In questi giorni, dopo venti anni dal momento in cui ho pubblicato l’articolo “San Fili: quando le scritte sui muri raccontano la storia d’una comunità” (n.d’a..: vedasi il Notiziario Sanfilese del mese di Maggio 2011) ho voluto ripercorrere corso XX Settembre con l’intento, tutt’altro che celato, di vedere cos’era cambiato, in questo lungo lasso di tempo, appunto nelle scritte sui muri e non solo… lungo il corso principale del nostro amato odiato paesino.
Mentre venti anni addietro non avevo un canovaccio da rispettare per il succitato articolo ma solo un’idea che mi frullava da più tempo maledettamente in testa, questa volta sapevo cosa volevo e, soprattutto, dove volevo andare a parare.
Le domande, cui avrei dovuto rispondere con questo nuovo articolo (vero e proprio sequel di quello pubblicato nel 1990) erano diverse: le scritte dell’epoca, erano sopravvissute all’incuria del tempo ed all’inciviltà (parlando di rispetto della storia) degli abitanti di San Fili? … sono comparse altre scritte sui muri lungo corso XX Settembre? … le nuove scritte, che di fatto dovrebbero rispecchiare l’attuale società sanfilese, hanno un contenuto ben specifico con specifiche finalità? … esempio: politico, culturale, puramente trasgressivo ecc.? … in poche parole: come si è evoluta la società sanfilese, dal punto di vista delle scritte murarie, in questi ultimi venti anni?
Diciamo innanzitutto che le nuove generazioni non scrivono più solo sui muri delle abitazioni poste lungo corso XX Settembre a San Fili. Oggi si scrive anche sull’asfalto stradale, sui marciapiedi, sulle panchine, sulle fontane pubbliche, sui tronchi degli alberi e chi più ne ha più ne metta.
Strano a dirsi… si salvano i monumenti. Nessuna scritta infatti compare, speriamo ancora per tantissimo tempo, sul piedistallo del monumento ai caduti in piazza san Giovanni o sul piedistallo del monumento a san Francesco di Paola in piazza Francesco Cesario (di fronte alla nuova caserma dei Carabinieri del paese).
Per quanto riguarda le storiche scritte, quelle già incontrate venti anni orsono (ovvero nel primo articolo relativo alle scritte murarie) qualcuna si è salvata (sia dall’incuria del tempo che dal vandalismo dei restauratori di case) come ad esempio quella, legata al ventennio fascista (1923 / 1943) in piazza san Giovanni: “Non si può esaltare il sacrificio di ieri se non si è pronti a quello di domani”.
Di tale periodo, sempre nei pressi di piazza san Giovanni, qualcuna tra le storiche scritte murarie del ventennio fascista ha perso qualche importantissima lettera (come la scritta “Sostare è retrocedere” diventata “Sostare retrocedere” ovvero tramutata da una affermazione filosofica in una semplice indicazione stradale… tra l’altro errata e quindi incomprensibile) se non ha perso parte della frase stessa (come il caso della scritta nei pressi della macelleria dell’amico Pietro Carpanzano che della storica affermazione “Chi si ferma è perduto” oggi si legge solo “Perduto”… senza possibilità d’appello… come il nostro paesino sempre più senza futuro).
Sono diventate illeggibili le scritte DUX su alcuni edifici gentilizi, di fatto e quasi di nome, così come sono diventati illeggibili altre scritte, magari decisamente meno artistiche, quali “Abbasso il re” o “chi non lavora non mangia”. Forse perché il re non ci fa più paura e forse perché oggi… anche chi, a San Fili ed in gran parte del Vecchio Continente, lavora (ad avercelo un lavoro) rischia ormai di non mangiare più.
Ed è sparita, grazie comunque ad una apparentemente stupenda ristrutturazione, la scritta in inglese che si leggeva all’inizio della scesa verso via cozzo di Iorio (ingresso dalla parte del semaforo sito davanti alla casa dei Cesario a san Giovanni). Quindi… addio alla scritta “You'll never walk alone” firmato “Eagles Lazio”. E addio anche alle scritte poliglotte dei grafomani murali di corso XX Settembre a San Fili.
I grafomani murali che ci tengono aggiornati, in questi ultimi anni, tramite i loro gazebao lungo corso XX Settembre a San Fili si può dire che scrivono… così come scrivono tramite sms (ossia in modo criptato e per soli addetti ai lavori) o come scrivono sul social network Facebook (… italiano corretto? ... meglio non parlarne… visto che ne parlano decisamente poco e sempre meno persino nelle aule scolastiche dove ormai tutto si fa tranne che insegnare a scrivere, a leggere e a fare dei conti… parlano i fatti… e persino le scritte murarie!).
Niente scritte politiche né tantomeno scritte sensate, se si escludono, per quanto riguarda il secondo punto, le scritte hard (più che hard… direi semplicemente stupide e volgari) e le scritte dirette alla propria amata (che, speriamo, capisca finalmente il messaggio e convinca il proprio spasimante a sostituire le sue scritte con un bellissimo mazzo di rose rosse… materiale tra l’altro biodegradabile e che quindi rispetta non solo la vista e l’olfatto ma anche e soprattutto l’ambiente).
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Un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
… /pace!
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