SAN FILI BY PIETRO PERRI BLOG: C’erano una volta i fichi di San Fili... ed anche l’azienda della famiglia Giorno. (2)

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giovedì 20 ottobre 2022

C’erano una volta i fichi di San Fili... ed anche l’azienda della famiglia Giorno. (2)


Articolo pubblicato sul Notiziario Sanfilese del mese di agosto 2020... a firma di Pietro Perri.

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Continua dal Notiziario Sanfilese del mese di Luglio 2020.

«Chissà, forse quando per la prima volta pubblicai questa notizia non facevo altro che scrivere una pagina di storia della nostra bella Comunità Sanfilese... inventandola di sana pianta.

Forse effettivamente quella famiglia Giorno (...) a San Fili non era mai esistita.

Forse... o forse, si?»

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La famiglia Giorno, quella appunto dell’azienda della lavorazione dei fichi presente a San Fili almeno fino alla fine degli anni Quaranta del secolo scorso è esistita eccome.

Che fine abbia fatto successivamente alla fine degli anni Quaranta tale famiglia, visto che i pochi che ricordano la stessa (tra cui il nostro sempreverde Marcello Speziale) non sono stati in grado di dirmelo, a noi poco importa.

Personalmente non sono, né mi ci sento, uno storico (malgrado in tanti mi qualificano come tale... anche se, bontà loro in quanto per me è comunque un onore, in modo dispregiativo) e se riporto queste notizie è solo per dare lo spunto ad altri per lavorarci seriamente su.

Chissà, prima o poi gli “altri” - sono sicuro che ce ne sono tanti - usciranno dalla loro calda, accogliente, protettiva camera, anche nella nostra stupenda (sempre amata/odiata) Comunità. E daranno anche loro un onesto contributo affinché San Fili, il nostro borgo, possa tornare a risorgere e a ritagliarsi nuovamente un ruolo nell’hinterland cosentino.

Sveliamo, però ora, un altro mistero su questa “famiglia Giorno” e l’azienda per la lavorazione, il confezionamento e la commercializzazione dei fichi dalla stessa gestita all’interno dell’abitato di San Fili ed in particolare nella parte sottostante del palazzo di proprietà della medesima.

Il palazzo, abbiamo detto, era quello che fino alla fine del secolo scorso ha ospitato la locale Stazione dei Carabinieri, che ha ospitato il Circolo di cultura Enrico Granata e che ora ospita la Biblioteca comunale (o ciò che ne resta) intitolata al professor Goffredo Iusi.

L’altro mistero che vorrei svelare questa volta è il nome della persona che, magari grazie anche al fatto di essere al posto giusto nel momento giusto, ha reso grande tale azienda e quindi il nome stesso della propria famiglia: Ettore.

Ettore Giorno.

Grazie ad Ettore Giorno ed all’azienda da lui gestita i fichi di San Fili (debitamente lavorati ed opportunamente confezionati) non solo riescono ad arrivare con una certa regolarità sul tavolo dei nostri monarchi (malgrado tutto dei buongustai quelli della Casa Savoia) ma riusciranno a raggiungere, in occasione dell’Esposizione Internazionale del 1935, la città di Bruxelles e quindi ad essere ospitati nel relativo padiglione riservato all’Italia in occasione di tale prestigioso evento.

San Fili (CS) è proprio il caso di dire... c’era.

Chissà, forse è proprio grazie all’azienda sanfilese di fichi gestita dal nostro “dimenticato” compaesano Ettore Giorno (mi è impossibile per il momento poter affermare se fosse o meno stata aperta dallo stesso) se ancora in tanti, non solo in provincia di Cosenza, ricordano i famosi fichi di San Fili e sfruttano, spesso in modo improprio, tale nostro “marchio di qualità”.

Perché, volenti o nolenti, il qualificativo “fichi di San Fili” continua ad essere un “marchio di qualità” malgrado di fichi di San Fili (paddruni ecc.) è da decenni che non se ne vedono più in circolazione.

Un esempio?

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Cercando su internet notizie sui “fichi di San Fili” oltre alla chicca su Ettore Giorno e sulla partecipazione dei (mi si consenta) nostri fichi all’Esposizione Internazionale di Bruxelles del 1935 mi sono imbattuto anche in una pagina che reclamizzava una, sicuramente gustosa, accattivante torta di fichi... Sanfilesi.

Cosa dite? ... che si tratta di una semplice omonimia in quanto esistono più San Fili e più Sanfilesi sparsi per il mondo?

Nulla di più sbagliato... o di più giusto che dir si voglia.

Sul sito di un’azienda di un paese dell’Alto Ionio cosentino, infatti, il prodotto incriminato (anche se momentaneamente non disponibile) è tutt’ora reclamizzato tra l’altro con la seguente descrizione: “Dolce di natale tipico di San Fili (CS) realizzato con mandorle, miele e fichi secchi del cosentino.

Un dolce che parla delle tradizioni autunnali e natalizie della provincia di Cosenza in cui si era soliti gustare questa torta di fichi secchi durante le feste natalizie. Ad impreziosire ogni morso, delle mandorle, miele e miscela di aromi che le danno un gusto inconfondibile.

Il prodotto è artigianale, 100% naturale, realizzato secondo tradizione senza l'utilizzo di conservanti”.

Inutile dire che l’unica torta, o dolce tipico, che ricordi tutt’ora la tradizione sanfilese (ovviamente con l’uso dei fichi o di suoi derivati) è la nostra adorata ed insostituibile chjina.

Ma quando si apprezza e si porta avanti, in positivo, il nome del nostro territorio e della nostra Comunità ciò non può che farci piacere.

Quindi grazie anche a questa amorevole azienda dell’Alto Ionio cosentino.

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Fatta questa breve digressione sulla tradizionale torta di fichi sanfilesi (ingredienti: fichi secchi di Calabria 33%; mandorle 28%; miele; zucchero; farina di grano duro; miscela di spezie) di cui quasi certamente neanche i sanfilesi erano ancora a conoscenza, è giusto ritornare al nostro tema portante (almeno per questa parte di articolo) e quindi alla partecipazione dell’azienda di Ettore Giorno da San Fili all’Esposizione Internazionale di Bruxelles del 1935.

Nel citato opuscoletto realizzato dall’Istituto Poligrafico dello Stato in ricordo della partecipazione dell’Italia all’Esposizione Internazionale di Bruxelles del 1935 ad un certo punto, ed esattamente a pagina 99, scopriamo che venne persino assegnata una medaglia d’argento (in virtù proprio del suo materiale apporto) all’azienda ETTORE GIORNO di San Fili (CS). La nostra azienda viene segnalata, con tale prestigiosa onorificenza, nel “GRUPPO VI - Classe 43”... ma non chiedetemi cosa significa. Non sono uno storico, non sono del settore e non intendo diventare né l’uno né dell’altro.

Chi comunque, provetto navigatore della rete, volesse scaricarsi (in formato PDF) l’opuscoletto di cui ho fatto menzione in queste pagine può fare un salto all’indirizzo internet:

https://digit.biblio.polito.it/4253/

Comunque qualcosa, di tale opuscoletto sarà pubblicato prossimamente sul nostro Notiziario Sanfilese.

(continua).

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Un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.

... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!

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