Continua dalla pagina (di questo blog) “Una gita a Firenze (giugno 2012): NON ENTRATE IN QUELL’HOTEL! (1)". Ovviamente il nome dell’hotel incriminato in questo
racconto e stato coperto da (omissis) in quanto la vicenda è stata segnatala
agli uffici pubblici competenti (Finanza, Carabinieri, ASP di Firenze ecc. ecc.
ecc.). Chi comunque volesse sapere a quale struttura mi riferisco non ha che da
chiedermelo… in privato.
* * *
Firenze? … ah, Firenze! … se
non fosse per alcune bettole che si spacciano per hotel e per giunta a tre
stelle.
L’hotel in cui siamo
incappati io e mia moglie nel nostro soggiorno fiorentino di fine giugno 2012
(ovvero l’hotel omissis che si trova
in via Panzani al numero omissis
della stupenda città rinascimentale per eccellenza… a pochi metri dalla
stazione ferroviaria di Santa Maria Novella) più che un hotel ha finito per
ricordarmi la locanda del film “Non ci resta che piangere”. Si, proprio quella
locanda… la locanda in cui pernottarono i grandi Massimo Troisi e Roberto
Benigni.
Differenze in positivo? ...
non era necessario pisciare dalla finestra (in alcune stanze tra l’altro - a
leggere i commenti di alcuni viaggiatori “faidate aiutandoti con internet”) sarebbe
anche pericoloso in quando si rischierebbe di rientrare l’uccello in gabbia
coperto da escrementi di piccione.
Differenze in negativo? … sicuramente la colazione ricevuta nel 1500 da Troisi
e Benigni era decisamente migliore di quella che abbiamo ricevuto io e mia
moglie nel giugno del 2012.
Già, la colazione (inclusa
nel costo della stanza)… decisamente non invidiabile: qualche fetta di un
formaggio che non solo sembrava emmenthal (era quadrato) ma sembrava anche
affettato il giorno prima, qualche fetta di spalla cotta (credo fosse spalla cotta),
qualche brioches sicuramente non di giornata così come altrettanto sicuramente
non cellofanata e quindi che ti lasciavano in dubbio se non fossero scadute da
tempo, del burro a cubettini decisamente… squagliati, un piccolo panino, del
succo di frutta (arancia?) in un dispenser self-service (che dispensava anche
acqua) e… difficile dire se c’era ancora dell’altro in quella ricca tavola
imbandita.
I miei occhi (abituati a ben
altre strutture ricettive… a tre stelle e non a tre stalle) si rifiutavano categoricamente
di guardare oltre.
Dietro un bancone di uno
pseudo bar in quella stanza che passava per sala colazione (categoricamente
aperta dalle 7 e 30 alle 9 e 30 del mattino) c’era una matura signora che ti guardava
con un’aria quasi spaventata… quasi spaventata che tu gli chiedessi di farti un
latte od un caffè.
Non chiedemmo niente, non ci
chiese niente, non ci portò niente! … quanta professionalità in quella matura
signora. Professionalità da terzo mondo (si fa per dire, perché nel terzo mondo
sanno bene come si fa il cameriere… ma qui siamo a Firenze, a pochi passi della
stazione di Santa Maria Novella, a pochi passi dal Duomo e dalla torre
campanaria di Giotto… in un hotel a tre stelle).
Era la seconda mattina del
nostro soggiorno a Firenze quando, svegliatici di buon’ora, io e mia moglie
andammo a fare colazione in “the breakfast room” (stanza della colazione) dell’hotel.
Era la prima volta e sarebbe stata anche l’ultima. Nelle altre tre mattine la
colazione abbiamo preferito farla in uno stupendo bar che, facendo angolo su
via de’ Cerretani, dava da un lato su piazza Duomo o piazza san Giovanni: il
Bar Scudieri… effettivamente un altro mondo. Un mondo in cui saresti stato il
resto della tua vita.
E i prezzi di quest’incanto
fiorentino? … abbiamo sempre consumato al bancone e devo dire che i prezzi, al
bancone (qualcuno afferma che al tavolo la vita era diversa), erano più che
popolari. Dopo una notte d’incubo passata all’interno dell’hotel omissis di via Panzani al numero omissis a Firenze…. cinque minuti
passati all’interno del Bar Scudieri ti riconciliavano con la rinascimentale
città.
Già, perché passare una notte
in quell’hotel (… a tre stelle? … o a tre stalle?) è stato veramente un incubo.
Io e mia moglie di notti ce ne abbiamo passato ben quattro: eroi si nasce!
Aprire la finestra della
stanza numero 202 sarebbe stato un suicidio immediato… visto il frastuono che
sarebbe venuto dall’esterno. Tenerla chiusa? … un suicidio lento ma comunque un
suicidio… d’estate e con quel caldo asfissiante.
Mi chiederete: ma perché non
hai aperto l’aria condizionata? … l’ho aperta, l’ho aperta ed in un paio di
casi l’ho lasciata aperta per l’intera notte.
L’aria condizionata in quella
bettola? … era inclusa nel prezzo! … peccato che il sistema di condizionamento
era del tipo “Se tieni chiusa la finestra e dentro fa freddo… dentro fa freddo.
Se tieni aperta la finestra e fuori fa caldo… dentro fa caldo!”
Detto papale papale il
sistema dell’aria condizionata faceva letteralmente pena.
Quell’assurdo marchingegno
fissato al di sopra della porta d’accesso una volta acceso sembrava
semplicemente smuovere l’aria e la polvere presenti nella stanza (aria
pochissima e polvere tantissima).
Pensate che per un paio di
giorni abbiamo lasciato l’aria condizionata accesa per l’intera giornata
sperando che, rientrando dalle nostre passeggiate nella stupenda città di
Firenze, al nostro rientro avremmo trovato una stanza piacevolmente rinfrescata…
ma la nostra era (e così si rivelò) solo una infantile speranza.
A questo punto non posso non
chiedermi se i filtri di tale marchingegno siano stati o meno sostituiti da
quando il marchingegno è stato montato in quel punto di quella parete. Meglio
non pensarci.
Quell’hotel (i gestori di
quell’hotel) del fatto che a Firenze fosse vissuto anche un soggetto di nome
Leonardo da Vinci… decisamente non se n’è neanche accorto.
In circolazione, in quella
stanza, c’era un altro marchingegno a ventola (con movimento indotto elettricamente):
la presa d’aria del bagno (in quanto il bagno, come ben si può intuire senza
bisogno che il lo scriva, in quella stanza è privo di finestre). Pensate
funzionasse? … non vi dico quante volte, sperando in un miracolo, ho sperato
che premendo l’interruttore relativo (… pensavate fosse automatico l’avvio? …
pensavate male!) la ventola desse qualche segno di vita. Purtroppo quella
ventola dette solo segni di morte!
Quindi… se andando a Firenze
vi capitasse di soggiornare nell’hotel (omissis)
sito in via Panzani al numero (omissis)
e finiste per vedervi assegnata la stanza 202… pensateci bene prima di fare
qualche bella puzzetta.
Dopotutto in quella stanza
dovrete starci voi! … perché per quanto riguarda il sottoscritto in quell’hotel
non ci metterà più piede… e non perché non mi ci vorranno più! … anche!
(continua).
* * *
… un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro
affezionato Pietro Perri.
… /pace!
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