di Mary Garret (Mariafrancesca Garritano)
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Il titolo, diciamo la verità, lascia ad intendere ben altro di quello che, fin dalle prime pagine, si finisce per leggere nell’opera prima della nostra compaesana Mary Garret (Mariafrancesca Garritano). Ci si aspetterebbe, infatti, un saggio sulla danza (sulla danza? … no, sulla Danza con la “D” maiuscola, dopotutto l’autrice è un membro del corpo di ballo del Teatro della Scala di Milano… scusate se è poco!) ma fin dalle prime righe si scopre una realtà ben differente da quella che ci si era aspettati.
In effetti il libro di Mary Garret è anche, e dico anche, un saggio sulla Danza ma è anche e soprattutto tantissimo altro: è un percorso di vita a ritroso verso le proprie origini (Mariafrancesca Garritano non dimentica né si vergogna d’essere una meridionale, una cosentina, anzi, ne fa il suo stendardo), è un trattato di filosofia, è un manuale per chi intende intraprendere una carriera, appunto un percorso, che non per forza deve essere quella della Danza, della… ballerina.
Chiunque può ritrovarsi nelle pagine del libro di Mary Garret sia chi è riuscito nella vita e sia chi della vita, spesso non per sua volontà, non è riuscito a coronare il proprio sogno. Un sogno che, ancor più spesso, non era neanche il proprio sogno ma, vera e propria tragedia nella tragedia, quello, frustrato, di un proprio familiare.
Il saggio (ma si tratta veramente di un saggio?) sulla Danza scritto da Mariafrancesca può essere benissimo trascritto in una qualsiasi altra arte o professione. Cambiamo la parola “Danza” con
Recitazione, con competizione in un qualsiasi ambito lavorativo, con Politica (con la P maiuscola?)… il risultato è uguale.
Recitazione, con competizione in un qualsiasi ambito lavorativo, con Politica (con la P maiuscola?)… il risultato è uguale.
La chiave di lettura è uguale e comunque riuscita, il messaggio è chiaro: la vita non è facile e proprio nel momento in cui si è raggiunto il proprio massimo, il punto d’arrivo cui ci si era fissati dal nostro primo battere d’ali… ci si rende tristemente conto che nella vita non esistono solo sogni per chi decide di chiudere gli occhi poggiando la testa su un allettante soffice cuscino foderato di seta.
Non raramente la parola “sogno” fa rima, per niente baciata, con la parola “incubo”.
L’importante è comunque, nella vita, non perdere la speranza, non perdere la voglia di lottare per un nuovo sogno… c’è un altro massimo da raggiungere dietro l’angolo: la propria immagine riflessa in uno specchio.
La Danza, quindi, finisce per diventare la vita stessa ed il libro “La verità, vi prego, sulla danza!” un manuale, non per forza perfetto, per vivere la vita nel miglior modo possibile, per essere protagonisti del proprio destino, per non farci stupidamente vincere dal desiderio e dal destino degli altri.
Mariafrancesca Garritano (Mary Garret), in questa sua opera prima, si mostra più matura di quello che ci si può aspettare dal leggere la sua età anagrafica. I suoi paragrafi ci mostrano si una persona realizzata nella vita e decisamente invidiabile dal mondo con cui costantemente interagisce... ma ci mostrano nel contempo una persona ancora alla ricerca di se stessa… ancora alla ricerca, da brava ballerina che è stata ed è, delle sue scarpette magiche. Ovvero del magico scrigno del rispetto reciproco, dell’amicizia sincera, del riconoscimento dell’impegno e del valore personale… della persona in quanto persona.
La ribalta è bella, le luci sono belle, la scena è bella… per la persona di spettacolo sono belle le sue stupende performance sul palco e persino i gossip legati al suo nome ed al suo volto. Purtroppo a tarda sera, spente le luci e calato il sipario (non solo quello del teatro ma anche e soprattutto quello delle amicizie interessate), sovente si resta da soli e la solitudine è brutta per la gente di spettacolo, per la gente abituata a vincere. La solitudine fa pensare ed il pensiero uccide.
Per un ballerino, per un soggetto che ha coronato il suo sogno c’è tantissimo di più, c’é… l’essere umano.
Oltre le gambe, è il caso di dire, c’è di più.
Nel libro di Mary Garret troviamo tantissimo: troviamo Luciano De Crescenzo, troviamo Freud, troviamo in alcune pagine anche un documentario e/o un film firmato Disney (ovvero un'opera cinematografica narrata con la stessa delicatezza), troviamo la voglia di lottare prima per gli altri che per se stessi; troviamo (strano ma vero) persino la nostra compaesana Mariafrancesca non solo con i suoi successi ma anche con i suoi difetti, con le sue debolezze, con le sue paure, con i suoi punti deboli messi alla berlina (“sono un essere umano anch’io”, sembra dirci in alcuni passaggi), con le sue vittorie e soprattutto con le sue sconfitte, con le sue origini sanfilesi… calabresi.
