Nella foto a
sinistra: Particolare
della prima pagina della gazzetta bisettimanale “Cronaca di Calabria” del 17
novembre 1942. Sotto, sempre a sinistra, riproduzione d’una cartolina degli anni
Sessanta del secolo scorso in cui si vede l’edificio che ospita la stazione
ferroviaria di San Fili. Con, come sfondo, il pittoresco borgo.
L’articolo
che riporto di seguito è apparso sulla gazzetta bisettimanale “Cronaca di
Calabria” del 17 novembre 1942 e riporta la cronaca del disastro ferroviario
avvenuto due giorni prima. In tale disastro ferroviario - uno dei peggiori
della storia delle Ferrovie Italiane - morirono 21 persone... una delle quali, Ernesto
Albamonte, era sanfilese.
Un
motivo per cui pubblico (riporto) tale articolo su questo spazio? ... diciamo
tre: 1) sto lavorando ad un pezzo in merito a tale disastro (pezzo in fase di
pubblicazione - a puntate - sul Notiziario Sanfilese) ed è giusto mettere anche
a vostra disposizione parte dello stupendo materiale che sto raccogliendo in
merito; 2) nel disastro è passato a miglior vita anche un nostro compaesano
citato nell’articolo stesso; 3) tale articolo mi è costato anche 28 euro a
causa di una multa che mi sono beccato in Piazza XV Marzo a Cosenza (ringrazio
per il piacere il corpo della polizia Provinciale... una confezione di medicine
purganti ai due membri di tale stupendo organismo, di cui le casse provinciali
potevano fare benissimo a meno, per non aver minimamente voluto sentire le mie
ragioni per quanto fossi la davanti quando facevano “il loro dovere”) e ritengo
a tal punto cosa più che giusta valorizzare appieno tale lavoro.
* * *
Morti
e feriti per un incidente ferroviario sulla Paola-Cosenza.
Il
treno 4371, che parte da Paola verso Cosenza, alle ore 4,30, domenica per
mancata azione dei freni sul tratto a dentiera fra le stazioni di S. Lucido e
Falconara Albanese, retrocedeva assumendo forte velocità.
All’ingresso
di una curva di raggio ristretto deviavano le carrozze urtando contro la parete
della trincea, mentre la locomotiva, staccata dal treno, proseguiva la corsa.
Si deplorano 18 morti ed una cinquantina di feriti. Trovansi sul posto alte autorità ferroviarie per procedere ad un’inchiesta circa le cause dell’incidente.
I
soccorsi.
Appena
giunta notizia del gravissimo incidente ferroviario, prontamente partivano da
Cosenza i soccorsi necessari.
Pronta
fu l’azione del Partito: immediato l’intervento dei Gerarchi della Federazione
dei Fasci sul luogo del disastro. La Federazione ha messo immediatamente a
disposizione macchine, materiale di pronto soccorso e l’opera dei dirigenti,
veramente lodevole ed encomiabile, che si sono prodigati nell’assistenza ai
feriti, nel ricupero dei morti e con ogni mezzo che valesse a portare un
soccorso materiale o morale ai colpiti.
Sul
posto giungevano anche tutte le autorità provinciali politiche, amministrative
e militari.
Veramente
efficace l’azione svolta dal Corpo dei vigili del Fuoco, dalla Croce Rossa,
dalla G.I.L., dall’Esercito, dalla Questura, dai Carabinieri, dalla Milizia
Ferroviaria, dai medici di Paola, da contadini e privati cittadini che hanno
proceduto sul posto ai primi soccorsi.
I feriti più gravi, dopo avere ricevuto le prime cure sul posto stesso del disastro, venivano trasportati all’Ospedale Civile «Principe di Napoli» di Cosenza dove hanno avuto dall’encomiabile intervento di tutto il corpo sanitario, le cure del caso.
Il
Federale visita il luogo del disastro e gli infortunati,
Il
Segretario Federale, appena venuto a conoscenza del grave disastro ferroviario
accaduto sulla linea Cosenza-Paola, accompagnato dal Direttore di «Calabria
Fascista» si è recato a visitare i luoghi dove è accaduto il fatto luttuoso e i
feriti ricoverati nell’ospedale «Principe di Napoli» della nostra città.
Quivi,
ricevuto ed accompagnato dai medici di servizio, il Gerarca nelle varie corsie,
si è intrattenuto a lungo con i feriti, interessandosi alle loro condizioni ed
assicurando ogni assistenza da parte del Partito.
Per
tutti il Federale ha avuto parole di conforto.
Accompagnato
dal Maggiore Gallotti il Federale ha anche visitato nel reparto della Croce
Rossa i tre ufficiali feriti nell’incidente e quindi si è intrattenuto a lungo
con i soldati ricoverati nelle varie sale di chirurgia e di medicina. Ai
camerati alle armi, attualmente degenti nel nostro Ospedale, il Federale ha
rivolto espressioni di viva e cordiale solidarietà e ha assicurato che il
Partito è sempre vicino ai soldati e che essi possono liberamente disporre
dell’assistenza della Federazione nei loro bisogni.
