SAN FILI BY PIETRO PERRI BLOG: settembre 2010

A chi non ha il coraggio di firmarsi ma non si vergogna di offendere anche a chi non (?) lo merita.

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lunedì 27 settembre 2010

Mariafrancesca Garritano ed il suo libro "La verità, vi prego, sulla danza"... by Pietro Perri. (3)

La verità, vi prego, sulla danza
di Mary Garret (Mariafrancesca Garritano)
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Il titolo, diciamo la verità, lascia ad intendere ben altro di quello che, fin dalle prime pagine, si finisce per leggere nell’opera prima della nostra compaesana Mary Garret (Mariafrancesca Garritano).
Ci si aspetterebbe, infatti, un saggio sulla danza (sulla danza? … no, sulla Danza con la “D” maiuscola, dopotutto l’autrice è un membro del corpo di ballo del Teatro della Scala di Milano… scusate se è poco!) ma fin dalle prime righe si scopre una realtà ben differente da quella che ci si era aspettati.
In effetti il libro di Mary Garret è anche, e dico anche, un saggio sulla Danza ma è anche e soprattutto tantissimo altro: è un percorso di vita a ritroso verso le proprie origini (Mariafrancesca Garritano non dimentica né si vergogna d’essere una meridionale, una cosentina, anzi, ne fa il suo stendardo), è un trattato di filosofia, è un manuale per chi intende intraprendere una carriera, appunto un percorso, che non per forza deve essere quella della Danza, della… ballerina.
Chiunque può ritrovarsi nelle pagine del libro di Mary Garret sia chi è riuscito nella vita e sia chi della vita, spesso non per sua volontà, non è riuscito a coronare il proprio sogno. Un sogno che, ancor più spesso, non era neanche il proprio sogno ma, vera e propria tragedia nella tragedia, quello, frustrato, di un proprio familiare.
Il saggio (ma si tratta veramente di un saggio?) sulla Danza scritto da Mariafrancesca può essere benissimo trascritto in una qualsiasi altra arte  o professione. Cambiamo la parola “Danza” con
Recitazione, con competizione in un qualsiasi ambito lavorativo, con Politica (con la P maiuscola?)… il risultato è uguale.
La chiave di lettura è uguale e comunque riuscita, il messaggio è chiaro: la vita non è facile e proprio nel momento in cui si è raggiunto il proprio massimo, il punto d’arrivo cui ci si era fissati dal nostro primo battere d’ali… ci si rende tristemente conto che nella vita non esistono solo sogni per chi decide di chiudere gli occhi poggiando la testa su un allettante soffice cuscino foderato di seta.
Non raramente la parola “sogno” fa rima, per niente baciata, con la parola “incubo”.
L’importante è comunque, nella vita, non perdere la speranza, non perdere la voglia di lottare per un nuovo sogno… c’è un altro massimo da raggiungere dietro l’angolo: la propria immagine riflessa in uno specchio.
La Danza, quindi, finisce per diventare la vita stessa ed il libro “La verità, vi prego, sulla danza!” un manuale, non per forza perfetto, per vivere la vita nel miglior modo possibile, per essere protagonisti del proprio destino, per non farci stupidamente vincere dal desiderio e dal destino degli altri.
Mariafrancesca Garritano (Mary Garret), in questa sua opera prima, si mostra più matura di quello che ci si può aspettare dal leggere la sua età anagrafica. I suoi paragrafi ci mostrano si una persona realizzata nella vita e decisamente invidiabile dal mondo con cui costantemente interagisce... ma ci mostrano nel contempo una persona ancora alla ricerca di se stessa… ancora alla ricerca, da brava ballerina che è stata ed è, delle sue scarpette magiche. Ovvero del magico scrigno del rispetto reciproco, dell’amicizia sincera, del riconoscimento dell’impegno e del valore personale… della persona in quanto persona.
La ribalta è bella, le luci sono belle, la scena è bella… per la persona di spettacolo sono belle le sue stupende performance sul palco e persino i gossip legati al suo nome ed al suo volto. Purtroppo a tarda sera, spente le luci e calato il sipario (non solo quello del teatro ma anche e soprattutto quello delle amicizie interessate), sovente si resta da soli e la solitudine è brutta per la gente di spettacolo, per la gente abituata a vincere. La solitudine fa pensare ed il pensiero uccide.
Per un ballerino, per un soggetto che ha coronato il suo sogno c’è tantissimo di più, c’é… l’essere umano.
Oltre le gambe, è il caso di dire, c’è di più.
Nel libro di Mary Garret troviamo tantissimo: troviamo Luciano De Crescenzo, troviamo Freud, troviamo in alcune pagine anche un documentario e/o un film firmato Disney (ovvero un'opera cinematografica narrata con la stessa delicatezza), troviamo la voglia di lottare prima per gli altri che per se stessi; troviamo (strano ma vero) persino la nostra compaesana Mariafrancesca non solo con i suoi successi ma anche con i suoi difetti, con le sue debolezze, con le sue paure, con i suoi punti deboli messi alla berlina (“sono un essere umano anch’io”, sembra dirci in alcuni passaggi), con le sue vittorie e soprattutto con le sue sconfitte, con le sue origini sanfilesi… calabresi.
Il libro? … forse un grido d’aiuto rivolto a quanti da lei, malgrado quanto dalla stessa già fatto, si aspettano ancora che faccia tantissimo in più. Un modo come un altro per dire a tutti… lasciatemi riposare, lasciatemi, per un momento, sentirmi uguale agli altri, lasciatemi vivere, per un momento, l’anonima ed insignificante vita degli altri, d’una normale bambina che ha ancora tantissimo bisogno dell’affettuoso abbraccio di quella madre che l’ha tradita nel momento in cui aveva più bisogno di lei.
“La verità, vi prego, sulla danza” è un’opera prima che esce comunque al di fuori dagli schemi: è un atto di coraggio (e di coraggio, nel dare alle stampe tale opera, Mary Garret (Mariafrancesca Garritano) ne ha avuto veramente tantissimo) che già per questo merita di essere letto: una denuncia verso un mondo che (rispecchiando comunque la società dei tempi d’oggi) spezza le ali di quanti si addentrano nei suoi foschi labirinti.
Un mondo che in altri tempi era si sudore ma era anche e soprattutto sogno e poesia.
Fa riflettere anche il fatto che l’autrice parli della danza… quasi esclusivamente al maschile e spesso e volentieri più in difesa del ballerino che non della ballerina, spiegando a più riprese della maggiore difficoltà del primo di farsi accettare in tale disciplina prima da parte dei propri familiari e poi dal resto dell’ambiente in cui vive e con cui interagisce.
Dopotutto, non possiamo negarlo, il ballerino, così come il poeta, è visto, dall’intera società, come un soggetto particolarmente sensibile… e la sensibilità è considerata virtù in una donna e debolezza (femminile?) in un uomo. E poi, diciamo la verità, il ballerino (la ballerina) non è di per se un poeta? … il suo dolce esprimersi librandosi nell’aria (scena) non è forse un dolce verso d’una trascinante poesia?
Cento e più pagine che fanno pensare, fanno sorridere ed in alcuni casi fanno anche rabbrividire.
Cento e più pagine che comunque meritano un seguito… ed un seguito a tale opera sembra proporci, attimo dopo attimo, pagina dopo pagina, l’autrice stessa.
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Scambio d'e-mail tra la grande Mary Garret ed il piccolo Pietro Perri
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... ho appena finiti di leggere il libro ed ho letto anche l'articolo su tgcom.
... in effetti non ci sei andata per niente leggera... anche se qualcuno determinate cose doveva pur dirle (e i sanfilesi sembra che un determinato modo di fare ce lo portiamo scritto nel DNA).
... inutile dire che mi auguro (da lettore) che questo sia solo il primo di un ben definito trittico.
... comunque scritto bene (vale la pena leggerlo).
(…) ... sto provando a scrivere anche qualcosa.
... un caro saluto da Pietro e da San Fili.
San Fili, lì 26.09.2010
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Grazie di averlo letto. Non sono riuscita a comprendere se con BEN DEFINITO TRITTICO, mi augura di scriverne altri, o di scriverne in modo migliore, comunque l'ha letto e più o meno si sarà reso conto che il mondo della danza, a cui mi riferisco in senso totale, è ricco di cose che nessuno mai si aspetterebbe.
(…) ... credo che abbia altro a cui pensare che alla mia piccola e per nulla pretenziosa opera!!  a presto e buon lavoro sui suoi blog.
Milano, lì 26.09.2010.
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... il libro, per quanto può contare la mia opinione, è un ottimo libro (sia dal punto di vista della tecnica di scrittura che dal punto di vista dei contenuti)..
... con "ben definito trittico" non solo mi auguro che ne scriva altri ma penso che dopo aver scritto questo primo libro (e visto l'argomento) mi sembra che si sia assunta un preciso impegno nei confronti di chi la legge e, soprattutto, di quanti si affacciano per la prima volta allo stupendo mondo dell'arte in generale e della danza in particolare... con alcuni sogni nel cassetto.
... ha scritto dell'inferno? ... faccia conoscere anche il purgatorio ed il paradiso di questo (stupendo?) mondo perché, ne sono certo, così come in tutti i mondi (in cui vive e con cui interagisce l'essere umano) anche nel mondo della Danza (quella con la D maiuscola... quella che lei ha sicuramente conosciuto, diversamente non scriverebbe certe cose) esistono (coesistono) l'inferno, il purgatorio ed il paradiso.
... la speranza non va' comunque assassinata... e sono sicuro che lei di momenti stupendi in questi anni ne ha avuti tantissimi... anche se dopo un po' si sono rivelati dei semplici fuochi di paglia.
Ne ho avuto anch'io! … ne abbiamo tutti (coloro che viviamo e non che ci limitiamo a sopravvivere).
... mi scrive "si sarà reso conto che il mondo della danza (...) è ricco di cose che nessuno mai si aspetterebbe"... ma questa è la vita!
... la grandezza della sua opera (e la leggibilità della stessa) sta proprio nel fatto che se io cambio il termine DANZA con il termine LAVORO e/o PROFESSIONE (di avvocato, di dottore, di semplice funzionario statale, di dipendente di un'azienda privata, di...) il succo non cambia.
... lei, malgrado forse non se ne sia accorta (non prenda a male tale mio modo di esprimermi... odio quando mi si fraintende, significa che non mi sono espresso bene in italiano) non ha fatto altro che scrivere della vita... e le assicuro che la cosa è tutt'altro che semplice (specie se fatto bene come l'ha fatto lei).
... se un "non addetto ai lavori" come il sottoscritto non si è annoiato nel leggere le sue pagine... vuol dire che l'opera è universale, vuol dire che lei ha scritto (prima che per se) per gli altri.
... ecco perché spero che lei porti alle stampe anche le due altre parti del trittico.
... un caro saluto da Pietro Perri... e da San Fili.
San Fili, lì 26.09.2010.
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L’autrice del libro “La verità, vi prego, sulla danza”
Mariafrancesca Garritano (Mary Garret)
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Nata il 7.11.1978 a Cosenza.
Studia nel C.I.D. diretto da Isabella Sisca, nella sua città natale.
Entra nella Scuola di Ballo del Teatro alla Scala nel 1996 e si diploma nel 1998 con voto: 29/30.
Nello stesso anno riceve il premio Rotary come “Miglior Allievo dell’Anno” ed entra a fare parte del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala.
Partecipa a tutte le produzioni e tournèe internazionali del Teatro interpretando anche ruoli principali tra cui:

