A chi non ha il coraggio di firmarsi ma non si vergogna di offendere anche a chi non (?) lo merita.

Eventuali commenti a post di questo blog non verranno pubblicati sia se offensivi per l'opinione pubblica e sia se non sottoscritti dai relativi autori. Se non avete il coraggio di firmarvi e quindi di rendervi civilmente rintracciabili... siete pregati di tesorizzare il vostro prezioso tempo in modo più intelligente (se vi sforzate un pochino magari per sbaglio ci riuscirete pure).
* * *
Ricordo ad ogni buon file l'indirizzo di posta elettronica legata a questo sito/blog: pietroperri@alice.it

domenica 25 marzo 2018

Discesa via Danise alla frazione Bucita? ... un insopportabile problema ormai ultradecennale.

A volte ci vuole poco per stare bene in un determinato luogo. Specie se questo è il luogo in cui si è nati (o quantomeno si è mossi i primi passi della propria vita) e si è più o meno felicemente cresciuti.
Basterebbe, nel poco, anche... un’Amministrazione comunale che sappia garantire (alla cittadinanza di cui ci si è accollati l’onere della gestione) l’ordinaria amministrazione.
E, diciamo la verità: a San Fili, e purtroppo non solo a San Fili, ormai è proprio questo ciò che manca: l’ordinaria amministrazione.
Un’ordinaria amministrazione che non dovrebbe sempre e comunque attivarsi solo quando succedono danni irreparabili alla Comunità ma dovrebbe anche e soprattutto prevenire che gli stessi accadono.
Purtroppo spesso i nostri “solerti amministratori” sono impegnati a ben altro che a pensare ai cittadini che li hanno stupidamente votati (... pur non avendo quasi mai, diciamo la verità, una reale scelta in alternativa: o questi o nulla o peggio).
Ma parliamo d’altro che forse è meglio.
Parliamo, ad esempio, della pavimentazione della salita (o discesa che dir si voglia) di via Danise a Bucita: circa ormai venti anni di costante impraticabilità. Ovvero un continuo problema da quanto qualche amministratore comunale di San Fili ha ipotizzato che su tale discesa si poteva fare una pavimentazione in pietra di fiume, qualche tecnico l’ha progettata e qualche ditta l’ha realizzata.
Visti i risultati... difficile dire tra i tre soggetti succitati sia stato più disonesto o più incompetente (volendo nel secondo caso concedere il beneficio dell’onestà agli stessi) degli altri due.
Fatto sta che, appunto, sono circa venti anni che gli abitanti di questa zona percorrendo tale tratto di stradina urbana con i propri mezzi o semplicemente a piedi anche in condizioni atmosferiche ottimali mettono a rischio la propria incolumità fisica e l’incolumità dei soggetti cui potrebbero incontrare nel loro incedere.
Una vera e propria vergogna segnata da costanti buche, materiali (piastrelle) che si sbriciolano costantemente anche perché in tale tratto non raramente passano anche mezzi pesanti (ma non potrebbe essere altrimenti) e pietre saltate da tale pavimentazione che si trovano ormai sparse dappertutto... sui lati ed anche nel centro della stradina.
Personalmente, a volte anche ottenendo positive risposte (seppur con una risoluzione provvisoria del problema, non raramente in via informale ho fatto presente il tutto al sindaco in carica ed all’Ufficio Tecnico del Comune di San Fili... ma nel giro di n paio di settimane... eccoci punto a capo.
Oltretutto verso gli ultimi mesi dell’anno scorso il sindaco di San Fili mi aveva assicurato in via informale che nel giro di pochi giorni sia sarebbe rifatto l’intero manto stradale di tale zona... ed io ci ho anche creduto.
Purtroppo siamo giunti ormai agli sgoccioli del mese di marzo e solo un piccolo tratto di tale problema è stato preso di petto... ed ho qualche dubbio che sia stato preso di petto nel modo giusto. Ai posteri l’ardua sentenza.
Detto ciò e considerata la vana attesa venerdì 23 marzo corrente mese ho ritenuto opportuno chiedere in modo formale (ovvero per iscritto), in qualità di Capogruppo del Gruppo Misto Consiliare del Comune, al sindaco ed al Responsabile dell’Ufficio Tecnico di San Fili lumi in merito a tale incresciosa situazione nonché una immediata risoluzione definitiva della stessa.
Riporto di seguito il testo della lettera depositata all’ufficio protocollo del Comune di San Fili nella citata data e recante il numero 3146:
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Gent.mo dott.
ANTONIO ARGENTINO
SINDACO COMUNE DI
87037 SAN FILI (CS)


Gent.mo Responsabile
UFFICIO TECNICO
COMUNE DI
87037 SAN FILI (CS)



OGGETTO:  
Richiesta urgente intervento risolutivo problema via Danise.


Gentilissimi Sindaco e Responsabile (area di competenza) Ufficio Tecnico di San Fili,
con la presente mi permetto di segnalare in via ufficiale un problema ormai quasi ventennale che continua ad assillare buona parte della comunità dei residenti nella frazione Bucita del nostro Comune: la discesa di via Danise.
Un problema che malgrado sono sicuro sia perfettamente a conoscenza da sempre non solo della Giunta comunale in carica ma anche che dello stesso Ufficio Tecnico continua regolarmente ad essere sottovalutato nella sua gravità e quindi rinviato come risoluzione.
Il tratto di strada interessato in tale discesa continua ad essere, purtroppo da quanto dei campioni sia di progettisti che di ditte incaricate vi hanno messo mano, costantemente un colabrodo che mette a rischio l’incolumità dei cittadini sia che gli stessi la percorrano su mezzi meccanici (macchine, moto ecc.) che a piedi.
Lo scrivente chiede pertanto con la presente:

1) la data certa su per un intervento risolutivo del problema di che trattasi (in particolare nel tratto interessato dalla piazzetta di via Danise a piazza Miniaci);
2) se il tratto realizzato su cui si è operato nel corso dell’anno 2017 sia stato realizzato nel rispetto del capitolato di appalto e se siano stati regolarmente verificati dall’Ufficio Tecnico (o da tecnici eventualmente incaricati) se tali lavori abbiano rispettato (in materiali e in lavori effettuati) quanto previsto.

