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martedì 1 giugno 2010

A raccolta di Clematis Vitalba. Una stupenda (?) avventura intorno al valico Crocetta: la strada di Annibale (parte quarta).

Dal bivio per Falconara albanese, ossia da poche centinaia di metri dal valico Crocetta, si riesce persino a scorgere l’abitato di San Fili.
… è stupendo… e sarebbe ancor più stupendo se non si vedessero alcuni scempi (tagli indiscriminati e senza regole di bosco cedue) perpetrati dall’uomo ai danni della natura.
Ormai i nostri boscaioli (complici sicuramente quanti dovrebbero controllare il rispetto delle regole) non guardano più niente al loro incedere. Peggio di Attila: “Dove passo io non cresce più l’erba”! … e dove passano la gran parte dei boscaioli sanfilesi (o quanti tra loro, pur non originari del luogo, lavorano sul territorio sanfilese) ormai se vi cresce qualcosa, quella è sicuramente l’incidenza delle frane.
… dovrebbero cambiare mestiere, dovrebbero fare i barbieri. Taglio unico: a zero! … sono dei veri maestri ormai in questo tipo di taglio.
Saliamo in macchina, io e mia moglie, e ci dirigiamo verso la zona della fontana di sant’angelo, ossia lungo la strada che porta, appunto a Falconara albanese prima e a San Lucido poi.
Dai muretti che costeggiano la strada, proseguendo verso la zona della fontana di sant’angelo, fanno capolino un sacco di germogli di vitarve. Malgrado la strada è stretta (quasi ad un’unica corsia) il bottino è troppo succulento per non costeggiare la macchina, scendere ed iniziare a raccogliere i frutti della nostra indimenticabile (almeno per quanto ci capiterà fra non molto) passeggiata in montagna.
La busta ove riponevamo i germogli di vitarva iniziava a prendere una decisa consistenza ed… anche a pesare.
Piano piano giungemmo al punto in cui la strada provinciale incrocia la storica strada di Annibale. Mancano poco meno di duecento metri per giungere alla fontana di sant’angelo.
Non so quanto ci sia di vero, di storicamente vero, in questa definizione, ossia ne “la strada di Annibale”.
Mi disse che si chiamava così questa strada in terra battuta (in alcuni casi tra l’altro – nei pressi delle “grotte du Verre” - con dei massi che danno l’idea d’una lastricazione di romanica memoria) il mio carissimo amico Mario Oliva (passato a miglior vita agli inizi del terzo millennio).
Mario, con la sua stupenda enfasi nel riportare i classici racconti dei nostri anziani, mi disse che lì, proprio da lì, era passato il grande condottiero cartaginese.
Personalmente di due cose sono più che convinto: la prima è che se scendo per il ramo che ho sulla sinistra (guardando verso Falconara albanese) alla fin fine mi ritroverò a San Fili in località “macchia della posta”, la seconda è che in questo punto sicuramente vi passò Alexandre Dumas padre (ossia l’autore di “d’Artagnan e i tre moschettieri”) quando, nel 1835, da Cosenza dovette raggiungere San Lucido dove l’aspettava il vascello guidato dal capitano Arena.
In tale punto, infatti, prendendo una celestiale cantonata, il grande romanziere francese colloca la parte finale della vita del brigante lametino “u Vizzarro” (all’anagrafe Francesco Moscato)… ovvero, oltre che al prologo, la seconda parte della novella “Celestino e Cherubino”.
Anche in questa zona comunque, amorevolmente abbracciati ad un reticolato che delimita una proprietà privata, tantissimi germogli di vitarva da raccogliere si offrivano in modo a dir poco sacrificale alle ormai esperte mani di mia moglie e mie.
Essendo comunque in una zona eccessivamente esposta al sole e su un terreno poco umido, tali germogli si presentavano alquanto secchi e quindi quasi certamente duri, una volta cotti, al palato. Oltretutto vi erano evidenti i segni di qualche buongustaio che ci aveva preceduto da uno o due giorni… meglio proseguire oltre.
Risaliti in macchina, oltrepassammo, la sorgente di sant’angelo (un’acqua con un gusto decisamente stupendo… corposo, anche se qualcuno mi ha detto in altri tempi che alle analisi è risultata alquanto pesante): l’avventura continuava, ma non era ancora giunta al suo momento clou.
(continua - 4)
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace.

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