“In the middle somewhat eleveted” W.Forsythe
“Who Care’s” G.Balanchine
“ Lo schiaccianoci” (Clara) R. Nureyev
“Cenerentola” (Cenerentola) R. Nureyev
“Sogno di una notte di mezz’estate” (Pas de deux II atto- Ippolita- Ermia)
G. Balanchine
“Il lago dei cigni” (Pas de quatre) Bourmaister
“Paquita” (Variazione Solista)
“Serata’900- Theme and variation” (Solista) G. Balanchine
“La Bella Addormentata nel Bosco” (Pas de cinq) R.Nureyev
“La Dama delle Camelie” (Prudance) J.Neumaier
 “Bayadere” (Gamzatti) N.Makarova
“Coppelia” (Swanilda) D. Deane
“Apollo” (Polimnia) G. Balanchine
“Voluntaries” (Principal Couple) G.Tetley
“Giselle” (Myrtha) Y.Chauvire
 “Don Chisciotte” (Kitry - Mercedes - Regina delle Driadi) R. Nureyev
 “ Balletto Imperiale” (Coppia Principale) G. Balanchine
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... sopra, in alto a sinistra, Mariafrancesca Garritano in un suo momento di gloria al Teatro alla Scala di Milano. Al centro sempre a sinistra, la locandina della presentazione del libro della nostra compaesana Mariafrancesca Garritano. 
Presentazione che si terrà mercoledì 13 ottobre alla Casa Armena (sita in Via Velasca, 4)  a Milano. Ovviamente aspettiamo quanto prima Mary Garret (la nostra Mariafrancesca) sia a Cosenza che nella nostra San Fili. L'aspetto in particolare io, misero provinciale che non ha avuto il coraggio come lei di fare il grande salto... per chiederle scusa.
… un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
… /pace!