Il libro? … forse un grido d’aiuto rivolto a quanti da lei, malgrado quanto dalla stessa già fatto, si aspettano ancora che faccia tantissimo in più. Un modo come un altro per dire a tutti… lasciatemi riposare, lasciatemi, per un momento, sentirmi uguale agli altri, lasciatemi vivere, per un momento, l’anonima ed insignificante vita degli altri, d’una normale bambina che ha ancora tantissimo bisogno dell’affettuoso abbraccio di quella madre che l’ha tradita nel momento in cui aveva più bisogno di lei.
“La verità, vi prego, sulla danza” è un’opera prima che esce comunque al di fuori dagli schemi: è un atto di coraggio (e di coraggio, nel dare alle stampe tale opera, Mary Garret (Mariafrancesca Garritano) ne ha avuto veramente tantissimo) che già per questo merita di essere letto: una denuncia verso un mondo che (rispecchiando comunque la società dei tempi d’oggi) spezza le ali di quanti si addentrano nei suoi foschi labirinti.
Un mondo che in altri tempi era si sudore ma era anche e soprattutto sogno e poesia.
Fa riflettere anche il fatto che l’autrice parli della danza… quasi esclusivamente al maschile e spesso e volentieri più in difesa del ballerino che non della ballerina, spiegando a più riprese della maggiore difficoltà del primo di farsi accettare in tale disciplina prima da parte dei propri familiari e poi dal resto dell’ambiente in cui vive e con cui interagisce.
Fa riflettere anche il fatto che l’autrice parli della danza… quasi esclusivamente al maschile e spesso e volentieri più in difesa del ballerino che non della ballerina, spiegando a più riprese della maggiore difficoltà del primo di farsi accettare in tale disciplina prima da parte dei propri familiari e poi dal resto dell’ambiente in cui vive e con cui interagisce.
Dopotutto, non possiamo negarlo, il ballerino, così come il poeta, è visto, dall’intera società, come un soggetto particolarmente sensibile… e la sensibilità è considerata virtù in una donna e debolezza (femminile?) in un uomo. E poi, diciamo la verità, il ballerino (la ballerina) non è di per se un poeta? … il suo dolce esprimersi librandosi nell’aria (scena) non è forse un dolce verso d’una trascinante poesia?
Cento e più pagine che fanno pensare, fanno sorridere ed in alcuni casi fanno anche rabbrividire.
Cento e più pagine che comunque meritano un seguito… ed un seguito a tale opera sembra proporci, attimo dopo attimo, pagina dopo pagina, l’autrice stessa.
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Scambio d'e-mail tra la grande Mary Garret ed il piccolo Pietro Perri
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Scambio d'e-mail tra la grande Mary Garret ed il piccolo Pietro Perri
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... ho appena finiti di leggere il libro ed ho letto anche l'articolo su tgcom.
... in effetti non ci sei andata per niente leggera... anche se qualcuno determinate cose doveva pur dirle (e i sanfilesi sembra che un determinato modo di fare ce lo portiamo scritto nel DNA).
... inutile dire che mi auguro (da lettore) che questo sia solo il primo di un ben definito trittico.
... comunque scritto bene (vale la pena leggerlo).
(…) ... sto provando a scrivere anche qualcosa.
... un caro saluto da Pietro e da San Fili.
San Fili, lì 26.09.2010
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Grazie di averlo letto. Non sono riuscita a comprendere se con BEN DEFINITO TRITTICO, mi augura di scriverne altri, o di scriverne in modo migliore, comunque l'ha letto e più o meno si sarà reso conto che il mondo della danza, a cui mi riferisco in senso totale, è ricco di cose che nessuno mai si aspetterebbe.
(…) ... credo che abbia altro a cui pensare che alla mia piccola e per nulla pretenziosa opera!! a presto e buon lavoro sui suoi blog.
Milano, lì 26.09.2010.
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... il libro, per quanto può contare la mia opinione, è un ottimo libro (sia dal punto di vista della tecnica di scrittura che dal punto di vista dei contenuti)..
... con "ben definito trittico" non solo mi auguro che ne scriva altri ma penso che dopo aver scritto questo primo libro (e visto l'argomento) mi sembra che si sia assunta un preciso impegno nei confronti di chi la legge e, soprattutto, di quanti si affacciano per la prima volta allo stupendo mondo dell'arte in generale e della danza in particolare... con alcuni sogni nel cassetto.
