SAN FILI BY PIETRO PERRI BLOG: agosto 2021

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venerdì 13 agosto 2021

La luce elettrica a San Fili. (3)

Carlo Ferraris Ministro
dei Lavori Pubblici nel1905.
Fu a San Fili in occasione 
dell'inaugurazione della luce
pubblica.

Articolo pubblicato sul Notiziario Sanfilese del mese di luglio 2021... a firma di Pietro Perri.

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La luce elettrica a San Fili. (3)

(di Pietro Perri)

(continua dal mese di giugno 2021)

«Si forma il corteo, di cui fanno parte l'Onor. Consiglio Comunale, le rappresentanze degli Enti Locali, preceduti dalla Banda cittadina che si avvia, seguita da una immensa folla.
Non lungi da San Fili, sulla sponda destra dell'Emoli, generatore della Luce, in contrada Crispino, sorge la Stazione Elettrica».


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Del miracolo che si era da qualche giorno verificato a San Fili i giornali e la gente di gran parte della provincia di Cosenza ne parlarono sicuramente per diverso tempo.
Dopotutto San Fili in quel lontano mese di agosto del 1905 aveva festeggiato l’accensione della prima lampadina elettrica nel proprio centro abitato. Un qualcosa, questa, che tanti altri borghi della provincia di Cosenza dovranno attendere decenni prima di vedersi ripetersi tale miracolo sul proprio territorio.
Il Progresso, quello con la P maiuscola, aveva baciato in fronte i Sanfilesi tutti. Un bacio che nel giro scarso di un decennio avrebbe oltretutto visto percorrere da parte a parte il territorio comunale dalla prima locomotiva... fermata obbligatoria presso l’appena realizzata stazione ferroviaria di San Fili.
Chiudiamo in ogni caso questa breve rassegna stampa sull’evento (ovvero sull’inaugurazione della luce elettrica a San Fili) con altri due articoli apparsi sul giornale Cronaca di Calabria.

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Cronaca di Calabria del 10 agosto 1905:
Inaugurazione della luce elettrica a San Fili.

Domenica a sera, con l'intervento di una eletta schiera di signore e signorine, di tutte le autorità civili locali, col concorso di una larga rappresentanza delle autorità del Capoluogo e di moltissimi signori invitati, ha avuto luogo l'inaugurazione della luce elettrica a San Fili.
La festa non poteva riuscire migliore per 1a precisione del programma eseguito e per le grandi cure da parte di tutti i componenti il Comitato a che ogni cosa fosse riuscita a perfezione.
E fu un momento d'emozione davvero per l'Impresa Domenico Gambaro, per il Direttore dei lavori - 1'intelligente giovane sig. Giuseppe Cannataro, che pur essendo sfornito di laurea ha saputo portare a compimento un'opera tanto importante - per tutti gli astanti, quando la gentile madrina, la graziosissima ed intellettuale e leggiadra signorina Enrichetta Zumbini di Francesco rompendo, di un colpo, la tradizionale bottiglia di champagne, diede il segno perché il locale delle Scuole elementari femminili, dove tutta quelle gente era raccolta, e tutto l'intero paese, fossero inondati di luce fulgidissima.
Fu un momento pieno di emozioni, in cui gli applausi e gli evviva echeggiarono per lungo pezzo.
La madrina sottoscrisse il verbale dell'inaugurazione con una splendida penna d'argento che le fu noi offerta in dono.
Notevole in questa bella festa un dotto discorso d'occasione letto dal sig. Diego Miceli.

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Cronaca di Calabria 24 agosto 1905:
S.E. Carlo Ferraris, Ministro dei Lavori Pubblici, in Calabria a San Fili.

Si giunse a S. Fili verso le ore l9. Il paese era imbandierato ed illuminato a luce elettrica; all'entrare del Ministro, la musica intonò la marcia reale.
Il Sindaco bar. Francesco Miceli, con la Giunta Municipale, e le notabilità del paese, si recò incontro a S. E. Ferraris, portandogli il saluto dell'intera, cittadinanza. Il bar. Vercillo pronunziò anch'egli un saluto sentitissimo. I1 Ministro ringraziò commosso.
Poi l'onorevole Ministro s'intrattenne mezz'ora in casa Miceli dove furono serviti dei rinfreschi, caffè e liquori.
I1 popolo fece una dimostrazione piuttosto imponente al grido di: Vogliamo la ferrovia Cosenza - Paola!
Il Ministro promise in modo da non lasciare dubbi che l'appalto per 1a ferrovia Cosenza - Paola sarà indetto certamente in quest'anno.
Indi si proseguì il viaggio per Cosenza.

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Inutile dire che non tutto, per l’epoca, fu rose e fiori. Anzi a circa tre anni dall’inaugurazione della luce elettrica ecco i nostri avi scendere in piazza, si fa per dire, e lamentarsi della scarsa efficienza del servizio pubblico d’illuminazione.
Ed a mettere nero su bianco tale problematica ci penserà qualche nostro concittadino inviando una lettera al solito giornale “Cronaca di Calabria”.
Di seguito riporto il testo di tale lettera.

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Cronaca di Calabria del 9 luglio 1908:
Lettere da San Fili.

