A chi non ha il coraggio di firmarsi ma non si vergogna di offendere anche a chi non (?) lo merita.

Eventuali commenti a post di questo blog non verranno pubblicati sia se offensivi per l'opinione pubblica e sia se non sottoscritti dai relativi autori. Se non avete il coraggio di firmarvi e quindi di rendervi civilmente rintracciabili... siete pregati di tesorizzare il vostro prezioso tempo in modo più intelligente (se vi sforzate un pochino magari per sbaglio ci riuscirete pure).
* * *
Ricordo ad ogni buon file l'indirizzo di posta elettronica legata a questo sito/blog: pietroperri@alice.it

mercoledì 22 giugno 2011

San Fili: quando le scritte murarie raccontano la storia d'una comunità... venti anni dopo (2).


Corso XX Settembre a San Fili è sempre, per quanto riguarda le scritte murarie e similari, un libro aperto… decisamente free (n.d’a.: gratis).
Come tutte o quasi le cose free ovviamente lascia tanto a desiderare sia nella qualità dei materiali utilizzati per tale pubblicazione e sia nella qualità dei contenuti letterari.
Se durante il periodo fascista si scriveva solo sui muri e possibilmente sulle facciate delle abitazioni più importanti e soprattutto più in vista del paese… oggi si scrive su tutto ciò che da’ la possibilità ai grafomani murali sanfilesi… di scriverci sopra.
Alla faccia della decenza urbana si scrive (e non solo si scrive… per gli analfabeti si disegna pure… e non vi dico cosa si disegna) sulle panchine, sui tronchi degli alberi (alla faccia degli ambientalisti e di quanti continuano a denunciare, si fa per dire, il degrado in cui è caduto il nostro paesino), sui pali dei lampioni della luce pubblica, sull’asfalto stradale e chi più ne ha più ne metta.
Si scrive utilizzando bombolette di vernice, taglierini o semplici pennarelli indelebili. Si scrive in modalità monocromatica e, anche su questo fronte i grafomani (imbrattatori?) locali si sono evoluti, persino in modalità policromatica.
Le scritte odierne, lungo corso XX Settembre a San Fili, iniziano ancor prima che inizi corso XX Settembre. La prima in cui c’imbattiamo, infatti, è non solo passata l’antica località Airella ma persino il famoso forno elettrico dell’indimenticato Guido Perri. Sul marciapiede che porta dritto dritto “aru pont’u zu ‘Ndria” a dare il benvenuto a coloro che, venendo da Cosenza, troviamo, tra l’altro in azzurro, la scritta “Amici amici esauriti dalle notti felici di vizi”. Non vorrei che prima di scrivere ciò l’autore si sia fatto una canna. Il senso della frase, comunque, sembra lasci ben pochi dubbi in merito.
Cosa si scrive oggi sui muri degli edifici che si affacciano su corso XX Settembre a San Fili? … frasi, concetti o semplici parole senza senso, almeno secondo l’interpretazione di qualcuno come colui che firma quest’articolo, che un senso l’ha sempre cercato, o quantomeno ha provato a cercarlo, nella scrittura e nella grafica.
Un esempio? ... sulle panchine poste nella bambinopoli o nella villetta in prossimità della bambinopoli stessa leggiamo: “i puffi” (e questa scritta quasi quasi ci sta pure bene… siamo per lo meno in tema con la presenza dei bambini), “sa puttana”, “suca”, “ti amo”, “ti amo cucciola” e “tu fa schifo” (queste ultime cinque scritte mi sembrano un po’ fuori luogo).
Si leggono anche alcuni nomi sia di maschi che di femmine (che per un discorso di privacy non vorrei riportare su questo articolo) o delle semplici formule algebriche (sicuramente le iniziali di qualche innamorato altrettanto sicuramente non condiviso dall’altra parte) del tipo “A+K”.
Una più impegnativa e completa formula geometrica la ritroviamo su un muro lungo un vicoletto che collega via Rinacchio con corso XX Settembre (nei pressi del vecchio sito del locale rifornimento di benzina): “E**A+K***A=UNITI PER SEMPRE”.
Di fronte alla bambinopoli, sull’altro lato della strada, c’è lo storico “abbiveratoio” con a fianco  una panchina. Ovviamente anche questa panchina non poteva sfuggire ai nostri “autori”. Sulla stessa leggiamo, vero urlo nel silenzio, un terribile grido d’aiuto: “M****a ti prego - ritorniamo amici”… in effetti una rottura come questa non ce l’aspettavamo neanche noi. Speriamo che M****a abbia messo una pietra sopra sul passato tra lei ed il giovane innamorato (?) e che quest’ultimo non sia stato succube di qualche brutto e stupido pensiero autolesionista.
Dall’altro lato dell’abbiveratoio, contrapposto cioè alla citata panchina, una scritta, un po’ datata, si legge direttamente sul muro in pietra: “C***y ti voglio bene”. Che tenero e diretto poeta (o… che tenera e diretta poetessa?).
Qualche centinaio di metri più avanti, allo svincolo che mi porta in località Colombrello, una dubbia scritta colpisce il mio innocente sguardo: “fuck you”. Come rimpiango di non aver studiato in modo accettabile l’inglese ai tempi della scuola… chissà cosa significa tale scritta e chissà, se significa ciò che ipotizzo, a chi era rivolta.
Oggi, quasi sicuramente, l’autore se s’imbattesse in questo mio scritto… la rivolgerebbe di cuore a me.
L’amante de “i puffi” ritorna con la sua passione verso certi personaggi della fantasia con il nome di un altro eroe dei fumetti e dei cartoons. Su una facciata dell’abitazione che fu dell’indimenticabile prof. Raffaele Perri (larghetto adiacente piazza Rinacchio) compare infatti, in azzurro e ciclopica, la scritta “Snoopy”.
Arriviamo, salendo salendo, in piazza Madonnina (una delle poche piazze che, per fortuna, ancora i nostri Amministratori non si sono decisi ad intitolare a nessuno dei nostri completamente sconosciuti - per loro e per i posteri - paesani passati a miglior vita… un danno in meno alla storia della nostra Comunità).
Qui, a farla da padroni, continuano ad essere le scritte sulle panchine. Sullo schienale di una panchina si legge: “a vita è nu biscottu - se piove si scioglie - ps: seguite il mio consiglio”. Inutile dire che siamo decisamente in tempo di crisi economica, oltre che linguistica, e a darci conferma di ciò che stiamo passando oltre al ministro dell’economia GiulioTremonti sembra voglia ricordarcelo anche tale scritta. Una volta, se non ricordo male, infatti la vita non era “nu biscottu” ma “na brioscia”.
Ciò che non si capisce, comunque, in tale scritta è… quale sarebbe il consiglio che dovremmo seguire. Speriamo che l’autore del messaggio leggendo quest’articolo ci faccia la grazia d’illuminarci in merito.
S’una panchina a fianco si legge: “spugna” e “douglas”… no comment!
(continua).
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… un caro abbraccio dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
… /pace.

lunedì 6 giugno 2011

San Fili: quando le scritte murarie raccontano la storia d'una comunità... venti anni dopo (1).

