Nella foto a sinistra
(foto by Antonio Asta): il prof. Francesco Salamina nel mese di luglio del
2004, in occasione di una delle sue periodiche visite al borgo natio, intento a
studiare la statua di santa Maria degli Angeli, stupenda opera marmorea della
scuola dei Gagini di Palermo conservata nella Chiesa del Ritiro o dei frati
ritiranti di San Fili. La statua giunse a San Fili grazie al viaggiatore
seicentesco don Aquilante Rocchetta (originario del pittoresco borgo
dell’hinterland cosentino.
Un tesoro nascosto
a San Fili.
(Articolo/nota
a firma del poliedrico – attore poeta brigante ecc. - Antonio Asta pubblicato sul
Notiziario Sanfilese del mese di agosto del 2006)
L’estate di
due anni fa mentre passeggiavo con il prof. Francesco Salamina (nativo di San
Fili ma pugliese d’adozione, poeta di fama internazionale e altrettanto critico
d’arte, amico fraterno dell’esuberante Vittorio Sgarbi) si discuteva delle
opere presenti nelle chiese di San Fili.
Il discorso
si è soffermato sulla statua collocata sull’altare maggiore della chiesa del
Ritiro presso il cimitero: la statua di Santa Maria degli Angeli.
Il prof.
Francesco Salamina mi diceva di non averla mai vista.
Ci siamo
recati alla chiesa del Ritiro ed il professore è rimasto totalmente estasiato
da cotanta bellezza.
Il giorno
dopo il prof. Salamina mi ha consegnato una copia della sua bellissima
relazione critica fatta sulla statua del Ritiro dicendomi che l’avrebbe fatta
pubblicare su un giornale culturale a tiratura nazionale con cui collabora.
Una serie di
domande mi sorge spontanea: perché quest’opera di inestimabile valore deve
restare nell’anonimato se si pensa che l’autore sia il grande scultore G.
Gagini di Palermo (vissuto a cavallo del XVI e XVII sec.), perché non si
pubblicizza adeguatamente quest’opera? perché non si organizzano visite guidate.
per far
conoscere questo immenso tesoro? ... mentre leggendo i giornali vedo
pubblicizzate cose di scarsissimo valore.
* * *
La Madonna degli Angeli di
San Fili.
(Articolo a firma del prof Francesco Salamina
pubblicato sul Notiziario Sanfilese del mese di agosto del 2006. L’articolo,
datato 9 luglio 2004, è stato messo nero su bianco in una delle periodiche
visite che faceva il prof. Francesco Salamina nel suo caro borgo natio... San
Fili)
La chiesa del
Ritiro presso il cimitero di San Fili offre al visitatore una insolita e
gradita sorpresa.
Vi è in
questo disadorno tempio di campagna una scultura in marmo raffigurante la
cosiddetta Madonna degli Angeli attribuita forse al Gagini o alla sua scuola.
In ogni caso
l’opera posta sull’Altare Maggiore si erge, nel bianco marmo, in una proiezione
verso l’alto che diffonde intorno rara bellezza. Posta in prospettiva rispetto
ad un ambiente sacro tinto in bianco-calce, dai toni barocchi rivisitati in
stile neoclassico, la raffigurazione riempie con forza potente la sensazione di
vacuità, di straniamento... la fissità dello sguardo, la forma tutta esprimono un
linguaggio complesso nel quale i significati apparenti dei simboli si uniscono
in stretta analogia a nascoste sonorità impresse dall’Autore.
E sono queste
che l’osservatore avverte: lo spazio si smaterializza e ci si trova in una
impropria spazialità. Cosa sia se non una vaga vaghezza non terrestre, ma a
sentir bene, nemmeno celeste: è la Bellezza che muove in alto da uno stato
possibile di conoscenza - quello dello scultore – ad uno stato negato, ma
intuibile, del Sogno Invisibile – quello dell’osservatore.
Il flessuoso
panneggio della veste si “fonde” con gli Angeli secondo una improbabile
commistione sacro-profana che fa santo il femminile corale e fa creatore
l’uomo-scultore. Si cristallizza così la volontà della perfetta visione: il
sublime terreno divino della affabulazione cristiana. Bellissima dunque questa
Madonna angelicata così bella da
colmare i vuoti d’animosità perduta: è il compiuto nella eternità e per l’eternità ora terrestre e ora divina.
* * *
Un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro
affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... “si vis pacem para
bellum”!
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