Articolo pubblicato sul Notiziario
Sanfilese del mese di agosto 2020... a firma di Pietro Perri.
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Continua dal Notiziario Sanfilese del mese
di Luglio 2020.
«Chissà, forse quando per la prima volta
pubblicai questa notizia non facevo altro che scrivere una pagina di storia
della nostra bella Comunità Sanfilese... inventandola di sana pianta.
Forse effettivamente quella famiglia
Giorno (...) a San Fili non era mai esistita.
Forse... o forse, si?»
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La famiglia Giorno, quella appunto
dell’azienda della lavorazione dei fichi presente a San Fili almeno fino alla
fine degli anni Quaranta del secolo scorso è esistita eccome.
Che fine abbia fatto successivamente alla
fine degli anni Quaranta tale famiglia, visto che i pochi che ricordano la
stessa (tra cui il nostro sempreverde Marcello Speziale) non sono stati in
grado di dirmelo, a noi poco importa.
Personalmente non sono, né mi ci sento,
uno storico (malgrado in tanti mi qualificano come tale... anche se, bontà loro
in quanto per me è comunque un onore, in modo dispregiativo) e se riporto
queste notizie è solo per dare lo spunto ad altri per lavorarci seriamente su.
Chissà, prima o poi gli “altri” - sono
sicuro che ce ne sono tanti - usciranno dalla loro calda, accogliente,
protettiva camera, anche nella nostra stupenda (sempre amata/odiata) Comunità.
E daranno anche loro un onesto contributo affinché San Fili, il nostro borgo,
possa tornare a risorgere e a ritagliarsi nuovamente un ruolo nell’hinterland
cosentino.
Sveliamo, però ora, un altro mistero su
questa “famiglia Giorno” e l’azienda per la lavorazione, il confezionamento e
la commercializzazione dei fichi dalla stessa gestita all’interno dell’abitato
di San Fili ed in particolare nella parte sottostante del palazzo di proprietà
della medesima.
Il palazzo, abbiamo detto, era quello che
fino alla fine del secolo scorso ha ospitato la locale Stazione dei
Carabinieri, che ha ospitato il Circolo di cultura Enrico Granata e che ora
ospita la Biblioteca comunale (o ciò che ne resta) intitolata al professor
Goffredo Iusi.
L’altro mistero che vorrei svelare questa
volta è il nome della persona che, magari grazie anche al fatto di essere al
posto giusto nel momento giusto, ha reso grande tale azienda e quindi il nome
stesso della propria famiglia: Ettore.
Ettore Giorno.
Grazie ad Ettore Giorno ed all’azienda da
lui gestita i fichi di San Fili (debitamente lavorati ed opportunamente
confezionati) non solo riescono ad arrivare con una certa regolarità sul tavolo
dei nostri monarchi (malgrado tutto dei buongustai quelli della Casa Savoia) ma
riusciranno a raggiungere, in occasione dell’Esposizione Internazionale del
1935, la città di Bruxelles e quindi ad essere ospitati nel relativo padiglione
riservato all’Italia in occasione di tale prestigioso evento.
San Fili (CS) è proprio il caso di dire...
c’era.
Chissà, forse è proprio grazie all’azienda
sanfilese di fichi gestita dal nostro “dimenticato” compaesano Ettore Giorno
(mi è impossibile per il momento poter affermare se fosse o meno stata aperta
dallo stesso) se ancora in tanti, non solo in provincia di Cosenza, ricordano i
famosi fichi di San Fili e sfruttano, spesso in modo improprio, tale nostro
“marchio di qualità”.
Perché, volenti o nolenti, il
qualificativo “fichi di San Fili” continua ad essere un “marchio di qualità”
malgrado di fichi di San Fili (paddruni ecc.) è da decenni che non se ne
vedono più in circolazione.
Un esempio?
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Cercando su internet notizie sui “fichi di
San Fili” oltre alla chicca su Ettore Giorno e sulla partecipazione dei (mi si
consenta) nostri fichi all’Esposizione Internazionale di Bruxelles del 1935 mi
sono imbattuto anche in una pagina che reclamizzava una, sicuramente gustosa,
accattivante torta di fichi... Sanfilesi.
Cosa dite? ... che si tratta di una
semplice omonimia in quanto esistono più San Fili e più Sanfilesi sparsi per il
mondo?
Nulla di più sbagliato... o di più giusto
che dir si voglia.
Sul sito di un’azienda di un paese
dell’Alto Ionio cosentino, infatti, il prodotto incriminato (anche se
momentaneamente non disponibile) è tutt’ora reclamizzato tra l’altro con la
seguente descrizione: “Dolce di natale tipico di San Fili (CS) realizzato
con mandorle, miele e fichi secchi del cosentino.
Un dolce che parla delle tradizioni
autunnali e natalizie della provincia di Cosenza in cui si era soliti gustare
questa torta di fichi secchi durante le feste natalizie. Ad impreziosire ogni
morso, delle mandorle, miele e miscela di aromi che le danno un gusto
inconfondibile.
Il prodotto è artigianale, 100% naturale,
realizzato secondo tradizione senza l'utilizzo di conservanti”.
Inutile dire che l’unica torta, o dolce
tipico, che ricordi tutt’ora la tradizione sanfilese (ovviamente con l’uso dei
fichi o di suoi derivati) è la nostra adorata ed insostituibile chjina.
Ma quando si apprezza e si porta avanti,
in positivo, il nome del nostro territorio e della nostra Comunità ciò non può
che farci piacere.
Quindi grazie anche a questa amorevole
azienda dell’Alto Ionio cosentino.
Fatta questa breve digressione sulla
tradizionale torta di fichi sanfilesi (ingredienti: fichi secchi di Calabria
33%; mandorle 28%; miele; zucchero; farina di grano duro; miscela di spezie) di
cui quasi certamente neanche i sanfilesi erano ancora a conoscenza, è giusto ritornare
al nostro tema portante (almeno per questa parte di articolo) e quindi alla
partecipazione dell’azienda di Ettore Giorno da San Fili all’Esposizione
Internazionale di Bruxelles del 1935.
Nel citato opuscoletto realizzato
dall’Istituto Poligrafico dello Stato in ricordo della partecipazione
dell’Italia all’Esposizione Internazionale di Bruxelles del 1935 ad un certo
punto, ed esattamente a pagina 99, scopriamo che venne persino assegnata una
medaglia d’argento (in virtù proprio del suo materiale apporto) all’azienda
ETTORE GIORNO di San Fili (CS). La nostra azienda viene segnalata, con tale
prestigiosa onorificenza, nel “GRUPPO VI - Classe 43”... ma non chiedetemi cosa
significa. Non sono uno storico, non sono del settore e non intendo diventare
né l’uno né dell’altro.
Chi comunque, provetto navigatore della
rete, volesse scaricarsi (in formato PDF) l’opuscoletto di cui ho fatto
menzione in queste pagine può fare un salto all’indirizzo internet:
https://digit.biblio.polito.it/4253/
Comunque qualcosa, di tale opuscoletto
sarà pubblicato prossimamente sul nostro Notiziario Sanfilese.
(continua).
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Un caro abbraccio a tutti dal sempre
vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... “si vis pacem para
bellum”!
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