La foto a sinistra è stata ripresa dalla copertina del
libro “Don Aquilante Rocchetta – Un viaggiatore sanfilese del secolo XVI”, Atti
del convegno storico (San Fili, 16 giugno 2001)” a cura di Mario Spizzirri, Periferia
Editrice, Cosenza settembre 2004. Libro che si consiglia a tutti di acquistare
e leggere in particolare per la puntuale relazione di Amedeo Miceli di
Serradileo.
L'articolo "D. Aquilante Rocchetta Cavaliere del Santo Sepolcro" è stato pubblicato sul Notiziario Sanfilese del mese di agosto 2006 a cura del prof. Francesco Iantorno.
Aquilante
Rocchetta, come egli stesso afferma, nasce nella "Terra di Santo Fili del
Marchesato di Renda" nella seconda metà del XVI sec.
Pochissime
sono le notizie storiche su questo illustre personaggio sanfilese, autore di Peregrinatione
di Terra Santa e d'altre Provincie, una vera e propria guida per i “devoti
pellegrini” che, dopo di lui, avessero voluto intraprendere il viaggio verso i
luoghi che furono teatro della nascita, della Passione e della morte di Cristo.
Appartenente
con ogni probabilità ad una famiglia di mercanti giunta in Calabria in epoca
precedente per motivi strettamente commerciali, si trasferisce, dopo molti
anni, nella "Felice Città di Palermo".
Il
26 ottobre 1598, data in cui risulta aver già ricevuta l'ordinazione
sacerdotale, si imbarca a Messina alla volta della Terra Santa, provvedendosi
di tutto ciò che “l'havesse stato necessario”, di “libri spirituali
che trattavano di que' Santi luoghi, e d'alcuni itinerarii antichi e moderni”,
così “per non dare giammai luogo all'otio abominevole, e pestilente vitio, e
prima cagione, et origine di tutti i danni umani, e per passare agevolmente la
lunghezza del viaggio, come anche per andare notando minutamente" tutto
quello che gli "fusse occorso”.
D.
Aquilante non fu tuttavia il primo a lasciarci una testimonianza scritta del
viaggio compiuto in Terra Santa; l'opera del Rocchetta si inserisce infatti in
una tradizione assai remota che ha il suo più illustre antecedente nel
cosiddetto Itinerarium Burdigalense (334 d. C.), il più antico e completo
documento odeporico, una guida ad uso dei pellegrini cristiani diretti in Terra
Santa.
D.
Aquilante nel suo "diario", pubblicato a Palermo nel 1630 presso i
"tipi" di Alfonzo dell'Isola, descriverà tappa per tappa il suo
viaggio in Terra Santa fornendo una puntuale descrizione di quei luoghi, dei
monumenti, delle vie di comunicazione, degli usi e costumi dei popoli
incontrati e dei diversi riti in uso presso le varie comunità ecclesiastiche,
rivelando in ciò ottime doti di osservatore e di annotatore ed una particolare
attenzione per il dettaglio. Il Rocchetta compirà il suo pellegrinaggio con la
sensibilità e la curiosità intellettuale tipica della cultura umanistica,
distaccandosi ampiamente dagli Itinerari tardo-medievali, intrisi di racconti
fantastici e leggende di ogni genere.
Il
25 settembre 1599 rientra a Palermo dal lungo viaggio in Terra Santa, nel corso
del quale sarà insignito dell'ordine dei Cavalieri del Santo Sepolcro.
Nel
1605 lo troviamo nuovamente a S. Fili per la riscossione di “molte quantità
de dinari” dovute al Rocchetta da Marcello Rumbolo ma, “non potendo esso
Aquilante andare di persona ad exigersi dette quantità de dinari per alcune sue
infermità et altri soi impedimenti” nomina per suo “procuratore, gestore
sive nuntio specialmente deputato” Giulio Sarcone di Paola “per la
experienza della fideltà, legalità, diligentia e sollicitudine”.
Nel
1626 D. Aquilante donerà la statua in marmo di S. Maria degli Angeli sul cui
basamento è ancora oggi visibile, oltre allo stemma dei Cavalieri del Santo
Sepolcro, la scritta: “Hoc sacellum fieri fecit A. D. 1626 pro se et suis
heredibus in honorem Sanctissimae Dei Genitricis Mariae Assumptae D. Aquilante
Rocchetta presbyter et eques Sancti Sepulcri” creando così le condizioni
per essere riconosciuto fondatore di quell'altare ed acquisendone in tal modo
il diritto di patronato.
Francesco Iantorno.
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