Nella foto a sinistra (ripresa dal web): Carlo Ferraris Ministro dei Lavori
Pubblici nel1905.
Il ministro Carlo Ferraris si trovò a San Fili in occasione dell'inaugurazione
della luce pubblica.
Di seguito l’articolo pubblicato sul
Notiziario Sanfilese del mese di luglio 2021... a firma di Pietro Perri.
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La luce elettrica a San
Fili. (3/6)
(di Pietro Perri)
(continua dal mese di
giugno 2021)
«Si forma il corteo, di cui fanno parte
l'Onor. Consiglio Comunale, le rappresentanze degli Enti Locali, preceduti
dalla Banda cittadina che si avvia, seguita da una immensa folla.
Non lungi da San Fili, sulla sponda destra
dell'Emoli, generatore della Luce, in contrada Crispino, sorge la Stazione
Elettrica».
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Del miracolo che si era da qualche giorno verificato a San Fili i giornali
e la gente di gran parte della provincia di Cosenza ne parlarono sicuramente
per diverso tempo.
Dopotutto San Fili in quel lontano mese di agosto del 1905 aveva
festeggiato l’accensione della prima lampadina elettrica nel proprio centro
abitato. Un qualcosa, questa, che tanti altri borghi della provincia di Cosenza
dovranno attendere decenni prima di vedersi ripetersi tale miracolo sul proprio
territorio.
Il Progresso, quello con la P maiuscola, aveva baciato in fronte i
Sanfilesi tutti. Un bacio che nel giro scarso di un decennio avrebbe oltretutto
visto percorrere da parte a parte il territorio comunale dalla prima
locomotiva... fermata obbligatoria presso l’appena realizzata stazione
ferroviaria di San Fili.
Chiudiamo in ogni caso questa breve rassegna stampa sull’evento (ovvero
sull’inaugurazione della luce elettrica a San Fili) con altri due articoli
apparsi sul giornale Cronaca di Calabria.
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Cronaca di Calabria del 10 agosto 1905:
Inaugurazione della luce elettrica a San Fili.
Domenica a sera, con l'intervento di una eletta schiera di signore e
signorine, di tutte le autorità civili locali, col concorso di una larga
rappresentanza delle autorità del Capoluogo e di moltissimi signori invitati,
ha avuto luogo l'inaugurazione della luce elettrica a San Fili.
La festa non poteva riuscire migliore per 1a precisione del programma
eseguito e per le grandi cure da parte di tutti i componenti il Comitato a che
ogni cosa fosse riuscita a perfezione.
E fu un momento d'emozione davvero per l'Impresa Domenico Gambaro, per il
Direttore dei lavori - 1'intelligente giovane sig. Giuseppe Cannataro, che pur
essendo sfornito di laurea ha saputo portare a compimento un'opera tanto
importante - per tutti gli astanti, quando la gentile madrina, la graziosissima
ed intellettuale e leggiadra signorina Enrichetta Zumbini di Francesco
rompendo, di un colpo, la tradizionale bottiglia di champagne, diede il segno
perché il locale delle Scuole elementari femminili, dove tutta quelle gente era
raccolta, e tutto l'intero paese, fossero inondati di luce fulgidissima.
Fu un momento pieno di emozioni, in cui gli applausi e gli evviva
echeggiarono per lungo pezzo.
La madrina sottoscrisse il verbale dell'inaugurazione con una splendida
penna d'argento che le fu noi offerta in dono.
Notevole in questa bella festa un dotto discorso d'occasione letto dal sig.
Diego Miceli.
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Cronaca di Calabria 24 agosto 1905:
S.E. Carlo Ferraris, Ministro dei Lavori Pubblici, in
Calabria a San Fili.
Si giunse a S. Fili verso le ore l9. Il paese era imbandierato ed
illuminato a luce elettrica; all'entrare del Ministro, la musica intonò la
marcia reale.
Il Sindaco bar. Francesco Miceli, con la Giunta Municipale, e le notabilità
del paese, si recò incontro a S. E. Ferraris, portandogli il saluto
dell'intera, cittadinanza. Il bar. Vercillo pronunziò anch'egli un saluto
sentitissimo. I1 Ministro ringraziò commosso.
Poi l'onorevole Ministro s'intrattenne mezz'ora in casa Miceli dove furono
serviti dei rinfreschi, caffè e liquori.
I1 popolo fece una dimostrazione piuttosto imponente al grido di: Vogliamo
la ferrovia Cosenza - Paola!
Il Ministro promise in modo da non lasciare dubbi che l'appalto per 1a
ferrovia Cosenza - Paola sarà indetto certamente in quest'anno.
Indi si proseguì il viaggio per Cosenza.
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Inutile dire che non tutto, per l’epoca, fu rose e fiori. Anzi a circa tre
anni dall’inaugurazione della luce elettrica ecco i nostri avi scendere in
piazza, si fa per dire, e lamentarsi della scarsa efficienza del servizio
pubblico d’illuminazione. Ed a mettere nero su bianco tale problematica ci
penserà qualche nostro concittadino inviando una lettera al solito giornale
“Cronaca di Calabria”.Di seguito riporto il testo di tale lettera.
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Cronaca di Calabria del 9 luglio 1908:
Lettere da San Fili.
San Fili, 6 luglio 1908
Con oggi, simpatici lettori, graziose lettrici, incominciamo a regalarvi la
cronaca di San Fili, di questo ridente paese di villeggiatura, dalle verdi e
fresche montagne, dalle acque cristalline.