Tenuto conto che stiamo parlando della sicurezza dei cittadini Sanfilesi nonché del “minimo” di decoro che si richiede ad una cosciente gestione pubblica... confido in un intervento immediato alla risoluzione del problema segnalato dallo scrivente.
Si allega foto.
Cordiali saluti.


Pietro Perri
GRUPPO MISTO CONSILIARE


San Fili (CS), lì 23 marzo 2018.
*     *     *
Non so se riuscirò a smuovere le acque almeno su questo fronte ma... ci provo.
E chissà se da una piccola battaglia (come dopotutto sono piccole tutte le battaglie che da sempre conduco nella mia vita) non possa smuoversi qualche stupidità che possa dar vita in futuro a qualcosa di serio come, ad esempio, rivalutare opportunamente il nostro “piccolo e caratteristico amato/odiato ... borgo antico”.
*     *     *
... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!

sabato 24 marzo 2018

E se analizzassimo anche l’acqua della fontana/sorgente di via Danise alla frazione Bucita di San Fili?

Fontana di via Danise a Bucita.
Foto di repertorio by P. Perri.
Che San Fili, malgrado tutto e tutti, continui ad avere una rete idrica comunale che fornisce una apprezzabile (quando non buona) acqua potabile agli utenti ce lo ricordano non solo la gente che da Cosenza e dai paesi limitrofi viene regolarmente a fare scorta del prezioso elemento alle nostre fontane pubbliche (abbeveratoi?) ma anche e soprattutto i regolari controlli/analisi d’obbligo che vengono effettuati per richiesta dei nostri amministratori e dei risultati che vengono con la stessa regolarità pubblicati sull’Albo Pretorio online del nostro Comune.
Ciò che però meraviglia un po’ ed un po’ lascia pensare è il fatto che nell’elenco di tali controlli non compaiano mai né la fontana/sorgente di via Danise nella frazione Bucita né la fontana/sorgente Pulizia (quest’ultima con duplice dubbia uscita sia nel chioschetto sottostante che nella piccola fontana sovrastante il vecchio tracciato ferroviario) in contrada Frassino.
Domanda: le acque che sgorgano dalla fontana/sorgente di via Danise alla Frazione Bucita e le acque che sgorgano dalla fontana/sorgente Pulizia in contrada Frassino... sono potabili? ... presentano alte concentrazioni di elementi che potrebbero rivelarsi nel lungo periodo pericolosi per la salute umana?
Certo che mi si potrebbero dare migliaia di risposte (ovviamente tutte inesaurienti) in merito a tali dubbi/domande. Ma è proprio per questo motivo (con la speranza appunto di non farmi una risata sulle risposte che spero mi verranno date) che in qualità di Capogruppo del Gruppo Misto Consiliare del Comune di San Fili che venerdì 23 marzo c.a. ho presentato al protocollo del nostro Comune specifica richiesta in merito ai dubbi stessi.
Ovviamente ho chiesto in ogni caso che nel succitato elenco periodico analisi fontane pubbliche presenti sul nostro territorio (centri abitati) vengano introdotte le succitate fontane/sorgenti. Tenuto conto anche di come le stesse sono state e continuano ad essere utilizzate da ignari cittadini residenti e non.
Riporto di seguito il testo della richiesta depositata presso il protocollo del Comune di San Fili il 23 marzo c.a. e riportante il numero 3145.
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Gent.mo dott.
ANTONIO ARGENTINO
SINDACO COMUNE DI
87037 SAN FILI (CS)

Gent.mo Responsabile
UFFICIO TECNICO
COMUNE DI
87037 SAN FILI (CS)

OGGETTO:
Richiesta inclusione fontana via Danise e sorgente Pulizia nell’elenco delle analisi regolari fontane rete idrica pubblica cittadina.

Gentilissimi Sindaco e Responsabile (area di competenza) Ufficio Tecnico di San Fili,
nel complimentarmi la regolare pubblicazione delle analisi dell’acqua della rete idrica pubblica cittadina (segno inconfutabile che ci tenete alla salute della Comunità Sanfilese) continuo a notare con dispiacere però che all’elenco delle fontane sotto osservazione continua a mancarne qualcuna che, in quanto molto frequentata da gente non solo residente nel nostro Comune, meriterebbe di essere inclusa in tale meritevole elenco.
Mi riferisco in particolare:

1) fontana/sorgente di via Danise alla frazione Bucita;
2) fontana/sorgente Pulizia in località Frassino (questa in particolare sia per quanto riguarda il punto di prelievo al di sopra dell’ex tracciato ferroviario e sia agli ugelli nel sottostante chioschetto).

Nel caso della fontana/sorgente di via Danise tengo a sottolineare che mi sono giunte in modo informale preghiere di interessamento da vari concittadini del luogo preoccupati (credo a giusto motivo) per la salubrità dell’acqua che fluisce dalla stessa.
Tenuto conto che stiamo parlando della sicurezza dei cittadini Sanfilesi nonché del “minimo” di decoro che si richiede ad una cosciente gestione pubblica... confido in un intervento immediato alla risoluzione del problema segnalato dallo scrivente.
Si allega foto.
Cordiali saluti.

