In effetti questa seconda parte del racconto della mia
notte del 31 Maggio scorso (quella che dava sul primo Giugno) non doveva
intitolarsi “La notte - edizione 2015 - dei lunghi coltelli... sanfilese (2)”
bensì “Miche’... ma Pietro sono io!”. Ma siccome è il prosieguo della prima
parte è giusto che il prosieguo racconto rispetti la regola anche nel titolo.
Quindi... beccatevi “La notte - edizione 2015 - dei lunghi coltelli...
sanfilese (2)”. E andatevi gentilmente a rileggere la prima parte (diversamente
non riuscireste a comprendere - e quindi ad apprezzare - pienamente questa seconda parte).
* * *
La giornata del 31 Maggio
2015 per me e per tanti altri miei compaesani impegnati in questa ennesima
campagna elettorale locale era stata terribilmente lunga... passando da un
seggio all’altro dei tre seggi istituiti per l’occasione nel territorio
comunale... e guardando con la coda degli occhi ciò che facevano sia i compagni
d’avventura che i componenti e fans della lista avversaria: a chi avvicinavano
e con chi si fermavano seminascostamente a confabulare.
In quei tremendi attimi, da
candidato, avresti persino potuto giocarti l’elezione personale... e molti -
questa volta fortunatamente non io - se la sono giocata.
Erano ormai le 2 ed un quarto
circa del primo Giugno 2015... ossia del giorno dopo il 31 Maggio scorso... ed
io mi ero fatto ormai una buona oretta e mezza di sonno... alla faccia di chi,
soffrendo terribilmente, aveva deciso di stare davanti ai seggi a vivere lo
spoglio delle schede minuto dopo minuto o in piazza san Giovanni lesinando
telefonicamente dall’uno o dall’altro inviato della lista cui faceva il tifo.
... una regola: terribile
regola (... tradizione?) ma pur sempre una regola tutta sanfilese e non solo
sanfilese.
Fu in quel momento che sentii
squillare il mio cellulare. Aprii gli occhi già prevedendo chi poteva essere
(... e ci azzeccai pure) presi in mano il maledetto marchingegno e diedi un’occhiata
al nominativo che appariva insistente sul display.
Era proprio lui, il mio caro
amico Vittorio Agostino.
“Dimmi tutto, Vitto’!”, dissi
ancora profondamente assonnato.
“Pietro...”, fece lui con un
breve attimo di pausa e del tutto sconsolato, “una bella notizia ed una brutta:
la lista ha vinto ma i Perri siete fuori tutti e due!”
Parliamo dei Perri, non
dimenticate tale particolare... vi servirà nel prosieguo di questo racconto, in
quanto di Perri nella nostra lista (quella di “INDIETRO NON SI TORNA”) ce n’eravamo
due: lo scrivente (Pietro) ed il mio caro amico, lontano parente, Enzo (il
figlio dell’indimenticato insegnante Raffaele).
“... vabbe’, Vitto’!”, dissi
cercando di nascondere la delusione che comunque c’era... e di brutto pure. La
regola era confermata: non c’è due senza tre ed io era la terza volta che mi
presentavo in una competizione elettorale locale... e già due volte ero stato
trombato.
“... l’importante, Vitto’!, è che comunque
abbia vinto la lista. Ci vediamo domani e poi parliamo!”
“... a domani, Pietro!”.
Si concluse in questo modo
quella tragica telefonata.
Spensi il lumino e cercai di
addormentarmi... col cavolo che ci sarei riuscito ormai! Qualche minuto dopo
rieccomi riaccendere il lumino, riaprire il mio “kindle touch” e via con un’altra
oretta di sana lettura a letto.
... mia moglie fece finta di
niente.
E vennero così le ore 3 e
mezza circa della notte del primo Giugno 2015... ovvero era passata all’incirca
un’ora da quanto conclusi la seppur breve telefonata con il mio amico Vittorio
Agostino.
“Drin-drin!”... riprese a
squillare il maledetto (perché tale era in quel momento) cellulare che avevo
sul comodino. Spensi e posai il mio lettore di libri elettronici e ripresi il
cellulare in mano.
Sul display non compariva più
il nome di Vittorio Agostino ma quello di un altro caro amico: Michele Ciancio.
“Pi’... ma cchi sta faciannu:
àmu vintu. Pecchì nun si a Sangiuvanne ccu nui ca stamu ppe iniziare a sfilata!”
“Miche’”, dissi io, “àmu
vintu ma io sugnu fore... facitila vui a sfilata... ca pue ni vidimu ccu tuttu
u tiampu dumane!”
“... si fore? ... ma no, Pi’,
tu si trasutu. Eni Pietro Perri chiru di Cuozzi ca eni rimastu fore, no tu!”
“... Miche’: Pietro Perri
sugnu io. Chiru di Cuozzi eni Enzo Perri... quindi sono io semmai ad essere
rimasto fuori!”
“... noni, Pi’! ... eni
Pietro chiru di Cuozzi ch’eni rimastu fore, no ttuni!”
“... Miche’: PIETRO SUGNU IO
E SE PIETRO ENI RIMASTU FORE... SUGNU RIMASTU FORE IO E NON ENZO!!!!!!!!!!!”
“... ok, Pi’, visto can un mi
cridi... ti passu a na persuna ch’eni vicina a mie... ti passu a Laura!”
Si trattava di Laura David, l’unica
donna presente nella nostra squadra (ovvero nella lista “INDIETRO NON SI TORNA”.
“... Pie’, sono Laura: che tu
sei entrato. Che siamo entrati tutti e due! ... ti ripasso a Michele.”
“... strunzu, mo mi cridi?”,
fece Michele riappropriandosi del suo cellulare, “... e sbrigati a venire a
Sangiuvanne ca stamu ppe iniziare a sfilata!”
Gli credetti. Ci vestimmo, io
e mia moglie, e subito, messa in moto la macchina, eccoci d’incanto in piazza
san Giovanni a San Fili... a sfilata ormai finita.
Il “Bar degli amici” era
aperto e non ci rifiutò un comunque meritato caffè.
In piazza... baci e abbracci
con tutti.
Qualche attimo dopo venni a
sapere che non solo ero stato eletto io (il Pietro Perri non dei Cozzi) ma
anche Enzo Perri (ovvero il Pietro Perri dei Cozzi).
Della nostra lista restavano
fuori gli amici d’avventura Carmine del Giudice, Giuseppe Capizzano e Biagio
Luchetta.
Inutile dire che ai miei
carissimi amici di cellulare di quella tragica/stupenda notte nei giorni
successivi (ed ancora qualche volta) gli ricordo ciò che mi hanno fatto passare
con le loro “superinformate telefonate” ovviamente premettendo al loro nome il
qualificativo di “stu str***u di...”.
... che notte... quella
notte! ... sono sicuro che anche grazie a Vittorio Agostino, Michele Ciancio e Laura
David (qualcuno dice anche che ci fosse nel trio il fratello gemello di
Michele... Davide Ciancio).
* * *
... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro
affezionato Pietro Perri.
... /pace!
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