Daremo a voi le novità della settimana, saremo veritieri, e noiosi il meno
che ci sarà possibile; porteremo per voi, gentili lettrici, qualche parola
ardente di poesia.
I1 cronista si ispirerà ne li occhi vostri sublimi, nei vostri sorrisi.
Invoca in anticipo il vostro compatimento e vi dà le prime notizie.
Qualche animo nobile e leggiadro, dagli occhi pieni di fiamme vive, qualche
cara, creatura di sogno, avrà uno sguardo benigno; e ciò che basta al cronista.
Luce... elettrica.
L'illuminazione elettrica a San Fili è ridotta una vera indecenza.
Fioche e pallide lampadine distanti l'una dall'altra mezzo chilometro
proiettano una luce sepolcrale, lasciando le strade in una oscurità perfetta.
I cittadini invocano ed inneggiano al petrolio, che rendea un chiarore di
molto superiore a quello delle deboli lampadine che costano al comune la somma
di lire 1200 all'anno, cioè il doppio di quanto si spendeva prima, per
l'illuminazione a petrolio, che dava molta luce di più, e che permetteva di
circolare per le strade di notte, cosa che adesso è resa impossibile dato il
buio pesto che avvolge il paese.
L’illuminazione ai privati è un vero strozzinaggio. Si ha il coraggio di
far pagare 80 centesimi i1 Kilowatt, mentre si è costretti a ricorrere al lume
a petrolio in una piccola stanza ove arde una lampadina della forza di 50
candele che ne dà appena 5 di luce.
L'impresa ha un atteggiamento ributtante e minaccia di tagliare i fili ed
interrompere la corrente a chi pagando il suo danaro si permette di lagnarsi.
Noi ai privati diamo il consiglio di rinunziare in blocco a questa
derisione di luce elettrica, e di non sottomettersi alla prepotenza di una
società, che si permette di fare il proprio comodo, e dettar leggi, prendendo
un atteggiamento antipatico e ributtante.
Ed il comune? Va bene che il comune data questa stupida e cretina
rappresentanza non ha il dovere di curare gl'interessi dei cittadini, ma come
si regolerà? E' possibile che i lamenti dei cittadini che protestano da un anno
e più non siano giunti alle lunghe orecchie dei nostri amministratori?
Noi domandiamo a quella giunta di intelligentissimi che circondava il
sindaco: debbono i cittadini contribuire per un servizio che manca? Sabato
avremo una riunione del Consiglio; ma quale saranno le loro intenzioni? Perché
non si dimette in massa questo branco d'inetti che ha l'ostinatezza da tanti
anni di reggere l'amministrazione?
Sono sempre gli stessi cosi messi in moto come burattini, da prestigiatori,
che tirano i fili, e quelli decretano e sentenziano ciò che non sanno.
E tutto lo scopo di essere al comune è quello di appagare le loro meschine
ambizioni, e di voler essere i maggiorenti del paese, poco curandosi della loro
missione, che del resto non saprebbero disimpegnare.
Tanto perché San Fili 1o sappia, dopo le dimissioni del Barone Miceli, che
come dicemmo altra volta, dovette abbandonare il suo posto perché non
coadiuvato né circondato da persone capaci, siamo senza sindaco da un mese, e
la corrispondenza viene aperta ogni tre giorni da un consigliere acciuffato per
la strada.
Ma noi diciamo quando 1a finiranno? Perché non si dimettono in massa? Fino
a quando abuseranno della nostra pazienza?
E per oggi basta, promettiamo altri articoli con più particolari.
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Questo secondo articolo (o meglio questa “lettera da San Fili”) apparsa sul
Corriere della Calabria del 9 luglio 1908 più che un classico articolo dei bei
tempi che furono sembra un classico volantino distribuito in questi ultimi anni
ai nostri compaesani “frequentatori abituali” di corso XX Settembre da qualche
rappresentante di qualche pseudo forza politica operante (a singhiozzo) sul
nostro territorio.
Ovviamente parliamo di qualche pseudo forza politica (non mi riferisco ad
una sola in particolare) antiamministrativa e posizionata in un periodo
d’operatività compreso tra gli inizi degli anni Ottanta del secolo scorso e
qualche anno addietro.
Facciamo un po’ il sunto (dal punto di vista politico) di tale lettera
datata 6 luglio 1908 e pubblicata sul Corriere della Calabria il 9 luglio
successivo: le cose non vanno, le migliorie volute da chi ci amministra sono
peggiori della situazione precedente a tali migliorie, si stava meglio quando
si stava peggio, vi dovete dimettere...
La tiritera, dopo oltre un secolo, a San Fili non è cambiata di una vocale:
le cose non vanno, le migliorie volute da chi ci amministra sono peggiori della
situazione precedente a tali migliorie, si stava meglio quando si stava peggio,
vi dovete dimettere...
Ovviamente oggi non si parla più dei problemi legati all’erogazione della
luce elettrica (che a volte e spesso d’inverno comunque ci sono) o dell’esosa
bolletta legata a tale erogazione ma cento se non mille altri problemi che
comunque ci sono, anche nel vivere civile e pacifico quotidiano del nostro
borgo.
Non essendo in ogni caso questo bollettino un bollettino di parte
(difficile dire che non facciamo politica in quanto anche facendo cultura si fa
politica) non sta a noi né tantomeno a chi scrive evidenziare gli stessi su
tale spazio.
Fa piacere in ogni caso sapere che, dopo ben 113 anni nulla è cambiato a
San Fili almeno sul fronte lamentele amministrative.
(continua)
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Un caro abbraccio a tutti dal sempre
vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!