Pietro Perri
GRUPPO MISTO CONSILIARE

San Fili (CS), lì 23 marzo 2018.
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Non so se riuscirò a smuovere (è proprio il caso di dirlo) le acque almeno su questo fronte ma... ci provo.
E chissà se da una piccola battaglia (come dopotutto sono piccole tutte le battaglie che da sempre conduco nella mia vita) non possa smuoversi qualche stupidità che possa dar vita in futuro a qualcosa di serio come, ad esempio, rivalutare opportunamente il nostro “oro liquido”.
... se di oro si tratta.
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!

Non ci vuole un indovino penso ma la strada che collega l’abitato di San Fili all’abitato di Bucita... franerà!

Articolo pubblicato sul Notiziario Sanfilese del mese di marzo 2018... by Pietro Perri.
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StradaSan Fili - Bucita... frane in corso.
Potete anche non crederci ma... la strada che collega il centro abitato di San Fili con il centro abitato della frazione Bucita prima o poi franerà!
E questo “franerà” non si riferisce ad un tempo alquanto remoto ma ad un tempo relativamente vicino: forse un anno, forse due... al massimo dieci.
Dite che sto facendo l’uccello del malaugurio? Dite che sono un mago in incognito? Dite che sto “picciando” l’Amministrazione comunale in carica perché ce l’ho con la stessa?
Niente di tutto questo e ciò per due validi motivi: 1) l’Amministrazione comunale in carica non ha bisogno di alcuni “piccio” da parte mia e/o da parte di nessun altro. Riesce a “picciarsi” benissimo da sola e su questo fronte non ammette interferenze da nessuno e da nessuna parte; 2) per capire - indovinare - che quanto prima ci troveremo ad affrontare questo increscioso problema basta percorrere il tratto incriminato... a piedi o comodamente assisi nel sedile della propria autovettura.
Proprio così, non ci vuole molto a rendersi conto che tale brevissimo tratto di strada è interessato in almeno quattro o cinque punti a scivolamento del manto stradale.
In alcuni casi siamo difronte a delle vere e proprie... devastanti frane tristemente annunziate. Devastanti anche perché alcune delle stesse potrebbero (e sicuramente lo faranno) interessare anche qualche edificio abitato.
La prima, è forse la più importante, si trova a San Fili al bivio per Bucita, ne abbiamo poi una nei pressi della chiesa del ritiro o di santa Maria degli angeli, una tra tale chiesa e il plesso delle scuole medie di San Fili ed un’altra, dulcis in fundo, all’entrata dell’abitato della frazione di Bucita. Tralasciando smottamenti minori.
Diciamo la verità: il tratto di strada che collega, per ora ma ancora non per molto, il centro abitato di San Fili con il centro abitato della frazione Bucita è un vero colabrodo che non lascia nulla di buono da presagire.
Domanda: ammesso e non concesso che a San Fili si faccia politica... non sarebbe giusto parlare anche di ciò prima che sia troppo tardi?
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!

sabato 3 marzo 2018

Ricordi di un recente passato: il gioco delle bocce a San Fili.



Nella foto a sinistra: Quel che resta del campo di bocce della stazione ferroviaria di San Fili. (Foto by Pietro Perri)

Riporto di seguito un bellissimo articolo pubblicato sul Notiziario Sanfilese del mese di febbraio 2018.

L’articolo, firmato dall’amico e compaesano Luigi “Gigino” Iantorno ci fa rivivere un’altra particolare pagina (aspetto?) della storia della stazione ferroviaria di San Fili: il campetto del gioco delle bocce.

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Ricordi di un recente passato: il gioco delle bocce a San Fili.

Di Luigi “Gigino” Iantorno.

Ricordo che, quand’ero ancora giovane, a San Fili c’era anche un campo per il gioco delle bocce.

Questo campo si trovava (e ciò che ne resta vi si trova ancora) nell’area della stazione ferroviaria del nostro paese.

Uscendo dalla sala attesa, ed accedendo sul piazzale antistante i binari, il campo per il gioco delle bocce ce lo si ritrovava sulla sinistra a ridosso del serbatoio dell’acqua della stazione stessa.

D’estate quando dovevo prendere il treno o la littorina per andare al mare non raramente ero costretto ad aspettare, assieme a tanti altri compaesani, una mezzoretta prima di poter salire finalmente su tali mezzi... direzione Paola. Si partiva la mattina per ritornare la sera o nel tardo pomeriggio. Quindi si passava un’intera giornata di divertimento sulla spiaggia della città di Paola.

Il mare di Paola era all’epoca, d’estate, la meta preferita per noi bagnanti di San Fili ed anche per quelli della città di Cosenza o della vicina Rende.

Per la nuova SS (Strada Statale) 107 ci sarebbe voluto la fine degli anni Sessanta e l’alternativa alla tratta ferroviaria Cosenza-Paola (ovvero il passaggio tramite pullman della strada che percorreva il tratto interessato dal valico Crocetta) era tutt’altro che appetibile.

A volte la littorina giungeva con qualche decina di minuti di ritardo in stazione altre volte ero io con i miei familiari ad aver raggiunto con un certo anticipo la stessa. Quindi in un modo o in un altro si era costretti a passare il tempo in attesa di salire sulla littorina e quindi di partire.