domenica 26 settembre 2010

Mariafrancesca Garritano ed il suo libro "La verità, vi prego, sulla danza". (2)

Riporto di seguito l'articolo (intervista) apparso giorno 24.09.2010 sul sito del TGCOM. L'articolo (intervista) parla della nostra Mariafrancesca Garritano (figlia dell'indimenticabile Manola Calomeni) e del suo libro "La verità, vi prego, sulla danza". 
Ho avuto il piacere di leggere il libro di Mariafrancesca e vi assicuro... merita d'essere acquistato e letto per più di un motivo. E poi noi Sanfilesi, non dimentichiamolo, abbiamo un motivo in più degli altri per acquistare e leggere questo libro: l'origine dell'autrice, indiscutibile  vanto per tutti noi.
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Il ballo tra invidie e corruzione

In "La verità, vi prego, sulla danza"

"La verità, vi prego, sulla danza" sembra quasi una implorazione ma è anche un imperativo. La ballerina del Corpo di ballo della Scala Mariafrancesca Garritano (marygarret nel mondo virtuale) ha scritto un libro per far chiarezza su un mondo affascinante e insidioso. Dalle "storie di corruzione e di compromessi" per un posto sul palco all'anoressia. Ai giovani consiglia di coltivare i sogni "rimanendo ancorati alla dignità di essere umano".

Da dove nasce l'esigenza di scrivere questo libro?


Nasce dal desiderio di salvarmi dal tunnel di frustrazione, insoddisfazione e finzione, dentro il quale il mondo in cui lavoro mi ha lentamente  spinto. Un giorno ho trovato nel mio camerino una lettera del nostro addetto stampa che ci comunicava la presenza di un fotografo dietro le quinte per un libro dedicato ad una delle nostre Prime Ballerine... così mi è scattata una sorta di ribellione e mi sono detta: 'Ma che libri e libri fasulli sulla danza... sempre la ballerina perfetta, il mondo perfetto. Bisognerebbe fare un libro che faccia vedere che le cose stanno diversamente'. E così è nata la mia idea di "liberarmi" una volta per sempre attraverso la mia Verità. David Icke diceva "La Verità vi renderà liberi", aveva ragione.

Scrivi "Nessuno immagina che dietro possano esserci storie di corruzione, di minacce e di compromessi, per mantenere il proprio posto sul palco". Perché succede?


La regola è sempre la stessa: l'uomo non è capace di superare il limite dell'invidia, ovunque così. Le minacce, i giochi di potere, sono solo modi per non dover ammettere di essere invidiosi di chi le cose se le merita davvero.

Uno dei temi più toccanti è l'anoressia che riguarda alcuni ballerini. "Ci sono momenti in cui si entra in competizione anche sul quantitativo di cibo che si mangia". Come combatterla?


Si combatte mettendo al posto giusto le persone giuste, specialisti che sappiano occuparsi del problema istruendo genitori e insegnanti che sappiano a loro volta educare figli/ballerini. Specialisti che supportino i ballerini che hanno già problemi e si occupino di prevenire laddove i problemi non ci siano. E sbattendo fuori dai teatri e dalle scuole di ballo chi di problemi ne ha creati tanti, senza timore di denunciare nessuno, siano essi insegnanti, direttori e colleghi.

"Una persona attenta al look o alle opere umanitarie che compie, come la beneficenza, qualcuno che si occupa molto di far conoscere di sé un'immagine che spesso non corrisponde alla realtà"...


Provo profonda delusione, perchè nei personaggi pubblici più in vista ho sempre creduto dovesse esserci un forte senso del dovere nei confronti di chi appartiene alla propria categoria ma non ha le armi per combattere certi sistemi. Esempio? La gente ti ascolta, ti cerca, ti acclama, ti intervista... Tu che fai? Approfitti della tua immagine e visibilità per sensibilizzare davvero su problematiche enormi che viviamo ormai da anni all'interno di questo mondo. Provo un crollo di stima totale. Perchè non vedo più l'uomo artista, ma il personaggio artista che agisce solo per il proprio personale interesse.

Cosa vorresti comunicare all'opinione pubblica?


Che le cose non sono come sembrano, che la nostra vita è più normale e problematica di ciò che uno immagina e che i ballerini, almeno alcuni, non si limitano solo a ballare, ma anche a lottare, pensare, vivere. In che modo non lo so... pensavo che ballare fosse l'unico modo possibile per esprimere qualcosa, quando ti impediscono di farlo veramente, allora cerchi di parlare, scrivere, raccontare, dipingere, inventare altri modi per mandare un segnale che oltre ai riflettori c'è vita vera...

"Nel mondo della danza in generale mancano gli stimoli (...) mancano volti rassicuranti da cui apprendere per la loro esperienza". Come mai si è arrivati a questo punto?


Boh, non so, forse perchè i personaggi geniali sono già tutti nati, perchè non c'è più niente di nuovo da scoprire e da insegnare e anche perchè, in fondo, siamo una generazione che ha fallito in qualcosa e a cui costa fatica cercare di riprendersi da tale fallimento.

"Il compiacimento è una delle pratiche più diffuse nel mondo della danza" e chi la attua fin dove arriva?


Arriva in alto, arriva a ballare i ruoli principali nei balletti senza fare la gavetta, arriva ad avere articoli sui giornali e varie ed eventuali... Arrivano, questo è poco ma sicuro! Se poi parliamo di vita e non di danza direi che arrivano ad andare in bagno tutte le mattine come quelli che "non arrivano", e anche per loro vale "à livella" di Totò.

Perché affermi che è difficile trovare l'amicizia tra colleghi?


Perchè la mia esperienza personale mi ha portata ad investire tantissimo sulle amicizie, e a restarne spesso delusa non per motivazioni legate al lavoro, alla carriera o alla competizione, ma per tradimenti più intimi di cose che feriscono l'anima e fanno capire che "l'umanità" nell'essere umano non sempre è così scontata.

Sembra dunque che con il passare degli anni si perdano, non per colpa propria, gli stimoli ad andare avanti. Tu ne hai ancora?


Se ho scritto questo libro è perchè ne ho ancora, anche se non lo credevo possibile all' inizio di tutto questo percorso. Li trovo cercando di non dimenticare. A volte si fanno esperienze o si incontrano persone o si leggono cose o si vedono film, che resteranno per tutta la vita come punti cardine della propria esistenza e ti faranno riconoscere ciò che vale e ciò che non vale... Io cerco di non dimenticare queste persone e queste cose. Cerco di non dimenticare chi ero e chi sono.

Cosa consiglieresti oggi ai giovani che sognano ancora di entrare nel Corpo di ballo della Scala?