In questi giorni, dopo venti anni dal momento in cui ho pubblicato l’articolo “San Fili: quando le scritte sui muri raccontano la storia d’una comunità” (n.d’a..: vedasi il Notiziario Sanfilese del mese di Maggio 2011) ho voluto ripercorrere corso XX Settembre con l’intento, tutt’altro che celato, di vedere cos’era cambiato, in questo lungo lasso di tempo, appunto nelle scritte sui muri e non solo… lungo il corso principale del nostro amato odiato paesino.
Mentre venti anni addietro non avevo un canovaccio da rispettare per il succitato articolo ma solo un’idea che mi frullava da più tempo maledettamente in testa, questa volta sapevo cosa volevo e, soprattutto, dove volevo andare a parare.
Le domande, cui avrei dovuto rispondere con questo nuovo articolo (vero e proprio sequel di quello pubblicato nel 1990) erano diverse: le scritte dell’epoca, erano sopravvissute all’incuria del tempo ed all’inciviltà (parlando di rispetto della storia) degli abitanti di San Fili? … sono comparse altre scritte sui muri lungo corso XX Settembre? … le nuove scritte, che di fatto dovrebbero rispecchiare l’attuale società sanfilese, hanno un contenuto ben specifico con specifiche finalità? … esempio: politico, culturale, puramente trasgressivo ecc.? … in poche parole: come si è evoluta la società sanfilese, dal punto di vista delle scritte murarie, in questi ultimi venti anni?
Diciamo innanzitutto che le nuove generazioni non scrivono più solo sui muri delle abitazioni poste lungo corso XX Settembre a San Fili. Oggi si scrive anche sull’asfalto stradale, sui marciapiedi, sulle panchine, sulle fontane pubbliche, sui tronchi degli alberi e chi più ne ha più ne metta.
Strano a dirsi… si salvano i monumenti. Nessuna scritta infatti compare, speriamo ancora per tantissimo tempo, sul piedistallo del monumento ai caduti in piazza san Giovanni o sul piedistallo del monumento a san Francesco di Paola in piazza Francesco Cesario (di fronte alla nuova caserma dei Carabinieri del paese).
Per quanto riguarda le storiche scritte, quelle già incontrate venti anni orsono (ovvero nel primo articolo relativo alle scritte murarie) qualcuna si è salvata (sia dall’incuria del tempo che dal vandalismo  dei restauratori di case) come ad esempio quella, legata al ventennio fascista (1923 / 1943) in piazza san Giovanni: “Non si può esaltare il sacrificio di ieri se non si è pronti a quello di domani”.
Di tale periodo, sempre nei pressi di piazza san Giovanni, qualcuna  tra le storiche scritte murarie del ventennio fascista ha perso qualche importantissima lettera (come la scritta “Sostare è retrocedere” diventata “Sostare retrocedere” ovvero tramutata da una affermazione filosofica in una semplice indicazione stradale… tra l’altro errata e quindi incomprensibile) se non ha perso parte della frase stessa (come il caso della scritta nei pressi della macelleria dell’amico Pietro Carpanzano che della  storica affermazione “Chi si ferma è perduto” oggi si legge solo “Perduto”… senza possibilità d’appello… come il nostro paesino sempre più senza futuro).
Sono diventate illeggibili le scritte DUX su alcuni edifici gentilizi, di fatto e quasi di nome, così come sono diventati illeggibili altre scritte, magari decisamente meno artistiche, quali “Abbasso il re” o “chi non lavora non mangia”. Forse perché il re non ci fa più paura  e forse perché oggi… anche chi, a San Fili ed in gran parte del Vecchio Continente, lavora (ad avercelo un lavoro) rischia ormai di non mangiare più.
Ed è sparita, grazie comunque ad una apparentemente stupenda ristrutturazione, la scritta in inglese che si leggeva all’inizio della scesa verso via cozzo di Iorio (ingresso dalla parte del semaforo sito davanti alla casa dei Cesario a san Giovanni). Quindi…  addio alla scritta “You'll never walk alone” firmato “Eagles Lazio”. E addio anche alle scritte poliglotte dei grafomani murali di corso XX Settembre a San Fili.
I grafomani murali che ci tengono aggiornati, in questi ultimi anni, tramite i loro gazebao lungo corso XX Settembre a San Fili si può dire che scrivono… così come scrivono tramite sms (ossia in modo criptato e per soli addetti ai lavori) o come scrivono sul social network Facebook (… italiano corretto? ... meglio non parlarne… visto che ne parlano decisamente poco e sempre meno persino nelle aule scolastiche dove ormai tutto si fa tranne che insegnare a scrivere, a leggere e a fare dei conti… parlano i fatti… e persino le scritte murarie!).
Niente scritte politiche né tantomeno scritte sensate, se si escludono, per quanto riguarda il secondo punto, le scritte hard (più che hard… direi semplicemente stupide e volgari) e le scritte dirette alla propria amata (che, speriamo, capisca finalmente il messaggio e convinca il proprio spasimante a sostituire le sue scritte con un bellissimo mazzo di rose rosse… materiale tra l’altro biodegradabile e che quindi rispetta non solo la vista e l’olfatto ma anche e soprattutto l’ambiente).
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Un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
… /pace!

domenica 29 maggio 2011

Tempo di crisi? … sarà! ... ma una certa cassiera dell'Iperspar di Rende (CS) ha sempre ragione.