La stazione ferroviaria di San Fili offriva vari svaghi agli occhi di noi passeggeri. Specie a noi ragazzi.

Nel piazzale antistante i binari, infatti, alla nostra sinistra, come già detto, c’era il campo di bocce (oltre che ai servizi igienici e ad una stupenda fontana in ghisa che garantiva una tra le migliori acque potabili - fresche e dissetanti - della zona) mentre sulla destra trovavamo un bellissimo giardino recintato nel cui interno c’era anche una vasca con al centro uno zampillo e con all’interno tanti pesciolini rossi e gialli.

Non raramente in tali frangenti era possibile assistere ad una partita di bocce tra ferrovieri cui spesso si aggiungevano anche persone del nostro paese.

Era bello assistere quei signori giocare a bocce specie dopo che gli stessi, a noi ragazzi, spiegavano le regole e lo spirito del gioco.

Il gioco delle bocce è un gioco che prevede una buona dose di intelligenza, una buona mira, fantasia, tecnica e fortuna.

Non è un gioco pericoloso come tanti giochi che praticavamo all’epoca noi ragazzi del paese.

Essendo il campo all’aperto inutile dire che lo stesso veniva frequentato dai giocatori nelle belle giornate ed in particolare in quelle dei mesi primaverili ed estivi.

Per giocare si utilizzavano un certo numero di palle in legno (dette appunto “bocce”) tutte uguali e di una certa dimensione ed una palla decisamente più piccola (detta “pallino”).

Spesso a tale gioco vi si gioca a squadre: “I giocatori di una squadra lanciano a turno la propria boccia, alternandosi coi giocatori della squadra avversaria. L'obiettivo del gioco è quello di avvicinarsi il più possibile con il maggior numero di bocce a una sfera di dimensioni più piccole, detta pallino o boccino che deve essere sempre visibile ai giocatori” (N.d.R.: enciclopedia online Wikipedia).

Purtroppo noi passeggeri di transito nella stazione di San Fili raramente potevamo assistere ad una partita a bocce dall’inizio alla fine. La littorina o il treno infatti non avevano nessuna voglia di aspettare... e neanche noi volevamo farci aspettare più di tanto dalle desiderate spiaggia ed acqua del mare di Paola.

Ricordo che il campetto era costituito da un lungo rettangolo di terra battuta e ben livellata (affinché le palle rotolassero senza intoppi sul terreno di gioco). A delimitare l’area di gioco c’erano delle sponde di legno (così che le palle non fuoriuscissero dall’area di gioco).

Erano sicuramente altri tempi ma che, nelle parti positive, non sarebbe sbagliato che ritornassero in auge. Erano gli anni d’oro della stazione ferroviaria di San Fili.

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Un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.

... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!

sabato 24 febbraio 2018

Un pittoresco borgo della Calabria.



Nella foto a sinistra: San Fili - scorcio visto dalle Volette.

Foto by Pietro Perri.

Riporto di seguito l'articolo a firma di Nuccia Giglio-Carlise nel mese di febbraio del 2018 sul Notiziario Sanfilese ovvero sul bollettino dell'Associazione culturale "Universitas Sancti Felicis" di San Fili.

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Un pittoresco borgo della Calabria.

Di Nuccia Giglio Carlise.

Sappiamo tutti che tutte le città e tutti i paesi d'Italia sono pieni di meravigliose opere d'arte e panorami mozzafiato. Hanno anche in comune caratteristiche strade di pietra, vicoli stretti e tortuosi e, fra l'altro, artistiche e suggestive fontanelle di ferro battuto sparse qua e là un po' dappertutto.

A buona ragione, l'Italia è chiamata "il giardino d'Europa".

San Fili, come tanti altri paesi del territorio italiano, non è da meno ed ha, anche nel suo piccolo, qualcosa di artistico.

Pensiamo alla bella chiesa Madre, a quella di santa Maria degli angeli dove si conservano un bel crocefisso ligneo e una statua marmorea della Madonna, e al monumento ai caduti di piazza san Giovanni.

C'è poi il bel panorama che spazia lontano fino a San Vincenzo la costa e ai monti della vicina Sila.

E che dire della catena di montagne che fanno da cornice al paese?

Suggestive inoltre le fontanelle che sorgono lungo il corso principale e nel centro storico e i due abbeveratoi che delimitano la lunghezza del borgo stesso.

Anche i lampioni situati negli angoli del centro storico sono suggestivi e contribuiscono a dare un’atmosfera magica al panorama quando si accendono nell'oscurità della sera.

Insomma, San Fili conserva quel fascino che soltanto i borghi antichi della vecchia Europa sanno dare: le case abbarbicate sulle colline e strette l'una all'altra, i tetti di tegole e il verde dei monti che le circondano.

Una bellezza paesaggistica che appaga gli occhi e sembra guardare al di là di tutti quei problemi di ordinaria amministrazione che sono inevitabili anche in questo piccolo centro della Calabria come in tanti altri.

Nuccia Giglio-Carlise.

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Un caro abbraccio a tutti by Pietro Perri.

… /pace.


mercoledì 17 gennaio 2018

C’era una volta... un’altra San Fili.

Nella foto a sinistra; San Fili - largo Municipio ('mmienzu u puontu) nel 1910. Notare le galline pascere in primo piano.

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Qualche anno addietro assieme ad alcuni colleghi di lavoro feci una gita di un giorno ai cosiddetti “Sassi di Matera”.

Al ritorno da tale gita non potei fare a meno di lamentarmi sul mio blog su quanto mi avesse deluso tale gita. Su cosa mi fossi aspettato di trovare e su quanto non avessi trovato.

