L’otto marzo? … “giornata della donna”!
Stranamente, ma poi neanche tanto strano dopotutto, da qualche decennio a questa parte qualche disonesto maschilista ha voluto cambiare la parola “giornata” con la parola “festa”… facendo da un punto di vista decadere il valore politico, civile e morale di tale ricorrenza e dando alla stessa un mero sapore consumistico.
Cosa c’è da festeggiare l’otto marzo di ogni anno? … decisamente niente: chi festeggia qualcosa in questo giorno nel nome della donna… è nient’altro che un disonesto.
L’otto marzo, ricordiamolo, non è una “festa” bensì è una “giornata” e le “giornate” non sono altro che delle pause per riflettere su qualcosa e quel qualcosa non sempre è accompagnato da un bel ricordo.
Nel caso della “giornata della donna”, ovvero dell’otto marzo, la pausa che le protagoniste, assieme ai rispettivi partner con cui convivono non sempre brillantemente sul pianeta terra, è la condizione femministe stessa: di ieri, di oggi e di domani.
La donna, e lo dico da uomo (chiedendo scusa alla mia metà), ha pagato un prezzo enorme, disumano… per garantire all’intera Umanità di raggiungere, più o meno felicemente, il fatidico Terzo Millennio… ricevendo in cambio (dall’altro sesso) offese, umiliazioni, mutilazioni nel fisico e nello spirito.
Persino la Chiesa, quell’istituzione che la venera come madre del dio vivente, da organizzazione maschilista qual è nata e quale s’è sviluppata nei secoli, non ci ha pensato due volte ad indicarla come il simbolo di tutti i mali terreni e l’anticamera dei gironi infernali.
La donna, non dimentichiamolo, per la chiesa di Roma non può che essere una strega… tranne che non decida di rinnegare la propria natura (quella che Dio dopotutto le ha dato) e preferisca all’amore (sesso) ed alla procreazione… la morte.
Yara Gambirasio come Maria Goretti: un esempio per tutte e per tutti.
Abbiamo più volte sentito in televisione in questi ultimi giorni tali assurde farneticazioni tra l’altro riprese e commentate alcuni siti gestiti da maschi (maschilisti) in gonnella.
L’otto marzo sono rientrato dal lavoro senza nulla in mano.
Mia moglie mi ha detto: “… neanche un ramoscello di mimosa?”.
… proprio così: neanche un ramoscello di mimosa.
Decisamente non me la sono sentita e le ho spiegato il perché: un regalo, seppur banale, seppur limitato ad un semplice ramoscello di mimosa datoglielo accompagnato da un augurio del tipo “buona festa della donna”... equivaleva ad offendere in modo malvagio non solo lei ma tutte le donne del mondo… incluso quella donna al mondo che mi ha messo, mi ha allevato e mi ha portato ad essere quello che sono… ed a cui, per questo, sarò sempre grato.
La “giornata della donna” è nata per ricordare un fatto di morte.
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Le origini della festa dell'8 Marzo risalgono al lontano 1908, quando, pochi giorni prima di questa data, a New York, le operaie dell'industria tessile Cotton scioperarono per protestare contro le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni, finché l'8 marzo il proprietario Mr. Johnson, bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire. Allo stabilimento venne appiccato il fuoco e le 129 operaie prigioniere all'interno morirono arse dalle fiamme. Successivamente questa data venne proposta come giornata di lotta internazionale, a favore delle donne, da Rosa Luxemburg, proprio in ricordo della tragedia.
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La “giornata della donna” è una pausa per riflettere… riflettere chiedendoci cosa è cambiato dal 1908 nei rapporti tra gli uomini e le donne.
Chiediamocelo! … chiediamoci se la chiesa di Roma finalmente ha capito che la donna è l’altra metà del genere umano.
Chiediamoci se la donna ha finalmente trovato il suo giusto spazio e ruolo nella società odierna.
Chiediamoci…
… chiediamoci come mai ancora oggi dobbiamo sentire notizie come quelle relative a Sarah Scazzi, a Yara Gambirasio, a Maricica Hahainu, alle gemelline Alessia e Livia Schepp e poi, da uomini, chiediamo scusa a tutte le donne del mondo.
Chiediamo scusa alle donne di ieri, alle donne di oggi ed alle donne di domani.
Un caro abbraccio a tutte le donne del mondo.
… questo è il mio piccolo povero ramoscello di mimosa che dedico a loro: a mia nonna (che da tempo non è più tra noi) a mia madre, a mia moglie, a mia sorella, a mia cugina Concetta Rende (morta pochi giorni addietro ad appena 53 anni di vita), alle mie colleghe di lavoro, alle mie amiche... alle donne della mia vita.
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… un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
… /pace!
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