzate da soggetti che dovrebbero essere quantomeno decapitati (vedasi ad esempio la villetta dov'é posta la statua in bronzo di san Francesco da Paola e il piedistallo... nato per essere una fontana, la pavimentazione - arlecchinata - tra il bar Passarelli e l'attuale stazione dei Carabinieri e via dicendo).
Purtroppo le mie esternazioni trovano il tempo che trovano (e che forse meritano) ed il paese continua a proseguire sulla strada che ormai da decenni da qualche mente diabolica e stata tracciata: il baratro del nulla
(omissis).
Chiudo con un modo di dire che è da tempo diventato un classico anche lungo corso XX Settembre (... che bella data! ... speriamo che qualcuno insegni alle giovani leve ad apprezzarla possibilmente facendo loro capire il significato della stessa): ogni Società che si rispetti ha quello che si merita... anche la Comunità Sanfilese.
... un caro saluto da Pietro Perri.
... /pace!
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… oltretutto se problema non c’è stato per quanto riguarda la commemorazione dei Caduti (sette novembre) non riesco a capire perché il sindaco in carica dottor Ottorino Zuccarelli ha più volte stigmatizzato, in occasione di tale manifestazione nel corso dei suoi interventi, l’assenza degli alunni e degli insegnanti dell’Istituto Comprensivo Statale di San Fili.
… un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.

... /pace!

... che bello quando un turista trova quello che gli è stato offerto dalla pubblicità sul luogo: viva Napoli!

San Gregorio armeno. Dal sito
cancelloedarnonenews.com
E’ brutto, almeno per lo scrivente, alzarsi alle cinque e trenta di mattina per lasciare il paese (l’amata odiata San Fili) alle sei e quindici. L’appuntamento? … alle sette in punto in piazza Loreto a Cosenza. Ma a volte, come questa volta, ne vale la pena.
Sabato 27 novembre 2010 sono stato a Napoli in una classica gita "toccata e fuga" a Napoli organizzata nell'ambiente in cui lavoro... decisamente come mi era stata pronosticata e come conseguentemente me l'ero immaginata: munnizza e classico ruspante folklore (perché di ruspante folklore si tratta) napoletano inclusi.
Tra quanto ci era stato detto e quasi assicurato dagli organizzatori l'unica cosa che ci è mancato è stato il pacco (contropacco e contropaccotto) ed i borseggiatori nella calca di San Gregorio Armeno (per la cronaca eravamo andati a vedere i pastorelli del presepe): degli artisti del “pacco, contropacco e contropaccotto”  e dei borseggiatori neanche l'ombra.
C'era in compenso tutto il resto: scritte, con vernice antiestetica e con significati a volte privi di senso, deturpante su monumenti storici quale il complesso del convento Santa Chiara, strani odori di residui umani in alcuni vicoletti, la stupenda pizza (e le meno stupende linguine agli scampi e frittura di calamaretti e gamberi della trattoria "o monaciello" di piazza del Gesù), le stupende sfogliatelle e gli insuperabili baba' (tre prodotti che, diciamo la verità, solo a Napoli li sanno fare così buoni), il magico insuperabile caffè al Gambrinus (piazza Plebiscito) e chi più ne ha più ne metta.
In effetti per quanto riguarda le linguine agli scampi (tra l’altro pagate dieci euro e cinquanta al piatto) mi sarei aspettato qualcosa in più (dal punto di vista culinario)… preferisco quelle che fa mia moglie!
Tessendo gli elogi al caffè del Gambrinus qualcuno però mi faceva notare (a parole) che era meglio quello del vicino (dirimpettaio) bar… del professore.
