La foto sinistra è stata
ripresa dal web.
L’articolo pubblicato
sul Notiziario Sanfilese del mese di luglio 2020... a firma di Pietro Perri.
* *
*
Sui fichi di San Fili e
sulla loro raccolta, lavorazione, conservazione e commercializzazione ne ho
parlato abbondantemente in una serie dei miei tanti articoli (almeno quattro)
sul recupero della memoria popolare apparsi in particolare, nella seconda metà
degli anni Novanta del secolo scorso, sul quindicinale l’occhio (n.d.r.:
giornale a diffusione locale voluto e diretto dalla bravissima giornalista
Marisa Fallico).
In tale articolo citavo,
su suggerimento dell’indimenticato amico Mario Oliva, l’azienda di raccolta e
lavorazione (selezione, confezionamento e commercializzazione) di tali
prelibatezze locali gestita dalla famiglia Giorno.
Parliamo degli anni
Trenta/Quaranta del secolo scorso e quindi di un periodo decisamente anteriore
all’azienda gestita (sempre a San Fili e sempre in relazione alla selezione, al
confezionamento ed alla commercializzazione degli ancor famosi fichi locali) dalla
famiglia Lio (murgheddrini). Con la famiglia Lio infatti ci ritroviamo
già negli anni Cinquanta/Sessanta.
Sarebbe quasi da
ipotizzare che la famiglia Lio sia subentrata in tutto, su tale attività, e per
tutto alla famiglia Giorno. Purtroppo quando ho provato a chiedere in
giro a qualche anziano sanfilese se avesse conosciuto tale famiglia e se avesse
mai lavorato (qualcuno di loro o qualcuno dei propri anziani familiari)
nell’azienda dagli stessi gestita e quindi se fosse a conoscenza di che fine avesse
fatto tale famiglia sembra che tutti cadessero dalle nuvole.
Tutti, appunto, tranne
che l’amico Mario Oliva (preziosa fonte di tanti miei scritti di cui purtroppo
ho dovuto fare prematuramente a meno).
Nel mio articolo
pubblicato sul citato quindicinale l’occhio nel mese di settembre del
1999 tra l’altro leggiamo:
* * *
«Una storia non tanto
breve, dicevo, anche e soprattutto perché pur essendo la famiglia Lio l'ultima
famiglia a commercializzare i fichi di San Fili, certamente non fu la prima.
Un'altra famiglia
rimasta famosa a San Fili per tale commercio fu la famiglia Giorno,
proprietaria all'epoca dello stabile dove attualmente alloggia la locale
stazione dei Carabinieri (n.d.r.: all’epoca in cui scrissi l’articolo. In
tale stabile infatti oggi è ospitata la biblioteca comunale intitolata al prof.
Goffredo Iusi).
Nelle stanze a piano
terra del loro stabile, i Giorno avevano i locali adibiti allo
stabilimento e per la lavorazione (impacchettamento ecc.) delle varie leccornie
che a San Fili venivano prodotte con l'utilizzo dei fichi.
Tale famiglia, per la
bontà del prodotto posto sul mercato, fu nominata "fornitrice
ufficiale", di fichi lavorati, della reale Casa Savoia. Un'onorificenza
questa che dava il diritto all'illustre famiglia sanfilese di riportare tale
dicitura sull'etichetta applicata sulla confezione del prodotto stesso».
* * *
I fichi di San Fili che
pubblicai sul quindicinale l’occhio li raccolsi in un unico documento
che poi riproposi nel mio sito web “San Fili by Pietro Perri” prima e poi su
questo blog.
Ed è grazie a questa
pubblicazione sulla rete che un giorno di tanti anni fa fui contattato da una
giornalista, di cui non ricordo il nome, che collaborava con la rivista
“Calabria Produttiva”.
Questa giornalista mi
chiese se poteva utilizzare (ovviamente citandomi) alcune informazioni
riportate nella mia pagina dedicata ai fichi di San Fili e, in particolare, se
avessi altre informazioni o notizie documentate in relazione all’azienda della
famiglia Giorno ed a quanto riportavo in merito alla stessa nei rapporti con la
Casa Savoia e con il diritto riconosciutale di fregiarsi della dicitura, sulle
proprie confezioni di fichi lavorati, “Fornitrice ufficiale della Real Casa
Savoia”.
Risposi “si” alla prima
domanda e “no” alla seconda. Ciò che io scrivo (o trascrivo dalla memoria dei
nostri anziani) sono sempre stato convinto che non appartiene a me ma
appartiene alla Comunità Sanfilese e quindi al Mondo. Per quanto riguarda il
discorso sulla famiglia Giorno invece sono stato costretto a rispondere che
navigavo nel buio assoluto.
Tranne ciò che mi rivelò
l’indimenticato Mario Oliva nulla sapevo e quindi nulla potevo dire di più. E
se non fosse perché reputavo degno di fiducia il caro Mario... ci mancava poco
che non iniziassi a pensare che la memoria dello stesso non avesse preso un
bruttissimo abbaglio (considerato che nessuno, sembra, a San Fili ricordasse
tale azienda e tale famiglia).
Fatto sta che
qualche mese dopo uscì in edicola il tanto atteso numero della rivista
“Calabria Produttiva” dove, in un articolo dedicato alla coltivazione,
raccolta, lavorazione e commercializzazione dei fichi nella nostra regione,
veniva citato anche il mio nome e l’azienda della famiglia Giorno di San Fili.
Sul numero 3 del
2003 della rivista “Calabria Produttiva” (di cui a sinistra riporto la
copertina) leggiamo:
«La tradizione
parla di risultati notevoli, narrando il caso della famiglia Giorno di
San Fili, comune dell’entroterra cosentino, che vanta un prestigioso passato
nella confezione dei fichi e dei palluni (sic!) in
particolare. Come ci segnala il cultore di storia e tradizioni locali, Pietro
Perri, pare che la famiglia Giorno, grazie alla raffinatezza dei suoi prodotti,
fosse nominata “fornitrice ufficiale” della Real Casa Savoia, onorificenza che
dava il diritto a riportare tale dicitura sull’etichetta dei prodotti. Oggi non
ci sono casati illustri a conferire imprimatur così prestigiosi ma legislazioni
nazionali e comunitarie che, attraverso opportuni provvedimenti, attribuiscono
una sorte di certificato di nascita e d’identità ai prodotti tipici di un
territorio.»
* *
*
Chissà, forse
quando per la prima volta pubblicai questa notizia non facevo altro che
scrivere una pagina di storia della nostra bella Comunità Sanfilese...
inventandola di sana pianta.
Forse effettivamente
quella famiglia Giorno (che pare nulla avesse a che fare con il caro
indimenticato prof. Maurilio) a San Fili non era mai esistita.
Forse... o forse,
si?
(continua).
* *
*
Un caro abbraccio
a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... “si
vis pacem para bellum”!
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