Erano all’incirca le 16 e 30 di giovedì 27 Maggio 2010.
Da qualche giorno tra me e mia moglie s’era instaurato un po’ di stupido nervosismo e la cosa più sensata che mi venne da fare fu proporle una bella passeggiata intorno al valico Crocetta a raccogliere… vitarve (leggasi “clematis vitalba” per gli scienziati o semplicemente, nell’Italia Federale dell’Umberto - Bossi - Nazionale, “vitalba” per gli stranieri sbarcati volontariamente o semplicemente per caso nella libera repubblica di San Fili).
Feci questa proposta a mia moglie per vari motivi, tra i quali: a) più di una volta mi sono reso conto quanto calmi il nervosismo una bella passeggiata in montagna (aria fresca ed incontaminata)… nella nostra montagna; b) quest’anno ho riscoperto i germogli di vitarva (non solo come prodotto alimentare ma anche come prodotto curativo… è una pianta diuretica, fa bene ai reumatismi e non solo…); c) se Berlusconi e company continuano a governare l’Italia in questo modo, quanto prima vitarve in circolazione non se ne troveranno più (ossia la gente li raccoglierà per necessità e non più per piacevole “chjuritu”).
In effetti i germogli di vitarva furono per secoli (ovviamente nei mesi di Maggio ed Aprile) uno dei piatti forti della tavola dei nostri avi. Di quanti, sotto padroni (quando i padroni non toglievano loro anche questo piacere), hanno ipotizzato, realizzato e occupato (con la loro attiva e fattiva presenza) San Fili ed il suo stupendo territorio.
In tempi tra l’altro in cui di vitarve se ne trovavano, nel territorio sanfilese, ben poche: oggi San Fili, grazie al fatto che nessuno pulisce più il sottobosco (non tutto il male viene per nuocere), ne è strapieno. E non solo ne è strapieno il sottobosco sanfilese ma anche (tragico ammetterlo) anche alcune vie del centro urbano della nostra amata/odiata San Fili… segno che sul fronte della pulizia l’Amministrazione comunale e gli “operatori ecologici” - leggasi "spazzini" - del nostro paese ultimamente lasciano alquanto a desiderare.
La “clematis vitalba” è una pianta selvatica sicuramente buona (gustosa) ma altrettanto sicuramente altamente infettante.
Ma ritorniamo alla nostra storia.
Mia moglie (Orietta), da parte sua, non ci pensò due volte a dirmi di si!
Dieci minuti per cambiarci (ossia per metterci addosso una comoda tuta da ginnastica) e via, ovviamente in macchina, verso la nostra (anche se non lo sapevamo ancora) stupenda avventura.
Il primo punto di sosta sarebbe stato, appunto a poche centinaia di metri dal valico Crocetta, il bivio per Falconara albanese.
(continua - 1)
* * *
... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace!
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