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domenica 28 novembre 2010

... che bello quando un turista trova quello che gli è stato offerto dalla pubblicità sul luogo: viva Napoli!

San Gregorio armeno. Dal sito
cancelloedarnonenews.com
E’ brutto, almeno per lo scrivente, alzarsi alle cinque e trenta di mattina per lasciare il paese (l’amata odiata San Fili) alle sei e quindici. L’appuntamento? … alle sette in punto in piazza Loreto a Cosenza. Ma a volte, come questa volta, ne vale la pena.
Sabato 27 novembre 2010 sono stato a Napoli in una classica gita "toccata e fuga" a Napoli organizzata nell'ambiente in cui lavoro... decisamente come mi era stata pronosticata e come conseguentemente me l'ero immaginata: munnizza e classico ruspante folklore (perché di ruspante folklore si tratta) napoletano inclusi.
Tra quanto ci era stato detto e quasi assicurato dagli organizzatori l'unica cosa che ci è mancato è stato il pacco (contropacco e contropaccotto) ed i borseggiatori nella calca di San Gregorio Armeno (per la cronaca eravamo andati a vedere i pastorelli del presepe): degli artisti del “pacco, contropacco e contropaccotto”  e dei borseggiatori neanche l'ombra.
C'era in compenso tutto il resto: scritte, con vernice antiestetica e con significati a volte privi di senso, deturpante su monumenti storici quale il complesso del convento Santa Chiara, strani odori di residui umani in alcuni vicoletti, la stupenda pizza (e le meno stupende linguine agli scampi e frittura di calamaretti e gamberi della trattoria "o monaciello" di piazza del Gesù), le stupende sfogliatelle e gli insuperabili baba' (tre prodotti che, diciamo la verità, solo a Napoli li sanno fare così buoni), il magico insuperabile caffè al Gambrinus (piazza Plebiscito) e chi più ne ha più ne metta.
In effetti per quanto riguarda le linguine agli scampi (tra l’altro pagate dieci euro e cinquanta al piatto) mi sarei aspettato qualcosa in più (dal punto di vista culinario)… preferisco quelle che fa mia moglie!
Tessendo gli elogi al caffè del Gambrinus qualcuno però mi faceva notare (a parole) che era meglio quello del vicino (dirimpettaio) bar… del professore.
C'era la poesia di Napoli! ... l'eterna poesia di Napoli!
Questa era la terza volta, nel giro d’una diecina d’anni, che percorrevo la stretta stradina di San Gregorio Armeno… ed ancora non mi sono scocciato… malgrado finora non vi ho comprato mai niente.
Non mi sono ancora scocciato di vedere e rivedere le classiche statuine riproducenti Totò (il grande Totò), Edoardo de Filippo, san Gennaro e  Pulcinella (Pulicinella?).
Tra i pastorelli di via San Gregorio Armeno ho cercato di capire chi sono stati i personaggi politici più caratterizzanti il 2010 (appunto politico) italiano: c'era Brunetta con il suo classico cartello contro i "fannulloni"... lui che è stato - e non è detto che non lo sia ancora - il re dei fannulloni) e c'era il cognato di Fini con una maglietta su cui primeggiava la scritta "I love Montecarlo" (chissà a cosa si riferiva tale scritta!).
Berlusconi, come pastorello, la faceva da padrone con diverse "figurazioni" (?) a lui dedicate: in una gli usciva sangue dal labbro e teneva in mano un modellino del duomo di Milano, in un'altra aveva una mano fasciata (sicuramente per l'operazione subita alla stessa in corso di quest'anno) ed in un'altra ancora, sorretto da due belle pastorelle, teneva un cartello con su scritto "amo le belle donne"... poco più in là c'era Emilio Fede con un altro cartello in mano con su scritto "... ed io amo il Cavaliere".
Tra le tante spiccava anche una nascita con una serie di buste dell’immondizia sul lato destro e con i pastorelli (incluso “u bumbinieddru”) muniti di mascherina protettiva… ppe ra puzza!
Grandi i Napoletani... anche nelle cose serie. Non so perché... ma non mi sarebbe dispiaciuto né mi dispiacerebbe essere uno di loro.
Una cosa mi ha fatto immensamente piacere (e non mi sembra fosse stato indicato nel programma della gita che mi era stato consegnato all'atto della prenotazione): la visita alla cappella dei Sansevero... decisamente unica (appunto come i Napoletani) e decisamente da vedere anche da parte di profani (leggasi "non esoterici") della materia. Che bello il “Cristo velato” di Giuseppe Sanmartino e le "opere" (mummificazione del sistema venoso) di Raimondo di Sangro principe di Sansevero.
Un po’ di storia non guasta neanche in questo mio blog: Raimondo di Sangro principe di Sansevero (Torremaggiore 1710 – Napoli 1771) fu un originale esponente del primo Illuminismo europeo. Valoroso uomo d’armi, letterato, editore, primo Gran Maestro della Massoneria napoletana, egli fu – più di ogni altra cosa - prolifico inventore e intraprendente mecenate.
Solo questa visita, ve lo assicuro, vale dieci giorni di permanenza a Napoli.
Rientrammo a Cosenza alle ore 01,00 (eravamo partiti alle 7,00) di domenica 28 novembre non dopo aver fatto una sosta alla pizzeria a metro da Gigino a Vico Equense. Ovviamente per me, mia moglie ed il nostro amato letto in quel di San Fili sarebbe occorsa almeno un’altra oretta.
Ritornerò a Napoli? ... spero almeno una volta all'anno: mi sono sempre sentito napoletano (sarà perché Cosenza e San Fili facevano parte del Regno di Franceschiello - il Regno di Napoli prima ed il Regno delle due Sicilie dopo) anch'io.
... complimenti agli organizzatori della gita! … e complimenti ai napoletani che non smentiscono mai le aspettative del turista… anche se le aspettative del turista alla fine sono il trovare per le strade della magica citta dei Lazzaroni… i cumuli d’immondizia tanto propagandati alla televisione in questi ultimi tempi.
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace!

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