SAN FILI BY PIETRO PERRI BLOG: … si fa presto a dire fresa. (2)

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domenica 27 luglio 2014

… si fa presto a dire fresa. (2)

... il giorno della "SAGRA DELLA FRESA SANTUFILISE" (ovvero il 22 Agosto 2014) si avvicina. Con ospiti di riguardo e con tanta voglia di stare assieme. E' quasi completato anche il tavolo della presidenza del convegno. Tra gli altri ci saranno la dottoressa Rosanna Labonia, lo chef Mario Molinaro, lo scrittore Anton Francesco Milicia e l'artista Pietro De Seta. E ci saremo anche noi dell'Associazione culturale "Universitas Sancti Felicis" di San Fili.
Tu... sarai dei nostri?
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Il termine “fresa” (nel significato alimentare), con alcune piccole varianti, noi meridionale sicuramente l’abbiamo ereditato dai nostri padri greci. Ovviamente mi riferisco a quanti hanno dato vita alla cosiddetta “Magna Grecia” (tra il VI ed il V secolo avanti Cristo), ovvero a quel particolare periodo storico dove noi Meridionali eravamo la culla culturale del mondo conosciuto, Roma emetteva i suoi primi vagiti e al Nord Italia ancora neanche si sapeva cosa fossero gli acculturati, per i pochi indigeni presenti in loco, barbari.
... è San Fili, checché se ne dica, ha fatto parte a pieno titolo dell’antica, purtroppo dimenticata, Grande Grecia.
Troviamo il termine fresa sia in Sardegna che, seppure con una piccola differenza (forse più che legittima), in Puglia, in Campania ed in Sicilia. Nello Stato di Pulcinella  c’imbattiamo nella fresella (o frisella) mentre nella regione nota per le orecchiette ed in quella per i cannoli infatti la parola fresa diventa frisa... termine decisamente più vicino al termine frissa (tipo di bis-cotto alias cotto due volte) ancora in uso in Grecia.
Se Luigi Accattatis nel suo “Vocabolario del Dialetto Calabrese” ci suggerisce, ma non ce ne da’ certezza, che il termine fresa potrebbe derivare dal termine frissa presente in Grecia Vincenzo Dorsa, un altro autore calabrese, ipotizza una derivazione dello stesso termine dalla lingua latina. I Romani utilizzavano infatti i verbi frio (con significato di “sminuzzare, stritolare, sfarinare”) e frendeo ( con significato di “frangere, consumare”) da cui, in questo secondo caso, deriverebbe la parola fressus.
Onestamente, ed anche più giustamente rileggendo quel poco di storia che si ha in merito alla presenza della fresa nei paesi del Mediterraneo - quasi esclusivamente le coste colonizzate dall’antica Grecia e non i territori ricadenti nel vastissimo Impero Romano - , personalmente tendo per l’ipotesi lanciata da Luigi Accattatis: la fresa è una parola di origine greca. E noi calabresi siamo tra i legittimi eredi del patrimonio culturale lasciato all’Umanità dagli abitanti della mitica Magna Grecia.
La fresa è un’alternativa al pane, a volte l’unico alimento per tantissime persone che ci hanno preceduto su questa valle di lacrime (... o di stupidità umana. Perché se l’uomo fosse un po’ più intelligente e moralmente onesto tantissime lacrime potrebbe anche evitarsele), tra l’altro a lunghissima conservazione. Inutile precisare che non è o quantomeno non era realizzata solo con farina di grano. A volte tale tipo di farina infatti neanche lo vedeva come parte degli ingredienti usati per la sua realizzazione. Non raramente, in altri tempi, al posto della farina di grano venivano utilizzate farine di cereali e farinacei di minor valore commerciale: mais, lupini, orzo e via dicendo. La stessa farina integrale non era una prelibatezza per i palati ed una necessità corporale come ai giorni nostri. Oggi, credetemi sulla parola diversamente andate a controllare di persona, paghiamo più il pane integrale - o le frese, nel nostro caso - che non il pane bianco.
A proposito, dicevo che il termine fresa è utilizzato anche in Sardegna, terra non proprio ricadente nei territori conosciuti come appartenenti alla Magna Grecia. Eppure un altro nome dato al buonissimo pane carasau, oltre che “carta da musica”, è quello di “pane a fresa” ... e vi assicuro che c’è un più che valido motivo per chiamare “pane a fresa” il pane carasau.
Sapete come si fa il pane carasau? ... no? ... ve lo dico io!
Il pane carasau, così come la fresa, subisce una prima cottura, una divisione in due parti ed una seconda cottura. Da non credere: il procedimento nell’uno e nell’altro caso è identico... ovviamente con la diversità dei tempi previsti da tali prodotti. Ed anche il pane carasau, così come la fresa, nasce per garantire una lunga conservazione dello stesso.
Il sardo perché necessario ai pastori per lungo tempo lontani dalle proprie abitazioni e dalle proprie famiglie la greca perché ottima a garantire un alimento sempre a disposizione per i lunghi viaggi dei navigatori ellenici.
La fresa tra l’altro la ritroveremo, almeno per quanto riguarda il Meridione d’Italia, più volte legata a grandi spostamenti in nave che hanno fatto buona parte della storia del Mediterraneo.
Da non credere: siamo al tempo delle Crociate.
(continua).
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace.

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