Nella foto a sinistra: Quel che resta del campo di bocce della stazione
ferroviaria di San Fili. (Foto by Pietro Perri)
Riporto di seguito un bellissimo articolo pubblicato sul
Notiziario Sanfilese del mese di febbraio 2018.
L’articolo, firmato dall’amico e compaesano Luigi “Gigino”
Iantorno ci fa rivivere un’altra particolare pagina (aspetto?) della storia
della stazione ferroviaria di San Fili: il campetto del gioco delle bocce.
*
* *
Ricordi di un recente passato: il gioco
delle bocce a San Fili.
Di Luigi “Gigino” Iantorno.
Ricordo che, quand’ero ancora giovane,
a San Fili c’era anche un campo per il gioco delle bocce.
Questo campo si trovava (e ciò che ne
resta vi si trova ancora) nell’area della stazione ferroviaria del nostro
paese.
Uscendo dalla sala attesa, ed accedendo
sul piazzale antistante i binari, il campo per il gioco delle bocce ce lo si
ritrovava sulla sinistra a ridosso del serbatoio dell’acqua della stazione
stessa.
D’estate quando dovevo prendere il
treno o la littorina per andare al mare non raramente ero costretto ad
aspettare, assieme a tanti altri compaesani, una mezzoretta prima di poter
salire finalmente su tali mezzi... direzione Paola. Si partiva la mattina per
ritornare la sera o nel tardo pomeriggio. Quindi si passava un’intera giornata
di divertimento sulla spiaggia della città di Paola.
Il mare di Paola era all’epoca,
d’estate, la meta preferita per noi bagnanti di San Fili ed anche per quelli
della città di Cosenza o della vicina Rende.
Per la nuova SS (Strada Statale) 107 ci
sarebbe voluto la fine degli anni Sessanta e l’alternativa alla tratta
ferroviaria Cosenza-Paola (ovvero il passaggio tramite pullman della strada che
percorreva il tratto interessato dal valico Crocetta) era tutt’altro che
appetibile.
A volte la littorina giungeva con
qualche decina di minuti di ritardo in stazione altre volte ero io con i miei
familiari ad aver raggiunto con un certo anticipo la stessa. Quindi in un modo
o in un altro si era costretti a passare il tempo in attesa di salire sulla
littorina e quindi di partire.
La stazione ferroviaria di San Fili
offriva vari svaghi agli occhi di noi passeggeri. Specie a noi ragazzi.
Nel piazzale antistante i binari,
infatti, alla nostra sinistra, come già detto, c’era il campo di bocce (oltre
che ai servizi igienici e ad una stupenda fontana in ghisa che garantiva una
tra le migliori acque potabili - fresche e dissetanti - della zona) mentre
sulla destra trovavamo un bellissimo giardino recintato nel cui interno c’era
anche una vasca con al centro uno zampillo e con all’interno tanti pesciolini
rossi e gialli.
Non raramente in tali frangenti era
possibile assistere ad una partita di bocce tra ferrovieri cui spesso si
aggiungevano anche persone del nostro paese.
Era bello assistere quei signori
giocare a bocce specie dopo che gli stessi, a noi ragazzi, spiegavano le regole
e lo spirito del gioco.
Il gioco delle bocce è un gioco che
prevede una buona dose di intelligenza, una buona mira, fantasia, tecnica e
fortuna.
Non è un gioco pericoloso come tanti
giochi che praticavamo all’epoca noi ragazzi del paese.
Essendo il campo all’aperto inutile
dire che lo stesso veniva frequentato dai giocatori nelle belle giornate ed in
particolare in quelle dei mesi primaverili ed estivi.
Per giocare si utilizzavano un certo
numero di palle in legno (dette appunto “bocce”) tutte uguali e di una certa
dimensione ed una palla decisamente più piccola (detta “pallino”).
Spesso a tale gioco vi si gioca a
squadre: “I giocatori di una squadra lanciano a turno la propria boccia,
alternandosi coi giocatori della squadra avversaria. L'obiettivo del gioco è
quello di avvicinarsi il più possibile con il maggior numero di bocce a una
sfera di dimensioni più piccole, detta pallino o boccino che deve essere sempre
visibile ai giocatori” (N.d.R.: enciclopedia online Wikipedia).
Purtroppo noi passeggeri di transito
nella stazione di San Fili raramente potevamo assistere ad una partita a bocce
dall’inizio alla fine. La littorina o il treno infatti non avevano nessuna
voglia di aspettare... e neanche noi volevamo farci aspettare più di tanto
dalle desiderate spiaggia ed acqua del mare di Paola.
Ricordo che il campetto era costituito
da un lungo rettangolo di terra battuta e ben livellata (affinché le palle
rotolassero senza intoppi sul terreno di gioco). A delimitare l’area di gioco
c’erano delle sponde di legno (così che le palle non fuoriuscissero dall’area
di gioco).
Erano sicuramente altri tempi ma che,
nelle parti positive, non sarebbe sbagliato che ritornassero in auge. Erano gli
anni d’oro della stazione ferroviaria di San Fili.
* * *
Un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro
affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!
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