Foto (ed articolo) by Pietro Perri.
Era
da tempo che volevo andare a visitare i Musei Vaticani… sapendo cosa avrei
trovato e sapendo anche cosa non avrei trovato.
L’occasione
capitò come il cacio sui maccheroni nella prima metà del mese di settembre
2013: ero stato convocato tra i finalisti di un concorso di poesie a livello
nazionale (giovedì 12) ed i miei colleghi di lavoro, nel medesimo periodo,
avevano organizzato una gita per partecipare all’udienza settimanale (mercoledì
11) che tengono i papi in Vaticano ormai da decenni se non da secoli.
“Con
altri due giorni”, dissi tra me e me, “potrò coronare anche una serie di
sogni tutti romani che da tempo frullavano nella mia testa: vedere l’interno
del Pantheon, l’isola Tiberina e soprattutto visitare alcuni tra i musei più
famosi del mondo: i Musei Vaticani”.
Detto
fatto: partenza da San Fili domenica 8 settembre… di mattina e rientro venerdì
14 pomeriggio… in tarda serata.
Una
quattro giorni con pochi precedenti.
Descrivere i Musei Vaticani è superfluo e dispersivo per lo spazio che ho a disposizione: parlare delle impressioni che ci avvincono osservando opere quali quelle di Raffaello, Caravaggio, Michelangelo e via dicendo… non basterebbero decine di migliaia di pagine per darne solo un assaggio: si starebbe ore ed ore a contemplarle.
Eppure… come può un Sanfilese con la S maiuscola come lo scrivente non restare meravigliato, percorrendo la sala delle carte geografiche, di ritrovare su un muro del Vaticano il nome del proprio paesino? … decisamente una cittadina imprendibile a vedere anche il disegno che lo rappresenta e… le armate (chissà se amici o nemici) che sembrano assediarlo.
Le foto che riporto sotto mostrano lo scrivente accanto alla cartina della Calabria Citra (più o meno la provincia di Cosenza, per i non storici) e (a sinistra) un particolare di tale cartina dove si può notare San Fili… nel XVI secolo?
L’opera complessiva, realizzata a più mani da esperti paesaggisti dell’epoca, è stata inaugurata nel 1581.
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