Brano che riporto di seguito.
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Collezionista
si nasce o si diventa?
Difficile
dirlo... o forse no!
Indubbiamente
colui che inizia una collezione di oggetti più o meno stravaganti, utili o
inutili ch’essi siano, è affascinato, fin da bambino, da ciò che, pur essendo
per gli altri (per il mondo “razionale” degli adulti, senza immediato o
senza nessun valore, potrebbe comunque rappresentare un qualcosa di
realmente suo ovvero tutto un sistema da creare e disfare a proprio
piacimento.
La
collezione è la prima e vera proprietà di un “collezionista”, ne è il suo unico
punto di riferimento in una realtà che non riesce (o non vuole) capire. Spesso
è il suo più grande legame con la propria solitudine. Altre volte ne è il suo
punto di forza nei confronti di chi possiede più di lui, ma che non sa
apprezzare quel che possiede: è vero, gli altri posseggono di più ma lui
possiede la sua collezione e la sua collezione è... unica.
Il bambino
ha una predisposizione particolare per il collezionismo: ama, per non dire
adora, mostrare la propria collezione di giocattoli, di pezzi del Lego, dei
soldatini di piombo, delle figurine dei calciatori, dei... francobolli.
(...) Poi,
un giorno, il bambino si ritrova fanciullo ed il fanciullo nota su una busta da
lettera un simpatico rettangolino di carta variopinta e pensa tra sé e sé:
chissà come starebbe alle poesie personali o all’album delle foto di famiglia.
Quasi
quasi...
E poi un
secondo giorno nota su un’altra busta un altro simpatico rettangolino di carta.
E’ un
rettangolino diverso dal primo e forse è proprio per questa diversità che gli
piace ancor di più.
E così un
terzo giorno, un quarto giorno e... via verso l’infinito dell’amore per il
collezionismo.
(...) E
pensa: chissà cosa diranno i miei compagni di classe quando vedranno che
posseggo tanti simpatici rettangolini di carta l’uno diverso dagli altri.
(...) E si
chiede: sarà come quando collezionavo le figurine dei calciatori?
Altafini era
mio, solo mio! ... m’avrebbero dato decine d’altre figurine in cambio... ma non
avrei più posseduto il grande Altafini!
E così il
fanciullo stacca il suo primo francobollo dalla busta contenente la lettera
speditagli dalla zia americana. E si rende tristemente conto a proprie spese
che la prima ed a prima vista la più banale operazione del
neo-collezionista non è facile come a prima vista gli era sembrato.
E’ molto più
facile, ma lui ancora non lo sa!
Il
francobollo si è barbaramente e irrimediabilmente rovinato: metà ha preferito restare
appiccicato alla busta cui era attaccato, l’altra metà ha
preferito finire nel cestino in cui il fanciullo l’ha immediatamente
diretta.
Collezionare
impone studio e pazienza.
Col secondo
francobollo le cose vanno un po’ meglio: i dentelli ci sono tutti, o almeno
così pare (qualche anno dopo il fanciullo farà conoscenza anche dell’uso
della lente d’ingrandimento e/o dell’odontometro e potrà quindi andare
più sicuro almeno su questo fronte), solo la carta si è un po’
assottigliata nella parte inferiore destra.
Fa niente!
... i francobolli finiranno incollati su fogli di un quaderno appena
comprato. Chi può dire in tempo utile al fanciullo dell’esistenza di appositi
raccoglitori per i preziosi rettangolini? (...)
Solo un
domani il fanciullo si renderà conto del patrimonio, reale o meno che sia, che
va distruggendo.
Sono passati
degli anni, è passato il tempo delle scuole dell’obbligo e degli scambi ingenui
ed avventati con i compagni di classe. E’ passato anche il dolce tempo delle
mele... ma non è passato del tutto il desiderio di continuare a collezionare
francobolli (le monete, per quanto ci abbiano provato, non sono riusciti a rimpiazzarli):
il ragazzo era, è rimasto e sarà per sempre il tenero bambino...
non più ingenuo ma ormai provetto collezionista di francobolli.
Il ragazzo
(ormai negli -enti inoltrati) oggi dispone di pinzette, lente d’ingrandimento,
cataloghi, di un manuale per il collezionista e... di una certa dose di
rimpianto per i bei tempi che furono.
Il ragazzo,
inutile dirlo, s’è ormai scoperto adulto e con la cruda realtà quotidiana da
affrontare. Ma quando l’uomo si ritrova davanti alla sua bella collezione di
francobolli (dimenticandosi per un momento dei dischi, degli oggetti antichi,
dei quadri, delle monete ecc.) ... eccolo lì, indifeso come un bambino
(o forse come tale più sicuro d’una roccia esposta al vento), giocare
con quei cari e simpatici rettangolini di carta variopinti.
Mi piace la
mia collezione di francobolli: non ha nessun valore tangibile (solo poche
migliaia di lire). Mi ricorda uno dei momenti in cui, aperti gli occhi al mondo
degli adulti (uno dei pochi momenti in cui il mondo degli adulti s’è accorto di
me).
Ricordo
quando alle elementari, in classe, non trovai più il quaderno con su attaccati
i francobolli i francobolli della mia prima vera collezione.
Eppure, continuo
ad esserne sicuro, l’avevo attentamente riposto nella cartella ai piedi del
banco.
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Un caro
abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace
ma... “si vis pacem para bellum”!
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