... ha scritto dell'inferno? ... faccia conoscere anche il purgatorio ed il paradiso di questo (stupendo?) mondo perché, ne sono certo, così come in tutti i mondi (in cui vive e con cui interagisce l'essere umano) anche nel mondo della Danza (quella con la D maiuscola... quella che lei ha sicuramente conosciuto, diversamente non scriverebbe certe cose) esistono (coesistono) l'inferno, il purgatorio ed il paradiso.
... la speranza non va' comunque assassinata... e sono sicuro che lei di momenti stupendi in questi anni ne ha avuti tantissimi... anche se dopo un po' si sono rivelati dei semplici fuochi di paglia.
Ne ho avuto anch'io! … ne abbiamo tutti (coloro che viviamo e non che ci limitiamo a sopravvivere).
... mi scrive "si sarà reso conto che il mondo della danza (...) è ricco di cose che nessuno mai si aspetterebbe"... ma questa è la vita!
... la grandezza della sua opera (e la leggibilità della stessa) sta proprio nel fatto che se io cambio il termine DANZA con il termine LAVORO e/o PROFESSIONE (di avvocato, di dottore, di semplice funzionario statale, di dipendente di un'azienda privata, di...) il succo non cambia.
... lei, malgrado forse non se ne sia accorta (non prenda a male tale mio modo di esprimermi... odio quando mi si fraintende, significa che non mi sono espresso bene in italiano) non ha fatto altro che scrivere della vita... e le assicuro che la cosa è tutt'altro che semplice (specie se fatto bene come l'ha fatto lei).
... se un "non addetto ai lavori" come il sottoscritto non si è annoiato nel leggere le sue pagine... vuol dire che l'opera è universale, vuol dire che lei ha scritto (prima che per se) per gli altri.
... ecco perché spero che lei porti alle stampe anche le due altre parti del trittico.
... un caro saluto da Pietro Perri... e da San Fili.
San Fili, lì 26.09.2010.
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L’autrice del libro “La verità, vi prego, sulla danza”
Mariafrancesca Garritano (Mary Garret)
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Nata il 7.11.1978 a Cosenza.
Studia nel C.I.D. diretto da Isabella Sisca, nella sua città natale.
Entra nella Scuola di Ballo del Teatro alla Scala nel 1996 e si diploma nel 1998 con voto: 29/30.
Nello stesso anno riceve il premio Rotary come “Miglior Allievo dell’Anno” ed entra a fare parte del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala.
Partecipa a tutte le produzioni e tournèe internazionali del Teatro interpretando anche ruoli principali tra cui:
“In the middle somewhat eleveted” W.Forsythe
“Who Care’s” G.Balanchine
“ Lo schiaccianoci” (Clara) R. Nureyev
“Cenerentola” (Cenerentola) R. Nureyev
“Sogno di una notte di mezz’estate” (Pas de deux II atto- Ippolita- Ermia)
G. Balanchine
“Il lago dei cigni” (Pas de quatre) Bourmaister
“Paquita” (Variazione Solista)
“Serata’900- Theme and variation” (Solista) G. Balanchine
“La Bella Addormentata nel Bosco” (Pas de cinq) R.Nureyev
“La Dama delle Camelie” (Prudance) J.Neumaier
“Bayadere” (Gamzatti) N.Makarova
“Coppelia” (Swanilda) D. Deane
“Apollo” (Polimnia) G. Balanchine
“Voluntaries” (Principal Couple) G.Tetley
“Giselle” (Myrtha) Y.Chauvire
“Don Chisciotte” (Kitry - Mercedes - Regina delle Driadi) R. Nureyev
“ Balletto Imperiale” (Coppia Principale) G. Balanchine
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... sopra, in alto a sinistra, Mariafrancesca Garritano in un suo momento di gloria al Teatro alla Scala di Milano. Al centro sempre a sinistra, la locandina della presentazione del libro della nostra compaesana Mariafrancesca Garritano.
Presentazione che si terrà mercoledì 13 ottobre alla Casa Armena (sita in Via Velasca, 4) a Milano. Ovviamente aspettiamo quanto prima Mary Garret (la nostra Mariafrancesca) sia a Cosenza che nella nostra San Fili. L'aspetto in particolare io, misero provinciale che non ha avuto il coraggio come lei di fare il grande salto... per chiederle scusa.
… un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
… /pace!
1 commento:
finisco io col dire che, attraverso le sue parole ho avuto momenti di commozione seria... di quelli con le lacrime...
L'osservazione sul fatto che parlassi al maschile mi mancava, e rifletto sul fatto che spesso "qualcuno" mi ha chiamata MULAN... come l'eroina cinese della Disney, che si traveste da Samurai (da uomo) e va a combattere...
E' così che mi sento in effetti! Perciò viva il guerriero che è in tutti noi!
Continui con la sua di battaglia, e non chieda scusa, perchè a me sembra che con il suo lavoro su questi schermi e non solo, il salto lo abbia già fatto!
A presto, Mary Garret!!
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