A chi non ha il coraggio di firmarsi ma non si vergogna di offendere anche a chi non (?) lo merita.

Eventuali commenti a post di questo blog non verranno pubblicati sia se offensivi per l'opinione pubblica e sia se non sottoscritti dai relativi autori. Se non avete il coraggio di firmarvi e quindi di rendervi civilmente rintracciabili... siete pregati di tesorizzare il vostro prezioso tempo in modo più intelligente (se vi sforzate un pochino magari per sbaglio ci riuscirete pure).
* * *
Ricordo ad ogni buon file l'indirizzo di posta elettronica legata a questo sito/blog: pietroperri@alice.it

sabato 5 settembre 2015

SE UNA PROPOSTA NON E' INTELLIGENTE O INUTILE... SICURAMENTE O E' O-SCENA O E' O-SCEMA.

Le tasse (inclusi i tributi locali) dobbiamo pagarle tutti o... non pagarle a norma di legge.
Se si permette a qualcuno di non pagarle con escamotage dell'ultima ora (anche se già applicati in altre realtà amministrative) automaticamente decade tutto l'apparato morale su cui le stesse si ergono.
Il problema è chiedersi semmai come si arriva - con tanti "esperti in materia in circolazione" (tutti sono bravi ad aumentare le tasse... pochi a renderle legittime ed oneste per ogni membro della cittadina amministrata).
Se poi si arriva a qualche proposta o-scena o o-scema dell'ultima ora è necessario chiedersi come mai si è arrivati a tale punto (leggendo un volantino dell'opposizione consiliare al Comune di San Fili apparso in questi giorni su alcune bacheche del paese sembra che a San Fili oltre il 20% dei contribuenti, per disonestà p per reale incapacità) non sia più in grado di far fronte al proprio dovere nei confronti dei tributi locali) e semmai cosa fare per evitare che si prosegua su questa assurda strada.
Eppure a chi si è divertito in questi ultimi anni ad aumentare le tasse locali (non da ragioniere ma da misero contabile di osteria) e a chi - incluso le opposizioni che si sono succedute all'interno del Consiglio comunale del paese - ha fatto finta di non vedere e quindi di non sapere non posso che ricordare ciò che dice l'articolo 53 della Costituzione Italiana:
"Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.
Il sistema tributario è informato a criteri di progressività."
A San Fili, e purtroppo non solo a San Fili, con la politica creativa di alcuni amministratori tutto si è rispettato finora tranne che questo principio sacrosanto della Costituzione Italiana.
Quindi? ... personalmente sono tutto tranne che d'accordo con chi propone una bella passata di spugna sul problema.
E sapete perché? ... perché non avrei il coraggio di guardare in faccia chi si è tolto il pane dalla bocca per pagare tutte le imposte, le tasse ed i tributi imposti a loro ed alle loro famiglie.
Perché così facendo si rischia di favorire più i soliti furbi (oltre che a qualche scalognato che pensa di essere in torto quando è l'unico ad avere ragione... in virtù appunto dell'articolo 53 della Costituzione Italiana) ai danni dei soliti polli (ovvero chi pensa che pagare anche tasse ingiuste... sia giusto).
E per il futuro anche a San Fili... studiamo un sistema tributario che rispetti un po’ di più l’articolo 53 della Costituzione Italiana e non dia più spazio alla gestione di contabili provetti (... Dio, che campioni!) ma a ragionieri con tanto di studio di politica economica, sociale e tributaria.
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace!

venerdì 4 settembre 2015

Tributi locali, piducchi e... ‘ntruappicaturi.

... ntruppicaturu santufilise.
Lo sappiamo benissimo (o almeno crediamo di saperlo): amministrare una Comunità e per giunta una Comunità come quella sanfilese è difficilissimo.
E’ difficilissimo? ... certo! ... è difficilissimo come amministrare una qualsiasi Comunità dove da tempo ormai non esistono regole certe se non quella di non rispettare le regole. E nel caos, credetemi, anche “i piducchi tenenu a tusse”. Dopotutto sono proprio loro che ti hanno fatto vincere le elezioni ed è proprio a loro che bisogna dare ascolto se si ha intenzione di vincere anche le prossime elezioni.
E pensare che per le prossime elezioni mancano ancora quasi cinque lunghi anni... visto che l’ultima tornata elettorale locale l’abbiamo avuta appena appena tre mesi addietro.
E purtroppo “i piducchi” dicono tutto ed il contrario di tutto quindi ascoltandoli - da buoni amministratori quali siamo (di maggioranza e di minoranza... ma pur sempre nel convivio del Consiglio comunale) - dobbiamo convincerci anche noi dell’esattezza del tutto... e soprattutto del contrario di tutto. Almeno così deve chi di noi ha intenzione di gareggiare anche nella tornata del 2020... ma non è il mio caso: questo 2015 mi è bastato e soverchiato. Quindi di ciò che dicono e/o non dicono “i pulici” e magari anche “i piducchi” locali - ricredetemi - a me poco importa.
Ciò che invece m’importa tantissimo è cercare di lasciare un segno in questa tanto lunga quanto corta (cinque anni possono essere un’eternità come possono essere un attimo già passato) fase amministrativa.
Come? ... possibilmente contribuendo ad evitare un ulteriore aumento dei tributi locali. Non solo San Fili non ha bisogno di nuove entrate - e l’ha dimostrato in modo encomiabile in questi ultimi venti anni - ma sicuramente il contribuente sanfilese non sarebbe in grado di far fronte ad un nuovo aumento delle stesse.
Vi chiedete com’è dimostrabile che il Comune di San Fili non ha bisogno di ulteriori entrate? ... semplice: se alcuni amministratori succedutisi negli ultimi venti anni si sono fatti fottere oltre un miliardo di vecchie lire ciascuno e se San Fili malgrado ciò è ancora in piedi... mi dite a cosa ci servono ulteriori entrate? Dopotutto se quei due miliarducci di vecchie lire fossero ancora nelle casse comunali avremmo grossi problemi anche a gestirli. Perchè anche al clientelismo spregiudicato ci sono dei limiti.
Un altro motivo per cui il Comune di San Fili non ha necessità di aumentare le tasse ai propri cittadini? ... provate a chiamare alcuni “servizi alla cittadinanza” (?) o “fiori all’occhiello” finanziati con le entrate comunali col loro vero nome (... io li chiamo “LUSSI”) e vedrete che... cavolo, ma stiamo proprio economicamente bene al Comune di San Fili. Diversamente non si capirebbe.
Ovviamente parlo di "servizi" ("LUSSI") che servizi non sono e che sono comprensibili come tali solo quando ci sono soldi da gestire in eccesso e non quando la gente non arriva a fine mese o parte della cittadinanza non è più in grado di pagare i tributi locali e si devono trovare soluzioni alternative per venire incontro alla stessa. Soluzioni che possono anche sfociare in concetti illegali quali il clientelismo o lo scambio di voti tipo... "se mi assicuri il tuo appoggio alle prossime amministrative faccio in modo di ridurti le tasse, di  dilazionartele all'infinito o di non fartele pagare proprio facendole cadere in prescrizione. Ma se vincono gli altri... cavoli tuoi!"

