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venerdì 18 settembre 2015

San Fili e la sua bambinopoli da Terzo Mondo... solo perché non esiste il Quarto.

Un paio di giorni addietro un mio caro compaesano mi chiede: “Pietro, come mai non stati scrivendo più niente di nuovo sul tuo blog dedicato ai Sanfilesi nel Mondo? ... segno forse che ormai tutti i problemi del nostro paese sono stati risolti?”
“Tutt’altro!”, gli rispondo io, “... è solo perché mi sono preso qualche meritato giorno di riposo... anche dal mio blog. Me lo meritavo!!”
“Per il resto”, continuai, “tutto da copione: più si va avanti, più si cammina lungo i corsi ed i vicoli del nostro caro amato/odiato paesino e più ci si rende conto che San Fili sta diventando - se non lo è già - un paese da Terzo o Quarto Mondo. e non perché non ci siano i soldi per invertire la rotta senza pensare di aumentare, da criminali, ulteriormente l’imposizione tributaria - già arrivata ad un punto critico - nei confronti dei cittadini.”
“Le tasse caro XY...”, permettetemi di anonimare il mio compagno d’avventura in questa ennesima vasca paesana, “... a San Fili ormai si può pensare solo di diminuirle. E per fare ciò... basterebbe tagliare (magari solo per qualche anno in attesa di tempi migliori per tutti... anche per chi soffre veramente la crisi) alcuni lussi ed alcuni favoritismi.”
Ma non è di tasse e tributi locali di cui oggi voglio parlare (oltretutto - da membro della maggioranza comunale in carica a San Fili - ammesso e non concesso che io abbia realmente qualche delega da chi di competenza... sicuramente non ne ho su tale fronte). Ciò di cui oggi voglio parlare è di decoro urbano ed in particolare della più importante - perché sulla carta dovrebbe essercene più di una in circolazione - bambinopoli sanfilese: quella nei pressi di piazza Rinacchio difronte all’abbeveratoio.
Diamine! ... quando scrivo “bambinopoli” il correttore automatico del programma di Word me lo segnala in rosso. Segno che questo non è un termine ancora del tutto entrato a pieno titolo nel dizionario della lingua italiana. Eppure San Fili in merito a tale termine ha una tradizione ormai pluridecennale.
Le prime bambinopoli infatti a San Fili furono realizzate verso la metà degli anni Settanta del XX secolo da un’amministrazione guidata dall’indimenticato sindaco Alfonso Rinaldi. Uno dei pochi reali sindaci - forse per questo ci si sforza di far cadere nell’oblio il suo ricordo - che San Fili finora abbia mai avuto.
Alfonso Rinaldi all’epoca (1970-1978) diceva di “voler costruire una città a livello d’uomo” e tra i tanti disastri messi in atto in quegli anni (tipo l’abbattimento di parte dello storico “muraglione”, ... ma gli altri stavano a guardare!) in parte riuscì nel suo progetto.
Ma ritorniamo ai tempi nostri e alla fine fatta dalla succitata... più importante bambinopoli del nostro amato/odiato paese.
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Qualcuno di voi sa cos’è una “bambinopoli”? ... semplice: una “bambinopoli” altro non è se “una città” (polis=città) dei bambini. Ovvero un luogo ben delimitato in cui i bambini possono agire in piena libertà e sicurezza - a loro livello - ovviamente adeguatamente sorvegliati dagli adulti.
Bambinopoli”, leggo su una pagina internet, “è il paese dove ogni cosa accade all’altezza degli occhi dei più piccoli.”... giusto come la bambinopoli di cui voglio interessarmi in quest’occasione.
Sulla bambinopoli realizzata (non ricordo più se nel periodo della Spiga e quindi sotto un’altra amministrazione a guida Alfonso Rinaldi o se nel periodo di qualche amministrazione immediatamente successiva... sicuramente non negli ultimi dieci anni: c’era già!) nei pressi di piazza Rinacchio, difronte all’abbeveratoio, si ci sono in tanti sciacquati la bocca portandola ad esempio dell’ottima funzionalità amministrativa locale. In tanti - amministratori e/o ex amministratori locali - l’hanno definita un fiore all’occhiello della nostra stupenda (?) cittadina. E, chissà, forse in qualche periodo lo è stata veramente. Ma oggi?
