SAN FILI BY PIETRO PERRI BLOG: Un collezionista di francobolli by Pietro Perri.

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sabato 10 aprile 2021

Un collezionista di francobolli by Pietro Perri.

Nel mese di ottobre del 1988 in una proficua collaborazione tra l’Amministrazione comunale di San Fili (la “Spiga”, a guida del sindaco Alfonso Rinaldi), la Biblioteca comunale di San Fili (poi intitolata al prof. Goffredo Iusi) e lo scrivente si organizzò la “Prima Esposizione Filatelica Sanfilese”.
A ricordare ciò fu redatto in economia anche tanto simpatico quanto prezioso opuscoletto in cui si tracciava la storia della nascita, dell’evoluzione e della divulgazione dei francobolli nel mondo. Oltre a dare degli spunti, ai neofiti di tale branca de collezionismo, su come evitare di rovinare i preziosi rettangolini di carta (il miglior metodo era e resta sempre e comunque non toccarli o quantomeno toccarli il meno possibile).
In tale opuscoletto compariva anche il brano “Un collezionista di francobolli”.
Brano che riporto di seguito.
Sopra a sinistra il frontespizio del citato opuscoletto.

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Collezionista si nasce o si diventa?
Difficile dirlo... o forse no!
Indubbiamente colui che inizia una collezione di oggetti più o meno stravaganti, utili o inutili ch’essi siano, è affascinato, fin da bambino, da ciò che, pur essendo per gli altri (per il mondo “razionale” degli adulti, senza immediato o senza nessun valore, potrebbe comunque rappresentare un qualcosa di realmente suo ovvero tutto un sistema da creare e disfare a proprio piacimento.
La collezione è la prima e vera proprietà di un “collezionista”, ne è il suo unico punto di riferimento in una realtà che non riesce (o non vuole) capire. Spesso è il suo più grande legame con la propria solitudine. Altre volte ne è il suo punto di forza nei confronti di chi possiede più di lui, ma che non sa apprezzare quel che possiede: è vero, gli altri posseggono di più ma lui possiede la sua collezione e la sua collezione è... unica.
Il bambino ha una predisposizione particolare per il collezionismo: ama, per non dire adora, mostrare la propria collezione di giocattoli, di pezzi del Lego, dei soldatini di piombo, delle figurine dei calciatori, dei... francobolli.
(...) Poi, un giorno, il bambino si ritrova fanciullo ed il fanciullo nota su una busta da lettera un simpatico rettangolino di carta variopinta e pensa tra sé e sé: chissà come starebbe alle poesie personali o all’album delle foto di famiglia.
Quasi quasi...
E poi un secondo giorno nota su un’altra busta un altro simpatico rettangolino di carta.
E’ un rettangolino diverso dal primo e forse è proprio per questa diversità che gli piace ancor di più.
E così un terzo giorno, un quarto giorno e... via  verso l’infinito dell’amore per il collezionismo.
(...) E pensa: chissà cosa diranno i miei compagni di classe quando vedranno che posseggo tanti simpatici rettangolini di carta l’uno diverso dagli altri.
(...) E si chiede: sarà come quando collezionavo le figurine dei calciatori?
Altafini era mio, solo mio! ... m’avrebbero dato decine d’altre figurine in cambio... ma non avrei più posseduto il grande Altafini!
E così il fanciullo stacca il suo primo francobollo dalla busta contenente la lettera speditagli dalla zia americana. E si rende tristemente conto a proprie spese che la prima ed a prima vista la più banale operazione del neo-collezionista non è facile come a prima vista gli era sembrato.
E’ molto più facile, ma lui ancora non lo sa!
Il francobollo si è barbaramente e irrimediabilmente rovinato: metà ha preferito restare appiccicato alla busta cui era attaccato, l’altra metà ha preferito finire nel cestino in cui il fanciullo l’ha immediatamente diretta.
Collezionare impone studio e pazienza.
Col secondo francobollo le cose vanno un po’ meglio: i dentelli ci sono tutti, o almeno così pare (qualche anno dopo il fanciullo farà conoscenza anche dell’uso della lente d’ingrandimento e/o dell’odontometro e potrà quindi andare più sicuro almeno su questo fronte), solo la carta si è un po’ assottigliata nella parte inferiore destra.
Fa niente! ... i francobolli finiranno incollati su fogli di un quaderno appena comprato. Chi può dire in tempo utile al fanciullo dell’esistenza di appositi raccoglitori per i preziosi rettangolini? (...)
Solo un domani il fanciullo si renderà conto del patrimonio, reale o meno che sia, che va distruggendo.
Sono passati degli anni, è passato il tempo delle scuole dell’obbligo e degli scambi ingenui ed avventati con i compagni di classe. E’ passato anche il dolce tempo delle mele... ma non è passato del tutto il desiderio di continuare a collezionare francobolli (le monete, per quanto ci abbiano provato, non sono riusciti a rimpiazzarli): il ragazzo era, è rimasto e sarà per sempre il tenero bambino... non più ingenuo ma ormai provetto collezionista di francobolli.
Il ragazzo (ormai negli -enti inoltrati) oggi dispone di pinzette, lente d’ingrandimento, cataloghi, di un manuale per il collezionista e... di una certa dose di rimpianto per i bei tempi che furono.
Il ragazzo, inutile dirlo, s’è ormai scoperto adulto e con la cruda realtà quotidiana da affrontare. Ma quando l’uomo si ritrova davanti alla sua bella collezione di francobolli (dimenticandosi per un momento dei dischi, degli oggetti antichi, dei quadri, delle monete ecc.) ... eccolo lì, indifeso come un bambino (o forse come tale più sicuro d’una roccia esposta al vento), giocare con quei cari e simpatici rettangolini di carta variopinti.
Mi piace la mia collezione di francobolli: non ha nessun valore tangibile (solo poche migliaia di lire). Mi ricorda uno dei momenti in cui, aperti gli occhi al mondo degli adulti (uno dei pochi momenti in cui il mondo degli adulti s’è accorto di me).
Ricordo quando alle elementari, in classe, non trovai più il quaderno con su attaccati i francobolli i francobolli della mia prima vera collezione.
Eppure, continuo ad esserne sicuro, l’avevo attentamente riposto nella cartella ai piedi del banco.

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Un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!

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