Articolo pubblicato sul Notiziario Sanfilese del mese di giugno 2021... a firma di Pietro Perri.
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La luce elettrica a San Fili. (2)
(di Pietro Perri)
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Banda musicale CITTA' DI SAN FILI formazione del 1910 diretta dal maestro Tiboldi. |
Il fatto di essere uno
tra i primi paesi della Calabria ad avere la luce elettrica sul proprio
territorio ci fa capire che all’inizio del XX secolo San Fili ospitava al suo
interno una comunità tutt’altro che retrograda o, peggio ancora, a stampo
medioevale.
A San Fili, grazie forse
all’aria pura che vi si respirava ed al fatto di essere punto centrale di
collegamento tra la città di Cosenza e la città di Paola (quindi la costa
tirrenica ed il santuario di san Francesco), all’epoca circolava, almeno nei
mesi estivi, il fior fiore delle menti dell’intera provincia. Una cospicua
parte di tali menti nata, tra l’altro, proprio nel nostro borgo.
E fu così che la stessa
città di Cosenza nel 1905 per assistere al miracolo/spettacolo della luce
elettrica che dava vita alle lampadine poste lungo il corso principale del
nostro amato/odiato/violentato e vigliaccamente oppresso borgo... San Fili,
silenziosamente, muoveva i suoi primi passi verso un promettente futuro.
Dopotutto, a pochi anni
dall’accensione della prima luce elettrica nel territorio comunale, San Fili
avrebbe ospitato anche la sua bella stazione ferroviaria con l’unico scalo
merci presente lungo la tratta Cosenza-Paola.
La centralina che
forniva, ancora a livello decisamente embrionale, la luce elettrica per
l’illuminazione pubblica (per l’illuminazione nelle abitazioni private
bisognerà attendere ancora un pochino) del nostro borgo ovviamente sfruttava la
forza idrica dirompente del torrente Emoli (u jum’e Santu Fili). Si
trattava quindi di una “centrale” cosiddetta “idroelettrica”.
«Uno scampanio lieto e
festoso, uno sparo ininterrotto di mortaretti ed il suono della nostra banda,
che percorre le vie del paese annunzia che un grande avvenimento sta per
compiersi, che segnerà tra le pagine della storia del progresso paesano la
pagina più bella.
L'alba rosata del 6
agosto è spuntata da poco.
San Fili, questo paese
perduto fra il verde dei suoi castagni, che gli fanno sorridente corona,
comincia a popolarsi di suoi cittadini. Un'animazione insolita è in tutti, sul
volto di tutti c'è l'impronta di una nota gaia, una aspettazione profonda
pervade tutti.
Il sole è da poco asceso
dalle lontane vette della Sila, quando gli occhi di molti rivolti sulla
serpeggiante via che conduce a Cosenza, scorgono una carrozza, che tutti
conosciamo per quella del nostro gentile deputato al Parlamento, l'onorevole
Spada, che viene ad aggiungere alla festa la intonazione simpatica. E' con lui
il rappresentante del nostro Prefetto, il Cavaliere Rende ed il Maggiore De
Risi rappresentante il Comandante del Distretto ed altri amici, ospiti tutti
del nostro Sindaco Barone Francesco Miceli.
A poco a poco una
fiumana di gente si riversa dai paesi circonvicini e specie da Cosenza.
Notatissimi il Direttore del Banco di Napoli colla signora, il Direttore del
Banco d'Italia, l'Avvocato Laratta e molti altri.
Intanto all'orologio
della chiesa scoccano le 7 1/2. E' 1'ora di scendere alla Stazione Elettrica
per la rituale benedizione del macchinario idroelettrico.
Si forma il corteo, di
cui fanno parte l'Onor. Consiglio Comunale, le rappresentanze degli Enti
Locali, preceduti dalla Banda cittadina che si avvia, seguita da una immensa
folla.
Non lungi da San Fili,
sulla sponda destra dell'Emoli, generatore della Luce, in contrada Crispino,
sorge la Stazione Elettrica.
E' qui ad attendere il
corteo che arriva il valoroso giovane Giuseppe Cannataro, direttore dello
Impianto, a cui da queste colonne invio il mio sentito encomio, la parola forte
dello incoraggiamento.
Il corteo arriva. La cerimonia solenne si svolge fra l'alto
silenzio degli astanti.
