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domenica 13 ottobre 2019

La Cina è vi-Cina... molto più di quello che possiamo immaginare. (1)


Articolo pubblicato sul Notiziario Sanfilese del mese di settembre 2019... a firma di Pietro Perri.
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Pechino - piazza Tienanmen,
Agosto 2019.
Il mio desiderio di andare un giorno a visitare anche la Grande Muraglia (una delle sette meraviglie del mondo) in Cina nacque quasi certamente quando ebbi il piacere d’ammirarne la maestosità spulciando le pagine di un sussidiario su cui fui costretto a studiare quando frequentai le scuole elementari di San Fili.
All’epoca alle scuole elementari c’erano ancora i cosiddetti “maestri unici” ossia degli insegnanti che ti prendevano per mano alla prima elementare e ti portavano, con mano spesso armata di staffila, fino alla quinta elementare. Ossia fino alla conclusione del ciclo scolastico primario.
La mia insegnante delle elementari fu la signora Maria Alba Ruffolo.
E’ a lei, la mia “signora maestra”, che debbo il mio amore  tanto per la scrittura quanto per la lettura.
E chi ama leggere non può non desiderare viaggiare e vedere, toccare con mano, quanto  trova scritto sui libri e sulle riviste che gli passano tra le mani e sotto gli occhi.
E fu così che, innamoratomi di quella foto della Grande Muraglia che si trovava in una delle pagine dedicate ai nostri mitici viaggiatori (Marco Polo?), mi ritrovai, oltre un quarantennio dopo, a calpestare il suolo dell’unica opera realizzata dagli esseri umani che, non so se per leggenda metropolitana o per realtà, sia visibile dallo spazio.
Dieci giorni (dal 22 al 31 agosto scorso) di cui due di viaggio (ben quindici ore di aereo all’andata e dodici e qualcosa al ritorno) sono stati il mio, accompagnato ovviamente da mia moglie, full immersion ne “Il fascino della grande CINA” (questo era il tour cui per l’occasione avevo aderito). Un vero salasso per il mio portafoglio ma un grande investimento con notevole profitto per la mia classica voglia di vedere e di imparare.
Inutile dire che otto giorni non li ho passati a vedere solo la Grande Muraglia: di carne al fuoco in questo tour ce n’era tanta ed ho cercato di gustarmela nel modo migliore possibile: la Cina antica e la Cina moderna giorno dopo giorno prendevano forma davanti ai miei occhi.
E viaggiare, questa è la vera nota dolente, ti costringe a confrontare la tua realtà con la realtà che si trova al di là del tuo perimetro vitale quotidiano. Un perimetro vitale quotidiano che trova enormi limiti sia nello spazio fisico che nello spazio virtuale (culturale e sociale).
Ed a fine viaggio, al tuo rientro nella tua misera quotidianità, dopo che per una vita ti eri fatto un’immagine distorta di un Paese (la Cina) grande quanto un intero continente ti vedi costretto a rimettere, almeno su questo fronte, tutto in discussione e finire per convincerti che la Cina o ciò che credevi essere la Cina (mentalmente ed economicamente parlando)... siamo noi. Siamo noi Italiani (per non dire gran parte del Vecchio Continente) infatti che oggi dobbiamo combattere per guadagnare la nostra quotidiana razione di riso, per un posto di lavoro che ci dia un minimo di soddisfazioni e sia rispettoso della meritocrazia individuale, di libertà di stampa e diritto alla vita, di... diritto al futuro delle future generazioni.
Otto giorni di full immersion (più due di viaggio in aereo) mi hanno visto toccare le città di Shanghai, capitale economica della Cina, di Zhujiajiao (piccolo villaggio con caratteristici ponticelli di epoca Ming), di Xian (dove in questi ultimi decenni è stata portata alla luce ciò che le guide locali definiscono l’ottava meraviglia del mondo ovvero l’Esercito di Terracotta dell’imperatore  Qin) e, dulcis in fundo, di Pechino (capitale politica e culturale della Cina).
A proposito: quando definisco Zhujiajiao un “piccolo villaggio della Cina” è giusto sottolineare, così come ci hanno più volte cercato di far capire le guide locali, cosa significa “piccolo villaggio” in una Nazione che conta oltre un miliardo e mezzo di abitanti e che è abituata a considerare città medie (per non dire relativamente piccole) quelle che hanno una popolazione intorno ai cinque o sei milioni di abitanti. Zhujiajiao ha circa 60.000 (sessantamila abitanti). San Fili, la nostra grande e maestosa San Fili, in Cina non sarebbe neanche considerata come realtà urbana. E forse non sarebbe considerata neanche come una piccolissima contrada di campagna. Per dirla in parole povere... semplicemente non sarebbe considerata.
Dopotutto Shanghai conta circa 25 milioni di abitanti e Pechino 24 milioni. In due fanno quasi l’Italia.
(continua).
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Un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!

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