… in tempo di crisi, si sa (o quantomeno si dovrebbe sapere), avere un lavoro “garantito” dovrebbe essere considerato un dono venutoci dal Signore e di cui dovremmo essere grati al Signore.
Purtroppo per tutti non è così… alcuni (e pure “alcune”) meritano la “crisi” e meriterebbero di morire di fame anche quando pane sulla tavola ce n’è in abbondanza.
… sabato 28 maggio 2011 mi sono recato, accompagnato dalla mia dolce metà, per fare un po’ di spesa, al centro commerciale “Metropolis” di Rende (CS).
… la spesa era prettamente a base alimentare e quindi la cosa più logica era entrare nell’area gestita dalla società (?) Iperspar.
Non è la prima volta che faccio la spesa all’Iperspar del centro commerciale “Metropolis” di Rende (CS) e raramente (ma sicuramente “non mai”), come in quest’occasione, nel camminare nella zona ortofrutta ho “subito” quel nauseante odore di frutta o verdura andata a male.
Altre volte ho visto pioverci sopra… ma questa è un’altra storia. Così come un’altra storia è quella che voglio raccontarvi in quest’occasione.
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Finito di riempire il carrello (di ben poco, se si considera che per tre quarti la capienza dello stesso era stata occupata da bottiglie di acqua minerale… ben sei casse), finalmente siamo arrivati al fatidico punto della fila alle casse. Decidemmo per la cassa n. 7… sembrava la più allettante (chi c’era prima di noi aveva pochissima roba da pagare e quindi il tutto si sarebbe svolto nel giro di pochissimi minuti).
Quindi (lo dico con la speranza che qualche amministratore dell’Iperspar del centro commerciale “Metropolis” di Rende - CS - sciaguratamente s’imbattesse in questo mio scritto): sabato 28 maggio 2011, ore 19 e 59, scontrino n. 231, cassiera… sicuramente deficiente (o è deficiente semplicemente chi le ha impartito determinate istruzioni?).
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Dietro di me e mia moglie, a fare la fila, c’era un anziano signore con due o tre buste di frutta (tra l’altro di frutta certamente non a buon mercato, a vederne in trasparenza, nelle buste, la natura) in mano. Mi venne, educatamente e civilmente, logico farlo passare avanti, visto che ancora l’inserviente (mi sembra decisamente sprecato qualificarla “cassiera”) seduta alla cassa ancora non aveva iniziato a conteggiare la roba che io e mia moglie ci si apprestava a pagare.
… non l’avessi mai fatto… e non perché quell’anziano signore non meritasse di passare avanti… ma semplicemente perché quell’anziano signore non meritava di scontrarsi con la scorbutiche ria di quell’inserviente seduta alla cassa.
Finito di pagare la roba, quel signore si trovò a chiedere alla cassiera (?) se gentilmente poteva dargli una busta in cui riporre parte della roba acquistata…
nun si fuassi mai permessu! … una busta? … dover fare uno scontrino per una busta (del costo di 10 centesimi)? … ma stiamo scherzando? … l’inserviente aveva avuto istruzioni chiare dall’amministrazione dell’Iperspar: le buste di plastica non andavano sprecate ed andavano contabilizzate dalla prima all’ultima.
… quell’anziano signore, sicuramente più incavolato che mortificato, prese la sua roba senza neanche salutare (eppure anche le bestie, uscendo da una stalla, meritano un saluto… ma quell’inserviente presumibilmente era meno che una bestia) e lasciò l’Iperspar senza neanche dar confidenza ulteriore alla sua interlocutrice… che mossa forse da un sentimento a lei poco consono aveva preso una busta e gliela aveva offerta… a tal punto (spero) gratis.
Inutile dire che personalmente credo che difficilmente quell’anziano signore, per una questione di principio (10 centesimi… valgono “una questione di principio”) almeno per un bel po’ di tempo eviterà di fare la spesa all’Iperspar del centro commerciale “Metropolis” di Rende (CS).
Alla fine quei 10 centesimi, credo, costeranno tantissimo non solo all’amministrazione di tale azienda ma anche e soprattutto ai dipendenti di tale azienda: meno soldi in entrata… più rischio di licenziamenti tra il personale.
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… è finita così? … magari!
… venne il turno di mia moglie e di me.
… messa quasi tutta la roba nelle buste e pagato il conto (… non l’avessi mai fatto!) ci apprendemmo lasciare la cassa quando, il diavolo ci mette sempre e comunque lo zampino, una di quelle stupide e fragili buste si strappò lateralmente facendo cadere, per fortuna sulla cassa, la merce in essa contenuta.
Inutile dire che chiedemmo una busta a quella sottospecie di bestia d’inserviente che subito la stessa, malgrado ci dette la busta (… tremate, gente… gratis!) in sostituzione di quella rotta, non ci pensò due volte a richiamare mia moglie sul come avesse stupidamente… eccessivamente e maldestramente riempito la busta precedente.
… domanda: ma sta cassiera… cc’eni o cce fani?
Possibile che nessuno le abbia mai spiegato che se il cliente decide di cambiare supermercato (specie oggi che nella provincia di Cosenza supermercati ce ne sono ad ogni angolo di strada) lei ha finito di far pagare 10 centesimi una busta ai clienti dell’Iperspar del centro commerciale di Rende (CS)?
… il cliente nel momento in cui acquista qualcosa in un determinato punto vendita… fa un piacere a quel determinato punto vendita e non il contrario. Non è il punto vendita a fare il piacere al cliente.
… qualcuno lo dica a quell’inserviente… che una busta… si può anche “gentilmente” regalare (dopotutto quella busta - quei 10 centesimi - il cliente l’ha già strapagata facendo la spesa).
… con la speranza che l’Iperspar del centro commerciale “Metropolis” di Rende (CS) non diventi quanto prima come l’AIDS: chi lo conosce… lo evita. Anche perché in tale supermercato, oltre a quell’inserviente, lavorano tantissime bravissime cassiere che non meritano di rischiare, per una scema, il proprio posto di lavoro.
Quindi (lo ripeto con la speranza che qualche amministratore dell’Iperspar del centro commerciale “Metropolis” di Rende - CS - sciaguratamente s’imbattesse in questo mio scritto): sabato 28 maggio 2011, ore 19 e 59, scontrino n. 231, cassiera… sicuramente deficiente (o è deficiente semplicemente chi le ha impartito determinate istruzioni?).
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… un caro abbraccio dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
… /pace!

mercoledì 4 maggio 2011

Don Peppino ScoPPelliTTi… ma cce si o u fa? … ppecchì si nun ce sini tu… sicuramente cce su i calavrisi! … viva il Servizio Sanitario Calabrese e chi lo gestisce! (1)

