SAN FILI BY PIETRO PERRI BLOG: Chin'ha vrusciatu l'acqua aru mulinu de Filibertu a Vucita?

A chi non ha il coraggio di firmarsi ma non si vergogna di offendere anche a chi non (?) lo merita.

Eventuali commenti a post di questo blog non verranno pubblicati sia se offensivi per l'opinione pubblica e sia se non sottoscritti dai relativi autori. Se non avete il coraggio di firmarvi e quindi di rendervi civilmente rintracciabili... siete pregati di tesorizzare il vostro prezioso tempo in modo più intelligente (se vi sforzate un pochino magari per sbaglio ci riuscirete pure).
* * *
Ricordo ad ogni buon file l'indirizzo di posta elettronica legata a questo sito/blog: pietroperri@sanfili.net

martedì 23 agosto 2022

Chin'ha vrusciatu l'acqua aru mulinu de Filibertu a Vucita?



(Foto a sinistra) San Fili - Frazione Bucita: i resti del mulino di Filiberto. Il mulino seppur ricordato da tanti come "u mulin'e Filibertu" in quanto questi ne è stato il gestore fino alla definitiva chiusura in effetti era di proprietà di Biagio de Lio detto "veramente". Filiberto Napolitano in ogni caso era genero di Biagio de Lio. Attualmente a gestire i resti di tale mulino è della l'amico Pietro Cribari di San Fili. Da sottolineare che la madre di Pietro Cribari era figlia di Biagio de Lio. Si ringrazia per parte di tali informazioni l'amico Tarcisio Cavaliere della frazione Bucita.

Foto Pietro Perri.

*     *     *

Se l'Olanda, più che per i tulipani, è diventata famosa in tutto il mondo per i suoi caratteristici mulini a vento, a pieno titolo San Fili potrebbe diventare altrettanto famoso per i suoi mulini ad acqua.

Non solo lungo il torrente Emoli ma anche nei pressi dei corsi d'acqua della frazione Bucita si possono ancora ammirare i resti dei mulini ad acqua che imperavano sull'intero territorio sanfilese.

Tutti ancora riportanti i nomi degli antichi proprietari o gestori di tali mulini (Custantinu, Filibertu, Crispini ecc.) e solo in pochissimi casi nomi legati a fantastici racconti di cui si è ormai persa ogni traccia nella memoria dei sanfilesi (u mulinu de fate).

Tra l'altro una zona di San Fili indicata agli avventori con più nomi ("u Curciu 'e Catalanu", "la villa degli emigranti", "a scis'e jumiceddre" ecc.), tra gli stessi annovera quello de "u chianu di mulini" (ad evidenziare la notevole presenza di un tempo di tali fabbricati produttivi nella zona medesima).

Ma la domanda base di quest'articolo è la seguente: come mai non si valorizza adeguatamente questo patrimonio storico del nostro paesino?

O più precisamente: come mai i mulini di San Fili, in ogni senso, non lavorano più?

O, ancor meglio: chine ha vrusciatu l'acqua ari mulini 'e Santu Fili?

Proprio così, perché volenti o nolenti, non ci si può non accorgerci, e magari far finta di niente, che acqua ai mulini (necessaria a dar vita all'ingranaggio che faceva muovere le grosse ruote in pietra che avrebbero trasformato il grano in farina) ormai non ce ne arriva da tantissimo tempo.

Una domanda questa che più volte mi ero posto da fanciullo, specie quando (presumibilmente non raggiungevo l'età dei sei anni) qualche scellerato molto più grande di me davanti al bar dell'amico Gigetto Sammarco, richiamando l'attenzione di tanti suoi coetanei, mi accusava senza ritegno d'avermi visto "vrusciare l'acqua aru mulinu 'e Filibertu a Vucita".

Inutile dire che io non c'entravo niente (e non c'entravo niente davvero), ad uno ad uno più d'una persona finiva per giurare d'avermi visto nei pressi del mulino di Bucita (un mulino di cui io, tra l'altro, ignoravo persino l'esistenza).

Qualche tempo dopo, non so per quale ricorrenza religiosa (forse per l'Addolorata, o per san Biagio o per santa Lucia) mi capitò d'andare con i miei a piedi alla frazione. Non so se fosse stata mia madre o se fosse stato mio padre ad indicarmi quello che un tempo fu il mitico mulino ad acqua di Filiberto.

Guardai nel canale... ed effettivamente acqua all'interno non ne scorreva: qualcuno, ma ve l'assicuro non sono stato io, aveva effettivamente "vrusciatu l'acqua aru mulinu"!

Che azione ignobile, che danno per l'intera comunità: perché qualcuno s'è divertito a fare ciò? Perché i carabinieri all'epoca non hanno fatto doverose indagini in merito? Perché questo lestofante doveva farla franca e perché innocenti come il sottoscritto dovevano essere accusati senza ragione d'una azione tanto vile?

Ne sono passati anni da quel triste giorno. Eppure ancora oggi nel rivedere di tanto in tanto il volto del mio primo accusatore, non posso fare a meno di provare un po' di disgusto nei suoi confronti.

Sarebbe bello che i mulini di San Fili tornassero in vita, che l'acqua tornasse a far muovere i loro magici ingranaggi. Sarebbe bello e, a parere di un ignorante in materia, potrebbe essere un modo come un altro per rilanciare turisticamente il nostro paesino: la città dei mulini ad acqua.

Ma questa volta, vi prego, se va in porto il progetto: mettete del personale a guardia dell'acqua dei mulini... non sarebbe giusto che qualche altro vandalo senza cuore si divertisse a bruciarla di nuovo (ridando magari la colpa al sottoscritto).

1 commento:

Anonimo ha detto...

Una bellissima iniziativa se vuoi coinvolgimi mi piacerebbe essere parte attiva in questa bellissima cosa per il nostro paese
Un saluto da “ u pulisci”