Foto a sinistra (by Pietro Perri): Pecore in
bilico sull'area soprastante la Grotta del Romito.
* * *
Onde evitare inutili stupide discussioni tengo a sottolineare che questo post/articolo l’ho pubblicato nell’ormai lontano 25 novembre 2010. Ed è da allora che manco nello stupendo sito archeologico della Grotta del Romito di Papasidero (CS). Quindi se nel frattempo qualcosa, in bene o in male, è cambiato… comunque non prendetevela con me.
* * *
Un luogo, dicevo, quello delle grotte del Romito (Papasidero in provincia
di Cosenza), che vale la pena di visitare (malgrado come sito, dal punto di
vista turistico, sia ancora da perfezionare).
Vale la pena di visitare sia per l’interesse storico che rappresenta tale
luogo e sia per come è stata attrezzata l’area interessata da tale luogo.
Dal punto di vista storico culturale c’è da dire che: “La Grotta del
Romito, presso Papasidero, rappresenta uno dei siti in grotta più interessanti
del Paleolitico italiano grazie anche agli scavi condotti da Paolo Graziosi,
che hanno messo in luce alcune figure incise a carattere naturalistico (figure
di bovidi) e astratto (segni lineari) nonché alcune sepolture plurime.
La presenza all'interno di uno strato riferibile all'età Neolitica di
grosse quantità di ossidiana ha fatto supporre che la grotta in quest'epoca
venisse sfruttata come base intermedia per il commercio dell'ossidiana tra
Tirreno e Ionio” (notizia ripresa dall’indirizzo internet http://www.iias.it/grotta_del_romito.html).
Ovviamente sul web notizie in merito alla grotta del Romito di Papasidero,
per chi vuole affrontare meglio il discorso, se ne trovano a iosa… a
testimonianza di quanto ho detto sopra.
Per quel che mi riguarda, non essendo io né uno speleologo né un esperto in
materia ma solo un misero mortale (turista?) che sa apprezzare determinate
cose, mi limiterò a parlare della mia ennesima avventura in giro per il mondo.
Foto a sinistra (by Pietro Perri): Albero di... cucuzze, sulla strada del ritorno.
In un mondo che spesso, sottovalutandoci, abbiamo sotto il naso e siccome i
nostri sensi vanno sempre al di là del nostro naso (quando abbiamo qualcosa da
perdere)… non riusciamo a capacitarcene.
Premetto che da San Fili (luogo in cui ovviamente abito) a Papasidero
(luogo dove si trova la grotta del Romito) ci sono circa 115 chilometri di
distanza… di cui 90 percorrendo strade a scorrimento veloce. Il resto? …
un’impresa! … ma ne vale la pena.
L’area circostante la grotta del Romito, recintata, è stupenda, recuperata
in modo egregio (non sembra, ve l’assicuro, Calabria né tantomeno Cosenza) e in
un edificio nei pressi dell’area recintata c’è una struttura ricettiva con un
piccolo museo all’interno fornito… di bagni (alias “pipistop”).
Della gentilezza delle custodi ho già parlato nella prima parte di questo
racconto quindi eviterò di ritornare su tali passi. Dirò solo che finito il
giro “turistico-culturale” del luogo (intorno alle 12 e 30) e ritornati nel
luogo in cui ci sarebbe venuti a prelevare il pullmino del Comune di
Papasidero, intorno alle quattordici, per riportarci al nostro pullman (a circa
quattro chilometri, quasi tutti in massacrante salita, di distanza)… invitati
dal nostro capobranco (capogruppo?) cercammo di metterci d’accordo se aspettare
o incamminarci a piedi verso, tra l’altro, il nostro meritato pranzo… a sacco.
Foto a sinistra (by Pietro Perri): Interno
della grotta del Romito.
Meritato per chi se l’era preparato la sera precedente e se l’era portato
dietro.
Il pranzo, inutile dirlo, si trovava nel nostro pullman a… quattro affamati
chilometri di distanza.
Da parte mia, di mia moglie e di una parte del gruppo, chiesto informazioni
alla guida, ci dirigemmo verso un ristorantino nei pressi del sito
archeologico.
La guida (una delle custodi del museo e dell’area archeologica) venne con
noi fino all’entrata di un ristorante che si trovava a pochi passi da lì. Le
papille gustative iniziavano a mettersi in movimento, in veloce movimento…
senza aver fatto i conti con l’oste (o l’ostessa che dir si voglia).
Il ristorante era chiuso. All’entrata c’era persino un numero di cellulare
(per urgenze o eventuali evenienze, recitava una scritta sotto tale numero). La
custode, utilizzando il suo telefonino, fece il magico numero… giusto per
sapere che quel giorno saremmo restati a bocca asciutta se non fossimo riusciti
a trovare un’alternativa a tale ristorantino.
Motivo? … un ricovero urgente in ospedale da parte di uno dei titolari del
ristorante.
Foto a sinistra (by Pietro Perri): La
stupenda incisione preistorica.
L’alternativa si trovava (e per fortuna si è trovata) a circa un chilometro
e mezzo di distanza… sulla strada verso la nostra disiata metà… ed aveva
l’odore, l’accoglienza e la genuina (nel vero senso della parola) disponibilità
di un agriturismo.
Ci fermammo in quattro a mangiare in quell’agriturismo (decisamente
stupendo come luogo… da passarci qualche giorno d’estate in santa pace e
lontano dagli stress e dalla frenesia della vita quotidiana che offre la
città): io, mia moglie e due colleghi.
Finito di pranzare (un antipasto, una braciola di maiale, un’insalata, un
buon bicchiere di vino, un bel caffè ed un bel grappino… quindici euro a testa)
chiedemmo alla proprietaria se poteva farci il piacere di accompagnarci con la
macchina fino al nostro pullman.
Non se lo fece chiedere la seconda volta: nel giro di dieci minuti ci
eravamo ricollegati al gruppo dei colleghi di lavoro e d’avventura… tutti
indaffarati ad azzannare i loro succulenti (?) panini.
Qualcuno di loro ci raccontò, nel frattempo, i mezzi di fortuna trovati per
raggiungere il luogo d’incontro. Nel corso del tragitto, infatti, chi era stato
soccorso da un trattore, chi da un furgoncino dei gelati, chi da un carro
bestiame chi… tutti, comunque, sempre gentili e disponibili.
Gente di Papasidero e dintorni? … brava gente.
Foto a sinistra (by Pietro Perri): Viale
all'interno della recinzione dell'area della grotta.
Tale luogo, in ogni caso, vale la pena di essere visitato. Specie dalle
nostre scolaresche e quindi dai futuri calabresi.
E se ve lo dico io potete crederci… perché io credo in ciò che dico!
Alle due e trenta circa eravamo tutti sul pullman che da Papasidero (zona
grotta del Romito) ci avrebbe portati in un albergo nei pressi delle grotte di
Pertosa (in provincia di Salerno) dove quella sera stessa avremmo assistito ad
uno spettacolo naturale/teatrale che per l’ennesima (rara) volta mi ha
certificato il fatto che se vogliamo… anche nel Meridione d’Italia possiamo
essere diversi ed incantare, onestamente, il turista.
Ma di questo ed altro parlerò in un prossimo post.
(continua).
* * *
Un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!
1 commento:
Caro Pietro, hai proprio ragione, conosciamo il mondo ma non la nostra bella regione, la sua storia e tutte le potenzialità turistiche, archeologiche e di costume nonché logistiche e gastronomiche. Molto interessante l'articolo e, sempre più mi rendo conto che devo tornare! ciao Alfredo
Posta un commento