Mercoledì 1 dicembre 2010 finalmente riuscii ad andare a passare la visita di controllo per il piccolo problema di glicemia ed affini che mi riporto dietro ormai da quattro o cinque anni… al poliambulatorio di Quattromiglia di Rende.
Tutto ciò dopo aver quasi mandato verbalmente (nella mia testa l’ho fatto abbondantemente) a quel paese una diabetologa in servizio presso il poliambulatorio di Castrolibero. Brava (questa)? … certamente si! … ma dai modi prospettarsi al prossimo (utente / paziente) tanto sconci che farebbero invidia al peggiore frequentatore di bettole d’infimo ordine. E purtroppo il malato (magari immaginario) ha necessità anche di avere a che fare con medici che oltre a conoscere la propria materia conoscano anche il modo di comportarsi con i propri assistiti.
La dottoressa che mi ha in cura attualmente in quel di Quattromiglia di Rende sembra leggermente diversa (ovviamente mi riferisco ai modi di comportarsi, non entro in merito sulla preparazione della stessa)… malgrado ciò che mi hanno riferito alcuni compagni (sanfilesi e non) di sventura nella patologia che ci accomuna.
Mercoledì 1 dicembre 2010, dicevo, questa dottoressa dopo avermi visitato (facendomi una serie di domande di rito) e prima di redigermi la “lizetta” per le “striscette” per il controllo della glicemia, mi ha prescritto una visita di controllo (ecografia) per il fegato e le altre parti interne  (reni ecc.) collegate a possibili danni derivanti dal diabete.
A visita conclusa, scendo al piano inferiore del poliambulatorio di Quattromiglia di Rende e mi reco allo sportello ticket (CUP - Centro Unico di Prenotazioni) per prenotare la visita prescrittami dalla diabetologa.
La prima data utile era giorno 8 febbraio 2011 presso il Centro Diagnostico per Immagini di via Tocci a Cosenza (palazzo EX INAM) tel. 0984 893400 e 0984 893403… vi consiglio di trascriverli tali numeri e custodirli gelosamente… potrebbero (toccando gli eventuali benedetti, anche servirvi… a me sarebbero serviti tantissimo… in questi giorni!). Il Medico (M maiuscola?) Radiologo (R maiuscola?) programmato era (così come alla fine è stato) Lupini DR (abbreviazione di doctor?) Alberto.
Qualche giorno prima dell’8 febbraio 2011 una gentile signora (… dottoressa? … infermiera? … semplice funzionaria? … inserviente?) di qualche ufficio o semplicemente di qualche telefono collegato a tale Centro Diagnostico per Immagini di via Tocci a Cosenza (palazzo EX INAM) tel. 0984 893400 e 0984 893403… vi consiglio di trascriverli tali numeri e custodirli gelosamente… potrebbero (toccando gli eventuali benedetti, anche servirvi… a me sarebbero serviti tantissimo… in questi giorni!)… telefona a casa mia (risponde mia moglie) comunicando che per problemi sopraggiunti l’appuntamento (mi piace, in questi casi, il termine “appuntamento”… mi fa quasi pensare a qualche stupenda infermiera o dottoressa in minigonna e decisamente a disposizione… ma sono cose che si vedono solo nei film… non illudetevi) previsto per martedì 8 febbraio 2011 è rinviato a mercoledì 4 maggio… per fortuna stesso anno dell’8 febbraio. Regolare, dopotutto abbiamo a che fare con il Servizio Sanitario calabrese dove… il buongiorno si vede dal mattino (ossia da come ci trattano alcuni medici di famiglia e da come vengono gestiti i vari sportelli ticket… alias CUP, ovvero Centri Unici di Prenotazione).
E siamo così giunti a lunedì 2 maggio 2011. Ite missa est? … per niente, ve l’ho già detto… non stiamo guardando un film e la storia che vi sto raccontando è tutto tranne che frutto della mia bacata e galoppante fantasia.
Sapendo come vanno certe cose dalle nostre parti e, per l’appunto, nella gestione del Servizio Sanitario calabrese, lunedì 2 maggio 2011, dicevo, verso le 9 di mattina mi sono deciso a prendere il cellulare e ho provato a chiamare il numero (… ma quale numero? … visto che sulla ricevuta della prenotazione fatta mercoledì 1 dicembre 2010 non era riportato nessun recapito telefonico?) avrei dovuto chiamare?
Voi direte… “Semplice: provato a chiamare al Centro Diagnostico per Immagini di via Tocci a Cosenza (palazzo EX INAM) tel. 0984 893400 e 0984 893403?” … ed io vi risponderei “Ad averceli quei numeri. Ecco perché vi consiglio di trascriverli tali numeri e custodirli gelosamente… potrebbero (toccando gli eventuali benedetti, anche servirvi… a me sarebbero serviti tantissimo… in questi giorni!)”.
Perché la storia non finisce qui, ve l’assicuro. Perché questa è solo la prima di tre parti (ma forse ce ne sarà solo un’altra, staremo a vedere) del tragicomico racconto che sto per propinarvi. Un consiglio… non perdete la seconda parte di questa assurda ennesima fantozziade di cui sono stato vittima in questi ultimi giorni.
Il tutto per la serie… don Peppino ScoPPelliTTi… ma cce si o u fa? … ppecchì si nun ce sini tu… sicuramente cce su i calavrisi! … viva il Servizio Sanitario Calabrese e chi lo gestisce!
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… un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
… /pace.

sabato 2 aprile 2011

Domenico (Mimmo) GRECO miglior sindaco di San Fili negli ultimi 40 anni.

Sopra: Domenico Greco
in una foto d'epoca. La
foto è ripresa dal  social
network Facebook.
Spero d'aver fatto cosa
gradita all'amico
Mimmo.
Dopo circa tre mesi dal loro lancio si sono (felicemente?) chiusi, giorno 31 marzo 2011, altri due sondaggi pubblicati sul “San Fili Blog by Pietro Perri”… due sondaggi tutti dal magico sapore santufilise.
Due sondaggi entrambi a sfondo politico locale. Le domande cui bisognava rispondere infatti erano:
  1. Secondo te… la giunta Zuccarelli ter porterà a termine il suo mandato quinquennale (2015)?
  2. Secondo te… chi è stato il miglior sindaco di San Fili negli ultimi 40 anni?
Per il primo sondaggio (Domanda: Secondo te… la giunta Zuccarelli ter porterà a termine il suo mandato quinquennale (2015)?), cui hanno aderito 126 votanti, erano previste quattro risposte, che riporto di seguito con (tra parentesi) i voti ottenuti e le percentuali:
  1. Si (voti 44 percentuale votanti 34%);
  2. No (voti 76 percentuale votanti 60%)
  3. Non saprei (voti 1 percentuale votanti meno dell’1%);
  4. Rispondere? … io? (voti 5 percentuale votanti 3%).
Per il secondo sondaggio (Domanda: Secondo te… chi è stato il miglior sindaco di San Fili negli ultimi 40 anni?), cui hanno aderito 136 votanti (dieci in più del primo sondaggio), erano previste 10 risposte. A dire il vero, e di questo chiedo scusa ai miei lettori e a chi ha coscienziosamente e dubbiamente votato, in parte erroneamente in quanto alcune andavano assommate e ne mancano, storicamente parlando, altre due. Per quelle che andavano assommate (ossia quelle in cui il nominativo di un sindaco anche se in periodi diversi compariva più volte)… risolverò il tutto dando una risposta unitaria… tanto il risultato cambia di poco.
Mancano all’appello (e su questo posso fare ben poco) le risposte non messe all’inizio e non considerabili pertanto alla fine del sondaggio, relative ai due commissari prefettizi che ha subito (?) San Fili in questi trascorsi quaranta anni: il dottor Ceccherini (1978?) e la dottoressa Patrizia Sirimarco (1995/1996).
Diciamo che entrambi, anche e soprattutto per far rinsavire un po’ gli attuali paladini del pro commissario prefettizio alla guida del Comune di San Fili, per la Comunità Sanfilese sono serviti a ben poco: quando hanno lasciato infatti la guida del nostro Comune… hanno lasciato in essere i problemi che avevano trovato al loro insediamento. Cosa che ci ha portato all’attuale, decisamente non rosea, situazione amministrativa e sociale.
… ne avremmo benissimo fatto a meno tutti… se solo ci fossimo messi tutti una mano sulla coscienza.
Riporto comunque di seguito con (tra parentesi) i voti ottenuti e le percentuali:
  1. Alfonso RINALDI (1970/1978 e 1983/1991) (voti 8 percentuale votanti 7%);
  2. Giuseppe LECCADITO (1978/1980) (voti 2 percentuale votanti 1%);
  3. Domenico GRECO (1980/1983) (voti 69 percentuale votanti 50%);
  4. Luigi BRUNO (1991/1993  e 2000/2005) (voti 29 percentuale votanti 21%);
  5. Ottorino ZUCCARELLI (1993/1995 e 2005/in corso) (voti 21 percentuale votanti 20%);
  6. Giovanni CARBOTTI (1996/2000) (voti 5 percentuale votanti 3%).
Quindi viene eletto miglior sindaco degli ultimi 40 anni l’amico Domenico (Mimmo) GRECO.
Seppure il numero dei votanti, in entrambi i sondaggi, sia stato decisamente esiguo, credo comunque, personalmente, nella validità dei risultati stessi e penso che i politici locali (incluso l’attuale Amministrazione alla guida del Comune di San Fili) debbano un po’ riflettere sugli stessi.
… fossi in loro… intelligentemente rifletterei. San Fili e i Sanfilesi hanno bisogno d’altro e l’altro non può essere né l’avvento d’un terzo commissario prefettizio né tantomeno la riproposizione del, politicamente (come idee) parlando, vecchio.
Cambiare le persone alla guida del nostro Comune serve a ben poco se non cambia il sistema di cui le stesse continuano ad essere, spesso inconsapevolmente (ammetto la loro stupida buona fede) garanti.
Forse è perciò (anche e soprattutto) che Domenico (Mimmo) GRECO ha sbancato in tale secondo sondaggio. Perché lui, malgrado tutto, ha rappresentato, per chi l’ha vissuto, una ventata d’aria fresca e di novità.
*     *     *
… un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
… /pace!

domenica 20 marzo 2011

Fiera di San Giuseppe a Cosenza? ... capita anche questo: chi non piscia in compagnia... !