Di continuare a sognare e cercare di realizzare il proprio sogno, rimanendo ancorati alla propria dignità di essere umano. Un Diamante è per sempre... il Corpo di ballo della Scala no!

La ballerina e scrittrice presenterà il suo libro "La verità, vi prego, sulla danza" mercoledì 13 ottobre dalle 18 alle 23.30 alla Casa Armena in Via Velasca, 4 a Milano.




Andrea Conti
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A giorni pubblicherò anche le mie considerazioni sull'opera di Mariafrancesca Garritano.
... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace.

domenica 19 settembre 2010

San Fili... paese di fantasmi, spirdi e magare (e non è detto che sia un male). (1)

Esistono a San Fili luoghi in cui si registrano apparizioni di fantasmi? … sicuramente no o quantomeno non più.
In altri tempi, infatti, i fantasmi, gli spirdi, le magare, le forze dell’occulto o in generale dell’aldilà erano… di casa nel nostro paese.
Fino alla fine degli anni Sessanta infatti era facile sentir dire a qualche compaesano d’aver visto qualcosa di strano in una determinata casa o in un determinato punto del nostro paese. Dopo… il nulla.
Cos’era che faceva lavorare (galoppare) tanto la fantasia (se di fantasia si tratta) dei nostri anziani e come mai, di botto, tutto su questo versante a San Fili è cambiato?
Personalmente mi verrebbe da dire, ma potrei anche non dirlo in quanto non sono un esperto in materia, che con l’avvento degli anni Settanta a San Fili il benessere ha iniziato a farla da padrone. In tanti, infatti, hanno iniziato a svolgere un lavoro decentemente remunerativo e quindi le famiglie venivano sfamate in modo accettabile.
La fame, è risaputo, gioca brutti scherzi.
I grandi asceti oltre ad avere una grande personalità sono sempre e comunque dei grandi assertori della pratica del digiuno. Una buona forchetta ha, anche nella mappa realizzata dal grande Dante Alighieri per il suo capolavoro “La divina commedia”, un comodo posto all’inferno (girone dei golosi) e non certamente in paradiso.
Negli anni Settanta quasi tutti i sanfilesi avevano ormai una televisione in casa. Televisione significa, o quantomeno significava, cultura e la cultura comunque distrugge, a lungo andare, la fede. Per credere (vedere) fantasmi e similari ci vuole anche una buona dose di fede.
Negli anni Settanta presero il potere a San Fili gli amici della sinistra (Comunisti e Socialisti) guidati dall’amico (compianto) Alfonso Rinaldi. Altro buon motivo, presumibilmente, per le povere entità sospese tra la nostra dimensione e la dimensione dell’aldilà… per cambiare paese.
Nel mondo della ragione non c’è spazio (né necessità) per le forze del male. Nel mondo della ragione si riesce a farsi male abbastanza bene già da sé… ed oggi a San Fili la ragione è molto più forte di quanto era forte agli inizi degli anni Settanta.
Oggi in cui i Comunisti e i Socialisti non calpestano più il suolo sanfilese, comunque, non mi meraviglierei se i fantasmi, gli spirdi, le magare, le forze dell’occulto o in generale dell’aldilà facessero di nuovo ritorno in qualche casa del nostro paese, di San Fili.
A proposito dell’ultima preposizione, un mio compagno di vasche (V. A.) in questi giorni mi ha detto che riteneva stupido il fatto che in tanti, anche a San Fili, vedevano e vedono degli UFO. Gli ho risposto, sapendo i suoi trascorsi, “… e allora tu che per decenni hai visto dei comunisti camminare lungo corso XX Settembre? … secondo me erano e sono più reali gli UFO!”, vi assicuro che tale battuta non l’ha presa per niente bene.
A San Fili, per ritornare a noi, in altri tempi, ma questo l’ho già detto, la presenza di entità legate alla fantasia popolare (o a realtà alternative) era decisamente significativa.
Tutti o quasi, normalmente il discorso era più vicino a soggetti meno abbienti, a San Fili potevano raccontare di aver avuto qualche contatto (incontro ravvicinato) con il terzo ed il quarto tipo. Le case dove si verificavano più facilmente fatti del genere erano spesso case di campagna e spesso in presenza di brutto tempo (il fulmine nove volte su dieci era presente nel racconto dei nostri anziani). Altro luogo prediletto dalle forze dell’aldilà per le loro escursioni nel mondo dell’al di qua erano le case o i punti in cui si era verificata qualche morte tragica (omicidio, tragico incidente e via dicendo).
Una mia anziana parente, ad esempio, mi ha raccontato di come per ben due volte ha avuto uno di questi strani inquietanti incontri.
La zona? … una casa in contrada Profico.
Il punto in cui è situata tale casa? … un trivio (incrocio) in prossimità tra l’altro di una sorgente e a poca distanza del fiume Emoli tra l’altro in un punto in cui è segnato dalla presenza di un ponte in pietra… per niente invitante.
Ma di questo parleremo in un futuro post.
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… un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
… /pace!

venerdì 17 settembre 2010

Mariafrancesca Garritano: una Sanfilese al Teatro alla Scala di Milano... (1)

