Nella foto a sinistra (ripresa dal web): Un ragazzo che chiede l’elemosina forse nei pressi di un semaforo. La domanda in ogni caso sorge spontanea: è giusto fare l’elemosina alle persone? A volte la mia ragione mi dice di no altre volte il mio cuore mi dice di si... e forse sarebbe sempre giusto seguire il mio cuore. Dopotutto, so veramente io chi mi ritrovo difronte? Quindi o glielo chiedo, e non glielo chiederò mai, o... meglio che gli faccia l’elemosina. Una parola, l’elemosina, che di per sé dovrebbe fare schifo a priori a tutti gli esseri umani.
Nel 1995, quando nel mio cuore viveva ancora un po' di spirito umano, mi chiesi anch'io se fosse giusto fare l'elemosina a chi ci tende il proprio palmo della mano, Me lo chiesi quando vidi dei bambini bussare agli sportelli della mia macchina chiedendo umilmente una moneta. Ero fermo davanti ad un semaforo nei pressi di Roges di Rende (CS). Nacque così l'articolo "Figli dei semafori" pubblicato sul quindicinale "l'occhio" anno II n. 6 del 19 marzo 1995. Articolo ovviamente
a firma di Pietro Perri.
A
volte, te li ritrovi davanti, nei pressi dei semafori: qualcuno con un cartello
in mano rozzamente scritto, altri con un cestello rotto che non ha bisogno di
alcuna parola. Sono sporchi, forse puzzano pure, indossano abiti che tu hai
smesso da anni.
Ce
ne sono alcuni tenuti teneramente in braccio dalla madre: sporca anche lei,
malgrado le madri siano per convenzione tutte pulite.
Aspettano,
frementi, che tu ferma la macchina. Altre volte ti tagliano la strada: ti
chiedi se qualcuno di loro non speri inconsciamente che tu metta fine ad una
vita stupida e vigliacca.
I
più grandi si scontrano col finestrino della tua auto, mostrandoti una
confezione di fazzoletti... solo mille lire; i più grandi non hanno più di
dieci anni, dovrebbero essere altrove, protetti da un padre.
Dicono
di avere fame, in una strana lingua, si contentano di pochi spiccioli e ti
ringraziano gioiosamente.
Poco
distante, una parvenza di essere umano li richiama minacciosamente, ma non
perché rischiavano di essere investiti: per questo sarebbero bastati due
ceffoni. Il semaforo era scattato da qualche secondo ormai, ed il possibile
cliente si apprestava a ripartire senza aver pagato il giusto pedaggio.
A
volte li vedi girovagare per le strade ed i vicoli del tuo paese... la musica è
sempre uguale: hanno fame. Qua1cuno sgancia qualche spicciolo o una brioche
sfuggita all'ingordigia dei propri pargoli, da un balcone viene gettata una
banconota da duemila lire.
Passando,
mi sfiorano, preferisco far finta di non vedere e di non sentire, incavolandomi
a morte contro un'ambigua società che continua a fare maledettamente acqua da
tutte le parti... che continua, imperterrita, a non vedere e a non sentire.
Dalila Di Lazzaro invano continua a chiedere l'autorizzazione ad adottare un bambino,
non è sposata, sarebbe una tragica offesa alla morale pubblica.
Dalle
ceneri della sua sconfitta, migliaia di altre persone rinunciano... evitando di
far diventare inutile il rosso dei semafori.
Siamo
un popolo civile: sono secoli che ce ne vantiamo. Abbiamo persino istituito il
"telefono azzurro"... da usare anche e soprattutto contro i genitori,
che in alcuni casi cercano solo di insegnare un po' di educazione. Logica
conseguenza di una errata e criminale gestione dell'informazione pubblica.
Restano
per strada. Per la legge forse questi bambini non sono mai nati o sono
semplicemente morti da tanto tempo. Lo spettacolo in cui ci offrono il loro
corpo, dopo tutto ci costa solo qualche spicciolo.
A
nessuno interessa che sono bambini... pura e semplice merce di scambio.
A
nessuno interessa se domani finiranno in galera, lo portano scritto in fronte:
sono solo zingari, figli di nessuno.
* * *
Un
caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
...
/pace ma... “si vis pacem para bellum”!
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