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domenica 26 luglio 2009

San Fili: convivere con la propria coscienza di emigranti ed emigrati... dopo il suicidio di Nicolae Truta (12 luglio 2009).

Agli inizi della terza settimana di luglio (12 luglio 2009), San Fili è stata sconvolta da una tragica notizia: Nicola (Nicolae Truta di anni 36), il rumeno, è stato trovato impiccato nella casa che aveva in fitto nel nostro paesino.
Conoscevamo, o almeno pensavamo di conoscere, tutti Nicola: era bravo, era educato… era un lavoratore e sicuramente era decisamente onesto e moralmente corretto. Diversamente, non si potrebbe spiegare il suo gesto.
Difficile trovargli un difetto e difficile abbinarlo all’immagine che radio e televisione ci stanno ripetutamente propinando in questi ultimi tempi sui rumeni che si sono stabiliti in Italia.
Nicolae, così come gli altri rumeni che hanno scelto San Fili come dimora e stile di vita alternativo a quello che hanno lasciato nella loro terra natia, sono una storia a parte. Una storia, sembra, che non interessi i giornali nazionali e locali neanche quando giungono ad una tale assurda decisione: il suicidio. Alla carta stampata, ai mass-media infatti non interessa la storia della gente sfortunata e perbene, anche se rumena, non fa audience… non fa notizia.
Nicolae quando non lavorava era su corso XX Settembre, nei pressi del bar Sammarco o sul belvedere antistante piazza madonnina: il cellulare all’orecchio ma sempre pronto a rispondere sorridente al tuo saluto… quando non era prima lui a salutarti.
Avevo notato, qualche giorno prima, la sua espressione strana quand’era impegnato nella sua ormai regolare comunicazione telefonica. Ma chi poteva pensare che dietro quell’espressione, dietro quelle parole che non ho ascoltato (non è nel mio stile e quasi certamente non erano neanche nella nostra lingua) potesse celarsi l’atroce cronaca d’una morte da tempo annunciata.
Ricordo, qualche mese addietro, c’era in corso uno sciopero dei mezzi di trasporto pubblici: Nicolae era alla fermata del bivio per Bucita. Accostai la macchina, abbassai il finestrino e gli chiesi dov’era diretto.
Doveva andare al lavoro nei pressi di Quattromiglia… era sulla mia strada e quindi m’offrii di dargli un passaggio che, ovviamente, fu felice d’accettare.
Giunti nei pressi del punto dove sarebbe sceso, apri il portafogli chiedendomi quant’era il costo del viaggio. Mi misi a ridere sottolineando che dalle nostre parti (almeno penso) non si paga per certe cose.
Dalle sue parti, mi disse, era normale partecipare alla spesa.
Gli feci anche un piccolo ridicolo piacere legato ai miei obblighi d’ufficio. Se l’era segnato al dito: da più di un anno mi veniva dietro ogni volta che mi vedeva dicendo che dovevamo mangiare una pizza assieme. Era in obbligo, secondo lui, e io feci in modo di non dargliene l’occasione… e me ne pento amaramente.
La pizza l’avrei potuta pagare benissimo io, ma quel che sarebbe stato veramente importante, in quel gesto e con quell’occasione, avrei potuto anche fermarmi mezzora in più con lui e avrei potuto capire finalmente chi avevo veramente davanti: un essere umano distrutto magari da centinaia di problemi di diversa natura.
I soldi? ... un lavoro dignitoso? ... la ragazza? ... una terra che non ha saputo ospitarlo per come avrebbe dovuto?... chissa'!
Voleva acquistare una macchina (se ricordo bene qualche anno addietro qualcuno gli aveva danneggiato un suo mezzo di locomozione) ma come acquistarla, tra l’altro a rate, senza un impiego fisso o con un impiego sottopagato e con una busta paga che non offriva nessuna garanzia alle finanziarie?
… altro che soldi per tutti, anche per i protestati! … soldi per chi ha e può dimostrare di avere soldi, questa è la legge del mercato.
E’ morto anche con questo sogno, il sogno di poter guidare, anche se di decima mano, una macchina tutta sua. Circola voce che nella sua abitazione siano stati trovati dei preventivi dell’automobile che voleva comprare: speriamo che in cielo, in Paradiso (perché non credo, anche se suicida e senza una messa d’accompagnamento, se esiste veramente un Paradiso ed un Dio giusto, che Nicolae, a causa del suo insensato ultimo gesto, possa finire all’inferno), ci siano dei concessionari con un cuore più nobile dei concessionari cosentini.
... mi hanno detto che andava regolarmente a messa le domeniche... sembra che il prete non se ne sia mai accorto, visto le precisazioni fatte in occasione del suo estremo saluto giorno 22 luglio 2009 nella chiesa del Ritiro di San Fili.
Mi auguro che quando sarà il mio turno, a benedire i miei resti mortali a San Fili non ci sia più questo prete, visto che a messa è un po' difficile che mi ci abbia visto finora e che mi ci veda d'ora in poi: sento già le mie carni bruciare nel tremendo fuoco dell'Inferno... ed io soffro tanto per il caldo.
Il tutto mi ricorda alcuni versi del grande Fabrizio de Andre': "Domani alle tre / nella fossa comune cadrà / senza il prete e la messa / perché di un suicida / non hanno pietà". La canzone è "La ballata di Michè".
In chiesa c'erano tantissimi posti vuoti... eppure era un mercoledì ed era di pomeriggio... non faceva neanche tanto caldo. Quando passa a miglior vita un compaesano, un sanfilese, ci sono almeno il triplo di persone a portare il loro conforto ai parenti. Se poi il compaesano, il sanfilese, appartiene ad una famiglia che ha potere o che si pensa può farti qualche piacere... la fila oltrepassa il sacrato della chiesa.
Nove volte su dieci chi si suicida non è un pazzo, non è uno scellerato… ma un povero malato spinto da una comunità, da una società cieca ed insensibile (aberrata ed aberrante), all’atroce scelta di farla finita. Forse, in particolare dopo quanto capitato in questi giorni nel nostro paesino, tutti noi dovremmo interrogarci veramente sul cosa vorremmo fare da grandi, su quale futuro vogliamo dare alla nostra cittadina anche dal punto di vista dell’accoglienza agli immigrati.
A San Fili è ormai da tempo che esiste una nutrita comunità di rumeni.
Non semplice tolleranza (dopotutto l’uomo può tollerare anche una mosca nel piatto) ma umano e coscienzioso reciproco rispetto.
Le spoglie mortali di Nicolae hanno trovato, giorno 22 luglio 2009 alle ore 17,00, rifugio nell’accogliente cimitero di San Fili. Ricordiamocene, almeno con un fiore e una preghiera, in occasione di una delle tante visite ai nostri cari defunti.
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La storia di Nicolae Truta mi fa pensare anche alle storie simili di quanti nostri connazionali non hanno fatto più ritorno a San Fili.
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... un caro abbraccio a tutti by Pietro Perri.
... /pace ma... si vis pacem para bellum

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