... e non per assistere ad uno spettacolo!
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L’ammetto, mi è difficile scrivere di qualcuno che non conosco o che, come nella protagonista di questo pezzo, semplicemente penso di non conoscere.
Mi è difficile scrivere di qualcuno che ha raggiunto il suo scopo, che si è realizzato nella vita diventando faro per quanti gli stanno intorno. Quando ci si improvvisa a scrivere di un grande, infatti, non conoscendo tra l’altro la materia da trattare, si rischia sempre e stupidamente, per non dire vilmente, di offuscarne l’opera.
Mi è difficile, tenuto conto che io scrivo normalmente col cuore e non con i dati di fatto e con il calcolo scientifico del giornalista vissuto, scrivere di qualcuno senza trovare il giusto filo conduttore per il pezzo che andrà a breve ad imbrattare il foglio bianco, formato A4, che mi si para, con cadenza quasi quotidiana, davanti agli occhi.
Dopotutto non ho mai detto, né lo sono, ad alcuno di essere un giornalista. Semplicemente mi piace scrivere e conosco tanti giornalisti che, oltre a non saperlo fare, odiano scrivere.
Conobbi Maria Francesca verso la metà del mese di giugno 2010. La conobbi grazie ad una e-mail che trovai in una delle mie varie caselle di posta elettronica: “Ciao, sono Mariafrancesca Garritano, la nipote di Miriam Calomeni e famiglia... non so se conosci... comunque siamo Sanfilesi anche noi... Leggo in continuazione il tuo sito ma vorrei sapere come mai ad un certo punto non si riesce ad andare avanti nella lettura delle pagine. Succede solo a me o è un problema che hanno riscontrato anche altri? TI faccio i complimenti per il lavoro che svolgi e spero di avere tue notizie! Grazie Mary!
… o forse, non conoscendola, la conobbi tantissimo tempo addietro quando, lei ancora piccola (aveva appena una diecina d’anni), seppi della prematura scomparsa della madre: Manola Calomeni.
Eravamo nel lontano 1989.
Manola per San Fili era un simbolo. In tanti la ricordano come una delle due o tre più belle donne del paese. Un simbolo con una voce d’angelo: il palco del “Festival della voce”, storica kermesse canora del paese, più d’una volta era stato per lei e solo per lei.
Che strano, conobbi Manola solo grazie ad un foglio di collegamento tra immigrati sanfilesi redatto con cadenza mensile dall’indimenticabile Francesco “Ciccio” Cirillo, il Sanfilese d’America.
Eppure a San Fili ci conosciamo tutti, conosco quasi tutti e quasi tutti mi conoscono, e sono tantissimi i Calomeni che hanno segnato più che positivamente, l’ammetto, la mia vita.
Figlia d’arte definiranno sicuramente Mariafrancesca almeno coloro che hanno conosciuto la madre in bellezza e capacità artistica.
Figlio d’arte il fratello, apprezzato musicista, Massimo: due grandi artisti nelle cui vene scorre anche e sopratutto sangue sanfilese.
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Leggendo l’e-mail della nostra compaesana Mariafrancesca non sapevo ancora chi in effetti avessi di fronte. Dopotutto a me e-mail, grazie alla mia attività (hobby) sul web, me ne vengono spedite quasi quotidianamente ai posti più svariati del mondo, me ne vengono spedite dai tanti emigranti, nostri compaesani o figli di nostri compaesani, che da tempo mancano dal paese natio o che sono alla ricerca delle origini della propria famiglia.
Tutti o quasi si complimentano per il mio lavoro, qualcuno mi chiede se posso metterlo in contatto con qualche loro familiare o presunto tale, qualcuno mi prega di sostituirmi all’ufficio anagrafe del comune di San Fili.
La mia risposta, sempre tramite posta elettronica, partì il giorno successivo: “... ciao, ... conosco Miriam e sicuramente conosco anche te se (ovviamente scusami) in questo momento non riesco ad abbinare il tuo nome al tuo volto. ... sei la prima a dirmi di questo problema e se mi dici più o meno dove capita (in quanto potrebbe essere un problema collegato a qualche file troppo grande o a qualche mancato collegamento) potrei vedere di ripristinare il tutto. ... un caro saluto da Pietro. ... grazie per i complimenti”.
Nella stessa giornata ricevetti un secondo messaggio da Mariafrancesca: “A me capita un po’ su tutte le cose che sto leggendo: la storia della Fantastica, Il mulino delle fate, i capitoli sulla stazione, a majatica... insomma a dire il vero mi capita su tutti gli argomenti lunghi... Comunque non so se puoi ricordarti di me, vivo a Milano da anni ormai e vengo a San Fili poche volte all'anno, ma sono la sorella di Massimo Garritano, lui sì che è un sanfilese DOC. Il tuo nome me lo ha segnalato Antonio Asta, quando cercavo delle informazioni su alcune storie sanfilesi, lui può spiegarti meglio chi sono. Ad ogni modo avremo occasione di presentarci. Le notizie che leggo sul tuo sito sono interessanti e per questo ci tenevo ad informarti del problema che ho nelle letture. Buon lavoro e grazie!
Provai a risolvere il problema che mi indicava Mariafrancesca ritrasmettendo i file del sito nello spazio messomi a disposizione dal provider di Aruba. Spero che, così facendo, si sia risolto il piccolo fastidioso inconveniente.
Fatto sta che ancora non sapevo chi effettivamente era ed è Mariafrancesca Garritano. Perché Mariafrancesca, me ne resi felicemente (non senza provare un po’ di vergogna) conto successivamente, non è semplicemente una sanfilese emigrata, lei o la propria famiglia, per lavoro.
Mariafrancesca Garritano è una Sanfilese con la S maiuscola che è riuscita a coronare un sogno che in tanti (e non solo sanfilesi, calabresi o meridionali) non hanno neanche il coraggio di riporre in un cassetto… è un sogno troppo grande da coronare quindi inutile persino metterlo nel bilancio di previsione della propria vita.
Mariafrancesca Garritano è un componente del corpo di ballo del Teatro alla Scala di Milano.
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... continua.
... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.

lunedì 13 settembre 2010

Vorresti San Fili frazione di Rende? … un sondaggio diverso per una San Fili diversa (e due).

Un po' di giorni addietro ho lanciato su questo blog il sondaggio sul tema: "Vorresti San Fili frazione di Rende? … un sondaggio diverso per una San Fili diversa". 
Inutile dire che sono contento delle tante adesioni a tale sondaggio. 
Mi piacerebbe comunque che, specie quelli che votano no, mostrassero un po' di coraggio (sono sicuro che ne hanno da vendere... se non l'hanno già venduto) e dicessero, con un piccolo commento, anche perché sono contrari a San Fili frazione di Rende o comunque a San Fili copartecipe della nascita della Nuova Grande Città di Cosenza.
E' nell'interesse di chi fa una scelta a favore o a danno della Comunità rivelare il motivo di tale scelta.
Sapendo le loro motivazioni (riuscendo a condividerle) e sopratutto conoscendo gli autori (perché mi auguro che si firmino nei loro commenti) di tale scelte (autori di cui sicuramente apprezzo quotidianamente l'intelligenza personale e l'alto senso di altruismo che li ha sempre contraddistinti)... potrei anche cambiare il mio voto.
... un po' di coraggio, su!
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace!

Ricordando Francesco Calomeni.