San Fili, 6 luglio 1908
Con oggi, simpatici lettori, graziose lettrici, incominciamo a regalarvi la cronaca di San Fili, di questo ridente paese di villeggiatura, dalle verdi e fresche montagne, dalle acque cristalline.
Daremo a voi le novità della settimana, saremo veritieri, e noiosi il meno che ci sarà possibile; porteremo per voi, gentili lettrici, qualche parola ardente di poesia.
I1 cronista si ispirerà ne li occhi vostri sublimi, nei vostri sorrisi. Invoca in anticipo il vostro compatimento e vi dà le prime notizie.
Qualche animo nobile e leggiadro, dagli occhi pieni di fiamme vive, qualche cara, creatura di sogno, avrà uno sguardo benigno; e ciò che basta al cronista.
Luce... elettrica.
L'illuminazione elettrica a San Fili è ridotta una vera indecenza.
Fioche e pallide lampadine distanti l'una dall'altra mezzo chilometro proiettano una luce sepolcrale, lasciando le strade in una oscurità perfetta.
I cittadini invocano ed inneggiano al petrolio, che rendea un chiarore di molto superiore a quello delle deboli lampadine che costano al comune la somma di lire 1200 all'anno, cioè il doppio di quanto si spendeva prima, per l'illuminazione a petrolio, che dava molta luce di più, e che permetteva di circolare per le strade di notte, cosa che adesso è resa impossibile dato il buio pesto che avvolge il paese.
L’illuminazione ai privati è un vero strozzinaggio. Si ha il coraggio di far pagare 80 centesimi i1 Kilowatt, mentre si è costretti a ricorrere al lume a petrolio in una piccola stanza ove arde una lampadina della forza di 50 candele che ne dà appena 5 di luce.
L'impresa ha un atteggiamento ributtante e minaccia di tagliare i fili ed interrompere la corrente a chi pagando il suo danaro si permette di lagnarsi.
Noi ai privati diamo il consiglio di rinunziare in blocco a questa derisione di luce elettrica, e di non sottomettersi alla prepotenza di una società, che si permette di fare il proprio comodo, e dettar leggi, prendendo un atteggiamento antipatico e ributtante.
Ed il comune? Va bene che il comune data questa stupida e cretina rappresentanza non ha il dovere di curare gl'interessi dei cittadini, ma come si regolerà? E' possibile che i lamenti dei cittadini che protestano da un anno e più non siano giunti alle lunghe orecchie dei nostri amministratori?
Noi domandiamo a quella giunta di intelligentissimi che circondava il sindaco: debbono i cittadini contribuire per un servizio che manca? Sabato avremo una riunione del Consiglio; ma quale saranno le loro intenzioni? Perché non si dimette in massa questo branco d'inetti che ha l'ostinatezza da tanti anni di reggere l'amministrazione?
Sono sempre gli stessi cosi messi in moto come burattini, da prestigiatori, che tirano i fili, e quelli decretano e sentenziano ciò che non sanno.
E tutto lo scopo di essere al comune è quello di appagare le loro meschine ambizioni, e di voler essere i maggiorenti del paese, poco curandosi della loro missione, che del resto non saprebbero disimpegnare.
Tanto perché San Fili 1o sappia, dopo le dimissioni del Barone Miceli, che come dicemmo altra volta, dovette abbandonare il suo posto perché non coadiuvato né circondato da persone capaci, siamo senza sindaco da un mese, e la corrispondenza viene aperta ogni tre giorni da un consigliere acciuffato per la strada.
Ma noi diciamo quando 1a finiranno? Perché non si dimettono in massa? Fino a quando abuseranno della nostra pazienza?
E per oggi basta, promettiamo altri articoli con più particolari.

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Questo secondo articolo (o meglio questa “lettera da San Fili”) apparsa sul Corriere della Calabria del 9 luglio 1908 più che un classico articolo dei bei tempi che furono sembra un classico volantino distribuito in questi ultimi anni ai nostri compaesani “frequentatori abituali” di corso XX Settembre da qualche rappresentante di qualche pseudo forza politica operante (a singhiozzo) sul nostro territorio.
Ovviamente parliamo di qualche pseudo forza politica (non mi riferisco ad una sola in particolare) antiamministrativa e posizionata in un periodo d’operatività compreso tra gli inizi degli anni Ottanta del secolo scorso e qualche anno addietro.
Facciamo un po’ il sunto (dal punto di vista politico) di tale lettera datata 6 luglio 1908 e pubblicata sul Corriere della Calabria il 9 luglio successivo: le cose non vanno, le migliorie volute da chi ci amministra sono peggiori della situazione precedente a tali migliorie, si stava meglio quando si stava peggio, vi dovete dimettere...
La tiritera, dopo oltre un secolo, a San Fili non è cambiata di una vocale: le cose non vanno, le migliorie volute da chi ci amministra sono peggiori della situazione precedente a tali migliorie, si stava meglio quando si stava peggio, vi dovete dimettere...
Ovviamente oggi non si parla più dei problemi legati all’erogazione della luce elettrica (che a volte e spesso d’inverno comunque ci sono) o dell’esosa bolletta legata a tale erogazione ma cento se non mille altri problemi che comunque ci sono, anche nel vivere civile e pacifico quotidiano del nostro borgo.
Non essendo in ogni caso questo bollettino un bollettino di parte (difficile dire che non facciamo politica in quanto anche facendo cultura si fa politica) non sta a noi né tantomeno a chi scrive evidenziare gli stessi su tale spazio.
Fa piacere in ogni caso sapere che, dopo ben 113 anni nulla è cambiato a San Fili almeno sul fronte lamentele amministrative.

(continua)

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Un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!