Tra le cose che mi sarei aspettato di trovare a “i Sassi di Matera”, visto la pubblicità che fanno (peggio di un martello pneumatico) su tale luogo, c’è sicuramente una maggiore capacità imprenditoriale e quindi una maggiore capacità di sfruttare quanto la natura o la storia ci hanno immeritatamente elargito.

Purtroppo da Firenze in giù... siamo e saremo sempre e comunque Meridione.

Anche se l’oro, diciamo la verità, a noi ci sa… di tuorli d’uova marce.

Le critiche non passarono inosservate tanto che nel men che non si dica alcuni operatori turistici di Matera me ne dissero di cotte e di crude. Non mancarono comunque tra gli stessi quanti in effetti presero anche le mie difese.

Qualcuno tra i più critici sul mio scritto disse (... ed a volte a pensar male ci si azzecca pure) che io ero una persona insensibile perché non riuscivo proprio a capire neanche in che modo vivessero gli abitanti della zona denominata “i Sassi di Matera” fino alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso: animali d’allevamento (galline, maiali, conigli, muli, asini. vitelli e chi più ne ha più ne metta) ovunque. E non pochi erano gli esseri umani che dormivano assieme agli animali... magari in qualche grotta.

Tutto ciò come se tale realtà, da esseri dimenticati da Dio e dal Mondo, fosse solo tipica di quella cittadina.

Si stupirono per la mia risposta. Una risposta che lasciava ben pochi margini di ribattere all’argomento aperto: “Scusate...”, dissi loro, “... ma pensate veramente che a San Fili (il borgo in cui io vivo) e gran parte delle cittadine del Sud d’Italia in quel periodo si vivesse diversamente da come si viveva nella vostra Matera?”

Credetemi, non la presero bene. Pensavano d’avere l’esclusiva ed invece...

... invece anche a San Fili, fino alla prima metà degli anni Settanta del secolo scorso, non era difficile vedere galline libere di scorrazzare in cerca di qualcosa da beccare nei nostri caratteristici vicoletti o notare dei recinti con conigli o sentire i maiali grugnire tra i vari catoji (stanze a pianterreno adibita al ricovero degli animali) sparsi, spesso l’uno affianco all’altro, in vari punti del nostro centro abitato.

Oltretutto il possedere nella propria casa un luogo dove accudire tali animali, e gli animali stessi, all’epoca era quasi un simbolo di famiglia benestante.

Dopotutto chi possedeva un mulo, tanto per fare un banale esempio, nel contempo possedeva oltre che un “capitale” (il valore del mulo) anche una buona fonte di reddito.

Bellissima è una pagina scritta dal nostro indimenticato prof. Francesco Cesario dal titolo “la villeggiatura dei maiali” ed apparsa nel suo libro “San Fili nei tempi”.

In tale libro il prof. Francesco Cesario riporta tutta una serie di ricordi della “sua” San Fili tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta del XX secolo.  Se non l’avete letto questo libro e se siete sanfilesi doc... leggetelo. Ne vale proprio la pena.

Ma, direte, a Matera c’era anche chi oltre che con gli animali dormiva anche nelle grotte.

“Ed anche questo...”, rispondo io, “non ci siamo fatti mancare a San Fili e per giunta fino ai primissimi anni Settanta”. Basta infatti pensare al mitico Francesco Mazzulla alias “u Summichele”.

E pensate come dovevano essere puliti e sicuramente profumati i vicoli ed il corso principale del nostro amato/odiato... stupendo borgo.

Altro che gli escrementi di cani in cui ci si imbatte così facilmente ai giorni nostri.

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Un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.

... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!

venerdì 5 gennaio 2018

A SCANSO DI EQUIVOCI... COMPAESANI.

Stufo di subire infantili attacchi su Facebook da un caro compaesano ultraquarantenne (e l'età dovrebbe dire tutto) allego copia della mia lettera di fuoriuscita, ovviamente in seno al Consiglio comunale di San Fili ed in qualità di membro dello stesso, dal gruppo INDIETRO NON SI TORNA e la conseguente adesione al GRUPPO MISTO.
Spiegando sinteticamente i motivi di tale tutt'altro che facile scelta.
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Chissà perché da un anno a questa parte ho dovuto tristemente ammettere che sul carro ormai eravamo in troppi e le fila vanno quotidianamente ad incrementarsi.
Quindi qualcuno (che magari la pensa "superpartes" e per il bene della Comunità) doveva pur scendere.
Personalmente non ho mai apprezzato più di tanto i film western né tanto meno quelli con scene di diligenze costrette a correre più del vento o a bloccarsi alla mercé di tutti i vecchi i nuovi ed i soliti arrivati.
Da parte loro i cittadini si facciano una passeggiata lungo corso XX Settembre o corso Miniaci o nei violetti dei centri storici di San Fili e della frazione e... capiranno da soli il perché di questa mia scelta.
Ognuno ragioni in coscienza (se ne ha una) e, cosa ancor più complicata dalle nostre parti, con la propria testa.
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La lettera (che comunque trascrivo anche di seguito) è stata protocollata al Comune di San Fili giorno 3 gennaio 2018 intorno alle ore 11 circa. Ancora doveva essere letta dagli interessati che già cinque minuti dopo era di dominio pubblico... e di quale pubblico! ... di un quarantenne compaesano che dicono persino laureato ed insegnante (ovvero un soggetto che dovrebbe dare l’esempio... ma non della sua immaturità) che non avendo alcunché di intelligente da fare nella vita spreca il suo tempo a cercare di provocarmi in mille ed uno modi non comprendendo che io non appartengo alla sua razza e come tale non mi abbasserò mai al suo livello.
A quarant’anni, ripeto, teoricamente un soggetto dovrebbe essere in grado di dimostrare di essere uomo e come tale soggetto maturo.
Ma forse San Fili, ed alcuni miei cari compaesani, vivono in un modo a sé.
Non riesco proprio ad immaginare come li avrebbe classificati Freud a soggetti come questo e sicuramente qualche erede del padre della psicanalisi moderna sarebbe costretto, studiandoli, a rivedere le sue stesse convinzioni.
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Di seguito, comunque, il testo della lettera incriminata ed indirizzata per competenza al Segretario comunale ed al Presidente del Consiglio di San Fili nonché al Sindaco ed al capogruppo del gruppo INDIETRO NON SI TORNA.
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OGGETTO
Uscita dal gruppo consiliare INDIETRO NON SI TORNA ed adesione al GRUPPO MISTO.

