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sabato 7 agosto 2010

Quando a San Fili cade un principe ovvero chiangiti piche e lacrimati cuorvi.

Ci crederete mai? …a San Fili quando finisce una campagna elettorale (comunale o provinciale che sia) se il vincitore ha preso 900 voti… sotto il suo palco si ritrovano, a complimentarsi per la stupenda vittoria (e ad assicurarlo del loro appoggio) di Tizio, Caio o Sempronio (ossia del nuovo principe) almeno 1500 paesani… se non tutto, o quasi, l’intero corpo elettorale comunale.
Ci manca poco, in poche parole, che a votare il vincitore ci sia stato anche il capolista della lista avversaria.
Tutto cambia nel momento in cui il principe, per una qualsivoglia vicissitudine della vita, perde il proprio potere o semplicemente vede (… qualcuno lo vede) traballare il proprio trono. I motivi possono essere tanti: magari è andato semplicemente in pensione (lasciando un posto di lavoro da cui scaturiva il proprio potere), magari una brutta malattia l’ha costretto a vita privata, magari… qualcuno (ovviamente più potente e su certi aspetti più esperto di lui) ha deciso che non c’era più spazio per lui nel mondo della politica provinciale e regionale.
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Chiangiti cuorvi lacrimati piche,
vestitivi de luttu carcarazzi,
ch’è muortu lu padrune de li surchi,
chi cuvernava tutti s’aceddrazzi.
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Piangete corvi lacrimate piche (n.d’a.: gazza ladra), vestitevi di lutto carcarazzi (n.d’a: corvo, persona dalla voce stridula), ch’è morto il padrone dei solchi (n.d’a.: il contadino che seminando favorisce gli uccelli parassiti), che dava (n.d’a.: appunto col suo lavoro) da mangiare tutti questi “neri” inutili uccelli (esseri incapaci di provvedere da soli al proprio sostentamento e perciò costretti da un amaro destino a sfruttare il lavoro degli altri).
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Onestamente non so’ chi abbia scritto per primo questa strofa (Chiangiti piche…) né so se la stessa faccia o meno parte di un’opera più completa. Quello che so’ è che questa strofa ritorna in auge (a San Fili) quando cade o si pensa sia caduto “un capo, un reagente, un… uomo”.
Nei miei cinquant’anni ho visto cadere a San Fili (politicamente parlando) almeno due, forse tre, capi. Esseri questi (con i loro pregi e difetti) sicuramente reagenti, forse (in più d’una occasione) vili e vendicativi, forse moralmente disonesti… ma decisamente uomini.
Catalizzatori delle umane debolezze di cui sono succubi tantissimi nostri conoscenti.
Tra questi stupendi (? … mi si permetta il punto interrogativo) soggetti non posso fare a meno di mettere il grande Alfonso Rinaldi e, perché no?, l’avv. Luigi Bruno… entrambi disastrosamente sindaci, per diversi anni, della nostra malgrado tutto stupenda cittadina: San Fili.
Entrambi (l’uno passato a miglior vita e l’altro che sta vivendo, in questi ultimi tempi, un tipo di vita che sicuramente non è augurabile neanche al proprio peggior nemico) comunque possono essere accomunati nei succitati versi.
Inutile dire che la loro parte, ovviamente, nella commedia della vita paesana, era quella del… padrone del solco: quando sei al potere tantissimi (cuorvi, piche e carcarazzi) sono lesti a farti monumenti e a stendere tappeti al tuo passare… quando sei al potere.
Onore, avrebbe detto Machiavelli, al principe di turno. Specie se il principe non sa discernere tra amici e nemici, tra buoni e cattivi consiglieri, tra ruffiani opportunisti e gente moralmente onesta e leale.
… quando il principe cade, si sappia (lo sappia almeno il principe), cade sempre da solo.
… i propri fidati valletti (cuorvi, piche e carcarazzi) sono corsi a cercarsi un altro principe da onorare. La tavola imbandita dal nuovo principe non può restare senza commensali e i commensali devono essere gente esperta, gente che sa cibarsi della semenza gettata dal padrone dei solchi (così come si getta il sale in un celebre rito di “foremaluocchiu”) alle proprie spalle.
Perché questo post? … perché ho la vaga impressione che parte dei valletti (cuorvi, piche e carcarazzi) del principe reggente di San Fili (mi riferisco all’amico dottor Ottorino Zuccarelli) stiano già guardandosi intorno per vedere se c’è qualche altro pretendente (ovviamente alla corona di primo cittadino del nostro paese) in circolazione.
… vergogna! … in una sola parola: vergogna!
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Chiangiti cuorvi lacrimati piche,
vestitivi de luttu carcarazzi,
ch’è muortu lu padrune de li surchi,
chi cuvernava tutti s’aceddrazzi.
