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sabato 8 agosto 2015

Ok, l’ammetto: sono stato al gioco a premi “L’eredità” condotto da Fabrizio Frizzi. (6)

Ed eccoci giunti al fatidico 23 dicembre 2014 mattina ed all’interno di uno degli edifici di RAI Nomentana... quello dove, da diversi anni a questa parte ormai, si registra il gioco a premi “L’eredità”. L’accattivante programma condotto, in quel periodo, da Fabrizio Frizzi in sostituzione di Carlo Conti.
Ad accoglierci c’era uno staff fantastico e decisamente rodato. Ci fecero sentire subito come se fossimo a casa nostra... e dopotutto la RAI non era detta in altri tempi anche “la casa degli Italiani”? ... e noi in quel momento, giunti da più regioni del nostro Bel Paese, come ci disse una delle nostre “madrine”, rappresentavamo parte dell’Italia.
Ci portarono in uno stanzino con relativa anticamera e ci fecero mettere a degli appendi abiti due cambi cadauno che ci eravamo portati dietro. Gli addetti alle scene ci avrebbero fatto sapere, fra non molto, quale dei due cambi avremmo dovuto indossare per andare in scena.
Firmammo le liberatorie e... via in sala trucco.
Poi a turno fummo condotti (ognuno assieme al proprio accompagnatore o alla propria accompagnatrice) in uno stanzino dove ci aspettava uno degli autori per concordare sia l’argomento con cui mi sarei presentato al grande pubblico, nel corso della registrazione, e sia il breve intervento che avrebbe fatto mia moglie (per l’occasione “la mia accompagnatrice”) parlando dei miei pregi (tanti o forse nessuno) e dei miei difetti (nessuno o forse tanti).
E così concordammo che avrei parlato di “San Fili paese delle magare” e che il mio pregio base sarebbe stato il fatto di saper cucinare ed il mio difetto base quello di essere un soggetto particolarmente disordinato.
Ritornammo nello stanzino in cui accedemmo la prima volta che entrammo nello stabile e ci cambiammo. Eravamo pronti per entrare in scena? ... solo all’apparenza. Restava ancora la parte più importante: il rischio “panico delle luci di scena e delle cineprese”.
La tensione, dopotutto, per gente non del mestiere come noi concorrenti doveva essere tremenda... ed in parte, a breve, lo sarà anche per me.
Fatto ciò mentre una fatina (ovvero una delle signore messeci a disposizione per lavorare sul nostro stato d’animo) cercava di caricarci al massimo spiegandoci tra l’altro alcuni trucchi del mestiere al fine di non farci prendere dal panico quando saremmo entrati in scena e nel prepararci ad una prevedibile immediata eliminazione, altre due fatine controllavano scrupolosamente se sugli indumenti che indossavamo, scarpe incluse, comparissero loghi o scritte varie che potessero essere intese come pubblicità occulta. Ogni minimo accenno a ciò veniva adeguatamente oscurato con appositi ritagli di nastri adesivi... non trasparenti.
“Se siete qui”, ci disse quella dolce fatina, “siete già dei vincitori. Dopotutto siete stati scelti a rappresentare la vostra regione su centinaia di candidati. Voi? ... valete!”
(continua).
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace (anche a chi sbaglia onestamente)!

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