C'era la poesia di Napoli! ... l'eterna poesia di Napoli!
Questa era la terza volta, nel giro d’una diecina d’anni, che percorrevo la stretta stradina di San Gregorio Armeno… ed ancora non mi sono scocciato… malgrado finora non vi ho comprato mai niente.
Non mi sono ancora scocciato di vedere e rivedere le classiche statuine riproducenti Totò (il grande Totò), Edoardo de Filippo, san Gennaro e  Pulcinella (Pulicinella?).
Tra i pastorelli di via San Gregorio Armeno ho cercato di capire chi sono stati i personaggi politici più caratterizzanti il 2010 (appunto politico) italiano: c'era Brunetta con il suo classico cartello contro i "fannulloni"... lui che è stato - e non è detto che non lo sia ancora - il re dei fannulloni) e c'era il cognato di Fini con una maglietta su cui primeggiava la scritta "I love Montecarlo" (chissà a cosa si riferiva tale scritta!).
Berlusconi, come pastorello, la faceva da padrone con diverse "figurazioni" (?) a lui dedicate: in una gli usciva sangue dal labbro e teneva in mano un modellino del duomo di Milano, in un'altra aveva una mano fasciata (sicuramente per l'operazione subita alla stessa in corso di quest'anno) ed in un'altra ancora, sorretto da due belle pastorelle, teneva un cartello con su scritto "amo le belle donne"... poco più in là c'era Emilio Fede con un altro cartello in mano con su scritto "... ed io amo il Cavaliere".
Tra le tante spiccava anche una nascita con una serie di buste dell’immondizia sul lato destro e con i pastorelli (incluso “u bumbinieddru”) muniti di mascherina protettiva… ppe ra puzza!
Grandi i Napoletani... anche nelle cose serie. Non so perché... ma non mi sarebbe dispiaciuto né mi dispiacerebbe essere uno di loro.
Una cosa mi ha fatto immensamente piacere (e non mi sembra fosse stato indicato nel programma della gita che mi era stato consegnato all'atto della prenotazione): la visita alla cappella dei Sansevero... decisamente unica (appunto come i Napoletani) e decisamente da vedere anche da parte di profani (leggasi "non esoterici") della materia. Che bello il “Cristo velato” di Giuseppe Sanmartino e le "opere" (mummificazione del sistema venoso) di Raimondo di Sangro principe di Sansevero.
Un po’ di storia non guasta neanche in questo mio blog: Raimondo di Sangro principe di Sansevero (Torremaggiore 1710 – Napoli 1771) fu un originale esponente del primo Illuminismo europeo. Valoroso uomo d’armi, letterato, editore, primo Gran Maestro della Massoneria napoletana, egli fu – più di ogni altra cosa - prolifico inventore e intraprendente mecenate.
Solo questa visita, ve lo assicuro, vale dieci giorni di permanenza a Napoli.
Rientrammo a Cosenza alle ore 01,00 (eravamo partiti alle 7,00) di domenica 28 novembre non dopo aver fatto una sosta alla pizzeria a metro da Gigino a Vico Equense. Ovviamente per me, mia moglie ed il nostro amato letto in quel di San Fili sarebbe occorsa almeno un’altra oretta.
Ritornerò a Napoli? ... spero almeno una volta all'anno: mi sono sempre sentito napoletano (sarà perché Cosenza e San Fili facevano parte del Regno di Franceschiello - il Regno di Napoli prima ed il Regno delle due Sicilie dopo) anch'io.
... complimenti agli organizzatori della gita! … e complimenti ai napoletani che non smentiscono mai le aspettative del turista… anche se le aspettative del turista alla fine sono il trovare per le strade della magica citta dei Lazzaroni… i cumuli d’immondizia tanto propagandati alla televisione in questi ultimi tempi.
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace!