Ovviamente con quest'ultima affermazione faccio un'ipotesi per impossibile in quanto a San Fili - è bene ricordarlo - siamo diversi ed immuni da alcune deprecabili azioni a danno della Comunità e della res publica.
Un esempio di "servizi / LUSSI"? ... ok, rischio (linciatemi pure... alla fine ci si abitua anche a questo): la piscina, il teatro ed alcune eccessive "erogazioni"  (ben mirate - a qualcuno e/o a qualche associazione l'hanno preso/a in pieno... visto come sono bruciate alcune mie esternazioni - e quindi tutt'altro che a pioggia) per la cultura!
E non si capisce, malgrado tutto ciò, come mai a volte non ci siano soldi per acquistare un sacco di cemento per tappare qualche buca, per acquistare il palo di un lampione che da tempo manca lungo il marciapiede che costeggia l’ex storico Muraglione, che non ci siano soldi per garantire un minimo di decoro ai corsi principali del paese (con pittura delle ringhiere e sostituzione di quelle mangiate dalla ruggine o degli ormai sconci cestini pubblici dei rifiuti o della sostituzione e/o pulizia dei vetri dei lampioni presenti nel paese), della frazione e delle sue contrade.
Inutile guardare da un’altra parte facendo finta di niente: a volte anche passeggiando lungo corso XX Settembre sembra di passeggiare non in un paese della civile Italia ma in un villaggio arretrato (a volte meno di San Fili) nel nord Africa.
E non parliamo di alcuni vicoletti all’interno del centro storico intorno alla Chiesa Madre.
Quasi ovunque ci si gira ormai si registrano nauseanti odori (questo grazie comunque anche all’inciviltà di nostri compaesani che ancora non sanno come e soprattutto dove mantenere i propri animali), erba dappertutto e pericoli incombenti - specie per i più piccoli (vi invito a fare un salto alla bambinopoli nei pressi di piazza Rinacchio e poi a dirmi cosa ne pensate) - dietro l’angolo.
... ‘ntruappicaturi dappertutto e chi più ne ha più ne metta.
E alcuni ‘ntruappicaturi (vedasi il caso di quelli presenti nella piazzetta difronte il palazzo ex-Curia (quella che costeggia ed in parte nasconde il vecchio succitato ex storico Muraglione), tra l’altro, per sparire non avrebbero neanche bisogno di acquisto di materiali costosi per essere aggiustati. Solo di un secchio di sabbia ed un po’ di buona volontà.
Il secchio di sabbia non sarebbe difficile trovarlo ma... la buona volontà?
E ricordo: io ho scelto di non candidarmi alle prossime amministrative... consapevole che il tuo voto non l’ho mai avuto finora e sicuramente non l’avrò neanche in futuro. Ed altrettanto consapevole anche tu che... ognuno ha gli amministratori che si merita. Dopotutto sei anche tu (votando ad una parte o all’altra o non votando proprio o presentandoti o non presentandoti in una lista in competizione o non facendone una terza) che ci hai scelti.
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace!

mercoledì 26 agosto 2015

QUEI PANNELLI FOTOVOLTAICI PAGATI TANTO E FORSE (?) MAI UTILIZZATI.

Qualche anno addietro a San Fili si amministrava (ovvero si gestivano i soldi pubblici) anche così: resisi conto a priori dei costi che comportava il fabbisogno energetico della piscina comunale del paese si ebbe la lungimiranza di pensare ad un bellissimo impianto fotovoltaico. Era un'idea lungimirante ed innovativa
Costo? ... circa 200 mila euro, se non vado errato... e se non vado altrettanto errato a spese del contribuente sanfilese (chissà se abbiamo finito di pagare il relativo mutuo).
Il dramma fu che quell'impianto (di cui vediamo i resti nella foto allegata... resti tuttora presenti in un piazzale al di sotto della piscina stessa)... durò appena il tempo del collaudo.
E via le classiche leggende urbane con relative domande senza risposta a corredo delle stesse: ... è vero che i pannelli erano vecchi o scadenti? ... è vero che l'impianto era stato realizzato male? ... è vero che l'impianto era stato gestito male?
Fatto sta che... beh! ... alla fine hanno pagato solo i contribuenti locali senza nulla avere in cambio di tale loro inutile sanguinoso esborso.
Ma fino a qualche anno fa (a San Fili e non solo a San Fili) - e c'è chi rimpiange quel periodo d'oro e quegli encomiabili amministratori locali - si amministrava anche così... la res pubblica.
Roba da Corte dei Conti se non da Magistratura.
Ma noi preferiamo guardare da un'altra parte.
... e se bonificassimo anche questo scempio?
... by Pietro Perri.
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace! 

lunedì 24 agosto 2015

Sospesa l'attività della piscina comunale di San Fili.

Finalmente, punti di vista (questo è il mio e resta il mio... da onesto contribuente locale e nazionale), è stata sospesa l’attività della piscina comunale di San Fili.
Il motivo? ... gli altissimi costi di gestione (in gran parte legati al problema del fabbisogno energetico della struttura) della stessa.
Cifre assurde di cui si è fatta carico per anni la Comunità Sanfilese con buona parte delle proprie entrate tributarie.
Un problema, dicevo, sorto non appena lo Stato spendaccione degli anni Ottanta e Novanta del XX secolo ha dato al comune di San Fili i soldi per realizzare non solo questa strutture ma tantissime altre inutili strutture sportive e ricreative presenti nell’area circostante la piscina stessa (vedasi la palestra coperta finita per diventare un punto di stoccaggio dei rifiuti solidi urbani e forse anche qualcos’altro, i campi da tennis in contrada Frassino, i chioschetti ricreativi e via dicendo).
Tanto paga Pantalone... ma all’epoca Pantalone era a Roma.
Oggi, purtroppo, Pantalone è a San Fili... e sembra pure che, causa le tasche da tempo bucate per colpa di amministratori locali poco previdenti, abbia poco ormai da pagare a disposizione.
Cosa fare per ovviare al problema? ... semplice: iniziare a sospendere l’attività della piscina comunale e studiare eventuali forme alternative di approvvigionamento energetico per il funzionamento della stessa. Ovviamente con un sistema tale da ridurre drasticamente tali costi.
Ci riuscirà l’Amministrazione comunale in carica? ... lo dirà il tempo e speriamo che il tempo almeno una volta sia un po’ clemente anche nei confronti dei contribuenti sanfilesi. Diversamente ognuno, fattosi un proprio reale esamino di coscienza, si assuma le proprie responsabilità morali verso le fasce meno abbienti della nostra Comunità.
Riporto di seguito il comunicato alla cittadinanza sanfilese (tra l’altro riportato in formato PDF in alto a sinistra) che, in qualità di addetto stampa del Comune di San Fili, ho firmato in questi giorni.
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AVVISO ALLA CITTADINANZA
SOSPESA L’ATTIVITA’ DELLA PISCINA COMUNALE

