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mercoledì 22 giugno 2011

San Fili: quando le scritte murarie raccontano la storia d'una comunità... venti anni dopo (2).


Corso XX Settembre a San Fili è sempre, per quanto riguarda le scritte murarie e similari, un libro aperto… decisamente free (n.d’a.: gratis).
Come tutte o quasi le cose free ovviamente lascia tanto a desiderare sia nella qualità dei materiali utilizzati per tale pubblicazione e sia nella qualità dei contenuti letterari.
Se durante il periodo fascista si scriveva solo sui muri e possibilmente sulle facciate delle abitazioni più importanti e soprattutto più in vista del paese… oggi si scrive su tutto ciò che da’ la possibilità ai grafomani murali sanfilesi… di scriverci sopra.
Alla faccia della decenza urbana si scrive (e non solo si scrive… per gli analfabeti si disegna pure… e non vi dico cosa si disegna) sulle panchine, sui tronchi degli alberi (alla faccia degli ambientalisti e di quanti continuano a denunciare, si fa per dire, il degrado in cui è caduto il nostro paesino), sui pali dei lampioni della luce pubblica, sull’asfalto stradale e chi più ne ha più ne metta.
Si scrive utilizzando bombolette di vernice, taglierini o semplici pennarelli indelebili. Si scrive in modalità monocromatica e, anche su questo fronte i grafomani (imbrattatori?) locali si sono evoluti, persino in modalità policromatica.
Le scritte odierne, lungo corso XX Settembre a San Fili, iniziano ancor prima che inizi corso XX Settembre. La prima in cui c’imbattiamo, infatti, è non solo passata l’antica località Airella ma persino il famoso forno elettrico dell’indimenticato Guido Perri. Sul marciapiede che porta dritto dritto “aru pont’u zu ‘Ndria” a dare il benvenuto a coloro che, venendo da Cosenza, troviamo, tra l’altro in azzurro, la scritta “Amici amici esauriti dalle notti felici di vizi”. Non vorrei che prima di scrivere ciò l’autore si sia fatto una canna. Il senso della frase, comunque, sembra lasci ben pochi dubbi in merito.
Cosa si scrive oggi sui muri degli edifici che si affacciano su corso XX Settembre a San Fili? … frasi, concetti o semplici parole senza senso, almeno secondo l’interpretazione di qualcuno come colui che firma quest’articolo, che un senso l’ha sempre cercato, o quantomeno ha provato a cercarlo, nella scrittura e nella grafica.
Un esempio? ... sulle panchine poste nella bambinopoli o nella villetta in prossimità della bambinopoli stessa leggiamo: “i puffi” (e questa scritta quasi quasi ci sta pure bene… siamo per lo meno in tema con la presenza dei bambini), “sa puttana”, “suca”, “ti amo”, “ti amo cucciola” e “tu fa schifo” (queste ultime cinque scritte mi sembrano un po’ fuori luogo).
Si leggono anche alcuni nomi sia di maschi che di femmine (che per un discorso di privacy non vorrei riportare su questo articolo) o delle semplici formule algebriche (sicuramente le iniziali di qualche innamorato altrettanto sicuramente non condiviso dall’altra parte) del tipo “A+K”.
Una più impegnativa e completa formula geometrica la ritroviamo su un muro lungo un vicoletto che collega via Rinacchio con corso XX Settembre (nei pressi del vecchio sito del locale rifornimento di benzina): “E**A+K***A=UNITI PER SEMPRE”.
Di fronte alla bambinopoli, sull’altro lato della strada, c’è lo storico “abbiveratoio” con a fianco  una panchina. Ovviamente anche questa panchina non poteva sfuggire ai nostri “autori”. Sulla stessa leggiamo, vero urlo nel silenzio, un terribile grido d’aiuto: “M****a ti prego - ritorniamo amici”… in effetti una rottura come questa non ce l’aspettavamo neanche noi. Speriamo che M****a abbia messo una pietra sopra sul passato tra lei ed il giovane innamorato (?) e che quest’ultimo non sia stato succube di qualche brutto e stupido pensiero autolesionista.
Dall’altro lato dell’abbiveratoio, contrapposto cioè alla citata panchina, una scritta, un po’ datata, si legge direttamente sul muro in pietra: “C***y ti voglio bene”. Che tenero e diretto poeta (o… che tenera e diretta poetessa?).
Qualche centinaio di metri più avanti, allo svincolo che mi porta in località Colombrello, una dubbia scritta colpisce il mio innocente sguardo: “fuck you”. Come rimpiango di non aver studiato in modo accettabile l’inglese ai tempi della scuola… chissà cosa significa tale scritta e chissà, se significa ciò che ipotizzo, a chi era rivolta.
Oggi, quasi sicuramente, l’autore se s’imbattesse in questo mio scritto… la rivolgerebbe di cuore a me.
L’amante de “i puffi” ritorna con la sua passione verso certi personaggi della fantasia con il nome di un altro eroe dei fumetti e dei cartoons. Su una facciata dell’abitazione che fu dell’indimenticabile prof. Raffaele Perri (larghetto adiacente piazza Rinacchio) compare infatti, in azzurro e ciclopica, la scritta “Snoopy”.
Arriviamo, salendo salendo, in piazza Madonnina (una delle poche piazze che, per fortuna, ancora i nostri Amministratori non si sono decisi ad intitolare a nessuno dei nostri completamente sconosciuti - per loro e per i posteri - paesani passati a miglior vita… un danno in meno alla storia della nostra Comunità).
Qui, a farla da padroni, continuano ad essere le scritte sulle panchine. Sullo schienale di una panchina si legge: “a vita è nu biscottu - se piove si scioglie - ps: seguite il mio consiglio”. Inutile dire che siamo decisamente in tempo di crisi economica, oltre che linguistica, e a darci conferma di ciò che stiamo passando oltre al ministro dell’economia GiulioTremonti sembra voglia ricordarcelo anche tale scritta. Una volta, se non ricordo male, infatti la vita non era “nu biscottu” ma “na brioscia”.
Ciò che non si capisce, comunque, in tale scritta è… quale sarebbe il consiglio che dovremmo seguire. Speriamo che l’autore del messaggio leggendo quest’articolo ci faccia la grazia d’illuminarci in merito.
S’una panchina a fianco si legge: “spugna” e “douglas”… no comment!
(continua).
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… un caro abbraccio dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
… /pace.

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