venerdì 26 novembre 2010

Dalla grotta del Romito (Papasidero - Cosenza) alle grotte di Pertosa (Salerno). (3)

Dante Alighieri... alle grotte di
Pertosa.
Giungemmo all’hotel poco dopo le sedici e trenta o poco prima delle diciassette di sabato 30 ottobre 2010.
L’hotel era proprio come ci era stato descritto dal presidente del circolo che ha organizzato la gita: un piccolo scorcio di Montecarlo… peccato che non si trovasse a Montecarlo ma in un punto leggermente isolato.
Si trattava dell’Acteon Palace (quattro stelle per tanti versi meritate) di Atena Lucana (SA). Stupendo edificio (anche se in via di completamento) dove si mangia bene e dove la gentilezza del personale nei confronti degli avventori sembra (poco tempo per metterci la mano sul fuoco) non essere centellinata.
Avevamo a disposizione un po’ di tempo per farci una buona “sciacquata” e riposarci un pochino prima di ritrovarci, intorno alle diciannove / diciannove e trenta circa, di nuovo sul pullman diretti alle grotte di Pertosa.
Alle venti e trenta avevamo l’appuntamento con il nostro Dante (perché di Dante in quella zona sembra ce ne fosse più di uno in circolazione) per fare una breve passeggiata… all’inferno all’uopo organizzato all’interno di questo stupendo monumento della natura che sono, appunto, le grotte di Pertosa.
Nella zona antistante l’accesso… all’inferno, c’era un organizzato servizio d’accoglienza dei turisti (biglietteria, zona depliantes e informazioni,  porticato “zona attesa” ecc.), un piccolo parco in fase di costruzione o di ristrutturazione, un bar/pizzeria e dei bagni pubblici che oltre ad essere del tutto gratuiti e strapuliti… non mostravano, accedendo agli stessi, il classico cestino con le classiche monetine poste all’interno a dare ad intendere agli avventori che un’offerta per i custodi non avrebbe fatto schifo a nessuno… tantomeno ai custodi.
Virgilio alle grotte di Pertosa.
A proposito: avete fatto caso a come vi guardano brutto i “custodi dei cessi pubblici” (non credo sia un titolo onorifico questo che o messo tra virgolette) se non mettete la classica monetina (possibilmente non inferiore ai venti centesimi… meglio se di cinquanta… pisciare costa) nel famigerato cestino?
Personalmente se mi trovo sprovvisto di monetine… uscendo dalla porta d’accesso alla toilette (“pipistop”) mi premunisco immediatamente di toccare ferro o, in assenza del ferro, qualcosa di meno duro e più carnoso.
Facemmo conoscenza del nostro Dante intorno alle ore ventuno meno qualcosa. Nel frattempo qualcuno di noi, rimembrando qualche passaggio scolastico della Divina Commedia, iniziava a chiedersi sul perché ad accompagnarci in tale viaggio (all’inferno) non fosse stata una guida più esperta tipo… Virgilio.
Il nostro Dante non era eccessivamente alto, aveva la barba e portava il classico berretto dantesco che, come scoprimmo più tardi) serviva più a nascondere una eccessiva “zazzera” che a creare ulteriore scenografia. In ogni caso era decisamente preparato (ottime le spiegazioni delle “scene” che di volta in volta ci faceva vivere) e bravo nella recitazione di alcuni pezzi delle… sue cantiche.
Dante nel nostro comune viaggio ci fece conoscere diversi personaggi della Divina Commedia tutti, con esclusione di Beatrice, debitamente collocati all’interno dell’inferno: Virgilio, Beatrice, Caronte, Francesca, Ulisse e via dicendo. Attori, ballerini, cantanti (lirici e non) si passavano il testimone nel nostro cauto incedere verso le più profonde gole dell’inferno… dulcis in fundo? … noi, l’Umanità… (Hitler e company, il Capitalismo) alias Lucifero.
Ne è valsa la pena? … vale la pena fare un salto alle grotte di Pertosa? … si! … anche questo è, cosa strana, un Sud che non fa parte del Sud, un Sud che dimostra abbondantemente che se vogliamo… possiamo essere anche noi Nord.
Beatrice incontra Dante.
Non è difficile, basta un po’ di onestà (prima di tutti con noi stessi) e di buona volontà.
Il richiamo di rito? … sul depliant che spiegava lo spettacolo erano riportate delle scene che nella pratica non ci è stato dato il piacere di vedere, ad esempio quella del mangiafuoco. Ma nel complesso è stato comunque un ottimo spettacolo con protagonisti e comparse che hanno meritato pienamente non solo il nostro applauso ed i nostri ringraziamenti ma l’intero costo del biglietto.
Peccato che all’interno delle grotte, per ovvi motivi più che condivisibili, era vietato usare macchine fotografiche e cineprese.
Alle ventidue eravamo di nuovo in hotel (all’Acteon Palace di Atena Lucana)… seduti a tavola a goderci la meritata cena… ottima ed abbondante.
A fine cena… tutti a letto con un piccolo compito culturale da svolgere durante la notte: cercare di capire chi o cosa era Acteon (ovvero ciò che dava o chi dava il nome all’hotel).
La mattina appena fatta colazione e lasciate libere le stanze, ci dirigemmo verso il pullman… destinazione Certosa di Padula. Sul pullman, tra l’altro, decidemmo che, tempo permettendo, nel pomeriggio, dopo aver consumato il pranzo in hotel, avremmo fatto un salto all’Ikea di Salerno… la mitica Ikea di Salerno… mitica (nel mio modo di pensare) almeno finché non ebbi la scalogna di entrarci dentro e vedere (toccando per mano) che tutto era tranne ciò che finora mi si è voluto far credere.
Credetemi… meglio l’Emmezeta di Taverna di Montalto Uffugo.
Ma l’Ikea, si sa, è l’Ikea… e spesso da San Fili e non solo da San Fili si organizzano pullman per andare a fare shopping in tale centro commerciale a trecento chilometri di distanza per comprare… ciò che allo stesso prezzo (o con pochissimo in più) possiamo trovare a pochi chilometri di distanza.
San Bruno fondatore dei cer-
tosini. Statua sulla facciata
principale della Certosa.
Alla Certosa di Padula (è la seconda volta che ci andavo) ho potuto ammirare la famosa ed inimitabile scala senza perno centrale… un vero miracolo dell’architettura del passato… un’architettura che purtroppo non siamo più in grado ripetere… i suoi segreti (i segreti dei grandi maestri) si sono persi per sempre con la morte degli ideatori.
Finita la visita alla Certosa di Padula (vale anche questa la pena d’essere visitata) e all’Ikea di Salerno (se potete… evitate… nun vi perditi nente!)… di nuovo sul pullman e questa volta per ritornare finalmente a casa… alla nostra Cosenza… alla mia amata/odiata San Fili.
Arrivammo intorno alle ventidue… alle ventitré di domenica 31 ottobre 2010 ero finalmente di nuovo nel mio caro lettuccio (appunto in quel di San Fili) assieme a mia moglie.
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… un voto per questa breve gita? … sei e mezzo / sette meno meno! … comunque è valsa la pena farla… consigliabilissima.
… un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
… /pace!