Lo dicevano i nostri avi: “Ad arvuru cadutu... taglia taglia”.
Ovvero quando un soggetto (... una quercia d’uomo?) ha perso il potere che
aveva fino a poco tempo prima... tutti a
dargli addosso.
Questo modo di dire lo voglio riportare in tale spazio ma sotto un
significato del tutto, credo, nuovo: quando un qualcosa, passata inosservata
fino a qualche attimo prima, è successa o è stata fatta... tutti buoni a
parlare.
Un esempio? ... il taglio degli alberi, avvenuto verso la fine del passato mese di Luglio,
presenti sul marciapiede nel tratto di corso XX tra piazza Madonnina (futura
piazza don Luigi Magnelli) ed ex piazza Rinacchio (attuale piazza Adolfo Mauro).
Che tali alberi rappresentassero da più anni a questa parte un pericolo per
quanti vi sostavano nelle vicinanze... poco importava.
E se veramente il dramma si fosse verificato... sarebbe andato avanti tutto
come da copione: in tanti avrebbero parlato così come in tanti parlano adesso.
Perché, è giusto non dimenticarlo, per tanti di noi il detto è sempre e
comunque quello: “Ad arvuru cadutu... taglia taglia”.
Oltretutto tali alberi erano decisamente inadatti (erano degli antiestetici prugni... se nessuno
ci ha fatto caso) per lo scopo cui sono stati adibiti per oltre un trentennio.
Ma non è questo il problema. Il fatto che un albero sia o meno inadatto ad
essere piantato in un determinato punto lascia ben poco tempo alla discussione
a chi non ha niente su cui discutere... neanche i tre giorni d’obbligo.
Tra tanti nostri compaesani (tra l’altro tra questi ce ne sono alcuni che
da decenni non si degnano nemmeno di fare una passeggiata lungo corso XX
Settembre) sembra stiano girando tutta una serie di domande in merito a tale
taglio: come mai li hanno tagliati? ... perché li hanno tagliati adesso e non
in autunno (quando magari c’è più bisogno di legna in casa di qualcuno di noi)?
... vi pianteranno altre piante per nascondere il belvedere di ciò che fu (ed
in parte lo è tutt’ora) lo storico “muraglione” di San Fili?
Proverò a rispondere nel modo più breve possibile: l’operazione (il taglio
di tali alberi) si è resa necessaria ed improcrastinabile stante la pericolosità
che gli stessi - considerato che il tronco di tali alberi era quasi del tutto
marcio all’interno e molti tentavano ormai a sradicarsi da soli - rappresentavano,
per quanti si avventuravano a passeggiare sul tratto del marciapiede
summenzionato.
Oltretutto sono più che sicuro che i professionisti del classico “Ad
arvuru cadutu... taglia taglia” avrebbero avuto molto di più da dire contro
l’attuale Amministrazione comunale se qualcuno di questi alberi cadendo (cosa
che a breve, se non si fosse intervenuti a priori, sarebbe successa
sicuramente) avrebbe causato seri danni ai passanti. Prevenire, anche in casi
come questo, è sempre meglio che curare.
Come rispondo alla domanda se “saranno piantati altri alberi negli spazi
lasciati vuoti dal taglio di detti prugni”? ... lo dirà il tempo. Non voglio
togliere a nessuno il piacere di poter tagliare un altro po’ “l’arvuri caduti”.
Solo un piccolo rinfresco di memoria: quando c’era lo storico
“muraglione”... non c’era alcun albero sul marciapiede che lo costeggiava.
* * *
... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace!
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