IN QUESTI GIORNI L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI SAN FILI HA PROVVEDUTO A TRASMETTERE AI GESTORI DELLA PISCINA COMUNALE UNA LETTERA CON CUI SI SOSPENDONO LE ATTIVITA’ DELLA STESSA.
TUTTO CIO’ SI E’ RESO NECESSARIO STANTE I SEMPRE PIU CRESCENTI COSTI DI GESTIONE CHE COMPORTA TALE STRUTTURA IN PARTICOLARE DAL PUNTO DI VISTA ENERGETICO. COSTI, IN UN PERIODO DI CRISI COME QUELLO CHE STIAMO VIVENDO, CHE CONTINUANO A PESARE SUL BILANCIO COMUNALE ANDANDO AD INTACCARE DIRETTAMENTE LE ENTRATE LOCALI.
L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI SAN FILI STA COMUNQUE PROVVEDENDO  A STUDIARE METODI ALTERNATIVI DAI COSTI DECISAMENTE PIU’ CONTENUTI AL FINE DI GARANTIRE NON SOLO LA RIPRESA DELLE ATTIVITA’ DI TALE STRUTTURA MA DI RENDERE FINALMENTE OPERATIVA L’INTERA AREA DEL COSIDDETTO PARCO ATTREZZATO DI CONTRADA FRASSINO
QUANTO DETTO FACENDO IN MODO CHE TUTTE LE STRUTTURE SPORTIVE E RICREATIVE (PISCINA, CAMPO DI CALCIO E CAMPO DA TENNIS, PALESTRA ECC.) DIVENTINO PRESTO OPERATIVE E RESTITUISCANO ALL’INTERA CITTADINANZA SE NON UN RITORNO ECONOMICO O DI SEMPLICE AUTOFINANZIAMENTO ALMENO UN GIUSTO RITORNO D’IMMAGINE AL SERVIZIO DI TUTTI.
                                                                                                         
PIETRO PERRI
ADDETTO STAMPA
COMUNE DI SAN FILI

SAN FILI, LI’ 24 AGOSTO 2015.
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Ovviamente da membro di maggioranza del Consiglio comunale di San Fili non posso fare a meno di ringraziare i giovani che hanno lavorato e continuano a lavorare, con spirito di sacrificio, per la piscina comunale di San Fili. Nessuno mette in dubbio né le loro capacità né il loro alto spirito di volontariato sociale. Ma in un periodo di crisi come quello che sta vivendo la nostra società (decisamente più sentito in piccole comunità come quella sanfilese) qualche ragionamento che rompa finalmente col passato bisogna iniziare a farlo... anche e soprattutto nel loro interesse.
Se una volta alcune cose erano considerate un servizio perché tanto alla fine lo Stato sarebbe giunto in nostro soccorso (e San Fili negli anni passati è stato soccorso in modo assurdo ed ingiustificabile... diversamente non avremmo “goduto” di ben due truffe ai danni delle casse comunali e di due dissesti finanziari nel giro di un paio di decenni) oggi quelle cose non possono che essere considerate un lusso (ovviamente a San Fili)... se vogliamo essere seri. Ed un amministratore pubblico ha l’obbligo, oggi più che mai, di essere serio (quindi anche coraggioso) nei confronti dei propri votanti e dei propri amministrati.
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace!

sabato 15 agosto 2015

Una foto per non dimenticare: Enzo e Franco Onofrio.

Verso la fine del mese di Maggio scorso abbiamo accompagnato nel suo ultimo terreno viaggio l’amico Enzo Onofrio. Tutto potevamo pensare tranne che in questo inizio di mese di Agosto avremmo ripetuto la crudele esperienza con il fratello Franco.
Riporto, su richiesta tra l’altro di una cara compaesana, un breve ricordo di Enzo pubblicato sul “Notiziario Sanfilese” del mese di Giugno 2015. Un breve ricordo ovviamente da far proprio anche per quanto riguarda il fratello Franco e che pertanto varierò solo nell’ultimo periodo.
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I fratelli Franco ed Enzo Onofrio
agli inizi degli anni Settanta.
Siamo a San Fili e siamo poco oltre la zona denominata dai nostri padri “mmienzu u puontu”: davanti ai nostri occhi la scesa di via Roma o di “chiarieddru” e la salita, piacevole e per niente irta, che ci porta verso il piazzale antistante la chiesa del Carmine prima e piazza san Giovanni (o “a cruce”) poi. Alla nostra destra (la sinistra di te che guardi la foto) c’è il negozio di scarpe del mitico Annibale Nigro mentre alla nostra sinistra l’uffizio del dazio gestito dall’indimenticato Eugenio Calomeni. Siamo... poco oltre “mmienzu u puontu”. Ci siamo lasciati da poco alle spalle il negozio di Genoveffa, il salone da barbiere di Martino Lombardo, il negozio di frutta e verdura di Eugenia Cavaliere, la macelleria di Giovanni Calomeni ed il negozio di “sali e tabacchi” (ed anche orologi e vari) di Lisetta Calomeni e tantissimo altro ancora.
Siamo due spensierati fratelli incuranti di camminare sul ghiaccio con leggere scarpe, indumenti quasi primaverili e... pantaloni alla Celentano che andavano tanto di moda a quei tempi.
Assaporiamo inconsapevoli di cosa ci riserverà il futuro gli ultimi strascichi dell’inverno del lontano 1972 o al massimo nel 1974: il futuro è anche e soprattutto nostro.
Un abbraccio, Enzo, da parte di chi ti ha conosciuto  ed ha potuto e saputo apprezzarti in tutte le tue innumerevoli qualità e virtù.
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace!

domenica 9 agosto 2015

Ad arvuru cadutu... taglia taglia.

Lo dicevano i nostri avi: “Ad arvuru cadutu... taglia taglia”. Ovvero quando un soggetto (... una quercia d’uomo?) ha perso il potere che aveva  fino a poco tempo prima... tutti a dargli addosso.
Questo modo di dire lo voglio riportare in tale spazio ma sotto un significato del tutto, credo, nuovo: quando un qualcosa, passata inosservata fino a qualche attimo prima, è successa o è stata fatta... tutti buoni a parlare.
Un esempio? ... il taglio degli alberi, avvenuto  verso la fine del passato mese di Luglio, presenti sul marciapiede nel tratto di corso XX tra piazza Madonnina (futura piazza don Luigi Magnelli) ed ex piazza Rinacchio (attuale piazza Adolfo Mauro).
Che tali alberi rappresentassero da più anni a questa parte un pericolo per quanti vi sostavano nelle vicinanze... poco importava.
E se veramente il dramma si fosse verificato... sarebbe andato avanti tutto come da copione: in tanti avrebbero parlato così come in tanti parlano adesso. Perché, è giusto non dimenticarlo, per tanti di noi il detto è sempre e comunque quello: “Ad arvuru cadutu... taglia taglia”.
Oltretutto tali alberi erano decisamente inadatti  (erano degli antiestetici prugni... se nessuno ci ha fatto caso) per lo scopo cui sono stati adibiti per oltre un trentennio. Ma non è questo il problema. Il fatto che un albero sia o meno inadatto ad essere piantato in un determinato punto lascia ben poco tempo alla discussione a chi non ha niente su cui discutere... neanche i tre giorni d’obbligo.
Tra tanti nostri compaesani (tra l’altro tra questi ce ne sono alcuni che da decenni non si degnano nemmeno di fare una passeggiata lungo corso XX Settembre) sembra stiano girando tutta una serie di domande in merito a tale taglio: come mai li hanno tagliati? ... perché li hanno tagliati adesso e non in autunno (quando magari c’è più bisogno di legna in casa di qualcuno di noi)? ... vi pianteranno altre piante per nascondere il belvedere di ciò che fu (ed in parte lo è tutt’ora) lo storico “muraglione” di San Fili?
Proverò a rispondere nel modo più breve possibile: l’operazione (il taglio di tali alberi) si è resa necessaria ed improcrastinabile stante la pericolosità che gli stessi - considerato che il tronco di tali alberi era quasi del tutto marcio all’interno e molti tentavano ormai a sradicarsi da soli - rappresentavano, per quanti si avventuravano a passeggiare sul tratto del marciapiede summenzionato.
Oltretutto sono più che sicuro che i professionisti del classico “Ad arvuru cadutu... taglia taglia” avrebbero avuto molto di più da dire contro l’attuale Amministrazione comunale se qualcuno di questi alberi cadendo (cosa che a breve, se non si fosse intervenuti a priori, sarebbe successa sicuramente) avrebbe causato seri danni ai passanti. Prevenire, anche in casi come questo, è sempre meglio che curare.
Come rispondo alla domanda se “saranno piantati altri alberi negli spazi lasciati vuoti dal taglio di detti prugni”? ... lo dirà il tempo. Non voglio togliere a nessuno il piacere di poter tagliare un altro po’ “l’arvuri caduti”.
Solo un piccolo rinfresco di memoria: quando c’era lo storico “muraglione”... non c’era alcun albero sul marciapiede che lo costeggiava.
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace!