Difficile descrivere tale spazio. O meglio: non difficile ma mi vergogno di descriverlo con questo mio scritto. Dopotutto le immagini (fotogramma dopo fotogramma) che registrano i nostri occhi passando da quel punto parlano da sole: la recinzione in gran parte marcita e caduta (le malelingue dicono che la colpa in parte è anche di alcuni ragazzacci criminali locali non hanno a cuore il decoro urbano del nostro paese e che non rispettano per niente la res pubblica... ma io ci credo fino ad un certo punto), l’unico cestino in pessime condizione ed alcuni giochi (guardasi il caso dello scivolo grande) decisamente privo ormai delle seppur minime norme di sicurezza e rovinato dal tempo ad un livello tale che potrebbe arrecare gravissime menomazioni ai bambini che frequentano (e ve ne sono tantissimi)... anche accompagnati dai propri familiari... tale zona.
Già... “anche accompagnati dai loro familiari”. Tanto che viene normale chiedermi... ma sono proprio criminali tali familiari?
Una bambinopoli ormai da Terzo o Quarto Mondo, quella che mi ritrovo sotto gli occhi costeggiando la stessa in una delle mie solite vasche pomeridiane... una bambinopoli che forse anche in Africa se ne trovano di più sicure e meglio gestite di quella di San Fili.
Eppure dare un minimo spazio vitale (in cui socializzare e sviluppare le proprie capacità di interazione col territorio circostante), tra l’altro affrontando costi ridicoli (altro che i 30 - 40 o 50 mila di altri “lussi amministrativi locali”), alle future generazione sanfilesi dovrebbe essere un obbligo per ogni Amministrazione locale degna di tale nome. Un obbligo così come un obbligo sarebbe facilitare l’accesso allo studio dei fanciulli di famiglie meno abbienti (anche su questo fronte a San Fili mi vengono riportati esempi raccapriccianti certamente non degni di una comunità civile e perbene),
Qualche giorno addietro un caro amico, questa volta della frazione Bucita, in un “rispettoso reciproco” botta e risposta tramite e-mail, mi faceva notare che almeno a San Fili una bambinopoli c’è (ovviamente mi sono trattenuto dal dirgli - a mo’ di minaccia - “Guarda che se parli un altro poco quella bambinopoli la smonto da San Fili e ve la rimonto a Bucita!”) e su questo non posso dargli torto.
In effetti sia San Fili che il Frassino ed il bor-GHETTO (quello in località Cozzi) ne sono del tutto privi e non sarebbe sbagliato iniziare a pensare che sia la frazione Bucita che contrada Frassino e contrada Cozzi/bor-GHETTO fanno parte dell’abitato sanfilese. E non solo per quanto riguarda il problema bambinopoli ma anche buche, pulizia, griglie di pozzetti e similari mancanti e via dicendo.
Un fiore all’occhiello la più importante, funzionale e bella bambinopoli del nostro paese? ... del nostro amato/odiato San Fili? ... sicuramente! ... ma altrettanto sicuramente sarà uno di quei fiori brutti e nauseabondi... visto quando è inguardabile ed in alcuni casi anche offensiva per le nostre narici.
... come se non bastasse tale bambinopoli si trova proprio all’inizio della parte sud del paese (quella cui si accede nel centro abitato imboccando il bivio di Villa Miceli): proprio un bel biglietto da visita per chi decide di visitare il nostro stupendo (?) centro storico.
San Fili? ... uno dei più bei borghi d’Italia.
Se così è... figuriamoci gli altri!
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace!

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