Da sinistra: Francesco Calomeni,
Michelangelo Luchetta e Francesco
Lo Feudo.
Quella mattina mia moglie mi ha telefonato in ufficio: “Pietro, è morto… Francesco… il mio compagno di scuola”.
Riesco a capire la sua voce tremula. Quando muore un compagno di scuola, infatti, non muore un semplice compaesano (più o meno giovane che sia), muore una parte di se stessi.
Quando muore un compagno di scuola o di giochi ci si rende conto che dopotutto anche noi non siamo eterni.
Chi era morto quella mattina di venerdì 10 settembre 2010? … era morto Francesco, era morto Francesco Calomeni il figlio dell’indimenticabile Giovanni… compa’ Giuvanne.
Quarantun’anni appena compiuti: troppo pochi per una vita forse durata ancor più poco di quello che ne riporterà il registro dell’anagrafe comunale.
Tutti in paese infatti conoscevano i “si dice” relativi all’indimenticabile Francesco. I “si dice” di cui, si dice, molti dei quali si era da tempo lasciato alle spalle. 
Ma alle proprie spalle, purtroppo, non si può lasciare l’ora della propria morte. Alle proprie spalle, purtroppo, non si può lasciare l’attimo (il punto terreno) in cui si compirà il nostro fatidico destino.
Chissà se chi gioca sulla vita di noi miseri mortali, i gomiti poggiati sul davanzale d’una finestra che da’ sull’al di qua, nel vederci si diverte anche lui a fare statistiche e confronti del genere.
Francesco era un tipo che accettava, come il padre Giovanni, le sfide. Per lui una vita senza sfide non aveva ragione d’essere vissuta.
Persino il negozio d’ortofrutta, quello aperto d’un paio d’anni “mmienzu u puontu” altro non era che una sfida. Una stupenda sfida che sembrava avesse vinto e con tale vittoria sembrava avesse ritrovato il gusto di ritornare a gareggiare con la vita.
L’anno scorso pubblicai un articolo, sul “Notiziario Sanfilese” (il bollettino mensile dell’Associazione culturale “Universitas Sancti Felicis”, bollettino di cui Francesco era anche sostenitore) del mese di settembre, in cui parlavo del bel punto di ritrovo che si era creato intorno al tabacchino di Nino Foti, il tabacchino che fu per tanti anni di Lisetta Calomeni.
Francesco mi pregò di dargli lo stesso spazio su tale volantino: “… dopotutto, mi disse, io sono un Sanfilese”.
A perorare la sua giusta richiesta c’era tra l’altro il mio compagno quotidiano di vasche (amiamo in  tanti, sanfilesi, chiamare “vasche” le stupende passeggiate lungo corso XX Settembre) Michelangelo Luchetta.
Io sono un Sanfilese”, parole magiche per la mia penna, e lui, Francesco, Sanfilese con la “S” maiuscola lo era veramente.
Per farmi capire, tra l’altro, quanto rispettasse il mio lavoro divulgativo, mi portò a prova di ciò uno scritto (pubblicato sul quindicinale “l’occhio”) che io avevo in altri tempi dedicato a suo padre ricordando la famosa cantina “A grott’azzurra”.
... l'etichetta per una bottiglia di vino
tutta Sanfilese... con la S maiuscola.
Gli dissi: “France’, sarà fatto, ma dammene un motivo”.
Sfida raccolta (l’ho detto, Francesco non era tipo di sfuggire al lancio d’una sfida), poco tempo dopo nel suo negozio d’ortofrutta comparvero delle bottiglie di vino con l’etichetta “Chiarello Grotta” (Chiarello, o Chiarieddru, è la via in cui si trovava la mitica cantina de "A Grott'azzurra")… sfida vinta!  
Quale miglior motivo per dedicargli una pagina del Notiziario Sanfilese?
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Dal Notiziario Sanfilese del mese di dicembre 2009: 

Grazie a Francesco Calomeni rivive il ricordo della Grotta Azzurra e delle storiche cantine di San Fili.



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Ne avevamo parlato nel numero scorso della storica cantina “La Grotta Azzurra” di Giovanni Calomeni: ce n’era il motivo ed era anche un motivo valido. Verso la fine di ottobre 2009 infatti passando, mmienz’u puontu, davanti al negozio di ortofrutta di Francesco Calomeni (figlio del compianto Giovanni) abbiamo notato due damigiane con su una serie di invitanti bottiglie di vino. Queste bottiglie portavano una etichetta (vedasi una copia della stessa riportata a sinistra) che metteva in bella mostra la scritta “Chiarello - Grotta - Specialità vini invecchiamento naturale - Calomeni Giovanni - San Fili (CS) - gradi 11 (circa)”.
In poche parole, e di ciò siamo contenti tutti, il ricordo della storica cantina “La Grotta Azzurra” (q uella appunto situata “ara scisa de chiarieddru”) di Giovanni Calomeni rivive, negli odori e sapori tradizionali, grazie all’impegno ed al ricordo portato avanti dal figlio Francesco. Cosa questa che da sanfilesi non può che farci piacere.
Il vino, decisamente ottimo a sentirla dire in tanti che l’hanno assaggiato, smerciato con tale etichetta dal nostro compaesano Francesco è di produzione propria e deriva dalla lavorazione di uve (vitigni “nero d’avola” e “malvasia bianca”) coltivate in località Frassino di San Fili.

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A volte mi fermavo, mmienzu u puontu, nella macelleria di compa’ Giuvanne Calomeni… c’era tantissimo da apprendere dalla voce e dai ricordi di Giovanni Calomeni: “Compa’ Pi’”, mi disse una volta Giovanni, “Ppe’ diventà dutture basta na seduta de laurea e u titolo tu mantieni ppe’ tutta a vità senza ti spreca’ cchiu de tantu ppe tu mantene. Ppe’ diventa’ signore cc’ae lavurà na vità e devi sudarci  na vita, minutu dopu minutu,  ppe’ tu difende stu titolo”!
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Dal Notiziario Sanfilese del mese di dicembre 2009: 

Grazie a Francesco Calomeni rivive il ricordo della Grotta Azzurra e delle storiche cantine di San Fili.


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Foto a sinistra: interno di quella che fu la storica cantina “La Grotta Azzurra” de “a scisa ‘e chiarieddru” (via Roma). Si era nel 1998 e Pietro Perri stava lavorando ad una ricerca storico - popolare sulle cantine di San Fili nel corso degli ultimi due secoli.
Giovanni Calomeni (a destra nella foto) si mette a disposizione per far fare qualche ripresa fotografica da allegare alla serie di articoli che poi saranno pubblicati su un quindicinale a distribuzione locale: “l’occhio”.
Ad accompagnarli c’era l’amico comune prof. Cesare Gentile (a sinistra nella foto).
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... un caro abbraccio a tutti i Sanfilesi nel mondo.
... un caro abbraccio ai familiari degli indimenticabili Francesco e Giovanni Calomeni.
... by Pietro Perri.



domenica 12 settembre 2010

Il perché dei miei post... San Fili Blog by Pietro Perri.

