Articolo
apparso su il "Gazzettino del Crati" del 30 luglio 1992
(successivamente all'assassinio di Paolo Borsellino). Autore ovviamente Pietro
Perri.
Foto
a sinistra ripresa dal web.
* * *
Mi
capitò, tanto tempo fa, di osservare, ascoltare ed apprezzare un passero posato
sulla cima di un alto abete nel suo dolce cinguettare primaverile.
Rimasi
di stucco quando un mio amico mi fece notare come quella «specie d’animale»
stesse prendendomi per il naso: metteva in mostra la sua stupenda arte canora
esclusivamente per carpire la mia attenzione. Due abeti oltre, la sua compagna
stava realizzando il familiare nido: l'uomo non doveva vedere, l'uomo è
pericoloso.
Disse
una volta una insigne persona di cui stranamente, non ricordo mai il nome: «...
più sto con la gente e più amo gli animali!», contraddicendo il concetto
secondo cui l'uomo si differenzia dalle bestie (dubito a tal punto se in bene o
in male) per la «superiorità della ragione».
Hanno
assassinato il giudice Giovanni Falcone con la propria scorta: la Mafia o il
passero cinguettante? ... nidi in costruzione in quel tragico periodo ce
n'erano tanti: l'Italia delle tangenti stava ridicolizzando la Repubblica della
Lega Lombarda, il Parlamento italiano (decisamente in fase di stallo) non
riusciva ad esprimere un Presidente della Repubblica in una Repubblica
parlamentare, un governo illegittimo (figlio cioè di un Parlamento decaduto da
quasi sessanta giorni) continuava a decretare.
Hanno
assassinato il giudice Giovanni Falcone, così come avevano messo la bomba alla
stazione di Bologna e realizzato numerose altre stragi... una tecnica che la
Mafia, e con ciò nessuno vuole difendere uno dei peggiori mali della nostra
società, ha finora sempre evitato, mirando esclusivamente all'esecuzione di chi
non riconosceva le proprie regole... comunque andava guardata nel possibile
l'incolumità della gente.
Questa
volta si è mirato alla strage: l'eroe Giovanni Falcone era solo una
giustificazione plausibile: se c'era un pullman di turisti o di gente comune
nella traiettoria del proiettile (i mille chili di tritolo), tanto meglio... la
compagna del passero doveva continuare indisturbata il suo nido.
Qualcuno,
tra i «grandi elettori» (così oggi si chiamano deputati, senatori e
rappresentanti delle regioni d'Italia), rinsavisce di colpo (meglio tardi che
mai): la DC comprende che le proporzioni in Parlamento sono cambiate e che i
«rossi» non sono poi tanto «rossi» come per decenni li si è dipinti, così carne
il PDS comprende che anche lui deve prendersi la propria parte di
responsabilità nella diretta gestione dello Stato Italiano.
L'on.le
Oscar Luigi Scalfaro succede a Cossiga nella carica di Presidente del Bel
Paese: l'impressione sulla gente è decisamente positiva... qualcosa, era ora,
sta cambiando (presumibilmente ritorneremo a sentirci cristiani ed italiani).
Tutti l'hanno ammirato nella conduzione dei quindici scrutini (fumate nere)
precedenti la sua elezione: ... ci sa fare!
E'
bella sentire il passero cinguettare (anche se non dava l'impressione di
cinguettare poi tanto all'elezione del nostro nuovo e caro Presidente... che
qualcosa sia andato storto? ... qualcuno, ha parlato di elezione al di fuori
della politica … dubito che questo qualcuno sappia il significato del termine
«politica»), così com'è bello sapere che ci ha preso in giro, elegantemente,
per l'ennesima volta. Non so perché, ma ho la vaga sensazione d'averlo sentito
cinguettare anche quando è scoppiato lo scandalo delle tangenti a Milano
(«Tangentopoli», come l'ha ribattezzata qualche simpatico burlone)... erano
passati pochi giorni dalle Politiche del 1992 e non era del tutto sbagliato
ricordare ai fratelli della «Lega Lombarda» che anche loro sono Italiani e tutti
gli «Italiani», si diceva una volta, «sono brava gente»: qualcuno ha dei dubbi?
Uno
tra gli sceneggiati televisivi più apprezzati negli ultimi due lustri, è stato
certamente la «Piovra» col suo mitico (eroe anche questo) commissario Cattani
interpretato dal bravissimo Michele Placido. Una cosa (ancora per poco e non
per malto) non ho afferrato malto bene: chi è quell'ignorante che ha avuta
l'astrusa idea di ambientare la «Piovra» a Milano invece che a Palermo,
anteponendo per giunta l'artritico «Puparo» (decisamente commovente, carcerato
com'era dei suoi ricordi e del tacito grande amore per la sua soleggiata
tragica terra) ai freddi e calcolatori Espinosa e Tano Cariddi. Come collocare
questo apprezzabile sbadato scrittore: in un superbo osservatore?
Povero illuso passero cinguettante: ormai abbiamo scoperto il tuo gioco, ed il mio amico è già salito sull'albero inquisito per distruggere il materno lavoro della tua compagna. Inventa qualche altro trucco: con questo non ci caschiamo più.