SAN FILI BY PIETRO PERRI BLOG: Don Aquilante Rocchetta (da San Fili) Cavaliere del Santo Sepolcro.

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giovedì 24 novembre 2022

Don Aquilante Rocchetta (da San Fili) Cavaliere del Santo Sepolcro.



La foto a sinistra è stata ripresa dalla copertina del libro “Don Aquilante Rocchetta – Un viaggiatore sanfilese del secolo XVI”, Atti del convegno storico (San Fili, 16 giugno 2001)” a cura di Mario Spizzirri, Periferia Editrice, Cosenza settembre 2004. Libro che si consiglia a tutti di acquistare e leggere in particolare per la puntuale relazione di Amedeo Miceli di Serradileo.

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L'articolo "D. Aquilante Rocchetta Cavaliere del Santo Sepolcro" è stato pubblicato sul Notiziario Sanfilese del mese di agosto 2006 a cura del prof. Francesco Iantorno.

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Aquilante Rocchetta, come egli stesso afferma, nasce nella "Terra di Santo Fili del Marchesato di Renda" nella seconda metà del XVI sec.

Pochissime sono le notizie storiche su questo illustre personaggio sanfilese, autore di Peregrinatione di Terra Santa e d'altre Provincie, una vera e propria guida per i “devoti pellegrini” che, dopo di lui, avessero voluto intraprendere il viaggio verso i luoghi che furono teatro della nascita, della Passione e della morte di Cristo.

Appartenente con ogni probabilità ad una famiglia di mercanti giunta in Calabria in epoca precedente per motivi strettamente commerciali, si trasferisce, dopo molti anni, nella "Felice Città di Palermo".

Il 26 ottobre 1598, data in cui risulta aver già ricevuta l'ordinazione sacerdotale, si imbarca a Messina alla volta della Terra Santa, provvedendosi di tutto ciò che “l'havesse stato necessario”, di “libri spirituali che trattavano di que' Santi luoghi, e d'alcuni itinerarii antichi e moderni”, così “per non dare giammai luogo all'otio abominevole, e pestilente vitio, e prima cagione, et origine di tutti i danni umani, e per passare agevolmente la lunghezza del viaggio, come anche per andare notando minutamente" tutto quello che gli "fusse occorso”.

D. Aquilante non fu tuttavia il primo a lasciarci una testimonianza scritta del viaggio compiuto in Terra Santa; l'opera del Rocchetta si inserisce infatti in una tradizione assai remota che ha il suo più illustre antecedente nel cosiddetto Itinerarium Burdigalense (334 d. C.), il più antico e completo documento odeporico, una guida ad uso dei pellegrini cristiani diretti in Terra Santa.

D. Aquilante nel suo "diario", pubblicato a Palermo nel 1630 presso i "tipi" di Alfonzo dell'Isola, descriverà tappa per tappa il suo viaggio in Terra Santa fornendo una puntuale descrizione di quei luoghi, dei monumenti, delle vie di comunicazione, degli usi e costumi dei popoli incontrati e dei diversi riti in uso presso le varie comunità ecclesiastiche, rivelando in ciò ottime doti di osservatore e di annotatore ed una particolare attenzione per il dettaglio. Il Rocchetta compirà il suo pellegrinaggio con la sensibilità e la curiosità intellettuale tipica della cultura umanistica, distaccandosi ampiamente dagli Itinerari tardo-medievali, intrisi di racconti fantastici e leggende di ogni genere.

Il 25 settembre 1599 rientra a Palermo dal lungo viaggio in Terra Santa, nel corso del quale sarà insignito dell'ordine dei Cavalieri del Santo Sepolcro.

Nel 1605 lo troviamo nuovamente a S. Fili per la riscossione di “molte quantità de dinari” dovute al Rocchetta da Marcello Rumbolo ma, “non potendo esso Aquilante andare di persona ad exigersi dette quantità de dinari per alcune sue infermità et altri soi impedimenti” nomina per suo “procuratore, gestore sive nuntio specialmente deputato” Giulio Sarcone di Paola “per la experienza della fideltà, legalità, diligentia e sollicitudine”.

Nel 1626 D. Aquilante donerà la statua in marmo di S. Maria degli Angeli sul cui basamento è ancora oggi visibile, oltre allo stemma dei Cavalieri del Santo Sepolcro, la scritta: “Hoc sacellum fieri fecit A. D. 1626 pro se et suis heredibus in honorem Sanctissimae Dei Genitricis Mariae Assumptae D. Aquilante Rocchetta presbyter et eques Sancti Sepulcri” creando così le condizioni per essere riconosciuto fondatore di quell'altare ed acquisendone in tal modo il diritto di patronato.

Francesco Iantorno.




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