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sabato 3 marzo 2018

Ricordi di un recente passato: il gioco delle bocce a San Fili.



Nella foto a sinistra: Quel che resta del campo di bocce della stazione ferroviaria di San Fili. (Foto by Pietro Perri)

Riporto di seguito un bellissimo articolo pubblicato sul Notiziario Sanfilese del mese di febbraio 2018.

L’articolo, firmato dall’amico e compaesano Luigi “Gigino” Iantorno ci fa rivivere un’altra particolare pagina (aspetto?) della storia della stazione ferroviaria di San Fili: il campetto del gioco delle bocce.

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Ricordi di un recente passato: il gioco delle bocce a San Fili.

Di Luigi “Gigino” Iantorno.

Ricordo che, quand’ero ancora giovane, a San Fili c’era anche un campo per il gioco delle bocce.

Questo campo si trovava (e ciò che ne resta vi si trova ancora) nell’area della stazione ferroviaria del nostro paese.

Uscendo dalla sala attesa, ed accedendo sul piazzale antistante i binari, il campo per il gioco delle bocce ce lo si ritrovava sulla sinistra a ridosso del serbatoio dell’acqua della stazione stessa.

D’estate quando dovevo prendere il treno o la littorina per andare al mare non raramente ero costretto ad aspettare, assieme a tanti altri compaesani, una mezzoretta prima di poter salire finalmente su tali mezzi... direzione Paola. Si partiva la mattina per ritornare la sera o nel tardo pomeriggio. Quindi si passava un’intera giornata di divertimento sulla spiaggia della città di Paola.

Il mare di Paola era all’epoca, d’estate, la meta preferita per noi bagnanti di San Fili ed anche per quelli della città di Cosenza o della vicina Rende.

Per la nuova SS (Strada Statale) 107 ci sarebbe voluto la fine degli anni Sessanta e l’alternativa alla tratta ferroviaria Cosenza-Paola (ovvero il passaggio tramite pullman della strada che percorreva il tratto interessato dal valico Crocetta) era tutt’altro che appetibile.

A volte la littorina giungeva con qualche decina di minuti di ritardo in stazione altre volte ero io con i miei familiari ad aver raggiunto con un certo anticipo la stessa. Quindi in un modo o in un altro si era costretti a passare il tempo in attesa di salire sulla littorina e quindi di partire.

La stazione ferroviaria di San Fili offriva vari svaghi agli occhi di noi passeggeri. Specie a noi ragazzi.

Nel piazzale antistante i binari, infatti, alla nostra sinistra, come già detto, c’era il campo di bocce (oltre che ai servizi igienici e ad una stupenda fontana in ghisa che garantiva una tra le migliori acque potabili - fresche e dissetanti - della zona) mentre sulla destra trovavamo un bellissimo giardino recintato nel cui interno c’era anche una vasca con al centro uno zampillo e con all’interno tanti pesciolini rossi e gialli.

Non raramente in tali frangenti era possibile assistere ad una partita di bocce tra ferrovieri cui spesso si aggiungevano anche persone del nostro paese.

Era bello assistere quei signori giocare a bocce specie dopo che gli stessi, a noi ragazzi, spiegavano le regole e lo spirito del gioco.

Il gioco delle bocce è un gioco che prevede una buona dose di intelligenza, una buona mira, fantasia, tecnica e fortuna.

Non è un gioco pericoloso come tanti giochi che praticavamo all’epoca noi ragazzi del paese.

Essendo il campo all’aperto inutile dire che lo stesso veniva frequentato dai giocatori nelle belle giornate ed in particolare in quelle dei mesi primaverili ed estivi.

Per giocare si utilizzavano un certo numero di palle in legno (dette appunto “bocce”) tutte uguali e di una certa dimensione ed una palla decisamente più piccola (detta “pallino”).

Spesso a tale gioco vi si gioca a squadre: “I giocatori di una squadra lanciano a turno la propria boccia, alternandosi coi giocatori della squadra avversaria. L'obiettivo del gioco è quello di avvicinarsi il più possibile con il maggior numero di bocce a una sfera di dimensioni più piccole, detta pallino o boccino che deve essere sempre visibile ai giocatori” (N.d.R.: enciclopedia online Wikipedia).

Purtroppo noi passeggeri di transito nella stazione di San Fili raramente potevamo assistere ad una partita a bocce dall’inizio alla fine. La littorina o il treno infatti non avevano nessuna voglia di aspettare... e neanche noi volevamo farci aspettare più di tanto dalle desiderate spiaggia ed acqua del mare di Paola.

Ricordo che il campetto era costituito da un lungo rettangolo di terra battuta e ben livellata (affinché le palle rotolassero senza intoppi sul terreno di gioco). A delimitare l’area di gioco c’erano delle sponde di legno (così che le palle non fuoriuscissero dall’area di gioco).

Erano sicuramente altri tempi ma che, nelle parti positive, non sarebbe sbagliato che ritornassero in auge. Erano gli anni d’oro della stazione ferroviaria di San Fili.

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Un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.

... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!

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