sabato 8 agosto 2015

Ok, l’ammetto: sono stato al gioco a premi “L’eredità” condotto da Fabrizio Frizzi. (6)

Ed eccoci giunti al fatidico 23 dicembre 2014 mattina ed all’interno di uno degli edifici di RAI Nomentana... quello dove, da diversi anni a questa parte ormai, si registra il gioco a premi “L’eredità”. L’accattivante programma condotto, in quel periodo, da Fabrizio Frizzi in sostituzione di Carlo Conti.
Ad accoglierci c’era uno staff fantastico e decisamente rodato. Ci fecero sentire subito come se fossimo a casa nostra... e dopotutto la RAI non era detta in altri tempi anche “la casa degli Italiani”? ... e noi in quel momento, giunti da più regioni del nostro Bel Paese, come ci disse una delle nostre “madrine”, rappresentavamo parte dell’Italia.
Ci portarono in uno stanzino con relativa anticamera e ci fecero mettere a degli appendi abiti due cambi cadauno che ci eravamo portati dietro. Gli addetti alle scene ci avrebbero fatto sapere, fra non molto, quale dei due cambi avremmo dovuto indossare per andare in scena.
Firmammo le liberatorie e... via in sala trucco.
Poi a turno fummo condotti (ognuno assieme al proprio accompagnatore o alla propria accompagnatrice) in uno stanzino dove ci aspettava uno degli autori per concordare sia l’argomento con cui mi sarei presentato al grande pubblico, nel corso della registrazione, e sia il breve intervento che avrebbe fatto mia moglie (per l’occasione “la mia accompagnatrice”) parlando dei miei pregi (tanti o forse nessuno) e dei miei difetti (nessuno o forse tanti).
E così concordammo che avrei parlato di “San Fili paese delle magare” e che il mio pregio base sarebbe stato il fatto di saper cucinare ed il mio difetto base quello di essere un soggetto particolarmente disordinato.
Ritornammo nello stanzino in cui accedemmo la prima volta che entrammo nello stabile e ci cambiammo. Eravamo pronti per entrare in scena? ... solo all’apparenza. Restava ancora la parte più importante: il rischio “panico delle luci di scena e delle cineprese”.
La tensione, dopotutto, per gente non del mestiere come noi concorrenti doveva essere tremenda... ed in parte, a breve, lo sarà anche per me.
Fatto ciò mentre una fatina (ovvero una delle signore messeci a disposizione per lavorare sul nostro stato d’animo) cercava di caricarci al massimo spiegandoci tra l’altro alcuni trucchi del mestiere al fine di non farci prendere dal panico quando saremmo entrati in scena e nel prepararci ad una prevedibile immediata eliminazione, altre due fatine controllavano scrupolosamente se sugli indumenti che indossavamo, scarpe incluse, comparissero loghi o scritte varie che potessero essere intese come pubblicità occulta. Ogni minimo accenno a ciò veniva adeguatamente oscurato con appositi ritagli di nastri adesivi... non trasparenti.
“Se siete qui”, ci disse quella dolce fatina, “siete già dei vincitori. Dopotutto siete stati scelti a rappresentare la vostra regione su centinaia di candidati. Voi? ... valete!”
(continua).
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace (anche a chi sbaglia onestamente)!

sabato 1 agosto 2015

Quando ai cittadini si chiede il massimo è giusto garantire loro almeno il minimo.

Il 23 Luglio 2015 il Consiglio comunale di San Fili (di cui anch’io faccio parte) ha il “Regolamento comunale per la disciplina della compartecipazione dell’addizionale I.R.PE.F.” ovvero di quell’imposta che volgarmente chiamiamo “I.R.PE.F. (imposta sul reddito delle persone fisiche” comunale”. Ovviamente tale approvazione era necessaria per legge e le relative aliquote sono state proposte dalla Giunta municipale in carico a seguito di sua precedente delibera.
Da tale approvazione scaturiscono due notizie di opposto gradimento: una brutta (punti di vista) ed una bella (punti di vista).
La notizia brutta? ... è che con l’aumento sancito in tali succitate approvazioni e delibere l’I.R.PE.F. comunale a San Fili nel corso di pochi anni ha raggiunto il massimo applicabile per legge, ovvero l’8 per mille.
La notizia bella? ... è che oltre il massimo previsto dalla legge non si può andare e che quindi, tranne che Matteo (... Renzi, chi?) e company del Governo Italiano non aumentino l’aliquota massima, dal prossimo anno in poi non ci saranno - a San Fili - almeno aumenti su questo fronte.
Il problema dell’I.R.PE.F. comunale (ma non solo di questa: della TARI, della TASI, del costo del servizio idrico e di chi più ne ha più ne metta) a San Fili come in quasi tutti i paesi e le città dell’Italia Meridionale si presenta sempre più catastrofico.
Dopotutto i redditi procapite - causa anche una crisi che nessuno vuole provare minimamente a risolvere - continuano a diminuire e le tasse e le imposte, a tutti i livelli, continuano ad aumentare. E quanto prima, proprio grazie a questi assurdi aumenti, molti (alcuni sono già in questa situazione) non riusciranno più a pagarne nemmeno una minima parte.
In tanti, ormai, sono costretti a decidere tra il mangiare o il rispettare i propri obblighi nei confronti della Comunità cui appartengono. E tra le due “priorità” io stesso, se costretto, sceglierei quella di mangiare.
A San Fili per quanto riguarda l’I.R.PE.F. comunale fino al 2012 si è pagato il 2 per mille, dal 2014 (ovvero l’anno scorso) si è passato al 5 per mille e quest’anno siamo riusciti (non senza un notevole sforzo decisionale) ad arrivare al fatidico 8 per mille.
Inutile dire che tale imposta è una delle cosiddette “imposte e/o tasse” sicure in quanto colpisce per buona parte i redditi alla fonte ed i redditi certi e controllabili (quelli ad esempio dei pensionati e dei lavoratori dipendenti) e per tanti famiglie sanfilesi, la cui maggioranza dei nuclei fortunati (in quanto un reddito comunque ce l’hanno) è composta da nuclei monoreddito, una vera ulteriore mazzata.
La domanda che comunque mi pongo io (in quanto tra l’altro facente parte attualmente del Consiglio comunale e della quota relativa alla maggioranza dello stesso) è... c’è una possibilità di invertire la tendenza? ... ovvero di lavorare veramente per una reale diminuzione dell’imposizione fiscale dalle nostre parti? ... fermo restando che quella che stiamo subendo adesso è il risultato di una pessima (... allegra? ... per chi ci ha mangiato sopra sicuramente!) gestione amministrativa che ha caratterizzato San Fili nell’ultimo mezzo secolo?
E se non si può mirare a ciò credo che noi amministratori locali un dovere ce l’abbiamo: tagliare drasticamente i servizi (elargizioni non controllate con opportuni rendiconti e senza validità alcuna per la maggioranza dei cittadini ma concepibile solo come “salario di cittadinanza” per i pochi soliti fortunati vincitori di turno ecc.) che possono essere catalogati, ovviamente per una comunità di poco più di 2500 abitanti, come dei veri e propri lussi.
Credo, infine, che qualcosa, visto ciò che si chiede ai cittadini sanfilesi, in cambio ai pochi contribuenti che ancora riescono a far fronte al loro dovere verso le casse comunitarie, ai sanfilesi bisogna d’ora in poi assicurarla.
Non è concepibile in tale situazione, infatti, che ancora in tanti continuino a lamentarsi delle buche presenti sulla strada, dell’erba non tagliata, della fogna otturata, della gestione delle discariche illegali presenti sul territorio, dell’assenza di cestini per l’immondizia in determinate zone del paese, dell’assenza di panchine in punti chiave, del rilancio di una “normale” decenza di vivibilità, di guardrail mancanti in punti pericolosissimi laterali al manto stradale del nostro paese, dell’intervento in determinate zone (esempio lo svincolo per Bucita) in cui sarebbe giusto picchettare parte della zona evitando che macchine posteggino in zone che annullano la visibilità di sicurezza degli altri automobilisti, della puzza presente in determinati tratti di corso XX Settembre o nel centro storico e via dicendo.
San Fili e i Sanfilesi hanno bisogno di un rilancio a livello provinciale (sociale ed economico): glielo abbiamo promesso tutti (maggioranza e minoranza consiliare) nel corso dell’ultima campagna elettorale/amministrativa ed è giusto rispettare tale promessa.
La mia non è una critica - in quanto so di criticare anche me stesso - ma un semplice... memorandum. Per tutti... incluso me e chi mi ha votato (ovvero te, amico lettore cui sarò sempre e comunque grato ed in debito).
Meritiamo di più! (omissis)
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... un caro saluto a tutti dal sempre vostro Pietro Perri.
... /pace!

