Foto a sinistra: Esposizione Internazionale di
Bruxelles 1935.
Padiglione Agricoltura Italia.
Articolo
pubblicato sul Notiziario Sanfilese del mese di settembre 2020... a firma di Pietro
Perri.
Continua
dal Notiziario Sanfilese del mese di Agosto 2020.
«Grazie
ad Ettore Giorno ed all’azienda da lui gestita i fichi di San Fili (debitamente
lavorati ed opportunamente confezionati) non solo riescono ad arrivare con una
certa regolarità sul tavolo dei nostri monarchi (malgrado tutto dei buongustai
quelli della Casa Savoia) ma riusciranno a raggiungere, in occasione
dell’Esposizione Internazionale del 1935, la città di Bruxelles e quindi ad
essere ospitati nel relativo padiglione riservato all’Italia in occasione di
tale prestigioso evento.»
* *
*
All’interno
del Padiglione Italia della frutta presente nel vasto complesso delle
costruzioni riservato alle produzioni agricole nell’area in cui si svolgeva
l’Esposizione Internazionale del 1935 di Bruxelles si respirava anche un po’ di
aria della nostra San Fili.
In
tale padiglione, infatti erano presenti, grazie alla famiglia Giorno ed alla
loro azienda di confezionamento e commercializzazione, anche i nostri preziosi,
profumati e gustosi fichi.
Se
è un po’ difficile capire (ovviamente con i dati che ho personalmente in
possesso) come abbiano fatto i fichi di San Fili a ritagliarsi un proprio,
seppure meritato, spazio all’interno di questo evento internazionale ciò che
non è difficile capire invece è perché proprio questo frutto e non altri.
Gli
organizzatori del padiglione riservato all’agricoltura, ai suoi prodotti, alle
tecniche ed alle attrezzature utilizzate, infatti, avevano necessità di poter
garantire la presenza di prodotti della terra accattivanti, gustosi e non
facilmente deperibili. Cosa, questa, non facilmente ottenibile se si considera
la distanza, per quei tempi, tra l’Italia ed il Belgio oltre che all’assenza
dei moderni metodi di conservazione dei prodotti alimentari
Ed
ecco che ad avere la meglio in tale situazione finirono per essere la ricchezza
alimentare dei mesi di magra dei nostri progenitori.
Per
San Fili... appunto i fichi lavorati in più modi ed opportunamente conservati:
fichi bianchi, fichi infornati, paddruni, crocette e chi più ne ha più
ne metta.
Erano
forse quelli gli anni in cui i fichi di San Fili si facevano un nome e con tale
nome diventavano “marchio di qualità”.
Una
domanda sorge spontanea: esistono ancora, in commercio, i famosi fichi di San
Fili?
Sembrerebbe
proprio di si. E con “si” non intendo riferirmi a qualche famiglia sanfilese
che ancora ne produce un minimo quantitativo per il fabbisogno ed il piacere di
se stessa o di qualche fortunato amico ma intendo un minimo di produzione
destinata comunque, anche se come prodotto di nicchia, al grande mercato
nazionale.
Circa
un mese addietro, infatti, una nostra compaesana che da tempo manca dal nostro
paese commentando un mio post pubblicato sul social network Facebook ad un
certo punto chiedeva, appunto se si lavorassero e si commercializzassero ancora
i fichi sanfilesi o... quelli che lei da qualche anno a questa parte, in
particolare nel periodo natalizio, trova in alcuni negozi della capitale sono
una truffa? ... una truffa nel senso che chi li commercializza utilizza in modo
improprio il nome di San Fili?
Inutile
dire che sulle prime qualche dubbio nel leggere tale affermazione era sorto
anche a me e, cercando di restringere il campo, provai a vedere chi poteva
ancora lavorare e commercializzare i fichi a San Fili... ed ovviamente chi
poteva onorarci, utilizzando il nome del nostro borgo, facendo ciò.
Foto a sinistra: Fichi secchi lavorati e posti in commercio
dall'azienda "Dolci Pensieri di Calabria"... di San Fili.
L’unica
azienda che mi venne in mente, in quanto era difficile pensare ad una singola
famiglia in grado di fare qualcosa del genere, fu la “Dolci Pensieri di
Calabria” di Carbone Carmelina.
Chiesi
qualche ulteriore informazione alla nostra cara compaesana e questa mi confermò
quanto da me ipotizzato: i fichi di San Fili, grazie appunto all’azienda “Dolci
Pensieri di Calabria”, sono ritornati ad oltrepassare, ed alla grande, il
perimetro del nostro territorio comunale.
Cosa,
questa, che non può che farci enorme piacere.
Una
fetta del futuro di San Fili potrebbe infatti ripartire proprio dalla
lavorazione e commercializzazione dei nostri (almeno sulla carta) fichi.
(continua).
* *
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Un
caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!
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