Una delle cose che faccio, con cadenza quotidiana, è quella non solo di vedere il numero di accessi ottenuti da questo blog ma anche e sopratutto la qualità degli accessi stessi.
Cosa voglio dire con "qualità degli accessi stessi"? ... semplice: vedere innanzitutto da dove vi siete collegati, carissimi amati lettori, sia dal punto di vista della nazione che dal punto di vista del sito di collegamento esempio giorno 11 settembre 2010 su 40 lettori in 36 vi siete collegati dall'Italia, in 2 dal Canada, uno dal Regno Unito ed uno dagli Stati Uniti. Per quanto riguarda i siti gli accessi segnalati dal sistema sono stati 18 da http://www.facebook.com, 3 da http://www.sanfili.net ed 1 da http://www.blogger.com - quest'ultimo comunque non fa testo in quanto ero io stesso che stavo vedendo se un mio post stilisticamente era stato pubblicato in modo accettabile).
Inutile che non entro in merito al browser... tale dato mi dice ben poco su di te, affezionatissimo lettore, e quindi su come dovrò comportarmi in merito alle mie prossime pubblicazioni. Quando si scrive, infatti, la prima cosa che bisognerebbe capire è... chi ci legge e perché, cosa ancor più importante, ci legge.
Inutile dire che se tu leggi queste pagine è perché sei interessato al nostro paese e ti fidi (o diffidi) di quello che continuo a sciorinare su queste pagine. Tale cosa, inutile ribadirtelo, mi fa immensamente piacere... mi fa sentire vivo. a cosa serve, infatti, scrivere se si avesse la consapevolezza di essere l'unico a leggere il proprio scritto?
Un'altra cosa importantissima che controllo (me ne da la possibilità il contatore di accessi della "shinistat") è quali parole chiavi sono state utilizzate per accedere alle pagine di questo blog. Anche in questo caso prendiamo d'esempio quanto "registrato" giorno 11 settembre 2010: in tre casi su quindici (quelli appunto registrati) cercavano esplicitamente i miei scritti (parole chiave infatti erano "Pietro Perri e San Fili"), in un caso si cercavano ulteriori informazioni della triste vicenda che ha interessato in questi ultimi tempi il nostro amato (certamente non da tutti... ma neanche Cristo dopotutto è stato amato da tutti) sindaco Ottorino Zuccarelli, in tre casi si tratta di persone che si sono trovate per caso in queste mie pagine (e a loro chiedo immensamente scusa) tipo qualcuno che cercava il metodo di disdire l'abbonamento ad infostrada (o cercava il collegamento con Teleuropa network), ed in sei casi, infine, gli amici lettori che si sono collegati alle pagine del "San Fili Blog by Pietro Perri" cercavano notizie sul compianto Francesco Calomeni.
Studiando tali spunti (visto che nessuno vuole dirmi diversamente come migliorare tale blog... ed è meglio che nessuno me lo dica in quanto qualcuno potrebbe anche dirmi che il miglior modo per migliorarlo è... chiuderlo definitivamente) offertimi dal contatore di accessi della "Shinistat" di volta in volta decido come comportarmi per rispondere con la giusta offerta d'informazione (anche se a carattere semplicemente locale) alla domanda pervenutami.
Il "San Fili Blog by Pietro Perri", strano ma vero, nel possibile risponde alla legge di mercato della domanda e dell'offerta. 
Fermo restando, ovviamente, che siccome tale spazio lo finanzio e lo gestisco io (e non ottengo contributi da nessuno, né da privati né da enti Pubblici)... lo gestisco a mio uso e consumo, ovvero con regole ben precise (partendo dal reciproco rispetto tra me, autore, e te, lettore). 
Se offese compaiono di tanto in tanto in queste pagine... sono solo risposte ad offese subite da persone che non accettando il dialogo democratico e non avendo argomenti per ribattere a dati di fatto trovano come unica loro possibilità di contrattacco le strade appunto dell'offesa e della minaccia. 
In democrazia (e quindi in una società civile) chi offende a titolo gratuito e personale (su Facebook o su un altro sito internet) anche se in periodi caldi come quelli delle campagne elettorali amministrative, non può non mettere in bilancio che prima o poi (come un giusto piatto da servire freddo) qualcuno non pareggi il conto.
Io in bilancio ho messo persino in conto che quando passerò a miglior vita (mi auguro non prima di una trentina d'anni a questa parte) anche Dio, con me, pareggerà il proprio conto.
... vi ringrazio per gli oltre 6000 accessi in poco più di 16 mesi: un vero record per i siti sanfilesi. sono i vostri accessi (il vostro silenzioso apprezzamento) che mi convincono, quotidianamente, che il mio lavoro serva a qualcosa.
In effetti questo post era nato per un altro motivo (non per ringraziarti per la tua pazienza): era nato per ricordare il compianto Francesco Calomeni, proprio in virtù del numeroso numero di ricerche (per parole chiave) pervenute al mio blog e relative al suo nominativo.
Lo ricorderò magari domani (o al massimo in questa settimana) riportando una stupenda pagina pubblicata sul bollettino mensile dell'Associazione culturale "Universitas Sancti Felicis", ovvero sul "Notiziario Sanfilese".
Tale pagina è riportata comunque in alto a sinistra.
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace.

martedì 7 settembre 2010

A San Fili c’è un problema di eternit? ... di inquinamento ambientale? (parte quinta).