Gentilissimi Segretario Comunale e Presidente del Consiglio Comunale del Comune di San Fili,
lo scrivente Pietro Perri nato a Cosenza il 29 giugno 1961, in qualità di membro del Consiglio Comunale di San Fili e componente del gruppo di maggioranza INDIETRO NON SI TORNA con la presente formalizza la propria uscita da tale gruppo e dalla maggioranza medesima.
Con ciò fa altresì presente, anche nel rispetto di quanti gli hanno accordato la propria fiducia nelle elezioni amministrative sanfilesi del 2015, che per nessun motivo intende essere considerato membro dell’opposizione consiliare in quanto intende comunque onorare i principi che hanno ispirato il programma della lista INDIETRO NON SI TORNA.
Lo scrivente uscendo dal gruppo INDIETRO NON SI TORNA e quindi dalla maggioranza consiliare nel contempo aderisce al cosiddetto GRUPPO MISTO consiliare sanfilese che di fatti con tale adesione viene legittimamente formato e dello stesso, in assenza attualmente di altre adesioni, se ne dichiara capogruppo.
Ovviamente lo stesso si riserva, propositivamente ed in piena autonomia, così come vuole lo spirito di chi aderisce al GRUPPO MISTO, di votare, di volta in volta, sempre e comunque secondo coscienza e per il bene dell’intera Comunità Sanfilese.
Distinti saluti.

Pietro Perri.

San Fili (CS), lì 3 gennaio 2018.
*     *     *
ADORO I MIEI NEMICI - ADORO... OSCAR WILDE.
(by Pietro Perri)
"Un uomo deve stare molto attento nella scelta dei suoi nemici.
lo non ne ho uno che non sia stupido.
Si tratta di uomini di una certa levatura intellettuale e, di conseguenza, mi stimano."
(by Oscar Wilde - leggermente corrotto).
*     *     *
La decisione di lasciare il gruppo INDIETRO NON SI TORNA per aderire al GRUPPO MISTO consiliare è tutt’altro che una decisione avventata e maturata nell’arco di una sola notte o per qualche cosa che mi è stato negato a titolo personale.
Anzi, sono sicuro che se avessi chiesto qualcosa a titolo personale a chi di dovere... sicuramente l’avrei ottenuta ed altrettanto sicuramente oggi non potrei “liberamente ed in coscienza” prendere una tale strada.
La decisione di lasciare il gruppo INDIETRO NON SI TORNA è nata presumibilmente a pochi giorni dell’insediamento del Consiglio comunale in carica. Nel momento in cui mi resi tristemente conto che... pur essendo vero che INDIETRO NON SI TORNA era anche vero che in avanti non ci saremmo mossi neanche di un millimetro. E la drammatica realtà in cui si ritrova oggi la nostra Comunità me ne da’ tristemente conferma.
Drammatica realtà che io anche e soprattutto dalle pagine di questo blog (ma non solo) ho sempre denunciato.
Ed a chi ha memoria corta (tipo il mio infantile “illustre” ormai compaesano ultraquarantenne) consiglio di darci una sbirciatina.
Per quanto poi quel mio ignorante (in materia e non solo) compaesano ultraquarantenne che ha affermato per iscritto che lo scrivente fuoriesce dalla maggioranza consiliare sanfilese (gruppo INDIETRO NON SI TORNA) dopo aver approvato tutto alla stessa in seno alle riunioni del Consiglio comunale stesso non posso che ricordare quando avvenuto nel corso delle mie partecipazioni edizione 2017 a tale consesso. Ed in particolare: 1) non ho votato il bilancio preventivo 2017 uscendo dalla sala proprio nel momento in cui si votava tale punto (comportamento civile previsto e politicamente corretto in casi del genere); 2) non ho votato il bilancio consuntivo (assente) e la variazione di bilancio (in questo secondo caso mi trovavo fuori nazione ma se fossi stato presente avrei votato sicuramente contro); 3) ho votato contro al Documento Unico Programmatico.
Quindi quest’ignorante prima di scrivere certe stupidità non degne di un soggetto ultraquarantenne che tra l’altro assurge alla figura di “maestro”... dovrebbe stare attento a scrivere certe fregnacce che altro non fanno che classificarne il soggetto stesso.
Un soggetto, credetemi, che per chi non lo guarda con una fetta di prosciutto sugli occhi... si commenta da solo.
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!

venerdì 8 dicembre 2017

Ricordi di un recente passato (sanfilese): u sampaulanu.

Immagine a sinistra ripresa dal web.

Riporto questa volta un articolo dell’amico compaesano Luigi “Gigino” Iantorno pubblicato sul Notiziario Sanfilese del mese di novembre 2017.