Intuonano i preti il te
deum di consuetudine, benedicono le macchine. Sulla campana della turbina
l'onorevole Nicola Spada, che gentilmente ha accettato l'incarico di fare da
padrino nel battesimo delle macchine, rompe la tradizionale bottiglia di
Champagne. Scoppiano frenetici gli applausi, inneggianti alla valentia del
Direttore Tecnico, all'operosità di quel manipolo di pochi forti, che
costituiscono l'Impresa, l'Inno reale si propaga e si perde per quella valle
sconfinata.
Una più bella musica
chiude la mattinata indimenticabile: il ronzio monotono e cupo delle pulegge
che girano vertiginosamente sugli ossi delle dinamo e che inneggia alla Festa
del lavoro e del Progresso Civile ed Economico.
Formatosi di nuovo il
Corteo, si dirige al Municipio ove si svolge una altra cerimonia; che aggiunge
solennità alla festa del paese, voglio dire l'Insediamento del Sindaco Miceli
Cav. Francesco, che prende le redini della nuova Amministrazione fra battimani
fragorosi. In fine è servito un lauto rinfresco.
Il lungo e vorrei dire
anche abbastanza noioso vespero - e dico noioso perché nell'ansia
dell'aspettazione il tempo non passa mai - è stato allegrato dalle note della
nostra banda che ha eseguito in piazza uno scelto programma.
Dalla nostra Cosenza
intanto cominciano ad arrivare invitati.
Ho notato il Sindaco di
Cosenza Cav. Telesio cogli Assessori Corigliano e de Donato, e moltissimi
altri.
Un lungo stuolo di
signore e signorine si avvia intanto alla Sala delle Scuole Comunali.
Finalmente l'ora è
suonata, fra poco la scintilla illuminerà San Fili, traendolo da quella
tenebria, in cui era immerso fin'ora e da cui esce sfavillante di luce.
Dopo poche parole
pronunziate dal Bar. Adolfo Vercillo e dal Sindaco Miceli, si alza l'oratore,
il carissimo amico Diego Miceli, salutato da una salva d’applausi che con
parola eletta e smagliante legge il suo non lungo discorso, interrotto spesso
d'approvazioni e da battimani.
Alla fina sopra una
lampadina elettrica la gentile Signorina Enrichetta Zumbini, chiamata a
battezzare la luce, rompe la bottiglia di Champagne.
Di li a poco un fascio
potente di luce si riversa nella sala salutato con applausi frenetici.
L'Inno vola su tutto.
Si servono intanto paste
liquori e gelati.
L'inaugurazione ed il
battesimo della luce sono finiti.
Si nota per le vie un
passeggio insolito.
Le note melanconiche
d'un violino si perdono nella profondità della valle. E’ già notte alta e la
serenata, che pone fine alla festa, si allontana.
Al di là del discorso
sulla centralina idroelettrica sanfilese, sul quale tornerò ad occuparmi in più
puntate sul Notiziario Sanfilese, è bello veder più volte citata nell’articolo
apparso l’8 agosto 1905 sul giornale “La democrazia calabrese” la nostra
storica... ex banda musicale del nostro comune.
La Banda musicale “Città
di San Fili” onorerà degnamente il nome del nostro borgo fino alla fine degli
anni Sessanta del secolo scorso, e ciò grazie e soprattutto al Maestro Michele
Rinaldi.
Un altro tema, quello
relativo alla Banda musicale “Città di San Fili” che prima o poi, seppur come
semplice ricordo, dovremo affrontare. Dopotutto tale “istituzione” per
tantissimi anni ha formato, non solo dal punto di vista musicale, varie
generazioni di quanti ci hanno preceduto lungo le strade ed i vicoli del nostro
borgo.
In tale articolo vengono
poi citati, tra gli altri, l’ing. Giuseppe Cannataro (direttore “dello
Impianto”, ma è alla sua famiglia che si deve questo miracolo - per l’epoca
- made in San Fili), il sindaco appena eletto ed ancora non insediatosi barone
Francesco Miceli (l’invito ufficiale di partecipazione alla cerimonia
d’inaugurazione era infatti firmato, in data 4 agosto 1905, dal sindaco facente
funzioni Michele Noto), di Diego Miceli (che tenne il discorso d’apertura) e
del barone Adolfo Vercillo.
Segnalo ovviamente solo
queste persone in quanto i loro cognomi per un motivo o per l’altro sono
particolarmente cari per la nostra comunità.
Vorrei infine segnalare,
sempre nel riportato articolo, un particolare componente del rinfresco servito
ai presenti: i gelati.
Non dimenticate che
siamo pur sempre a San Fili e siamo nell’ormai lontanissimo 6 agosto del 1905.
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Un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato
Pietro Perri.
... /pace ma... “si vis
pacem para bellum”!
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