domenica 26 luglio 2015

SAN FILI STORIA E NON SOLO: Laurentia autumnalis sanfilensis.


Foto a sinistra: La Hydriomena Sanfilensis ovvero la “falena di San Fili”.

Foto ripresa dal web.

Laurentia autumnalis sanfilensis ovvero la falena di San Fili. Il nostro “purceddruzz’e sant’Antonu”? ... anche!

A vederla è tozza e brutta ma ha i colori del nostro territorio (il verde ulivo, il color sabbia, il marrò... ed anche qualche sensazione di rosso) e questo ce la rende a prima vista simpatica... quasi una parte di noi... un nostro piacevole coinquilino del bel territorio in cui siamo immeritatamente ospiti.

Ha la testa grossa, un corpo tozzo ed una innata voglia di far niente. Non si preoccupa, così come la maggior parte dei lepidotteri, neanche di volare via se la si tocca: sa che è per volere degli dei degli antichi... è sacra e quindi intoccabile.

Non fa differenze tra la folta vegetazione dei nostri boschi né l’interno delle nostre case. Anzi: è certa che all’interno delle nostre case è la benvenuta. Dopotutto è portatrice di buone notizie e come tale nessuno può permettersi di farle male o di scacciarla.

A volte la si può trovare anche stranamente posata sopra i propri abiti: ci ha scelto.

A sinistra: Il territorio in cui trova il suo habitat naturale la Hydriomena Sanfilensis.

Foto by ripresa dal web.

I nostri avi avevano tanta venerazione per questo stupendo volatile. Dopotutto le falene, così come le farfalle, hanno un particolare legame col regno dell’Aldilà. Dopotutto... sono le anime dei morti che non hanno ancora lasciato del tutto il nostro mondo, o che sono ritornate brevemente (magari l’arco di una sola notte) nello stesso per rassicurare i propri familiari o chi li ha amati su qualche brutta preoccupazione: credeteci, continuano ad amarci e sono sempre accanto a noi.

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Un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.

... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!

A cento anni dalla scoperta della Hydriomena Sanfilensis.

Nei giorni 23 e 27 Maggio scorso, presso il Teatro Comunale di San Fili, si è svolta la premiazione del concorso “100 anni dalla scoperta della falena di San Fili”.
Il concorso era riservato agli alunni dell’Istituto Comprensivo Statale di San Fili e prevedeva due sezioni: una prima sezione destinata agli studenti della Scuola Secondaria di Primo Grado ed una seconda sezione destinata agli studenti della Scuola Primaria.
La Hydriomena Sanfilensis 
ovvero la “falena di San Fili”.
Il concorso è stato bandito dall’Amministrazione comunale di San Fili con l’intento di promulgare la conoscenza della Hydriomena Sanfilensis (farfalla notturna o falena che dir si voglia) in quanto rara specie di lepidottero che di fatti rappresenta una ricchezza per la biodiversità del territorio in cui viviamo.
La Hydriomena Sanfilensis (nome scientifico della “falena di San Fili”) all’atto della sua scoperta -avvenuta il 6 giugno 1913 ad opera dell’entomologo austriaco Hermann Stauder (1877-1937). Lo scopritore nel 1915 classificherà la Hydriomena Sanfilensis come sottospecie di lepidottero ma nel 2012, dopo attenti studi, è stata sollevata a rango di specie a se stante.
Hermann Stauder non conoscitore della zona in effetti segnala la presenza della Hydriomena Sanfilensis nella zona del colle Martinello in località di San Lucido ma non essendo un esperto del nostro hinterland posiziona lo stesso in territorio di San Fili e quindi dal nostro territorio fa derivare il nome della sua stupenda scoperta.
Oltretutto Hermann Stauder - ufficiale delle ferrovie austriache ma osservatore seppur dilettante di farfalle e lepidotteri in generale - aveva fatto di San Fili, in quel particolare periodo della sua vita in giro per i Paesi del Mediterraneo, la sua base operativa da cui, ferri del mestiere in mano, girovagava tra le stupende colline e montagne che circondano amorevolmente il nostro paesino.
Inutile dire che tale lepidottero seppur privo di un cosi “amorevole altisonante nome” era ben conosciuto dai nostri avi. Lo stesso, infatti, è una delle tante “naturali versioni” de “u purceddruzz’e sant’Antonu”, ovvero la falena che non raramente venendo a visitare le nostre abitazioni... è portatrice di buone nuove per quanti abitano le stesse.
E così sono passati 100 anni dalla scoperta ufficiale della Hydriomena Sanfilensis e sicuramente bene ha fatto l’Amministrazione comunale di San Fili, all’epoca guidata dal sindaco dottor Ottorino Zuccarelli, ad indire un concorso a premi favorendo di fatti lo studio e la conoscenza del nostro territorio da parte degli studenti, e non solo, dell’Istituto Comprensivo del nostro Comune.
Ciò che oggi conosciamo come “falena di San Fili” o Hydriomena Sanfilensis in effetti è una specie di falena che ha trovato (... o realizzato?) il suo habitat naturale in buona parte dell’Italia Meridionale ed in particolare nell’appenino calabro-lucano.
Gli studenti dell’Istituto Comprensivo Statale di San Fili, per ritornare al concorso, sono stati invitati a produrre degli elaborati (componimento narrativo, poesia o opera pittorica) aventi come tema la “falena di San Fili”. I due migliori elaborati, selezionati fra decine, sono stati premiati appunto nei giorni 23 e 27 Maggio scorso all’interno del Teatro comunale di San Fili.
Da sinistra: la prof.ssa Laura David. 
la prof.ssa Anna Maria Frascini 
e la dott.ssa Loredana Nigri.
I membri della giuria che è stata costretta comunque ad indicare dei vincitori per i premi messi a bando, compito decisamente non facile considerato la qualità dei succitati elaborati, erano la prof.ssa Assunta Bonanno (docente UNICAL), la prof.ssa Anna Maria Frascini (Dirigente dell’Istituto Comprensivo Statale di San Fili), la dott.ssa Loredana Nigri (assistente sociale di formazione sistematico relazionale presso l’ASP di Cosenza e scrittrice) ed il dottor Stefano Scalercio (ricercatore CRA di Rende). Per quanto riguarda il Comune di San Fili era delegata al coordinamento la professoressa Laura David (assessore comunale).
Per la sezione Scuola Secondaria di Primo Grado sono stati premiati con un ex aequo  l’alunna Martina Mallia  della classe 1^A e l’alunna Antea Montoro  della classe 1^B. Anche per la sezione Scuola Primaria dell’Istituto Comprensivo sono stati premiati con un ex aequo  la classe 4^A e  la classe 5^A. Mentre una particolare menzione è andata alla classe 3^A per l’originalità dell’elaborato.
A conclusione della cerimonia di premiazione un doveroso ringraziamento a nome anche e soprattutto da parte della Comunità Sanfilese è stato espresso nei confronti di tutti gli insegnanti dell’Istituto Comprensivo Statale di San Fili per l’entusiasmo trasmesso ai ragazzi nel partecipare a tale concorso e sempre pronti ad accogliere ogni evento promosso dall’Amministrazione comunale.
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre affezionato Pietro Perri.
... /pace!