Tale articolo ci catapulta nella San Fili gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso.

Sono passati poco più di Cinquanta anni dall’epoca eppure sembra siano passati secoli.

Buona lettura by Pietro Perri.

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Ricordi di un recente passato: u sampaulanu.

Di Luigi “Gigino” Iantorno.

 

Chi era, o chi è, u sampaolanu o sampaolaro che dir si voglia?

U sampaulanu è innanzitutto un uomo nato nel giorno dedicato alla venerazione di san Paolo ovvero il 29 giugno (giorno della morte dello stesso) o, in casi estremi, tra la notte che va dal 24 al 25 gennaio (giorno della conversione di Saulo di Tarso... futuro apostolo Paolo).

U sampaulanu tradizione vuole che nasca con un particolare segno, quasi un tatuaggio divino, sul corpo. Un segno simile ad un serpente.

Sarà vero? ... sarà falso? ... questo comunque raccontavano i nostri padri e nonni fino agli anni Sessanta del XX secolo.

Vuole la tradizione che u sampaulanu sia indenne da ogni morso di animale velenoso, guarisca chi ne è stato avvelenato e salvi da altre malattie. Dono di Dio questo che san Paolo acquisì in un suo soggiorno sull’isola di Malta. Un dono che questi bravi uomini in ogni caso portavano con loro girando nei vari paesi ed aiutando con lo stesso quanti per fede ne facevano richiesta.

Ricordo che quand’ero fanciullo di tanto in tanto un sampaulanu veniva anche a San Fili.

Quest’uomo portava sempre con sé un cesto chiuso (... spurtune?) nel cui interno custodiva gelosamente un serpente nero (nu cursune).

Questo particolare tipo di serpente non è velenoso ma fa tantissimo senso a vederlo. Ovviamente noi fanciulli non sapevamo della non pericolosità di questo serpente. Avevamo paura ed eravamo sicuri che u sampaulanu, per come gestisse lo stesso, avesse veramente delle capacità miracolose.

U sampaulanu girava sul corso principale e tra i vicoli di San Fili chiedendo qualche spicciolo per sopravvivere e dispensando a quanti rispondevano al suo appello con benedizioni e promesse di preghiere per la positiva risoluzione dei loro problemi in particolare per i problemi di salute.

Noi fanciulli, e sicuramente non solo noi, eravamo tutti affascinati da quel misterioso personaggio.

Nel suo incedere tra i vicoli del nostro paese di tanto in tanto u sampaulanu, che noi fanciulli seguivamo a debita distanza, si fermava, faceva uscire il serpente dal cesto, lo accarezzava e gli sussurrava strane parole che il nero strisciante animale sembrava ascoltare con attenzione. Poi lo poggiava per terra e questi iniziava ad andare su e giù girando sempre e comunque intorno all’umano amico.

La gente presente inutile dire che più il serpente si avvicinava a loro e più la stessa scappava lontano per paura di essere morsa dallo stesso. Cessato questo breve spettacolo u sampaulanu con altre strane parole ed alcuni segni con le mani richiamava a sé il serpente che, senza reagire, si faceva prendere in mano dal miracoloso uomo e si faceva deporre di nuovo all’interno della succitata cesta.

U sampaulanu portava sempre con sé un misterioso libro. Diceva che nello stesso erano riportate tutte le formule da utilizzare con qualsiasi tipo di serpente a seconda di quale specie lo stesso appartenesse. Tramite queste formule u sampaulanu aveva il comando assoluto su queste pericolosissime bestie.

Inutile dire che tale libro per avere effetto le formule (incantesimi) in esso contenute poteva essere posseduto ed utilizzato solo da una persona nata il 29 giugno ovvero il giorno dedicato a san Paolo... dotati del segno sul corpo.

Dobbiamo credere nei poteri miracolosi dei sampaulani?

Noi fanciulli dell’epoca ci credevamo ed alcuni come me ne avevamo anche un buon motivo che racconto di seguito.

In uno dei giorni in cui mi imbattei, da fanciullo, in un sampaulanu in visita a San Fili ricordo che questi, a me ed al gruppo di ragazzi presenti all’occasione ci chiese se per caso in zona avessimo visto ultimamente qualche serpente.

Risposi subito in modo affermativo ed assieme a lui ci recammo sul posto in cui qualche giorno prima avevo visto il terribile animale.

Lui prese il librettino, lo aprì in una determinata pagina ed iniziò a leggere la strana formula riportata nella stessa. Nel men che non si dica da un buco del muro che gli avevo prima indicato uscì una grossa vipera.

U sampaulanu la prese tra le mani, l’accarezzò, la ripose per terra e lei, docile docile, rientrò nel buco da cui era prima uscita scomparendo per sempre dalla nostra vista.

Dobbiamo credere nel potere dei sampaulani?

Sono anni ormai che non vedo più camminare tra i vicoli di San Fili, e non solo nel nostro borgo, qualche sampaulanu.

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Un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.

... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!

sabato 2 dicembre 2017

XVI edizione della borsa di studio “Vincenzo Miceli”.

Articolo pubblicato sul Notiziario Sanfilese del mese di novembre 2017... by Pietro Perri.
Nella foto sotto a sinistra... da sinistra: la dott.ssa Loredana Nigri, l’alunno Matteo Borchetta, il dottor Amedeo Miceli dei baroni di Serradileo, la dott.ssa Angela Corso e l’alunna Elisa Speranza (foto prelevata dal sito dell’Istituto Comprensivo Statale di San Fili..
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Si è svolta sabato 30 settembre 2017 presso l’aula magna della Scuola Secondaria (si chiamano così oggi le Scuole Medie) di San Fili la consegna della borsa di studio dedicata al giurista di origine sanfilese prof. Vincenzo Miceli.
A fare gli onori di casa e quindi a coordinare i lavori della manifestazione ci ha pensato la prof.ssa Angela Corso Dirigente dell’Istituto Comprensivo Statale di San Fili.
Nella scaletta degli interventi era previsto anche l’intervento del sindaco del paese architetto Antonio Argentino nonché della dottoressa Loredana Nigri (scrittrice nonché assistente sociale dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza).
Ad aggiudicarsi l’ambito premio nell’edizione 2016/2017 della borsa di studio Vincenzo Miceli sono stati gli alunni Matteo Borchetta e Elisa Speranza.
Ricordiamo che i destinatari della borsa di studio “Vincenzo Miceli”, giunta ormai alla sua XVI edizione, sono gli studenti iscritti alla terza classe (sezione A) della Scuola Secondaria dell’Istituto Comprensivo Statale di San Fili che risultino aver completato l’anno scolastico di riferimento e che si siano licenziati dallo stesso con la valutazione di 10 o 10 con lode nonché che siano regolarmente iscritti al primo anno di una Scuola Secondaria di secondo grado.
Ha concluso i lavori il dottor Amedeo Miceli, promotore della borsa di studio intitolata all’illustre avo.
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Un breve cenno sul prof. Vincenzo Miceli.
(Dall’enciclopedia online Treccani).

Giurista, nato a S. Fili (Cosenza) il 20 gennaio 1858, morto a Milano il 7 febbraio 1932. Professore di diritto costituzionale a Perugia (1892), ordinario di filosofia del diritto prima a Palermo (1902), poi a Pisa (dal 1917 al 1928).
Di lui, scrittore fecondissimo nel campo della filosofia del diritto, del diritto costituzionale e internazionale, si hanno numerose opere. Vanno ricordati: Saggio di una nuova teoria della sovranità, voll. 2, Firenze 1884-87; Filosofia del dir. internazionale, ivi 1889; La corona, Perugia 1894; Il gabinetto, ivi 1894; Le fonti del diritto, Palermo 1905; La norma giuridica, ivi 1906; Lezioni di filosofia del diritto, voll. 4, ivi 1909-11; Principî di diritto costituzionale, 2ª ed. Milano 1913; Principî di filosofia del diritto, 2ª edizione, ivi 1928; Il concetto della proprietà nella filosofia del diritto, Aquila 1928.
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!

San Fili (CS) ed il castello di San Fili... nel comune di Stignano (RC).

Nella foto sotto a sinistra (ripresa dal web): Il castello di San Fili nel comune di Stignano in provincia di Reggio Calabria. Stupenda costruzione del XVI secolo costruita come struttura difensiva.

Articolo pubblicato sul Notiziario Sanfilese del mese di novembre 2017... by Pietro Perri.

In questi ultimi giorni un caro amico mi ha detto: “Pietro, sai che non sapevo che San Fili avesse un castello?”

“Infatti non ce l’ha!”, gli ho risposto io.

“Come, non ce l’ha?!?", mi fa il mio caro amico, "... l’ho visto proprio ieri su internet anche se, per quante volte sono stato a San Fili, non mi sembra di aver mai notato questa costruzione.”

Ok, sveliamo l’arcano rispondendo alla domanda: esiste veramente un castello “di San Fili”? ... notate: non ho detto “a San Fili”.

In effetti esiste veramente un castello di San Fili solo che non si trova a San Fili in provincia di Cosenza ma in una contrada (appunto “contrada San Fili”) nel comune di Stignano in provincia di Reggio Calabria.

Nelle mie ricerche ho trovato finora, oltre a quest’altro San Fili, altri quattro San Fili: un San Fili nel comune di Conflenti (anche in questo caso una contrada che tra l’altro ci accomuna con la presenza - o le presenze - di esseri sovrannaturali chiamati “fantastica”), c’é poi contrada San Fili nel comune di Locri, contrada San Fili nel comune di Melicucco ed infine, decisamente dulcis in fundo, un’altra San Fili nel comune di Monteroni in provincia di Lecce.

Per quanto riguarda San Fili a Monteroni, dove si venera la Vergine di Costantinopoli, è bello vedere che tale contrada viene familiarmente chiamata “Santu Fili” proprio come chiamiamo noi sanfilesi nel nostro dialetto il nostro stupendo... amato/odiato borgo.

Qualche anno addietro, oltretutto, volendo scrivere anch’io qualcosa su San Fili a Monteroni ho mandato a richiedere tramite internet il libro “San Fili a Monteroni - ricordi bizantini storia culto tradizioni popolari” di Gino Giovanni Chirizzi (Congedo Editore, Galatina 1993). E non posso negare che sono rimasto felicemente stupito nel leggere tra le prime pagine dello stesso che i Sanfilesi di Monteroni ipotizzano una propria discendenza diretta dalla nostra Comunità.

In tale libro infatti leggiamo: “(...) dell’agiotoponimo Santu Fili, è legittimo, ma con una certa cautela, avanzare l’ipotesi di un culto medioevale a S. Felice, S. Phili, legato alle emigrazioni bizantine dalla Calabria e forse al centro di San Fili.”

Il castello di San Fili a Stignano, per ritornare al tema portante di questa pagina, risale al XVI secolo e nasce, nel 1500, come struttura difensiva. Il castello appartiene oggi alla famiglia Alvaro-Salerno.

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Un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.