… ed arriviamo finalmente all’arcipreannunciato problema dell’eccessiva (ma è veramente eccessiva?) presenza di eternit a San Fili.
Innanzitutto diciamo cos’è l’eternit (vedendone tra l’altro, nella storia, i suoi punti salienti) e per fare ciò rifacciamoci alla libera enciclopedia Wikipedia (http://it.wikipedia.org):
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Nel 1901 l'austriaco Ludwig Hatschek brevetta il cemento-amianto e lo battezza Eternit (dal latino aeternitas, eternità). Un anno dopo Alois Steinmann acquista la licenza per la produzione e apre nel 1903 a Niederurnen le Schweizerische Eternitwerke AG.
In breve l'Eternit diventa popolarissimo e nel 1911 la produzione di lastre e tegole sfrutta appieno la capacità produttiva della fabbrica.
Nel 1915 vengono messe in commercio le famose fioriere in Eternit. Nel 1928 inizia la produzione di tubi in fibrocemento, che fino agli anni settanta rappresenteranno lo standard nella costruzione di acquedotti. Nel 1933 fanno la loro comparsa le lastre ondulate, in seguito usate spesso per tetti e capannoni.
Negli anni '40 e cinquanta l'eternit trova impiego in parecchi oggetti di uso quotidiano. Il più famoso è probabilmente la sedia da spiaggia di Willy Guhl.
Dal 1963 l'Eternit può essere prodotto in varie colorazioni.
A partire dal 1984 le fibre di amianto vengono via via sostituite da altre fibre non cancerogene fin quando, nel 1994 l'ultimo tubo contenente asbesto lascia la fabbrica.
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Fin qui niente di eccezionale, il problema infatti inizia ad evidenziarsi in tutta la sua drammaticità agli inizi degli anni sessanta (fonte sempre enciclopedia libera Wikipedia).
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Benché sin dal 1962 era noto in tutto il mondo che le fibre di amianto provocano una forma di cancro, il mesotelioma pleurico (oltre che alla classica asbestosi), a Casale Monferrato (Alessandria), Cavagnolo (Torino) e Broni (Pavia) Eternit e Fibronit continuarono a produrre manufatti sino al 1986 (1992 per Broni), tentando di mantenere i propri operai in uno stato di totale ignoranza circa i danni (soprattutto a lungo termine) che le fibre di amianto provocano, al fine di prolungare l'attività dello stabilimento e quindi dei profitti. In particolare a Casale Monferrato i morti e i contaminati da amianto saranno migliaia, anche perché lo stabilimento disperdeva con dei potenti aeratori la polvere di amianto in tutta la città, causando la contaminazione anche di persone non legate alle attività produttive dell'eternit.
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Tali appunti, ma anche quanto si sente dire dai mass-media, creano non poco allarmismo in chi si trova di fronte alla presenta di eternit in quantità più o meno consistente. E di eternit, diciamo la verità, a San Fili ne abbiamo tanto ed a portata di naso (se non di piatto).
Mi risulta infatti che diversi edifici a San Fili (almeno cinque o sei, uno dei quali tra l’altro in prossimità di un edificio scolastico) presentano ancora coperture in eternit. Persino un ristorante pizzeria di San Fili sembra avere (… ha!) il tetto in eternit. E’ vero a norma di legge (la legge, non dimentichiamolo, e scritta dall’uomo)… ma pur sempre in eternit.
Diverse centinaia (se non migliaia) di metri quadrati di eternit, in poche parole, persistono nel centro abitato di San Fili. Da non credere, persino conficcati nella facciata settecentesca principale della chiesa Madre vi sono (qualcuno dice per renderla artisticamente più apprezzabile) due pezzi di eternit... alla faccia del senso artistico.
Come mai nessuno parla della presenza di eternit a San Fili?
… dopotutto legittimati a farlo ci sono tantissimi dottori residenti e tantissime associazioni culturali e di volontariato… senza con ciò nulla togliere (nessun merito e demerito) all’Amministrazione comunale in carica ed alle Amministrazioni comunali che l’hanno preceduta.
Forse l’eternit presente a San Fili non è dannoso per la salute dei cittadini (in effetti qualcuno, personalmente interessato economicamente del problema, ha posto dei dubbi in merito)?
Forse si preferisce far finta di niente perché diversamente si dovrebbero cercare eventuali responsabilità e/o irresponsabilità?
Forse perché al costo di smantellamento e di smaltimento (con relativa bonifica) di tale quantitativo di eternit si preferisce restare nel dubbio che tale elemento faccia veramente o meno male e quindi si guarda da un’altra parte? … con la speranza che a pagarne le conseguenze non siano i nostri stessi familiari?
Dopotutto il passero intelligente ha capito fin troppo bene che se lui non vede il cacciatore il cacciatore non vede lui. Quindi in presenza del cacciatore, il passero intelligente, … chiude gli occhi.
La domanda base è e resta comunque la stessa: parte della mortalità (prematura, ovviamente) dovuta a mali brutti che ha toccato la Comunità Sanfilese negli ultimi trenta anni, può essere attribuita alla presenza (o anche alla concomitanza) di eternit sui tetti di edifici del centro abitato di San Fili?
Non sarebbe bello poter mettere un cartello all’ingresso del nostro paese con su scritto: “San Fili, paese de-eternittizzato”.
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Per giustizia di cronaca comunque riporto anche alcune FAQ (domande e risposte) in merito alla pericolosità dell’eternit ed alla sua eventuale giusta gestione… dal sito di Alessandro Ronchi (http://alessandroronchi.net):
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D: La presenza dell’amianto è sempre indice di pericolo?
R: la presenza di materiali costituiti da amianto non è di per se’ pericolosa.
Se il materiale è in buone condizioni è molto improbabile che rappresenti un rischio per la salute e pertanto è inopportuna la bonifica
Al contrario, quando le superfici di eternit dei capannoni divengono friabili al tatto e iniziano a sfaldarsi, a causa dell’azione di agenti esterni come la pioggia o gli urti, è NECESSARIO e OBBLIGATORIO per legge RIMUOVERLE.
Infatti, in questo caso, si sprigionano particelle di amianto, fibre di amianto, altamente dannose per la salute dei cittadini.
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Chi effettua i controlli per verificare la pericolosità del cemento-amianto eternit?
R: La competenza sui controlli è dell’Azienda USL e della sezione provinciale dell’ARPA competenti per il territorio. Ci si può anche rivolgere a laboratori privati specializzati.
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Cosa posso fare se l’AUSL non si attiva alle mie richieste?
R: Nel caso di comprovata pericolosità delle strutture in amianto l’AUSL deve intervenire, altrimenti si può configurare il reato di omissione di atti d’ufficio. Può essere d’aiuto fare una prima diffida anche attraverso le associazioni che trattano questi aspetti, come l’associazione esposti amianto (AEA).
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D: Sono obbligato a rimuovere l’eternit?
I proprietari degli immobili con eternit sono tenuti alla segnalazione all’ASL (articolo 12 della legge 257/1992, comma 5), che provvede ad un censimento dei siti con presenza di amianto e valuta la pericolosità del sito. La rimozione non è sempre necessaria, e i tecnici valuteranno la possibilità di fissare il materiale in modo da renderlo non pericoloso, oppure la necessità di una sua rimozione. Se i materiali sono danneggiati e pericolosi è obbligatoria la bonifica attraverso rimozione o fissaggio, anche in proprietà private. Il costo della rimozione è a carico del proprietario dell’immobile (articolo 12 della legge 257/1992, comma 3).
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Pericolo reale o no a San Fili comunque credo, se non già fatta (a me piace quando qualcuno mi smentisce, anche se ciò purtroppo capita raramente), sarebbe opportuno che i competenti uffici  comunali iniziassero a fare un censimento dei fabbricati presenti sul territorio sanfilese che utilizzano eternit come copertura.
Da parte mia ho lanciato solo la pietra nello stagno del… tutto è permesso nella sempre più "Libera Repubblica di San Fili", con la speranza che qualcuno (mi riferisco a coloro che si spacciano per politici nella nostra Comunità) ne faccia il proprio cavallo di battaglia. 
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... sopra a sinistra particolare della facciata principale della Chiesa Madre di San Fili. Sulla destra un esempio di artistico incastonamento (secolare?) di eternit. Speriamo che anche in questo caso Dio veda e provveda.
... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace!