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lunedì 22 novembre 2010

Dalla grotta del Romito (Papasidero - Cosenza) alle grotte di Pertosa (Salerno). (1)

Santuario di Papasidero,
Sabato 30 novembre mi sono ritrovato, così com’è ormai mia abitudine da un po’ di tempo a questa parte, con alcuni colleghi di lavoro in piazza Loreto a Cosenza (proprio nel piazzale antistante l’edificio in cui svolgiamo il nostro lavoro) dove ci attendeva il pullman per una delle tante gite brevi organizzate dal nostro Circolo aziendale.
La partenza era programmata per le ore 8 e 30… alle 8 e 31 eravamo tutti seduti ai nostri posti ed il pullman iniziava il suo dolce (?) incedere verso la meta prefissata.
Destinazione Piovarolo? … no! … a Piovarolo infatti non eravamo destinati noi ma il grande ed insuperabile Antonio De Curtis nel celebre omonimo film (a chi non l’ha visto… consiglio vivamente di procurarsene una copia e… godersela). Noi, colleghi forse di Fantozzi in una sua celebre gag, eravamo invece diretti prima ai confini della Calabria e poi nella provincia di Salerno in una magica (?) giornata tutta dedicata alla grotte: in mattinata, infatti, ci saremmo fermati nel comune di Papasidero a vedere la grotta (o le grotte?) del romito mentre in tarda serata (ore 20 circa) ci saremmo ritrovati davanti all’entrata delle grotte di Pertosa (appunto in provincia di Salerno) dove avremmo visitato le stesse in compagnia di… Dante all’Inferno.
Così era previsto (programmato) e così fu.
E così com’era programmato… anche questa volta a mezzogiorno… colazione a sacco… la mia maledizione eterna.
Inutile sottolineare che quando io in un programma di una gita leggo la classica frase “colazione” o “pranzo a sacco” parto dall’idea che la cosa più stupida che potrei fare è… prepararmi un paio di panini da portarmi dietro. E mai possibile, infatti, che nel luogo dove andiamo non troviamo un ristorante o un luogo dove mangiare comodamente seduti un bel piatto della cucina locale?
Questa premessa, inutile dirlo, mi impone, nel classico “pipistop” autostradale di evitare di comprare panini e similari e di convincere mia moglie a seguire il mio buon esempio. Risultato? … nove volte su dieci io e mia moglie finiamo per guardare gli altri azzannare, a mezzogiorno, i propri panini e noi a far finta di niente… dobbiamo mantenerci leggeri per problemi di salute… mentale!
Quando eravamo nei pressi di Papasidero il nostro autista ci chiese se avevamo avvertito il Comune del fatto che noi quella mattina avevamo programmato di visitare la grotta del Romito. Risposta? … no!
Il motivo era semplice: dal punto in cui ci avrebbe fatto scendere il pullman al punto in cui era il sito della grotta c’era una distanza di circa quattro chilometri in una strada di campagna cui il nostro mezzo (decisamente grande) non avrebbe potuto transitare. Circa quattro chilometri che in discesa non avrebbero sicuramente dato grandi problemi alle nostre gambe… ma in salita…! … e purtroppo ogni discesa, si sa, impone una salita e viceversa.
Nessun problema. L’autista aveva il numero del Comune di Papasidero ed al nostro arrivo trovammo ad attenderci (all’inizio di quella rischiata camminata) un pullmanino scolastico pronto a caricarci su e a portarci a destinazione.
Eravamo in 27… tutti adulti tranne i minori. Per magia ci ritrovammo tutti stipati come sardine (alcuni, in piedi, sballottati a destra e a sinistra, avanti ed indietro) all’interno di quel pullmanino con i sedili destinati ai bambini delle scuole materne o delle scuole elementari. Fu un’avventura… una stupenda avventura.
Prima di farci scendere, l’autista del pullmanino ci avviso che (ovviamente per problemi istituzionali) sarebbe ritornato a prelevarci e a riportarci dove ci aspettava il nostro pullman intorno alle quattordici. Prima avrebbe dovuto riportare a casa i bambini delle locali scuole.
… tutto si può dire tranne che il Comune di Papasidero non sia stato gentile a metterci a disposizione (in modo oltretutto gratuito) tale mezzo di locomozione.
Arrivammo all’entrata dell’area della grotta del Romito intorno alle ore undici.
Ad attenderci c’erano due gentili signore (guide), una bionda ed una bruna, che ci avrebbero accompagnato alla scoperta di quel fantastico luogo.
Un luogo, ve l’assicuro, che vale la pena di andare a vedere… ed è Calabria! … ed è provincia di Cosenza!
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… il seguito del racconto di questa stupenda gita (durata l’arco di un weekend) comunque sarà oggetto di un prossimo post.
… un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
… /pace!

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