domenica 12 luglio 2015

La squadra dell’oratorio “San Domenico Savio” di San Fili promossa a pieni voti.

Articolo di Franco Barbieri pubblicato sul Notiziario Sanfilese del mese di Luglio 2015.

Nella foto sotto a sinistra la formazione edizione 2015 della squadra di calcio a 5 dell’Oratorio “San Domenico Savio” di San Fili. Da sinistra alzati: Francesco Lambre’, Pierluca Caruso, Andrea Terranova, Paolo Conte, Simone Pasqua, Michele Buffone e Cristian Benvenuto (c.t.). Inginocchiati:  Alessandro Perri, Giuseppe Ciranni, Aldo Passarelli e Fabio Borchetta.
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Il Comitato zonale ANPSI, acronimo di “Associazione Nazionale San Paolo Italia”, nell’ambito di una stupenda iniziativa indetta a livello nazionale e denominata “L’Oratorio in Festa”, ha previsto per il 14 giugno 2015 un momento di aggregazione, nel segno dello sport, dei diversi oratori (incluso pertanto quello di San Fili) affiliati all’ANPSI.
Tale giornata ha preso il titolo di “Gioca con il Sorriso 2015” ed ha previsto una serie di attività disciplinari quali il calcio a 5 (diverse categorie compresa quella degli “over 35”), il tennis doppio misto e la pallavolo.
A tale appuntamento non è mancato con una propria significativa rappresentanza, visti i risultati, una squadra organizzata dall’Oratorio “San Domenico Savio” di San Fili.
A causa della carenza di ragazzi e giovani tesserati, l’oratorio “S. Domenico Savio”, costituito nel 2010, non aveva mai partecipato finora ad alcuna fase eliminatoria di tali incontri annuali organizzati dall’ANPSI. E tutto ciò nonostante il costante impegno profuso dal Presidente dell’oratorio, sac. don Roberto Bonanno, e dai membri componenti il Consiglio Direttivo.
La partecipazione di quest’anno, deliberata dal Consiglio Direttivo, è stata curata in modo particolare da Salvatore Montoro (responsabile delle attività sportive dell’Oratorio), coadiuvato da Bruno Noto, da Massimiliano Lo Feudo e da Ivan Iantorno.
La squadra è stata allenata dal mister Cristian Benvenuto che ha saputo, in maniera saggia, fornire tutte quelle indicazioni tecniche e dare alcuni  schemi necessari al risultato poi egregiamente conseguito dai componenti della squadra.
Ed è così che la squadra di calcio a 5 dell’oratorio “San Domenico Savio” di San Fili accede alla fase regionale che si svolgerà a Crotone.
L’oratorio “San Domenico Savio” di San Fili, al suo debutto nell’attività sportiva istituzionale,  si è presenta in modo timido di fronte a consorelle più titolate e con esperienza di attività molto più longeva.
In campo, e quindi al battesimo del fuoco, però  i nostri eroi hanno tirato fuori grinta e classe e con i loro schemi di gioco sono riusciti ad imbrigliare gli avversari.
I risultati parlano chiaro, avendo totalizzato il massimo dei punti. La partita “Montalto-San Fili” si è conclusa infatti 4 a 5 in favore del San Fili ed ha visto come marcatori: al 3’ Terranova, al 5’ Borchetta e al 15’ del P.T. Borchetta. Nel  S.T. al 3’ Caruso e al 10’ Borchetta. Mentre la partita “Castrolibero-San Fili” si è conclusa con un bel 4 a 8 sempre in favore del San Fili. I marcatori in questo secondo magico appuntamento sono stati: al 3’ Terranova, al 7’ Caruso, al 9’ Caruso, al 13’ Borchetta e al 20 del P. T. Conte. Nel S.T. al 1’ Caruso, al 6’ Borchetta e al 23’ Passarelli.
Hanno, così, conquistato alla grande l’accesso alla fase regionale, alla quale pensano di potersi ripetere per poter continuare a sognare traguardi più ambiziosi.
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace!

domenica 28 giugno 2015

Ok, l’ammetto: sono stato al gioco a premi “L’eredità” condotto da Fabrizio Frizzi. (5)

