… in tempo di crisi, si sa (o quantomeno si dovrebbe sapere), avere un lavoro “garantito” dovrebbe essere considerato un dono venutoci dal Signore e di cui dovremmo essere grati al Signore.
Purtroppo per tutti non è così… alcuni (e pure “alcune”) meritano la “crisi” e meriterebbero di morire di fame anche quando pane sulla tavola ce n’è in abbondanza.
… sabato 28 maggio 2011 mi sono recato, accompagnato dalla mia dolce metà, per fare un po’ di spesa, al centro commerciale “Metropolis” di Rende (CS).
… la spesa era prettamente a base alimentare e quindi la cosa più logica era entrare nell’area gestita dalla società (?) Iperspar.
Non è la prima volta che faccio la spesa all’Iperspar del centro commerciale “Metropolis” di Rende (CS) e raramente (ma sicuramente “non mai”), come in quest’occasione, nel camminare nella zona ortofrutta ho “subito” quel nauseante odore di frutta o verdura andata a male.
Altre volte ho visto pioverci sopra… ma questa è un’altra storia. Così come un’altra storia è quella che voglio raccontarvi in quest’occasione.
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Finito di riempire il carrello (di ben poco, se si considera che per tre quarti la capienza dello stesso era stata occupata da bottiglie di acqua minerale… ben sei casse), finalmente siamo arrivati al fatidico punto della fila alle casse. Decidemmo per la cassa n. 7… sembrava la più allettante (chi c’era prima di noi aveva pochissima roba da pagare e quindi il tutto si sarebbe svolto nel giro di pochissimi minuti).
Quindi (lo dico con la speranza che qualche amministratore dell’Iperspar del centro commerciale “Metropolis” di Rende - CS - sciaguratamente s’imbattesse in questo mio scritto): sabato 28 maggio 2011, ore 19 e 59, scontrino n. 231, cassiera… sicuramente deficiente (o è deficiente semplicemente chi le ha impartito determinate istruzioni?).
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Dietro di me e mia moglie, a fare la fila, c’era un anziano signore con due o tre buste di frutta (tra l’altro di frutta certamente non a buon mercato, a vederne in trasparenza, nelle buste, la natura) in mano. Mi venne, educatamente e civilmente, logico farlo passare avanti, visto che ancora l’inserviente (mi sembra decisamente sprecato qualificarla “cassiera”) seduta alla cassa ancora non aveva iniziato a conteggiare la roba che io e mia moglie ci si apprestava a pagare.
… non l’avessi mai fatto… e non perché quell’anziano signore non meritasse di passare avanti… ma semplicemente perché quell’anziano signore non meritava di scontrarsi con la scorbutiche ria di quell’inserviente seduta alla cassa.
Finito di pagare la roba, quel signore si trovò a chiedere alla cassiera (?) se gentilmente poteva dargli una busta in cui riporre parte della roba acquistata…
… nun si fuassi mai permessu! … una busta? … dover fare uno scontrino per una busta (del costo di 10 centesimi)? … ma stiamo scherzando? … l’inserviente aveva avuto istruzioni chiare dall’amministrazione dell’Iperspar: le buste di plastica non andavano sprecate ed andavano contabilizzate dalla prima all’ultima.
… quell’anziano signore, sicuramente più incavolato che mortificato, prese la sua roba senza neanche salutare (eppure anche le bestie, uscendo da una stalla, meritano un saluto… ma quell’inserviente presumibilmente era meno che una bestia) e lasciò l’Iperspar senza neanche dar confidenza ulteriore alla sua interlocutrice… che mossa forse da un sentimento a lei poco consono aveva preso una busta e gliela aveva offerta… a tal punto (spero) gratis.
Inutile dire che personalmente credo che difficilmente quell’anziano signore, per una questione di principio (10 centesimi… valgono “una questione di principio”) almeno per un bel po’ di tempo eviterà di fare la spesa all’Iperspar del centro commerciale “Metropolis” di Rende (CS).
Alla fine quei 10 centesimi, credo, costeranno tantissimo non solo all’amministrazione di tale azienda ma anche e soprattutto ai dipendenti di tale azienda: meno soldi in entrata… più rischio di licenziamenti tra il personale.
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… è finita così? … magari!
… venne il turno di mia moglie e di me.
… messa quasi tutta la roba nelle buste e pagato il conto (… non l’avessi mai fatto!) ci apprendemmo lasciare la cassa quando, il diavolo ci mette sempre e comunque lo zampino, una di quelle stupide e fragili buste si strappò lateralmente facendo cadere, per fortuna sulla cassa, la merce in essa contenuta.
Inutile dire che chiedemmo una busta a quella sottospecie di bestia d’inserviente che subito la stessa, malgrado ci dette la busta (… tremate, gente… gratis!) in sostituzione di quella rotta, non ci pensò due volte a richiamare mia moglie sul come avesse stupidamente… eccessivamente e maldestramente riempito la busta precedente.
… domanda: ma sta cassiera… cc’eni o cce fani?
Possibile che nessuno le abbia mai spiegato che se il cliente decide di cambiare supermercato (specie oggi che nella provincia di Cosenza supermercati ce ne sono ad ogni angolo di strada) lei ha finito di far pagare 10 centesimi una busta ai clienti dell’Iperspar del centro commerciale di Rende (CS)?
… il cliente nel momento in cui acquista qualcosa in un determinato punto vendita… fa un piacere a quel determinato punto vendita e non il contrario. Non è il punto vendita a fare il piacere al cliente.
… qualcuno lo dica a quell’inserviente… che una busta… si può anche “gentilmente” regalare (dopotutto quella busta - quei 10 centesimi - il cliente l’ha già strapagata facendo la spesa).
… con la speranza che l’Iperspar del centro commerciale “Metropolis” di Rende (CS) non diventi quanto prima come l’AIDS: chi lo conosce… lo evita. Anche perché in tale supermercato, oltre a quell’inserviente, lavorano tantissime bravissime cassiere che non meritano di rischiare, per una scema, il proprio posto di lavoro.
Quindi (lo ripeto con la speranza che qualche amministratore dell’Iperspar del centro commerciale “Metropolis” di Rende - CS - sciaguratamente s’imbattesse in questo mio scritto): sabato 28 maggio 2011, ore 19 e 59, scontrino n. 231, cassiera… sicuramente deficiente (o è deficiente semplicemente chi le ha impartito determinate istruzioni?).
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… un caro abbraccio dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
… /pace!
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