Fiera di san Giuseppe a Cosenza? … capita anche questo.
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… giorno 19 marzo sono giunto al Parcheggio dei Due Fiumi a Cosenza (all’incirca dov’era la vecchia stazione ferroviaria… per chi ci manca da qualche decennio a questa parte) per fare una passeggiata nei luoghi in cui si svolgeva la storica tradizionale Fiera di San Giuseppe.
… malgrado non compriamo più un cavolo, da qualche anno a questa parte, in tale esposizione di prodotti che sanno di già visto e di mercati rionali settimanali (oltretutto che trovi a minor costo nei supermercati che ormai hanno invaso la nostra stupenda - ? - cittadina), e quasi un obbligo, per me e mia moglie, farci comunque un salto nella confusione di tale Fiera.
Anzi no, qualcosa compriamo regolarmente: tre o quattro “cavaddruzzi” realizzati con pasta di formaggio filata.
Piacciono tanto a mio suocero.
Tale prodotto, infatti, non è semplice trovarlo in altri periodi dell’anno ed in altri negozi della zona.
… oltre ai “cavaddruzzi” compriamo pure un vassoi etto di “zeppole di san Giuseppe”… quelle classiche, però.
Li compriamo, le “zeppole di san Giuseppe”, alla pasticceria “il vassoio d’oro” dei fratelli Perna, nei pressi di Piazza Loreto.
Come li fa tale pasticceria… decisamente uniche.
Dopotutto questa pasticceria (“il vassoio d’oro” dei fratelli Perna a Cosenza) campa solo sull’arte pasticcera (non è abbinata infatti ad un bar o ad uno spaccio di altri generi voluttuosi  o meno di tipo alimentare)… e quindi deve garantire un prodotto veramente di qualità ai suoi clienti.
Ma ritorniamo a noi ed in particolare ritorniamo al Parcheggio dei Due Fiumi a Cosenza (all’incirca dov’era la vecchia stazione ferroviaria… per chi ci manca da qualche decennio a questa parte)… tutto bene? … niente da segnalare?
… se non avessi niente da segnalare decisamente non sarei io e se fossi io non starei a perdere il mio tempo davanti ad un PC (Personal Computer e non Partito Comunista)… avrei qualcosa di meglio sicuramente da fare… magari me ne starei a leggere un bel libro o quantomeno a sfogliare la rivista di Focus Storia di questo mese.
… qualcosa di storto in effetti c’è stata… giusto per dire che come giornata per alcuni versi ne avrei potuto fare a meno. E quel qualcosa di storto si e verificata proprio al Parcheggio dei Due Fiumi a Cosenza (all’incirca dov’era la vecchia stazione ferroviaria… per chi ci manca da qualche decennio a questa parte).
Dovete pisciare? … sapete all’interno del Parcheggio dei Due Fiumi a Cosenza (all’incirca dov’era la vecchia stazione ferroviaria)… per chi ci manca da qualche decennio a questa parte) dove si trovano le toilette (WC per uomini, donne e disabili) pubbliche? … quelle dove ogni botta costa 20 centesimi (sia se ne fate un litro che se ne fate poche gocce… in questo secondo caso vi costerebbero meno dei pannolini)?
… io lo so benissimo: ci sono abbonato.
Appena lascio la macchina in uno degli appositi spazi (decisamente strapagati) sembra che il mio fontanino senta l’odore… è più forte di lui… anche se non deve andare comunque devo andare… venti centesimi permettendo.
Anche questa volta non ho sbagliato il colpo, tranne per il fatto che appena arrivo all’entrata delle toilette (WC per uomini, donne e disabili) pubbliche che si trovano all’interno del Parcheggio dei Due Fiumi a Cosenza (all’incirca dov’era la vecchia stazione ferroviaria) una strana scritta colpisce la mia vista e la mia uretra.
… “bagni guasti”!
… secondo voi finisce in questo modo la mia avventura, quella mattina, all’interno del Parcheggio dei Due Fiumi a Cosenza (all’incirca dov’era la vecchia stazione ferroviaria) alla ricerca di una toilette? … magari!
… ma questo sarà argomento di una seconda puntata delle serie… quasi quasi la faccio dietro quell’angolo, tanto oltre che alla telecamera a circuito chiuso sicuramente non mi vede nessuno.
*     *     *
Chi non piscia in compagnia… (a Cosenza) sicuramente non è né un ladro e né una spia.
*     *     *
Non appena finii di leggere quel demoniaco cartello con su scritto “bagni guasti”… domenica mattina (addì 19 marzo 2011… festa di san Giuseppe con annessa fiera) all’interno del Parcheggio dei Due Fiumi a Cosenza (all’incirca dov’era la vecchia stazione ferroviaria) e mentre ero tutto intento a convincere il mio fontanino portatile che comunque, con un po’ di buona volontà, avrebbe potuto anche resistere un paio d’orette, … illuso!, mi si accese una lampadina (almeno 200 watt) in testa: perché non provare a chiedere agli addetti alla vigilanza del parcheggio se all’interno della struttura non c’era qualche altra toilette a disposizione dei viandanti?

