Nella foto a
sinistra: Saverio Onofrio
(a sinistra), Geri De Lio Alfredo (al centro) e Goffredo Iusi a (a destra).
Siamo nel territorio di San Fili poco al di sotto del valico Crocetta agli
inizi degli anni Ottanta.
Foto archivio informatico ed articolo by
Pietro Perri.
Geri
De Lio Alfredo nasce a San Fili il 4 Aprile 1901.
Indubbiamente
un autodidatta come ce n'erano tanti in altri tempi e pochissimi (per non dire
nessuno) ai giorni nostri: frequenterà la scuola, infatti, fino alla terza
elementare. Ciò non impedirà allo stesso, in ogni caso, di crearsi un dignitoso
e degno spazio nella società civile di cui faceva parte.
Non
a caso è stato definito da qualcuno: "un signore come ce ne sono pochi ai
giorni nostri!".
Commerciante
per professione, cacciatore e poeta per vocazione: si dedicò alla compravendita
dell'olio fino alla fine degli anni Quaranta, gestì un negozio di generi
alimentari a Paola in località "Cancello", e a cavallo degli anni Venti
e Trenta nei pressi di contrada Santa Maria a San Fili ebbe una breve
esperienza imprenditoriale nella realizzazione e conseguente
commercializzazione di scope.
Non
secondaria è stata la sua presenza nella politica locale: alle prime elezioni
del dopo monarchia viene eletto nella minoranza consiliare (con il Partito
Repubblicano) assieme agli altrettanto indimenticabili professori Goffredo Iusi
e Isidoro Apuzzo. Dal 1970 al 1975 rivestirà, nella prima Amministrazione
Rinaldi, la carica di Assessore alle Finanze del Comune di San Fili.
Agli
inizi degli anni cinquanta sarà assunto al Consorzio di Bonifica con la
qualifica di caposquadra e conserverà tale posto di lavoro fino alla pensione.
Ebbe
diversi figli: Francesco, Delia, Giosina, Biagio, Titina ed Anna con Mazzulla
Eugenia di Bucita (sua prima moglie) e Giuseppe con la già citata Orefina.
Malgrado
ciò, comunque, i suoi veri amori sono stati la caccia e le montagne circostanti
San Fili.
Anche
Geri però, così come pochi anni prima era capitato ad un altro insigne
compaesano "ammalato di sanfilismo" (mi riferisco a Ciccio Cirillo,
illustre dimenticato!) lascerà questo mondo di lacrime e false speranze su un
suolo a lui straniero.
Geri
De Lio Alfredo muore in Inghilterra il 25 settembre 1994 (esattamente il giorno
di San Cosma e Damiano) ospite, dal 1986 (anno di morte della seconda moglie Gentile
Orefina), della famiglia della figlia Giosina.
Qualche
tempo prima, versi premonitori, in una sua poesia dedicata a "l'emigrante
calabrese" aveva scritto, riferendosi alla sua terra natia: “(...) Son
nato qui, qui vorrei morire / Senza privarmi un dì luoghi miei cari”.
Poesia
che riporto di seguito nella sua interezza.
* * *
L'emigrante calabrese
Di Geri De Lio Alfredo.
Calabria son costretto ti
lasciare
In terre lontane devo
espatriare
Ho l'animo ricolmo di dolore
Terra mia bella ti devo
abbandonare.
Mi reco altrove senza meta
fissa
In giro per il mondo
all'avventura
Lascio i miei cari nel più
gran dolore
Mi privo di quest'aria questo
sole.
Oh ruder monti che in alto
v'impennate
D'insemminati d'alberi e
colori
Con valichi discese erte
salite
Chi mai a voi potrà
dimenticar.
Siete nella mia mente
registrati
Con me vi porterò dovunque
vado
Son certo di vedervi in tutte
l'ore
Se non con gli occhi ma col
mio pensier.
Calabria ciel che mi hai dato
i natali
Perché non pensi pur darmi un
lavoro?
Son nato qui, qui vorrei
morire
Senza privarmi un dì luoghi
miei cari.
Un
caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
...
/pace ma... “si vis pacem para bellum”!
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