Fu, se non ricordo male, nella tarda mattinata di martedì 16 (... o era mercoledì 17?) dicembre 2014 che ricevetti la telefonata con cui mi si comunicava che avevo passato le selezioni per partecipare al gioco a gioco televisivo di RaiUno “L’eredità”.
Non solo… mi si invitava a presentarmi in studio giorno 23, ovvero poco meno di una settimana dopo, a Roma per la registrazione della puntata o delle eventuali puntate (qualora fossi risultato campione nella prima ed in qualcuna delle successive).
Dall’altro capo del filo questa volta non c’era una voce femminile, come quelle che mi avevano invitato ai provini dopo averne fatto opportuna richiesta, ma… maschile e decisamente professionale: prima di darmi la buona notizia, infatti, preparò il campo per non farmi prendere il classico colpo per l’emozione. Dopotutto… parlavo con Mamma RAI.
“Allora, Pietro…”, stupendo quel tono amichevole del mio interlocutore, “… sei contento? … o ti spiace perché ti stiamo per rovinare la settimana delle feste natalizie?”
Ero contento e poi… di Natale sulla mia strada, pensai, ce ne sarebbero stati tantissimi altri… ma di occasioni come questa, chissà!, forse passato il santo... passata anche la festa.
Dario, questo il suo nome, mi diede tutte le informazioni necessarie (a voce e con conferma tramite messaggio di posta elettronica) ed eccomi intento a preparare la valigia. O meglio: ecco mia moglie intenta a preparare la valigia.
Roma? … aspettaci.
Lunedì 22, nel primo pomeriggio, dovevamo trovarci - io e la accompagnatrice (alias mia moglie) - in un albergo nella zona della Nomentana (ovvero dove si trovavano gli studi televisivi della RAI in cui si registrava il programma “L’eredità")… ovviamente nella capitale.
Non fu proprio facile, in quei giorni, né trovare un mezzo per arrivare dalla nostra San Fili all’Urbe né, giunti all’Urbe, capire esattamente dove si trovasse l’albergo in cui ci era stata riservata la stanza… ma, per niente eroicamente, comunque alla fine (tra l’utilizzo di pullman interregionali, di metropolitana e pullman cittadini) ci riuscimmo. 
La sera? … una pizza, una breve passeggiata e poi dritti a nanna come, o quasi, le galline.
A tenermi un po’ di compagnia nella stanza dell’hotel - oltre a mia moglie - c’erano anche un paio di numeri della “Settimana Enigmistica”, giornale di cruciverba che mi ero portato dietro al fine di tenere un po’ sveglia la mia capacità mnemonica.
E venne la notte del 22 dicembre 2014… e fu la mattina del 23.
La mattina di martedì 23 dicembre 2014 io e mia moglie ci svegliammo prestissimo. La sveglia si ricordò di suonare tanti e tanti minuti dopo. Scendemmo al primo piano dell’hotel e facemmo colazione... a spese della RAI che per l’occasione ci aveva assicurato a sue spese una notte in hotel, una prima colazione e 50 euro di rimborso spese. Oltre alla possibilità di portare un po’ di soldini a casa, se avessimo vinto al gioco, e una piacevolissima visibilità a livello internazionale.
Alle 8 nella hall dell’hotel feci conoscenza degli altri concorrenti incluso la campionessa in carica. Ed alle 8 e 30 conobbi anche, in cane ed ossa - quindi non solo in voce - questa volta, del succitato Dario.
Dario era incaricato tra l’altro di prelevarci dall’hotel, bagagli al seguito, e portarci con la sua utilitaria agli studi televisivi della RAI... della Nomentana.
Per accedere agli studi dovemmo passare un punto di controllo che faceva concorrenza al servizio di guardiania del Pentagono a Washington: nulla era lasciato al caso... per ovvi motivi.
Davanti a noi anche la simpaticissima Anna Moroni. Da non credere: era proprio come la vediamo in TV nella trasmissione “La prova del cuoco”: piccola e dalla voce inconfondibile.
Oltrepassammo la porta d’ingresso ed eccoci all’interno di uno dei templi di Mamma RAI. Quelli, appunto siti nella Nomentana.
Ad aspettarci in uno stanzino (il limbo della trasmissione?) una bravissima e decisamente materna signora. Dopotutto eravamo tutti bambini al primo giorno di scuola: tutto potevamo aspettarci tranne che ciò che ci stava per accadere realmente.
Che ci crediate o no... eravamo in una delle anticamere della RAI.
(continua).
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace!

mercoledì 24 giugno 2015

Ari tiempi di Sangiuvanni.



Nella foto a sinistra: Mazzetto di “spicardorsa / spicaddossu / spicardossu” (lavanda). Immagine ripresa dal web. Articolo pubblicato dallo scrivente Pietro Perri sul quindicinale “l’occhio” e riproposto sul mio blog il 24 giugno del 2015.

Oggi sentir dire da due anziani: "Ca tra de nui c'era puru nu Sangiuvanne de mmianzu!", suona male alle nostre vaccinate orecchie (oltre a sembrare una frase senza senso e di pochissima importanza). Eppure, fino a qualche decennio addietro (ante 1960) l'uso d'istituire “nu Sangiuvanne” tra due persone o due gruppi familiari a San Fili finiva per andare al di là dello stesso legame di sangue che poteva esserci tra le stesse: il legame di sangue, infatti, è voluto da una, spesso e volentieri, casuale combinazione biologica... “u Sangiuvanne” era invece una scelta matura e convinta.

Quello che riportiamo di seguito (tra l’altro già pubblicato sul quindicinale “l’occhio” nel corso degli anni Novanta) è quanto ci è stato raccontato da un'anziana signora che mi ha chiesto l'anonimato. Riportiamo il tutto in prima persona e cercando di usare le sue precise parole. A proposito: avremmo dovuto proporlo a giugno. Ce ne scusiamo.

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« (...) ricordo quand'ero signorina che con le mie amiche e compagne di lavoro aspettavamo con ansia il mese di giugno per fare il “Sangiuvanne”. A quei tempi, infatti, oltre “ari Sangiuvanne” che venivano fuori dai battesimi, dalle cresime e dai "compari" di matrimonio, erano importantissimi quelli che si realizzavano nella seconda metà di questo mese.

Aspettavamo trepidanti i giorni del 24, appunto la ricorrenza di san Giovanni Battista, e del 29 giugno, in cui si festeggiavano (n.d.r.: all'epoca questo giorno era segnato in rosso sul calendario) i Santi Pietro e Paolo: in tali giorni lo scambio reciproco di doni permetteva, a San Fili, alle persone interessate di chiamarsi “cummari” e “cumpari” tra di loro.

Il giorno di san Giovanni una delle due future “cummari” preparava una guantiera con doni (n.d.r.: presumibilmente leccornie e quindi peccati di gola) in base ai gusti che si sapeva avesse la ricevente. Alla guantiera veniva unito un bel mazzetto di garofani profumati e di tanti colori, agli stessi venivano uniti tanti fili di “spicardorsa” (lavanda). Coperto la guantiera con un tovagliolo (serviettu) ricamato o con un fazzoletto di seta, per una persona fidata si mandava il tutto all'amica oggetto del presente.

All'ambasciatrice la “cummari” ricevente oltre a farle bere qualcosa per mostrare quanto avesse gradito il dono, alla stessa dava una mancia e quest'ultima se ne ritornava felice a raccontare il tutto alla mandante.

Il 29 giugno il tutto faceva il percorso inverso: nuova guantiera, nuovo dono, nuovi garofani e nuova persona fidata che, invitata dalla comare che il 24 aveva ricevuto la “stimanza”, contraccambiava in quanto ambasciatrice il gesto della settimana prima.

Da quel momento tra i membri delle due famiglie ci si poteva chiamare e salutare con l'appellativo di “cummari e cumpari”. Appellativo che è innanzitutto sinonimo di rispetto reciproco.

Purtroppo non tutti avevano la possibilità economica all'epoca di mettere su una guantiera seppur scarna nella sua composizione, così come non tutti potevano fare un semplice mazzetto di fiori. A queste non restava altro che farsi una promessa (n.d.r.: giuramento?) verbale consacrata da un atto formale non di poco conto.