Detto fatto, dopotutto la stanzetta degli addetti alla vigilanza del parcheggio si trova esattamente difronte all’entrata dei cessi.
All’interno della stanzetta degli addetti alla vigilanza del Parcheggio dei Due Fiumi a Cosenza (all’incirca dov’era la vecchia stazione ferroviaria) cerano almeno un tre… addetti (un po’ come i carabinieri dell’ex Unione Sovietica: il primo che detta, il secondo che scrive ed il terzo che controlla due intellettuali).
Bussai al finestrino e subito uno dei tre (il più giovane) venne a sentire (non lo nego, in modo decisamente cortese… sulla cortesia di questo posto di guardiania non ho mai avuto modo di lamentarmi) cosa avevo da dirgli.
Pietro: … scusate, volevo solo sapere se all’interno del parcheggio c’era qualche altro bagno pubblico.
Guardia: … no, mi dispiace, purtroppo è l’unico.
Pietro: … vabbè, grazie lo stesso.
Guardia: … comunque se è proprio necessario…
Pietro: … in effetti, c’è anche mia moglie che…
Guardia: … le prendo la chiave. Sa’, in effetti abbiamo dovuto chiudere il bagno per il fatto della fiera.
Mi prende la chiave e me la porge.
Guardia: … mi raccomando, dopo richiuda il tutto e mi restituisca la chiave. Ovviamente per entrare alzi il cartello ed introduca i venti centesimi.
Ditemi un po’: si può non ringraziare per tale gentilezza e disponibilità una tale guardia? … personalmente non ho potuto fare a meno di ringraziarla… ero quasi tentato d’offrirgli un caffè o una… “zeppola di san Giuseppe”… al lui! … perché per quanto riguarda il sistema… meglio sarebbe stato rifiutarmi di farmi una bella pisciata civilmente (ed anche esosamente) in un bagno pubblico e farla dietro il primo angolo che mi veniva davanti… magari all’interno de parcheggio stesso.
Secondo voi… è legittimo che si chiudano gli accessi a dei… cessi pubblici con la deficiente tecnica del cartello con su la scritta “bagno guasto” solo per evitare che dei ferari (magari negri, indiani o cinesi) la facciano nello stesso posto in cui la facciamo noi?
… abbiamo costruito veramente uno schifo di società… anche nell’ospitale terra dell’ex Magna Grecia.
Domanda: perché dovremmo lamentarci se dietro ogni angolo delle nostre stupende cittadine s’avverte il nauseante odore di piscio e d’escrementi umani? … se siamo noi gente civile a togliere la possibilità alla gente (ai nostri pari) di comportarsi in modo civile?
Altro che chiudere i pochi bagni (vespasiani) pubblici presenti nel centro urbano di Cosenza… specie in un appuntamento come quello della tradizionale “fiera di San Giuseppe”.
Intelligenza vorrebbe che il comune di Cosenza in tale occasione centuplicasse tali punti d’incontro con il proprio io e la natura circostante… altro che costringere i pochi fortunati (come il sottoscritto) tra l’altro paganti a ringraziare un addetto alla vigilanza del Parcheggio dei Due Fiumi a Cosenza (all’incirca dov’era la vecchia stazione ferroviaria) per un piacere… si, un piacere al cazzo!
Stavo per chiudere la porta del bagno quando un signore (… sembrava ballasse un vecchio sheick) mi chiese se poteva fare una “urbana” (pisciata)… non me la sentii di negargli questo diritto.
Pietro: … metta i venti centesimi ed entri.
Tizio: … la ringrazio, mi ha salvato!
Cinque minuti dopo eravamo fuori dal cesso io, il Tizio, mia moglie e… la guardia che era venuta a ritirare le chiavi che mi aveva gentilmente concesso (non mi meraviglierei che avesse visto entrare quell’altro signore e che magari avesse avuto paura che chiamassi tutti i ferari presenti intorno al Centro Commerciale “I due Fiumi” e dicessi loro che finalmente potevano farsi una bella e meritata pisciata in santa pace ed alla faccia di tutti gli organizzatori del tradizionale evento.
… gli diedi le chiavi, ringraziammo di cuore e ce ne andammo.
… a vescica vuota, purtroppo, iniziai a pensare e pensando… non trovai giustificazione plausibile all’intera faccenda.
Pietro: … ma facimu i seri, dopututto… simu cusentini!
*     *     *
... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace!
*     *     *
N.B.: ... a proposito: non sarebbe sbagliato se si decidessero a ristrutturare i bagni pubblici (WC - toilette) del Parcheggio "I Due Fiumi" di Cosenza... un po' schifo lo fanno veramente! ... e venti centesimi (per entrarci) sono pur sempre venti centesimi... sono, per chi se l'è dimenticato, ben quattrocento vecchi lire.

giovedì 17 marzo 2011

"A l'Italia". Soniettu di Giovanni Gentile alias Chiacchiara... santufilise doc.

Povera Italia, cumu t'àu ridutta...
chjina de fame e de pezzenteria:
'nvece de saglie sempre scinni sutta:
la chjù sciuddrata si', disgrazia mia!

Quannu ti piensu mi piglia 'na gutta:
'na tisica mi pari, arrassu sia...
chi 'tra la giuventute è quasi strutta
e cunsumata de 'sta malatia.

Lu male chi tu tieni 'un si guarisce:
'ncunu gruossu perccatu ài de scuntare:
è la mabu de Dio chi ti curpisce.

Ma tu jettati 'nterra a Lu pregare,
e sulu tannu de pregà finisce,
quannu ti dice ca ti vo sarvare.

 *     *     *
Tali versi, scritti prima del 1900 (vennero pubblicati nel 1901), sono di don Giovanni Gentile (alias Chiacchiara) da San Fili.
*     *     *
... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace!

mercoledì 16 marzo 2011

San Fili, cambio in rosa nella Giunta comunale: Biancamaria Iusi sostituisce Mario Molinaro..

Biancamaria Iusi, nuovo Assessore
alla Viabilità del Comune di S. Fili.
E' vero, è una notizia che avrei dovuto dare ormai da qualche giorno... ma non è mai troppo tardi per dare una notizia: la Giunta comunale di San Fili perde un pezzo per acquistarne immediatamente un altro.
E' da pochi giorni a questa parte infatti la notizia che è stato revocato l'incarico di "Assessore alla viabilità" Mario Molinaro e che tale incarico è stato affidato a Biancamaria Iusi.
Biancamaria Iusi è l'unica donna a far parte, attualmente, della Giunta comunale di San Fili. Presente nella lista civica "Insieme per il Futuro", lista che ha vinto le elezioni del mese di marzo 2010, a fine competizione elettorale si era classificata al terzo posto per quanto riguarda le preferenze ottenute... con ben 95 preferenze al suo attivo.
A questo punto dei membri della Giunta comunale di San Fili fanno parte solo due esterni (ossia soggetti che non facevano parte della lista vincente) su cinque.
La Giunta comunale di San Fili risulta ora così composta:
  • Ottorino ZUCCARELLI, Sindaco;
  • Antonio ARGENTINO, ASSESSORE AI SERVIZI SOCIALI E SCUOLE CON DELEGA A VICE-SINDACO (esterno al Consiglio comunale);
  • Biancamaria IUSI, ASSESSORE ALLA VIABILITA';
  • Mario SERGI, ASSESSORE AL PERSONALE;
  • Giocondo PERRI, ASSESSORE AL BILANCIO (esterno al Consiglio comunale).
... inutile ribadire a tutti di fare un buon lavoro... in quanto San Fili e i Sanfilesi ne hanno tremendamente bisogno.
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace!

venerdì 11 marzo 2011

San Fili e... u purceddruzzu de sant'Antonu (by Pietro Perri).

