Il brano che riporto di seguito (adattato solo in un paio di parti appositamente proposte, in questo spazio ed in questa occasione, in corsivo) è stato pubblicato sul quindicinale “l’occhio” anno II n. 7 di domenica 2 aprile 1995… ovviamente a firma del sottoscritto… alias Pietro Perri.
Lo ripropongo oggi, giornata della Shoah (della memoria), affinché… il ricordo non muoia e con il ricordo non muoia anche il nostro futuro.
Anche San Fili ha avuto i suoi deportati, i suoi morti e i suoi confinati nel corso della Seconda Guerra Mondiale.
* * *
Marzo 1945: a soli sedici anni moriva, nel campo di concentramento di Bergen-Belsen, una ragazzina ebrea diventata suo malgrado il simbolo dell'olocausto: Annaleis Marie Frank, Anna, autrice dell'omonimo diario.
Qualche anno addietro ebbi il piacere di leggere le toccanti pagine di quelle stupende e tragiche lettere inviate idealmente alla sua amica del cuore Kitty... l'inesistente, come era inesistente e reale al tempo stesso, la sua vita nell'alloggio segreto di Amsterdam.
Oggi Anna Frank, per le nuove leve potrebbe non essere mai esistita: l'ultima partita di pallone o ciò che hanno detto o che non hanno detto gli eterni dottori dei mali economici e sociali di questa strana società... sono gli interessantissimi discorsi che monopolizzano la loro attenzione. Anna Frank è il passato. Ed il passato lo vediamo quotidianamente in televisione, anche se con nomi diversi: il passato oggi si chiama Somalia, Iraq, Bosnia, Cecenia, Ruanda... la TV non ne parla più, quindi il pericolo è scomparso, inutile preoccuparsi.
Il presente invece è bello: si chiama Beautiful, Perla Nera, Sentieri... in alcuni casi Tempo Reale e Combat Film. Il presente, video permettendo, sarà eterno.
Qualcuno si chiederà perché ho deciso di dedicare questo spazio a questo fantasma del passato... mi auguro che qualcuno se lo chieda. Semplice: sabato 4 marzo (n.d.a.: 1995), mi trovavo a San Fili in piazza San Giovanni a discutere del più e del meno con alcuni amici, sulla situazione politica attuale.
Uno di questi miei amici disse scherzosamente che per quei simpaticoni di onorevoli della Prima Repubblica e mezzo, si dovrebbero costruire degli appositi campi di concentramento. Un signore, a pochi passi da noi, puntualizzò: "Purché non siano nazisti". Questo signore di cui in questa occasione non svelerò il nome, tra l'altro padre di un mio ex compagno di scuola, proseguendo ci confidò di essere stato lui stesso prigioniero in un campo di concentramento in Germania.
(…) E’ questo un brandello di storia mondiale che quasi quotidianamente incrociamo senza rendercene neanche conto in piazza San Giovanni o lungo corso XX Settembre.
Un brandello di storia che magari avrebbe tanta voglia di parlarci di se e che noi, impegnati nel nostro perbenismo, nel ridicolizzare e sottovalutare il nostro prossimo, ci sforziamo di non riconoscere.
* * *
Quando i nostri passi incrociano quelli di un anziano… fermiamoli un attimo e guardiamo nel volto chi ci sta di fronte: quel volto, quegli occhi… le sue mani… sono un pezzo di storia che sicuramente nessuno ci racconterà mai.
Un paese che non conosce, comprende ed elabora compiutamente la propria storia è destinato a rivivere il proprio passato - (Elsa Morante).
… un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
… pace!
Nessun commento:
Posta un commento