Nel mese di ottobre del 1988 in una proficua collaborazione tra
l’Amministrazione comunale di San Fili (la “Spiga”, a guida del sindaco Alfonso
Rinaldi), la Biblioteca comunale di San Fili (poi intitolata al prof. Goffredo
Iusi) e lo scrivente si organizzò la “Prima Esposizione Filatelica Sanfilese”.
A ricordare ciò fu redatto in economia anche tanto simpatico quanto
prezioso opuscoletto in cui si tracciava la storia della nascita,
dell’evoluzione e della divulgazione dei francobolli nel mondo. Oltre a dare
degli spunti, ai neofiti di tale branca de collezionismo, su come evitare di
rovinare i preziosi rettangolini di carta (il miglior metodo era e resta sempre
e comunque non toccarli o quantomeno toccarli il meno possibile).
In tale opuscoletto compariva anche il brano “Un collezionista di
francobolli”.
Brano che riporto di seguito.
Sopra a sinistra il frontespizio del citato opuscoletto.
* *
*
Collezionista si nasce o si diventa?
Difficile dirlo... o forse no!
Indubbiamente colui che inizia una
collezione di oggetti più o meno stravaganti, utili o inutili ch’essi siano, è
affascinato, fin da bambino, da ciò che, pur essendo per gli altri (per il
mondo “razionale” degli adulti, senza immediato o senza nessun valore,
potrebbe comunque rappresentare un qualcosa di realmente suo ovvero tutto
un sistema da creare e disfare a proprio piacimento.
La collezione è la prima e vera proprietà
di un “collezionista”, ne è il suo unico punto di riferimento in una realtà che
non riesce (o non vuole) capire. Spesso è il suo più grande legame con la
propria solitudine. Altre volte ne è il suo punto di forza nei confronti di chi
possiede più di lui, ma che non sa apprezzare quel che possiede: è vero, gli
altri posseggono di più ma lui possiede la sua collezione e la sua collezione
è... unica.
Il bambino ha una predisposizione
particolare per il collezionismo: ama, per non dire adora, mostrare la propria
collezione di giocattoli, di pezzi del Lego, dei soldatini di piombo, delle
figurine dei calciatori, dei... francobolli.
(...) Poi, un giorno, il bambino si
ritrova fanciullo ed il fanciullo nota su una busta da lettera un simpatico
rettangolino di carta variopinta e pensa tra sé e sé: chissà come starebbe
vicino alla cartella con le poesie personali o all’album delle foto di
famiglia.
Quasi quasi...
E poi un secondo giorno nota su un’altra
busta un altro simpatico rettangolino di carta.
E’ un rettangolino diverso dal primo e
forse è proprio per questa diversità che gli piace ancor di più.
E così un terzo giorno, un quarto giorno
e... via verso l’infinito dell’amore per il collezionismo.
(...) E pensa: chissà cosa diranno i miei
compagni di classe quando vedranno che posseggo tanti simpatici rettangolini di
carta l’uno diverso dagli altri.
(...) E si chiede: sarà come quando
collezionavo le figurine dei calciatori?
Altafini era mio, solo mio! ...
m’avrebbero dato decine d’altre figurine in cambio... ma non avrei più
posseduto il grande Altafini!
E così il fanciullo stacca il suo primo
francobollo dalla busta contenente la lettera speditagli dalla zia americana. E
si rende tristemente conto a proprie spese che la prima ed a prima vista la
più banale operazione del neo-collezionista non è facile come a prima vista
gli era sembrato.
E’ molto più facile, ma lui ancora non lo
sa!
Il francobollo si è barbaramente e
irrimediabilmente rovinato: metà ha preferito restare appiccicato alla busta
cui era attaccato, l’altra metà ha preferito finire nel cestino in
cui il fanciullo l’ha immediatamente diretto.
Collezionare impone studio e pazienza.
Col secondo francobollo le cose vanno un
po’ meglio: i dentelli ci sono tutti, o almeno così pare (qualche anno
dopo il fanciullo farà conoscenza anche dell’uso della lente
d’ingrandimento e/o dell’odontometro e potrà quindi andare più sicuro almeno
su questo fronte), solo la carta si è un po’ assottigliata nella parte
inferiore destra.
Fa niente! ... i francobolli finiranno
incollati su fogli di un quaderno appena comprato. Chi
può dire in tempo utile al fanciullo dell’esistenza di appositi raccoglitori
per i preziosi rettangolini? (...)
Solo un domani il fanciullo si renderà
conto del patrimonio, reale o meno che sia, che va distruggendo.
Sono passati degli anni, è passato il
tempo delle scuole dell’obbligo e degli scambi ingenui ed avventati con i
compagni di classe. E’ passato anche il dolce tempo delle mele... ma non è
passato del tutto il desiderio di continuare a collezionare francobolli (le
monete, per quanto ci abbiano provato, non sono riusciti a rimpiazzarli): il ragazzo
era, è rimasto e sarà per sempre il tenero bambino... non più
ingenuo ma ormai provetto collezionista di francobolli.
Il ragazzo (ormai negli -enti inoltrati)
oggi dispone di pinzette, lente d’ingrandimento, cataloghi, di un manuale per
il collezionista e... di una certa dose di rimpianto per i bei tempi che
furono.
Il ragazzo, inutile dirlo, s’è ormai
scoperto adulto e con la cruda realtà quotidiana da affrontare. Ma quando
l’uomo si ritrova davanti alla sua bella collezione di francobolli
(dimenticandosi per un momento dei dischi, degli oggetti antichi, dei quadri, delle
monete ecc.) ... eccolo lì, indifeso come un bambino (o forse come tale
più sicuro d’una roccia esposta al vento), giocare con quei cari e simpatici
rettangolini di carta variopinti.
Mi piace la mia collezione di francobolli:
non ha nessun valore tangibile (solo poche migliaia di lire). Mi ricorda uno
dei momenti in cui, aperti gli occhi al mondo degli adulti (uno dei pochi
momenti in cui il mondo degli adulti s’è accorto di me).
Ricordo quando alle elementari, in classe,
non trovai più il quaderno con su attaccati i francobolli della mia prima vera
collezione.
Eppure, continuo ad esserne sicuro,
l’avevo attentamente riposto nella cartella ai piedi del banco.
* *
*
Un caro abbraccio a tutti dal sempre
vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!
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