Falena: u purceddruzzu de sant'Antonu.
San Fili e i Sanfilesi sono molto legati aru purceddruzzu de sant'Antonu.
… “u purceddruzzu de sant’Antonu”, diciamolo a scanso d’equivoci ed a priori, non è un maialino (appunto “nu purceddruzzu”) ma è una bellissima, si fa per dire (in quanto di bello ha ben poco) farfalla… casalinga.
E’ una farfalla pelosa, grossa, buffa e goffa che non disdegna, a differenza dei propri simili, neanche avere contatti ravvicinati col genere umano.
Non raramente si rischia di trovarcela, oltre che dentro casa, sui nostri vestiti e persino sulle nostre mani.
Secondo i nostri padri “u purceddruzzu de sant’Antonu” era (e per alcuni di noi ancora è) portatore di buone notizie.
Quando lo si trovava dentro casa, infatti, si pensava fosse venuto per comunicarci il prossimo arrivo di soldi (più o meno aspettati) o comunque di buone notizie (magari la realizzazione, quasi in modo miracoloso) di un desiderio risolutore del nostro terreno calvario. 
Guai ad ucciderne, volontariamente, una o semplicemente a cacciarla fuori di casa: la maledizione può colpirci da un momento all’altro.
*     *     *
Questa breve paginetta la dedico a mio padre Salvatore Perri (passato a miglior vita, a circa 85 anni, il 17 settembre 2003... era un mercoledì, un mercoledì della Madonna del monte Carmelo). La dedico a mio padre in quanto mio padre... mi ha insegnato a credere... 'ntru purceddruzzu de sant'Antonu.
Fermo restando che sulle farfalle in generale (nel modo in cui le consideravano quanti ci hanno preceduto) ci sarebbe tantissimo da dire e da scrivere.
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace.

mercoledì 9 marzo 2011

L'otto marzo? ... "giornata della donna"!

L’otto marzo? … “giornata della donna”!
Stranamente, ma poi neanche tanto strano dopotutto, da qualche decennio a questa parte qualche disonesto maschilista ha voluto cambiare la parola “giornata” con la parola “festa”… facendo da un punto di vista decadere il valore politico, civile e morale di tale ricorrenza e dando alla stessa un mero sapore consumistico.
Cosa c’è da festeggiare l’otto marzo di ogni anno? … decisamente niente: chi festeggia qualcosa in questo giorno nel nome della donna… è nient’altro che un disonesto.
L’otto marzo, ricordiamolo, non è una “festa” bensì è una “giornata” e le “giornate” non sono altro che delle pause per riflettere su qualcosa e quel qualcosa non sempre è accompagnato da un bel ricordo.
Nel caso della “giornata della donna”, ovvero dell’otto marzo, la pausa che le protagoniste, assieme ai rispettivi partner con cui convivono non sempre brillantemente sul pianeta terra, è la condizione femministe stessa: di ieri, di oggi e di domani.
La donna, e lo dico da uomo (chiedendo scusa alla mia metà), ha pagato un prezzo enorme, disumano… per garantire all’intera Umanità di raggiungere, più o meno felicemente, il fatidico Terzo Millennio… ricevendo in cambio (dall’altro sesso) offese, umiliazioni, mutilazioni nel fisico e nello spirito.
Persino la Chiesa, quell’istituzione che la venera come madre del dio vivente, da organizzazione maschilista qual è nata e quale s’è sviluppata nei secoli, non ci ha pensato due volte ad indicarla come il simbolo di tutti i mali terreni e l’anticamera dei gironi infernali.
La donna, non dimentichiamolo, per la chiesa di Roma non può che essere una strega… tranne che non decida di rinnegare la propria natura (quella che Dio dopotutto le ha dato) e preferisca all’amore (sesso) ed alla procreazione… la morte.
Yara Gambirasio come Maria Goretti: un esempio per tutte e per tutti.
Abbiamo più volte sentito in televisione in questi ultimi giorni tali assurde farneticazioni tra l’altro riprese e commentate alcuni siti gestiti da maschi (maschilisti) in gonnella.
L’otto marzo sono rientrato dal lavoro senza nulla in mano.
Mia moglie mi ha detto: “… neanche un ramoscello di mimosa?”.
… proprio così: neanche un ramoscello di mimosa.
Decisamente non me la sono sentita e le ho spiegato il perché: un regalo, seppur banale, seppur limitato ad un semplice ramoscello di mimosa datoglielo accompagnato da un augurio del tipo “buona festa della donna”... equivaleva ad offendere in modo malvagio non solo lei ma tutte le donne del mondo… incluso quella donna al mondo che mi ha messo, mi ha allevato e mi ha portato ad essere quello che sono… ed a cui, per questo, sarò sempre grato.
La “giornata della donna” è nata per ricordare un fatto di morte.
*     *     *
Le origini della festa dell'8 Marzo risalgono al lontano 1908, quando, pochi giorni prima di questa data, a New York, le operaie dell'industria tessile Cotton scioperarono per protestare contro le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni, finché l'8 marzo il proprietario Mr. Johnson, bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire. Allo stabilimento venne appiccato il fuoco e le 129 operaie prigioniere all'interno morirono arse dalle fiamme. Successivamente questa data venne proposta come giornata di lotta internazionale, a favore delle donne, da Rosa Luxemburg, proprio in ricordo della tragedia.
*     *     *
La “giornata della donna” è una pausa per riflettere… riflettere chiedendoci cosa è cambiato dal 1908 nei rapporti tra gli uomini e le donne.
Chiediamocelo! … chiediamoci se la chiesa di Roma finalmente ha capito che la donna è l’altra metà del genere umano.
Chiediamoci se la donna ha finalmente trovato il suo giusto spazio e ruolo nella società odierna.
Chiediamoci…

… chiediamoci come mai ancora oggi dobbiamo sentire notizie come quelle relative a Sarah Scazzi, a Yara Gambirasio, a Maricica Hahainu, alle gemelline Alessia e Livia Schepp e poi, da uomini, chiediamo scusa a tutte le donne del mondo.
Chiediamo scusa alle donne di ieri, alle donne di oggi ed alle donne di domani.
Un caro abbraccio a tutte le donne del mondo.
… questo è il mio piccolo povero ramoscello di mimosa che dedico a loro: a mia nonna (che da tempo non è più tra noi) a mia madre, a mia moglie, a mia sorella, a mia cugina Concetta Rende (morta pochi giorni addietro ad appena 53 anni di vita), alle mie colleghe di lavoro, alle mie amiche... alle donne della mia vita.
*     *     *
… un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
… /pace!

sabato 26 febbraio 2011

"Chiamami ancora amore" di Roberto Vecchioni? ... sarà!

