Nella foto a sinistra Franco e Romano Zuccarelli
davanti al loro negozio di frutta e verdura nei pressi di piazza san Giovanni a
San Fili agli inizi degli anni Ottanta del secolo scorso.
Forse (ma solo forse)… figlio d’un
dio minore.
Ricordando Romano Zuccarelli - Articolo di Pietro Perri).
Il
mese di dicembre 2008 è stato segnato, per San Fili e per i Sanfilesi, anche
dalla perdita di un altro (l’ennesimo in questi ultimi anni) personaggio. Un
personaggio che a suo modo, e per quanto gli hanno messo a disposizione il
Creatore e Madre Natura, ha saputo segnare in modo encomiabile il proprio
terreno passaggio.
Non
parlo di uno che ha ricoperto incarichi amministrativi oppure sociali più o
meno importanti, non parlo di uno che è riuscito mai ad essere, se non alla
propria morte, al centro dell’attenzione nella comunità in cui era
perfettamente integrato e con cui costantemente, in modo silenzioso e civile,
interagiva.
Parlo
di un altro esempio per San Fili e per il mondo, un altro di quei sani esempi
per tanti aspetti positivi in cui una piccola realtà urbana come la nostra può
insegnare al mondo la giusta via per il rispetto anche di soggetti meno
fortunati di noi.
Soggetti
che, comunque, riescono a non far pesare (non so se con grossi sacrifici
psico-esistenziali) la propria presente inferiorità fisica.
Dopotutto,
l’ho già detto e ripetuto più volte: a San Fili, cittadina a dimensione d’uomo,
anche gli ultimi almeno per un giorno riescono ad essere re nella loro più o
meno lunga esistenza.
Parlo
di Romano Zuccarelli... “u biscazziere”, come amano ancora oggi
qualificarlo i suoi più stretti amici e riconoscenti.
Romano
è stato un personaggio, un vero personaggio... uno di quei personaggi che vanno
via via scomparendo lasciando un grande vuoto intorno a loro.
Malgrado
la sua limitatezza fisica (i problemi alle gambe) ha saputo legare per tanti
anni il suo nome alla squadra di calcio sanfilese: tenendone la contabilità e
spesso finanziandone (con un panino, con qualche chilo di frutta, mettendo una
buona parola per farli entrare gratis a qualche cinema della provincia,
rimborsando a qualche giocatore il biglietto dell’autobus e via dicendo)
qualche calciatore.
Per
tanti anni a Romano Zuccarelli l’abbiamo visto calpestare, sempre attenti che
non inciampasse, sempre sicuro di sé i campi di calcio che dopo un po’
avrebbero visti protagonisti i nostri gladiatori del pallone. E poi... guai a
toccargli la grande Juve, la Magica Vecchia Signora che qualche disonesto ha
voluto provare a distruggere mandandola ultimamente in serie B.
Un
piccolo incidente di percorso che non ha comunque rattristato fino alla fine il
caro Romano: l’hanno successivo la Vecchia Magica Signora era di nuovo sui
campi della A, a sfidare, elargendo loro una affettuosa tiratina
d’orecchie, tutti i suoi discoli figlioli: l’Inter, il Milan, il Torino...
Circola
voce che nella bara di Romano sia stata adagiata, su sua specifica richiesta
poco prima di passare a miglior vita, una bandiera bianconera.
Personalmente
voglio ricordare Romano Zuccarelli anche per il circolo ricreativo...
bianconero (dove in tanti abbiamo passato memorabili pomeriggi e serate
giocando a “funghetto” (biliardo), “bigliardinu” (calciobalilla),
flipper e tantissimi altri accattivanti meccanici marchingegni... l’epoca dei
videogiochi era ancora lungi dal sommergerci ed isolarci l’un l’altro).
Esercizio,
come dopotutto tutta la sua vita, gestito assieme al fratello Franco.
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