Agli inizi della terza settimana di
luglio (12 luglio 2009), San Fili è stata sconvolta da una tragica notizia: Nicola (Nicolae
Truta di anni 36), il rumeno, è stato trovato impiccato nella casa che aveva in
fitto nel nostro paesino.
Conoscevamo, o almeno pensavamo di
conoscere, tutti Nicola: era bravo, era educato… era un lavoratore e
sicuramente era decisamente onesto e moralmente corretto. Diversamente, non si
potrebbe spiegare il suo gesto.
Difficile trovargli un difetto e difficile
abbinarlo all’immagine che radio e televisione ci stanno ripetutamente
propinando in questi ultimi tempi sui rumeni che si sono stabiliti in Italia.
Nicolae, così come gli altri rumeni che
hanno scelto San Fili come dimora e stile di vita alternativo a quello che
hanno lasciato nella loro terra natia, sono una storia a parte. Una storia,
sembra, che non interessi i giornali nazionali e locali neanche quando giungono
ad una tale assurda decisione: il suicidio. Alla carta stampata, ai mass-media
infatti non interessa la storia della gente sfortunata e perbene, anche se
rumena, non fa audience… non fa notizia.
Nicolae quando non lavorava era su corso
XX Settembre, nei pressi del bar Sammarco o sul belvedere antistante piazza
madonnina: il cellulare all’orecchio ma sempre pronto a rispondere sorridente
al tuo saluto… quando non era prima lui a salutarti.
Avevo notato, qualche giorno prima, la sua
espressione strana quand’era impegnato nella sua ormai regolare comunicazione
telefonica. Ma chi poteva pensare che dietro quell’espressione, dietro quelle
parole che non ho ascoltato (non è nel mio stile e quasi certamente non erano
neanche nella nostra lingua) potesse celarsi l’atroce cronaca d’una morte da
tempo annunciata.
Ricordo, qualche mese addietro, c’era in
corso uno sciopero dei mezzi di trasporto pubblici: Nicolae era alla fermata
del bivio per Bucita. Accostai la macchina, abbassai il finestrino e gli chiesi
dov’era diretto.
Doveva andare al lavoro nei pressi di
Quattromiglia… era sulla mia strada e quindi m’offrii di dargli un passaggio
che, ovviamente, fu felice d’accettare.
Giunti nei pressi del punto dove sarebbe
sceso, apri il portafogli chiedendomi quant’era il costo del viaggio. Mi misi a
ridere sottolineando che dalle nostre parti (almeno penso) non si paga per
certe cose.
Dalle sue parti, mi disse, era normale
partecipare alla spesa.
Gli feci anche un piccolo ridicolo piacere
legato ai miei obblighi d’ufficio. Se l’era segnato al dito: da più di un anno
mi veniva dietro ogni volta che mi vedeva dicendo che dovevamo mangiare una
pizza assieme. Era in obbligo, secondo lui, e io feci in modo di non dargliene
l’occasione… e me ne pento amaramente.
La pizza l’avrei potuta pagare benissimo
io, ma quel che sarebbe stato veramente importante, in quel gesto e con
quell’occasione, avrei potuto anche fermarmi mezzora in più con lui e avrei
potuto capire finalmente chi avevo veramente davanti: un essere umano distrutto
magari da centinaia di problemi di diversa natura.
I soldi? ... un lavoro dignitoso? ... la
ragazza? ... una terra che non ha saputo ospitarlo per come avrebbe dovuto?...
chissa'!
Voleva acquistare una macchina (se ricordo
bene qualche anno addietro qualcuno gli aveva danneggiato un suo mezzo di
locomozione) ma come acquistarla, tra l’altro a rate, senza un impiego fisso o
con un impiego sottopagato e con una busta paga che non offriva nessuna
garanzia alle finanziarie?
… altro che soldi per tutti, anche per i
protestati! … soldi per chi ha e può dimostrare di avere soldi, questa è la
legge del mercato.
E’ morto anche con questo sogno, il sogno
di poter guidare, anche se di decima mano, una macchina tutta sua. Circola voce
che nella sua abitazione siano stati trovati dei preventivi dell’automobile che
voleva comprare: speriamo che in cielo, in Paradiso (perché non credo, anche se
suicida e senza una messa d’accompagnamento, se esiste veramente un Paradiso ed
un Dio giusto, che Nicolae, a causa del suo insensato ultimo gesto, possa
finire all’inferno), ci siano dei concessionari con un cuore più nobile dei
concessionari cosentini.
... mi hanno detto che andava regolarmente
a messa le domeniche... sembra che il prete non se ne sia mai accorto, visto le
precisazioni fatte in occasione del suo estremo saluto giorno 22 luglio 2009
nella chiesa del Ritiro di San Fili.
Mi auguro che quando sarà il mio turno, a
benedire i miei resti mortali a San Fili non ci sia più questo prete, visto che
a messa è un po' difficile che mi ci abbia visto finora e che mi ci veda d'ora
in poi: sento già le mie carni bruciare nel tremendo fuoco dell'Inferno... ed
io soffro tanto per il caldo.
Il tutto mi ricorda alcuni versi del
grande Fabrizio de Andre': "Domani alle tre / nella fossa comune cadrà
/ senza il prete e la messa / perché di un suicida / non hanno pietà".
La canzone è "La ballata di Michè".
In chiesa c'erano tantissimi posti
vuoti... eppure era un mercoledì ed era di pomeriggio... non faceva neanche
tanto caldo. Quando passa a miglior vita un compaesano, un sanfilese, ci sono
almeno il triplo di persone a portare il loro conforto ai parenti. Se poi il
compaesano, il sanfilese, appartiene ad una famiglia che ha potere o che si
pensa può farti qualche piacere... la fila oltrepassa il sacrato della chiesa.
Nove volte su dieci chi si suicida non è
un pazzo, non è uno scellerato… ma un povero malato spinto da una comunità, da
una società cieca ed insensibile (aberrata ed aberrante), all’atroce scelta di
farla finita. Forse, in particolare dopo quanto capitato in questi giorni nel
nostro paesino, tutti noi dovremmo interrogarci veramente sul cosa vorremmo
fare da grandi, su quale futuro vogliamo dare alla nostra cittadina anche dal
punto di vista dell’accoglienza agli immigrati.
A San Fili è ormai da tempo che esiste una
nutrita comunità di rumeni.
Non semplice tolleranza (dopotutto l’uomo
può tollerare anche una mosca nel piatto) ma umano e coscienzioso reciproco
rispetto.
Le spoglie mortali di Nicolae hanno
trovato, giorno 22 luglio 2009 alle ore 17,00, rifugio nell’accogliente
cimitero di San Fili. Ricordiamocene, almeno con un fiore e una preghiera, in
occasione di una delle tante visite ai nostri cari defunti.
* * *
La storia di Nicolae Truta mi fa pensare
anche alle storie simili di quanti nostri connazionali non hanno fatto più
ritorno a San Fili.
* * *
... un caro abbraccio a
tutti by Pietro Perri.
... /pace ma... si vis
pacem para bellum
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