... che buffo: dicono tutti che la canzone che Vecchioni ha presentato al Festival di San Remo edizione 2011 (vincendolo, "mi si consenta", con scarsi meriti) sia una canzone d'amore e di riconoscimento del valore della propria compagna... ed io invece leggo tra le righe della stessa solo un attacco politico goffamente mimetizzato.
Non ci credete? ... leggete le parole che riporto di seguito (ovviamente si tratta del testo della canzone).
*     *     *
E per la barca che è volata in cielo
che i bimbi ancora stavano a giocare
che gli avrei regalato il mare intero
pur di vedermeli arrivare

Per il poeta che non può cantare
per l’operaio che ha perso il suo lavoro
per chi ha vent’anni e se ne sta a morire
in un deserto come in un porcile
e per tutti i ragazzi e le ragazze
che difendono un libro, un libro vero
così belli a gridare nelle piazze
perché stanno uccidendoci il pensiero

per il bastardo che sta sempre al sole
per il vigliacco che nasconde il cuore
per la nostra memoria gettata al vento
da questi signori del dolore

(omissis ritornello)

Che questa maledetta notte
dovrà pur finire
perché la riempiremo noi da qui
di musica e di parole

(omissis ritornello)

In questo disperato sogno
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
anche restasse un solo uomo

(omissis ritornello)

Perché le idee sono come farfalle
che non puoi togliergli le ali
perché le idee sono come le stelle
che non le spengono i temporali
perché le idee sono voci di madre
che credevano di avere perso
e sono come il sorriso di Dio
in questo sputo di universo

(omissis ritornello)

Che questa maledetta notte
dovrà pur finire
perché la riempiremo noi da qui
di musica e parole

(omissis ritornello)

Continua a scrivere la vita
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
che è così vera in ogni uomo

(omissis ritornello)

Che questa maledetta notte
dovrà pur finire
perché la riempiremo noi da qui
di musica e parole

(omissis ritornello)

In questo disperato sogno
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
anche restasse un solo uomo

(omissis ritornello)
*     *     *
... in altri tempi una canzone di questo tipo non sarebbe neanche stata ammessa al Festival di San Remo.
In altri tempi hanno censurato anche canzoni come "Papaveri e papere" o "Vola colomba".
... ma oggi sono... altri tempi?
Comunque non posso fare a meno di dire grazie ad Roberto Vecchioni (al professore) che dall’alto della sua cattedra ci insegna ancora ad essere uomini, ad essere… Italiani.
… in tanti si sono presentati sul palco dell’Ariston di San Remo… a presentare canzonette senza senso. La canzone di Vecchioni ha senso e coraggio.
... un abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace!

domenica 6 febbraio 2011

Pietro Aloise... un Sanfilese nella Roma (culturalmente parlando) caput mundi.

Anche se noi sanfilesi ce ne rendiamo sempre meno conto… c’è una San Fili (ovvero dei Sanfilesi con la S maiuscola) che fa onore alla sua San Fili.
E’ questa una San Fili, spesso sparsa per il mondo (… i figli migliori d’una determinata terra difficilmente trovano spazio nel proprio paese natio), che non solo lavoro ma anche e soprattutto… produce e… produce cultura.
Sono questi dei poeti, degli scrittori (romanzieri, saggisti ecc.), dei pittori, dei registi e chi più ne ha più ne metta.
La domanda sorge spontanea: come mai questa San Fili (la San Fili degna d’essere vissuta e raccontata e non la San Fili che ci propinano con cadenza ormai quasi settimanale i quotidiani locali) non riesce ad avere la meglio sulla San Fili traffichiera di bettolana memoria e a vari livelli delinquenziale?
Un esempio della San Fili per bene? … Pietro Aloise.
A Pietro Aloise è dedicato questo post.
*     *     *
Pietro Aloise.
*     *     *
Il frontespizio della Rac-
colta di poesie "Pasqua è
sulu na festa?" di Pietro
Aloise.
Pietro Aloise è nato il 19 Giugno 1943 a Bucita, la storica frazione di San Fili.
Attualmente vive a Roma.
Ha pubblicato nel 1990 la prima raccolta di poesie "LE TRAPPOLE DELLA NOSTALGIA" con preefazione di Renato Minore e Renzo Paris aggiudicandosi come migliore opera prima il premio Città di Tropea Brutium e successivamente il premio Alessandro Pinto a Palinuro.
Nel 1993 pubblica "L'AMORE COMUNQUE" con prefazione di Walter Pedullà.
Nel 1999 pubblica una silloge in dialetto calabrese "JURI CA NUN SI SCIPPANU" che gli ha permesso di vincere il premio Emilio Argiroffi (inserito nell'ambito del Rhegium Julii), come miglior poeta calabrese.
Nel 2003 pubblica "INSOSTENIBILI TREMORI" con prefazione di Lucio Dalla e Sergio Valzania; con questa raccolta è stato finalista del Premio Letterario Anguillara Sabazia Città d'Arte.

L'8 luglio 2005 per la lirica in vernacolo "Si pàtrimma è statu 'nu filibùsta" è stato finalista del premio Nicola Giunta 2004 patrocinato dal Centro Culturale Rhegium Julii, ed ha ricevuto il premio speciale Giuseppe Morabito.
Il 17 Settembre 2005 nell'ambito del Premio Letterario Anguillara Sabazia Città d'Arte, con la poesia "Ho attraversato molte stagioni" ha vinto la Coppa Comune di Anguillara.
Nel 2006 pubblica la raccolta di poesie in dialetto calabrese "PASQUA E' SULU 'NA FESTA?" prefazione di Antonio Piromalli e Roberto Roversi e con nota di lettura di Francesco De Gregori; a questa raccolta, è stato assegnato il premio Nicola Giunta patrocinato dal Centro Culturale Rhegium Julii, e il Premio speciale della giuria di Camaiore 2006; inoltre, il 30 settembre ha ricevuto il Premio Presidenza Archè Anguillara Sabazia città d'arte.

Il 2 dicembre, presso la Casa della Cultura Leonida Rèpaci, ha ricevuto una menzione speciale della giuria per la XII edizione del premio Palmi.
Il frontespizio della Rac-
colta di poesie "Corri
poeta corri" di Pietro
Aloise.
Nel 2007 pubblica "CORRI POETA CORRI" con prefazione di Giampaolo Rugarli e Giovanna Marini e una nota di lettura di Vincenzo Mollica; con questa raccolta è stato finalista nel 2009 del XXI Premio Nazionale di poesia Sandro Penna a Città della Pieve.
E' stato ospite di vari programmi culturali su Radio l e Radio 2.
Molti critici letterari (Mario Luzi, Walter Pedullà, Valerio Magrelli, Roberto Roversi, Dante Maffia, Dario Bellezza, Renato Minore, GiuseRpe Neri, Giampaolo Rugarli, Antonio Spinosa, Walter Mauro, Elena Clementelli, Giuseppe Marchetti, Giuseppe Bova, Santino Salerno, Antonio Piromalli, Paolo Ruffilli, Luigi Reina, Sergio Valzania, Davide Rondoni, etc.), hanno espresso giudizi positivi della sua poesia e molti di questi, hanno recensito le sue raccolte.
Come autore di canzoni ha partecipato nel 1971 alla finale di Canzonissima, nel 1974 al Disco per l'Estate, nel 1976 al Festivalbar, nel 1997 al Festival di S. Remo.
Per oltre venti anni si è occupato di promozione discografica per artisti come Lucio Dalla, Francesco De Gregori, Ron, Mimmo Locasciulli, Giovanna Marini, Enrico Ruggeri, Ambrogio Sparagna, OmelIa Vanoni, Tosca - Amore disperato, Dracula, Antonello Venditti, Gino Paoli, Renato Zero, Renzo Arbore, Anna Oxa, Gianni Morandi, Luca Carboni, Giorgia, Samuele Bersani, Angela Baraldi, Mike Francis, Mario Castelnuovo, Mariella Nava, etc..
Come consulente musicale ha lavorato per dieci anni con Radio 1-2 e filodiffusione della Rai partecipando a numerosi programmi.
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… e sicuramente non è poco.
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… un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.

… /pace.