Il
Federale si è recato, quindi, al Cimitero a rendere omaggio alle salme del
disastro ferroviario. Nelle cappelle, ove le salme sono temporaneamente
esposte, il Gerarca si è incontrato ed intrattenuto con alcuni parenti delle
vittime, ai quali ha espresso il cordoglio del Partito.
Nel pomeriggio la Fiduciaria Provinciale dei Fasci Femminili si è recata anch’essa tra i feriti ricoverati nello stesso Ospedale intrattenendosi cordialmente con loro ed offrendo vari doni.
I
funerali.
Il
cuore di Cosenza si è ancora una volta manifestato in occasione dei funerali
dei deceduti nel grave disastro ferroviario. Già fin dalla prima notizia
l’impressione è stata dolorosa e man mano che i primi feriti son giunti al
nostro Ospedale Civile «Principe di Napoli» è stato un soccorrere di cittadini
di ogni condizione sociale. Poi durante la notte sono giunte le salme delle
vittime, che sono state composte amorosamente in una sala del Nosocomio, e per
tutta la mattinata di lunedì è continuato senza sosta il pellegrinaggio
pietoso.
Ai
funerali ha partecipato tutta Cosenza, e mai come questa volta veramente non
v’è esagerazione. Oltre ventimila persone hanno seguito i carri sui quali erano
state composte le bare, che erano seguite dai familiari. Vi erano tutte le
autorità e gerarchie; tutte le organizzazioni del Partito, sindacali,
giovanili; le scuole; gli uffici pubblici; le associazioni patriottiche e
combattentistiche, rappresentanze delle forze armate e tutti gli ufficiali di
stanza a Cosenza e quelli in congedo.
Dopo
la benedizione delle salme si è mosso il corteo interminabile che è passato per
le vie di Cosenza, tra fitte ali di popolo commosso, nel mentre tutti i negozi
avevano chiuso per lutto cittadino, così come per lutto cittadino avevano chiuso
i locali di pubblici spettacoli.
Per
via Roma, Corso Umberto, Piazza Costanzo Ciano, Via Sertorio Quattromani.
Piazza Tommaso Campanella. Corso Telesio, Ponte San Francesco, Salita Tribunale
il corteo si è snodato fra la generale commozione e si è sciolto dopo che è
stato fatto lo appello fascista delle vittime.
Innumerevoli
le corone, fra le quali quelle delle autorità e dei parenti degli estinti.
Ed
ecco i nomi dei morti nel disastro ferroviario (altre due salme, una donna ed
una bambina non sono state ancora identificate): Gallanti Fausto fu Aleardo,
Aiutante Maggiore de la 162. Legione della M.V.S.N. di Cosenza; Di Maggio
beniamino da Napoli, 1. Capo Squadra della M.V.S.N.; De Maria Mario fu Giacomo
da Circè, Tenente di Artiglieria di stanza a Castrovillari; Paduano prof. dott.
Stefano di Salvatore, Primo Capitano del 17. Reggimento Fanteria e Professore
della R. Scuola Commerciale « M. A. Severino » di Cosenza; Caiezza Pasquale di
Vincenzo da Alzano, ferroviere; Petrone Mariano fu Giovanni da Cosenza,
impiegato dell’Unione provinciale Agricoltori; Prof. Augusto Oro di Mario da
Napoli, Libero docente presso quella Università; Albamonte Ernesto di Gaetano
da San Fili; Villella Francesco Antonio fu Nicola da Palizzi (Reggio Calabria);
Merletti Carmine da Cosenza, Negoziante; Ing. Francesco Lombardi da Cosenza,
comandante provinciale dell’U.N.P.A.; Campana Gabriele; Romano Enzo Mario fu
Giulio da Cosenza, studente universitario; Gioni Alfredo fu Sebastiano da
Castel San Giovanni (Piacenza); Ranieri Eteocle Luigi di Fedele, nato a
Cosenza, studente universitario; signora Caiezza; Giuseppe De Napoli di
Raffaele.
Alle
famiglie delle vittime, presentiamo le sincere condoglianze del nostro
giornale.
* * *
Un
caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!
2 commenti:
grandissima testimonianza dei un italia con le palle,solidale nelle istituzioni come nel valore degli uomini,grazie pietro.
Grazie per le informazioni Paduano Stefano si trovava au quel treno. Cugino di mio padre Giovanni Paduano. Mettendo in ordine le vecchie fotografie abbiamo trovata una del prof. Dott.Stefano Paduano
Nel uniforme da sotto tenente. Papà racconta di lui come un gran buon uomo. Anxhe suo fratello era un ingegnere e morì in guerra. Questi uomini veri eroi.
Grazie Marco Paduano.
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