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Gente abituata a vincere anche quando perde a differenza di tanti altri, onesti (perché gente onesta, moralmente onesta, e riconoscente ce n’è tantissima anche a San Fili), abituati a perdere anche quando vincono… per il bene della Comunità Sanfilese e per il roseo futuro (sempre promesso e mai mantenuto) della nostra cittadina.
Gente che, oggi più che mai, sembra ritrovarsi perfettamente nel detto “… vonnu spinna’ a gaddrina quannu ancora a gaddrina è viva… ‘a vonnu fa’ more de vivienza”!
Sarebbe intelligente non iniziare a spennare la gallina quando si è certi che la gallina ancora non è morta. purtroppo a tanti, gente senza cuore e senza un briciolo d'umanità, di questo principio non gliene frega un bel cavolo. Personalmente spero che se la gallina riesce a scappare dalla morsa della bestia... si rifiuti in futuro di deporre le uova.
La gente ingrata resta gente ingrata... specie quando china la testa davanti ad un nuovo o ad un ritrovato padrone.
Strano ma vero, parlando con alcuni amici lungo corso XX Settembre ho avuto la vaga impressione che qualcuno già inizi a pensare al dopo dottor Ottorino Zuccarelli e la parte peggiore di questa triste stupida vicenda è che tali supposizioni vengano anche e soprattutto da gente vicinissima all’amico dottor Ottorino Zuccarelli… gente che deve tantissimo al dottor Ottorino Zuccarelli… all’amico compaesano (onesto e sempre disponibile, un principe… un servo della Comunità Sanfilese) dottor Ottorino Zuccarelli.
Diciamo la verità, è forse è proprio questo che fa male più alla gente per bene (ed a San Fili ce n’è tantissima… sicuramente la maggioranza silenziosa che aspetta, da secoli - forse da quando è stata posata la prima pietra della prima casa del paese -, un futuro migliore): i cuorvi, ‘e piche ed i carcarazzi paesani non solo non sanno piangere ma non conoscono neanche il colore nero e quindi non si vestiranno mai di lutto… malgrado la stupenda anonima strofa. Anche se, a dar ragione ad un mio caro (?) amico questa situazione non è un classico di San Fili ma è un qualcosa (un modo d’essere) che accomuna i Sanfilesi a tutte le piccole comunità… della provincia di Cosenza, della regione Calabria, della nazione Italia, del continente Europa… in una sola parola, del mondo!
I cuorvi, e piche e i carcarazzi santufilisi l’unica cosa che conoscono bene… è la cenere da mettersi sulla testa nel momento in cui, alla fine d’una campagna elettorale comunale o provinciale, il loro candidato di ferro subisce una sonora batosta.
Da non credere: eccoli, il giorno della festa della vittoria del candidato avversario, sotto il palco di quest’ultimo, il capo ovviamente coperto di cenere, a cercare di convincere lo stesso che la campagna elettorale è solo un gioco e che di fatto siamo tutti solo una grande famiglia, una vera famiglia (grazie proprio a questi soggetti) di m***a!
… il principe (neo-eletto o ri-eletto) è felice e dice loro di non preoccuparsi.
Strano ma vero, hanno vinto anche stavolta!
… anche stavolta, chi neanche un paio di mesi addietro (per non dire qualche giorno prima che un macigno, un vero e proprio fulmine a ciel sereno, si abbattesse sulla testa dell’amico dottor Ottorino Zuccarelli) col capo cosparso di cenere s’era andato a  prostrare ai piedi del riconfermato principe… oggi riprende le distanze dal principe stesso e rientra nelle fila, ricompattate, del fronte avversario.
... personalmente sono sicuro che il principe è più vivo che mai… deve solo aver la pazienza di attendere… la storia gli darà certamente ragione… e mi auguro vivamente, in quell’occasione, che i cuorvi, le piche e i carcarazzi santufilisi ritrovino nel loro intimo un minimo di dignità personale e spariscano per sempre dalla vita pubblica del nostro paese… stupida personale illusione.
Alla fine, diciamo la verità, anche Cesare Borgia, il Principe per eccellenza, è caduto… ma sicuramente non sono caduti i suoi tirapiedi, i suoi…  cuorvi, piche e carcarazzi (questi non cadono mai e se cadono… cadono in piedi).
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A proposito, una farfallina (non so’ quanto effettivamente informata e soprattutto da chi) mi ha detto che in questi ultimi tempi due ex amministratori del Comune di San Fili hanno subito una sentenza di condanna per il loro operato nello svolgimento delle proprie funzioni amministrative. Strano che nessuno parli di ciò in paese (ossia lungo corso XX Settembre). Ma forse la farfalla spiffereddra questa volta si è sbagliata.
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… un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace.

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