Incontrandosi, in quest'ultimo caso, le due persone interessate, legatesi l'una all'altra con il dito mignolo recitavano la seguente frase - filastrocca: “Ncrocca e scrocca jiritieddru, cu sa fide e cu s'anieddru, cu sa fide chi ni dunamu, Sangiuvanne ni chiamamu”.

Ed anche in questo caso si aveva la realizzazione di un “legale”, ovviamente nel proprio cuore, “legame di comparaggio”.

Legame che sarebbe durato una intera vita. »

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Un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.

... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!

mercoledì 17 giugno 2015

La notte - edizione 2015 - dei lunghi coltelli... sanfilese (2).

In effetti questa seconda parte del racconto della mia notte del 31 Maggio scorso (quella che dava sul primo Giugno) non doveva intitolarsi “La notte - edizione 2015 - dei lunghi coltelli... sanfilese (2)” bensì “Miche’... ma Pietro sono io!”. Ma siccome è il prosieguo della prima parte è giusto che il prosieguo racconto rispetti la regola anche nel titolo. Quindi... beccatevi “La notte - edizione 2015 - dei lunghi coltelli... sanfilese (2)”. E andatevi gentilmente a rileggere la prima parte (diversamente non riuscireste a comprendere - e quindi ad apprezzare -  pienamente questa seconda parte).
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La giornata del 31 Maggio 2015 per me e per tanti altri miei compaesani impegnati in questa ennesima campagna elettorale locale era stata terribilmente lunga... passando da un seggio all’altro dei tre seggi istituiti per l’occasione nel territorio comunale... e guardando con la coda degli occhi ciò che facevano sia i compagni d’avventura che i componenti e fans della lista avversaria: a chi avvicinavano e con chi si fermavano seminascostamente a confabulare.
In quei tremendi attimi, da candidato, avresti persino potuto giocarti l’elezione personale... e molti - questa volta fortunatamente non io - se la sono giocata.
Erano ormai le 2 ed un quarto circa del primo Giugno 2015... ossia del giorno dopo il 31 Maggio scorso... ed io mi ero fatto ormai una buona oretta e mezza di sonno... alla faccia di chi, soffrendo terribilmente, aveva deciso di stare davanti ai seggi a vivere lo spoglio delle schede minuto dopo minuto o in piazza san Giovanni lesinando telefonicamente dall’uno o dall’altro inviato della lista cui faceva il tifo.
... una regola: terribile regola (... tradizione?) ma pur sempre una regola tutta sanfilese e non solo sanfilese.
Fu in quel momento che sentii squillare il mio cellulare. Aprii gli occhi già prevedendo chi poteva essere (... e ci azzeccai pure) presi in mano il maledetto marchingegno e diedi un’occhiata al nominativo che appariva insistente sul display.
Era proprio lui, il mio caro amico Vittorio Agostino.
“Dimmi tutto, Vitto’!”, dissi ancora profondamente assonnato.
“Pietro...”, fece lui con un breve attimo di pausa e del tutto sconsolato, “una bella notizia ed una brutta: la lista ha vinto ma i Perri siete fuori tutti e due!”
Parliamo dei Perri, non dimenticate tale particolare... vi servirà nel prosieguo di questo racconto, in quanto di Perri nella nostra lista (quella di “INDIETRO NON SI TORNA”) ce n’eravamo due: lo scrivente (Pietro) ed il mio caro amico, lontano parente, Enzo (il figlio dell’indimenticato insegnante Raffaele).
“... vabbe’, Vitto’!”, dissi cercando di nascondere la delusione che comunque c’era... e di brutto pure. La regola era confermata: non c’è due senza tre ed io era la terza volta che mi presentavo in una competizione elettorale locale... e già due volte ero stato trombato.
 “... l’importante, Vitto’!, è che comunque abbia vinto la lista. Ci vediamo domani e poi parliamo!”
“... a domani, Pietro!”.
Si concluse in questo modo quella tragica telefonata.
Spensi il lumino e cercai di addormentarmi... col cavolo che ci sarei riuscito ormai! Qualche minuto dopo rieccomi riaccendere il lumino, riaprire il mio “kindle touch” e via con un’altra oretta di sana lettura a letto.
... mia moglie fece finta di niente.
E vennero così le ore 3 e mezza circa della notte del primo Giugno 2015... ovvero era passata all’incirca un’ora da quanto conclusi la seppur breve telefonata con il mio amico Vittorio Agostino.
“Drin-drin!”... riprese a squillare il maledetto (perché tale era in quel momento) cellulare che avevo sul comodino. Spensi e posai il mio lettore di libri elettronici e ripresi il cellulare in mano.
Sul display non compariva più il nome di Vittorio Agostino ma quello di un altro caro amico: Michele Ciancio.
“Pi’... ma cchi sta faciannu: àmu vintu. Pecchì nun si a Sangiuvanne ccu nui ca stamu ppe iniziare a sfilata!”
“Miche’”, dissi io, “àmu vintu ma io sugnu fore... facitila vui a sfilata... ca pue ni vidimu ccu tuttu u tiampu dumane!”
“... si fore? ... ma no, Pi’, tu si trasutu. Eni Pietro Perri chiru di Cuozzi ca eni rimastu fore, no tu!”
“... Miche’: Pietro Perri sugnu io. Chiru di Cuozzi eni Enzo Perri... quindi sono io semmai ad essere rimasto fuori!”
“... noni, Pi’! ... eni Pietro chiru di Cuozzi ch’eni rimastu fore, no ttuni!”
“... Miche’: PIETRO SUGNU IO E SE PIETRO ENI RIMASTU FORE... SUGNU RIMASTU FORE IO E NON ENZO!!!!!!!!!!!”
“... ok, Pi’, visto can un mi cridi... ti passu a na persuna ch’eni vicina a mie... ti passu a Laura!”
Si trattava di Laura David, l’unica donna presente nella nostra squadra (ovvero nella lista “INDIETRO NON SI TORNA”.
“... Pie’, sono Laura: che tu sei entrato. Che siamo entrati tutti e due! ... ti ripasso a Michele.”
“... strunzu, mo mi cridi?”, fece Michele riappropriandosi del suo cellulare, “... e sbrigati a venire a Sangiuvanne ca stamu ppe iniziare a sfilata!”
Gli credetti. Ci vestimmo, io e mia moglie, e subito, messa in moto la macchina, eccoci d’incanto in piazza san Giovanni a San Fili... a sfilata ormai finita.
Il “Bar degli amici” era aperto e non ci rifiutò un comunque meritato caffè.
In piazza... baci e abbracci con tutti.
Qualche attimo dopo venni a sapere che non solo ero stato eletto io (il Pietro Perri non dei Cozzi) ma anche Enzo Perri (ovvero il Pietro Perri dei Cozzi).
Della nostra lista restavano fuori gli amici d’avventura Carmine del Giudice, Giuseppe Capizzano e Biagio Luchetta.
Inutile dire che ai miei carissimi amici di cellulare di quella tragica/stupenda notte nei giorni successivi (ed ancora qualche volta) gli ricordo ciò che mi hanno fatto passare con le loro “superinformate telefonate” ovviamente premettendo al loro nome il qualificativo di “stu str***u di...”.
... che notte... quella notte! ... sono sicuro che anche grazie a Vittorio Agostino, Michele Ciancio e Laura David (qualcuno dice anche che ci fosse nel trio il fratello gemello di Michele... Davide Ciancio).
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace!