Nella foto a sinistra: parte dell’abitato del borgo di
San Fili che si riflette nell’acqua contenuta nella piccola diga realizzata
lungo il corso del torrente Emoli per garantire il funzionamento delle centraline
idroelettriche presenti più a valle. Lo scatto ovviamente è stato realizzato da
solito Pietro Perri verso la fine degli anni ottanta de secolo scorso.
* * *
Per chi avesse perso le prime 3 (o qualcuna delle
prime tre) puntate di questo racconto… ricordo che siamo in un sabato degli
inizi di Marzo 2013, che da poco si sono registrate due frane sul lato coste
del nostro paesino (il lato che si affaccia sul torrente Emoli) ed io sto
facendo una bella passeggiata lungo… u jum’e Santu Fili… nel tratto compreso
tra la sorgente di Palazia e il ponte Crispini.
* * *
U bacil’e Santu Fili? ... quanti
ricordi mi ritornano in mente pensando a quel caratteristico luogo.
Certo non vi ho fatto mai il bagno come i sanfilesi
(credo tutti maschi, dubito che alle donne fosse permesso qualcosa del genere)
che mi hanno preceduto negli anni precedenti il 1961… lungo corso XX Settembre
del nostro stupendo amato/odiato paesino.
Oltretutto quando io vidi per la prima volta u
bacile dovevo avere non meno di nove o dieci anni ed all’epoca (fine anni sessanta
- inizio anni settanta) di acque profonde e tali da permettere un tuffo ed una
seppur minima nuotata, nel bacile, ne era rimasta ben poca.
Qualche anno prima si erano infatti poste le basi
della realizzazione della superstrada che, dal 1969 in poi, congiunge Cosenza
con Paola: la nuova statale 107. I detriti finiti nel letto del fiume, grazie a
quei lavori, avevano completamente sotterrato la vasca della piccola diga che
da circa mezzo secolo garantiva un regolare afflusso ad alcune centrali
idroelettriche sanfilesi poste più a valle.
Centrali idroelettriche comunque ormai non più operative
da qualche lustro a quella parte.
Mi è difficile dire se la prima volta che vidi la… cascata
che prendeva forma dall’alto di quella diga fu grazie a mio padre Salvatore
(che all’epoca coltivava un pezzo di terra che si trovava dalla parte delle
Volette al di sotto dell’imbocco della galleria ferroviaria) che mi permise di
accompagnarlo per deviare un flusso d’acqua. O forse fu scendendo con alcuni
amici d’avventura di quei favolosi temerari fanciulleschi anni (erano quelli i
miei soliti amici, ma non chiedetemi di fare ulteriormente la spia!) nel dirupo
che si trovava al di sotto della piazzetta antistante la facciata principale
della chiesetta della Madonna del monte Carmelo (... a Madonna du Carminu!).
Nell’uno o nell’altro caso ne rimasi affascinato ed al
tempo stesso impaurito.
E’ bello ammirare lo scorrere costante dell’acqua, il
saltare dell’acqua da un’altitudine di due o più metri, il tuffarsi dell’acqua
nello stesso vuoto colmo d’acqua creato da se stessa, l’ascoltarne il rumore,
la musica per le più insensibili delle orecchie, il sentire sulla propria pelle
infrangersi quelle delicate fresche... uniche nella loro essenza...
bollicine...
Domanda: siete mai stati a vedere le cascate delle
Marmore? ... io, sì! ... ed io ho visto anche alcune stupende cascate presenti
lungo il percorso che segue il torrente Emoli nel territorio di San Fili. Che
ci crediate o no, molti sanfilesi hanno visto le cascate delle Dolomiti ma non
la cascata che, a pochi metri da casa loro, si trova... ‘ntu mmienzu du
jum’e Santu Fili (nel mezzo del corso del fiume di San Fili ovvero della
parte del torrente Emoli che ricade nel territorio di San Fili).
Ritornai più volte nella zona della de “u bacile”:
alcune volte con degli amici ed altre anche da solo. Ci ritornai sia scendendo
verso il ponte delle “jumiceddre” o dalla scalinata che da piazza san
Giovanni porta alla fontana di Palazia e poi proseguendo lungo il corso del
torrente Emoli fino al ponte di Crispini e... sia nel tragitto uguale e
contrario.
Ci ritornai, ad esempio, col mio amico Antonio
Cavaliere (alias - almeno all’epoca - “Tonino click”... a causa della sua
innata passione per la fotografia) agli inizi degli anni Novanta... entrambi
armati di macchina fotografica. La mia all’epoca era una “Yashica 108
semiautomatica” appena comprata.
Non ricordo, purtroppo, né in quale esatto anno
eravamo né in quale mese di quell’incerto anno ci avventurammo in quella
ennesima... naturale passeggiata.
Non ricordo se assieme a noi c’era qualcun altro del
gruppo cui appartenevamo all’epoca io e “Tonino click”. Ricordo però che
arrivammo sul larghetto spiaggia che si era creata nel luogo in cui in altri
tempi c’era l’invaso del bacile intorno a mezzogiorno e
che, in quell’occasione, oltre a scattare una serie di fotografie... mi beccai
una delle classiche lezioni da fotoamatore dal mio accompagnatore esperto
fotografo “Tonino click”.
Innanzitutto Antonio mi fece notare che quello era uno
dei pochi punti (se non l’unico), girando lungo il perimetro del nostro paese,
da cui non si vedeva il campanile della Chiesa Madre.
Ma Antonio mi fece anche notare che, avendo una
piccola dose di fortuna, in quella particolare ora in cui il sole proietta
perpendicolarmente i raggi sul nostro borgo medioevale poteva fotografare,
nelle calme e limpide acque del nostro torrente, il riflesso di parte del
centro abitato di San Fili.
Un effetto, questo, a dir poco stupefacente... per
innamorati del proprio territorio come lo eravamo noi: io e “Tonino click”.
E poi il cielo azzurro si rifletteva sulle acque, a
quell’ora ed in quel punto, con un particolare sentore metallico.
Da qualche parte conservo ancora una foto scattata
quel giorno ed in quel punto esatto. Sulla foto si vede uno scorcio di San Fili
riflesso in una pozzanghera d’acqua. Una pozzanghera in cui tra l’altro già all’epoca
facevano capolino, e decisamente da padroni, tutta una serie di rifiuti
(scatole, scarponi rotti, lattine e via dicendo).
Una profezia degli anni a venire per San Fili e per la
Comunità Sanfilese?
No comment!
(continua)
* * *
Un caro abbraccio a tutti by Pietro Perri.
... /pace!
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