L'articolo sottoriportato venne pubblicato
sul "Gazzettino del Crati" anno XVII n. 1 del 15-03-1989.
Ovviamente a firma di Pietro Perri (autore
tra l’altro della foto - panorama di San Fili - a sinistra).
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San Fili: un presepio vivente, giardino
tra i giardini, a soli venti chilometri da Cosenza. Facilmente raggiungibile
tramite la SS (Strada Statale) 107, è l'ultimo paese che si incontra prima
d'imbattersi nella catena costiera paolana, che fa da stupendo sfondo al paese
stesso.
Un paese, San Fili, alla ricerca, come
tutti i piccoli centri della provincia, delle proprie origini: ci riuscirà?
Malgrado abbia vissuto con fervore i più
disparati avvenimenti storici di questi ultimi secoli, notevole è stato il suo
contributo ai moti carbonari cosentini del XIX secolo, è quasi impossibile
riuscire a collocarlo, storicamente documentato, nel primo millennio dopo
Cristo.
Solo una lettera di papa Gregorio I, del
599, fatta pervenire al suddiacono regionario Savino, dà adito all'idea della
possibile esistenza di fabbricati nella zona. In detta lettera si incarica il
suddiacono Savino di controllare l'operato del vescovo di Cosenza Palumbo,
alquanto negligente nei confronti dei parrocchiani di una non ben precisata
chiesa dove sorgevano (o sarebbero sorti) San Fili ed altri casali di Rende:
insediamenti religiosi lungo la valle del torrente Emoli.
Per avere qualche notizia dettagliata
sulla reale esistenza di questa stupenda realtà della provincia di
Cosenza, si deve indirizzare le nostre ricerche verso l'ultima decade
dell'undicesimo secolo dopo Cristo. Nel 1093, infatti, si ha notizia che il
castello di Rende «passò sotto la giurisdizione del vescovo-conte di Cosenza
che già godeva dell'infeudamento della contea di San Lucido che comprendeva i
territori di San Fili (San Felice o Sancti Felicis), di Rende e
Mendicino».
Persino sulle origini del nome del paese
si nutre qualche dubbio e su ciò la fantasia popolare è stata veramente grande.
L'ipotesi più attendibile è quella della derivazione da san Felice, certamente
protettore dei primi abitanti del luogo, sostituito in seguito da san Francesco
di Paola.
Nell'atto della visita pastorale alla
«cittadina di San Fili» del 10 maggio 1684 si legge «(...) Visitò l'altare
intitolato a san Felice di patronato della famiglia Formosa (...)», l'altare si
trovava nella Chiesa Parrocchiale intitolata all'Annunciazione della B.V.M.
Una diceria locale vuole che la cupola del
tempio dedicato a San Felice fosse ricoperta d'oro: oggi la sua statua, sotto
qualche centimetro di polvere, è collocata (si pensa) a riposo in qualche
ripostiglio della Chiesa Madre.
«Cinta dai monti,
forte, austera:
s'erge nella valle,
come Colosso dell'Ocean.
San Fili bella:
guardata, ornata da castagni
che alle porte,
al cavalier s'inchina».
(Versi trovati su un fogliettino volante
non firmati).
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Fonti e bibliografia:
FONTE F., Rende nella sua cronistoria,
Catanzaro, Frama Sud,1976;
RAO F., Presenza Ecclesiale nel Territorio
di San Fili dal secolo VI al XIX, Cosenza, Brenner Editore, 1987;
JUSI G., La ricostruzione della Chiesa
Parrocchiale di San Fili (1748 - 1802), Cosenza, Luigi Pellegrini Editore,
1974.
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Un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!
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