SAN FILI BY PIETRO PERRI BLOG: Con i denari degli americani.

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venerdì 27 maggio 2022

Con i denari degli americani.



Nella foto a sinistra Francesco Perri con il figlio Salvatore (a destra) più o meno nel 1923.

"Con i denari degli americani" è uno scritto di Francesco Perri (nonno) con note di Pietro Perri (nipote).

Quella che riporto di seguito è la trascrizione (rielaborata in quanto l'originale è privo di punteggiatura e con dei passaggi di difficile interpretazione) della prima parte di due paginette (ingiallite dal tempo) scritte dal pugno, per come mi è stato riferito, da due emigranti sanfilesi più di un secolo addietro, nel corso di uno dei loro viaggi verso il nuovo continente. Uno di questi era mio nonno, Francesco Perri detto "Betta", un vero personaggio, per i tempi in cui è vissuto, che purtroppo non ho avuto neanche il piacere di conoscere (è morto all'inizio degli anni Cinquanta e non ero ancora nato).

Questo, a prima vista insignificante, foglio mette in risalto, seppur boccaccescamente, un ennesimo dramma dell'emigrazione della fine del XIX secolo (non solo a San Fili ma in tutto il resto d'Italia e del mondo): l'intrinseca paura che l'amata, non riuscendo a resistere in attesa del rientro in patria del proprio sposo, non ci pensasse due volte a tradirlo.

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O giovane che vi dovete sposare (accasare), questi consigli dovete memorizzare (accapare): se sposate una bella figliola, non la lasciate se dovete partire, che non appena siete fuori la porta, l'innamorato è già pronto nell'orto.

La tua giovane moglie si sdraia sul letto e lì gli viene la pazzia, toccando vicino e non trovando nessuno. S'affaccia alla finestra mezza nuda e chiama: "Presto compari, saglie qua!".

Sale il compare e le dice che ha fame: "Lesta comari, prendi dalla credenza un capicollo e tre litri di vino!". La tua giovane moglie non solo ti fa le corna ma gli passa anche il mangiare.

Quando ti renderai conto di ciò, anche tu dovrai ammettere che con i denari degli americani (gli emigranti) mangiano e bevono i furbi rimasti (gampagnoni).

Se invece sei maritato e lasci tua moglie con figli piccoli, tua moglie già è abituata al marito fuori di casa e non appena parti per l'America, lei ha già studiato cosa combinare alle tue spalle.

Si mette a letto (finta ammalata) questa "rosa di maggio" e giungono subito a confortarla i compari vicini e lontani.

"Comare, comare", dice il primo compare, "dove l'hai nascosto il caro figliolo?".

"Comare, comare", ribatte il secondo compare, "latte ne fai? ... scummeglia questo petto, fai vedere... o ti pigli scuarnu?"

"Viditi, viditi", riprende il primo compare indicando il neonato, "non lo sai neanche 'mbassare, così fasciato lo fai crescere stuartu questo picciriddru: alza la vorzilla e fai un solo giro che se no si può scuallarare".

Na risatella tra moglie e compari, finisce il gioco e tutti assieme fanno il fatto "del gallo e della gallina": a voglia venuta... non si comanda.

Se non l'hai ammesso prima, non potrai fare a meno d'ammetterlo ora che... con i denari degli americani (gli emigranti) mangiano e bevono i furbi rimasti (gampagnoni).

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Oggi chi emigra, si porta dietro l'intera famiglia. All'epoca a partire, cercando fortuna oltreoceano, normalmente erano solo gli uomini... ma quelli erano altri tempi, con tutti i loro difetti e tutti i loro pregi: erano tempi in cui le donne non avevano diritti e come tali non potevano non essere denigrate.

Francesco Perri, uno dei due autori di questo documento, è nato nel 1864 e morto nel 1951, rientrato a San Fili, dal suo ultimo viaggio in America nel 1905, il Perri fu, di fatto, tra i primi emigranti del nostro paese.

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Con i soldi degli americani (gli emigranti) mangiano e bevono i furbi (li gampagnoni) rimasti al paese: uccidono, o giovane che parti in cerca di lavoro lasciando la sposa (inconsolabile?) con i pargoli a casa, un paio dei tuoi maiali all'anno, mangiano tutti i giorni il pane fresco e bevono il vino buono che gli versa la tua "innamorata sposa".

Così rifocillati gli manca solo "lo brachiti brachiti".

Se tua moglie non è più giovane e non deve più pensare ai suoi figli... è peggio di "stuppa appiccicata". Se tua moglie è vecchiarella e tu la lasci imbarcandoti a tentar la fortuna oltreoceano, lei crede che tu parti per ingannarla, non per soldi ma per nuovi amori e nuove avventure, e per vendetta va cercando di "scornicchiare".

Non sono solo i Calabresi a doversi "spagnare" di questa brutta corona (le corna dell'amata sposa), in quanto tutto il mondo di queste cime è adorno e tutti (noi emigranti che partiamo da soli) dovremmo farcene una ragione.

Già sento in lontananza lamentarsi il Napoletano: "Mannaggia l'aglio dei maccheroni, io da solo in America ti mandavo milioni e tu, a casa, cornuto mi hai fatto chiamare!".

Già sento in lontananza lamentarsi il Siciliano: "Oh chi bruttu fetente! Schifosa, io ti faria purtusi purtusi con tutte le punte delle corna che m'hai fatto crescere in testa".

Già sento in lontananza lamentarsi il Calabrese: "Figlia di cento briganti, io dall'America mandavo contanti e tu cornuto mi hai fatto chiamare!".

Proprio, uomini in procinto d'emigrare, ricordate che la fimminella, lasciata al paese, deve restare digiuna, che se le garantite la pancia piena e il vino sul tavolo... si accorgerà subito che a mancargli è solo "lo brachiti brachiti" e a questa mancanza troverà immediata soluzione.

Se potete, portatela in America assieme a voi, che così lei non vi potrà ingannare. Se la lasci, non illuderti, il giorno stesso della partenza vi farà le corna e poi...

... vedrete che ho ragione a dire che con i denari degli americani (gli emigranti) mangiano e bevono i furbi (gampagnoni) rimasti al paese.

 

Addio addio, firmato Fico (o F.sco) Petritto e Perri.


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